Grande Risveglio L’altro giorno, mentre lavavo i piatti, ho ascoltato l’intervista ad un filosofo contemporaneo, il quale sosteneva, con determinazione, l’urgenza di un Risveglio collettivo, che io ho inteso come sommatoria dei risvegli personali di ciascuno e basato sulla volontà popolare di far cambiare rotta al mondo, che porterebbe il pianeta verso la Pace e la Prosperità. Avevo un bicchiere in mano e, risciacquandolo, ho pensato quelle parole all’interno del mio mondo, cercando di dar loro un posto, una ubicazione, creando uno spazio che potesse accoglierle, in vista delle cose importanti da fare per cercare di salvare questa società alla deriva, che valuta seriamente, come opzione, la guerra nucleare. “Grande Risveglio” mi sono sorpreso a sussurrare, mentre concludevo l’operazione casalinga di mettere i piatti ad asciugare. Quelle parole non mi erano affatto estranee. Le sentivo vicine. Prossime. Sapevo che avrebbero potuto far parte della mia giornata alla ricerca di qualcosa di buono da intravedere, in questo marasma, che, iniziato con la pandemia, e, se vogliamo molto prima, come abili analisti hanno più volte sottolineato nel decennio 2010 - 2020, è proseguito con la guerra in Ucraina, grazie alla quale scaltri manipolatori hanno continuato imperterriti a traviare le menti delle Persone, molte delle quali rischiano di perdersi per sempre, per consacrarsi ad una forma che di umano non ha più niente. Il filosofo parlava di tenebre. Molti le conoscono ed esse non portano mai a niente di buono, dacché l’uomo necessita di luce. Ho ascoltato tutta l’intervista, continuando a riflettere sul contenuto spiegato dallo studioso, mentre mi preparavo il caffè. Sono giunto alla fine, abbracciando completamente l’esposizione dei temi, nella forma e nel contenuto. Sono stato contento, perché mi sono detto: “Allora vedi Massimiliano che non sei lontano dalla verità?”. Ho bevuto il caffè, soddisfatto, mentre l’intervistatore salutava il filosofo. “Grande Risveglio” si stava configurando come una definizione che mi avrebbe tenuto compagnia, per le ore successive e forse per giorni. Mi sono preso il mio tempo per assaporare quei due termini buoni sui quali volevo poter dire la mia. D’improvviso, una intuizione: scrivere in Mi minore un Incipit per Archi. Avevo in mente le prime note, le avrei scritte, per ascoltare il sound complessivo dell’accordo. “Grande Risveglio” era già un titolo. Allora, come operare? Dunque, partitura vergine, Mi minore, 4/4, Andantino, Archi, Titolo: “Grande Risveglio”. Primo step: la forma entro la quale muoversi. Mi minore è una tonalità dalla quale, nell’ultimo periodo, torno, di tanto in tanto, perché vedo bene le armonie da sviluppare. 4/4, con il giusto respiro ritmico. Andantino, perché il risveglio non è né lento, né veloce, ma procede con passo sicuro. Archi, perché quando uno si risveglia da una lunga ipnosi collettiva che ha cagionato isteria, si muove con note lunghe per tornare alla coscienza di sé, tutto il suo essere si trasforma, dalle frequenze gravi a quelle acute, proprio come si può esprimere con un’orchestra d’archi. Ho bisogno di credere che qualcosa di meraviglioso possa accadere, manifestarsi, avvolgerci in un afflato lirico di Bellezza. Noi meritiamo il meglio. Noi possiamo essere uno splendore. Noi possiamo vivere bene in armonia con tutti. Siamo governati da un manipolo di putridi individui, che, come sosteneva lo studioso, non hanno più neanche la natura di esseri umani, visto che sono privi di luce e tramano nelle tenebre. Il passo fondamentale, che è anche il primo, è iniziare a dire: “No!”. Un sacro No. Non vogliamo un mondo di guerre. Non vogliamo l’odio. Non vogliamo distruggere. Sicuramente molti studiosi hanno indagato su come le masse si lascino guidare sempre da omicidi. Io, invece, ancora me lo chiedo, poi vedo bambini giocare nel parco dell’asilo qui vicino e sorrido, perché so che il mondo ha ancora speranza. Per oggi non lavorerò al brano ancora. Sento il desiderio di riflettere, dacché alcune parole, come alcuni suoni vanno fatti decantare nel proprio alambicco. Io resto fiducioso. Io voglio sperare, perché senza speranza si vive davvero male. Voglio augurare a me e a tutte le persone che conosco di vivere sempre nella dimensione del Grande Risveglio e di tenere alta l’attenzione. Voglio ringraziare tutti quelli che visitano il mio sito, perché è grazie a loro che mi rendo conto della bontà del mio operato, quindi grazie… Questo pezzo nasce da un pensiero mio, che si è fuso con un'emozione, generati dall'ascolto dell'esposizione di tematiche essenziali analizzate da un filosofo dei nostri tempi, il quale contrappone, con lucida forza, al Great Reset di Davos, il Grande Risveglio dell'Umanità, grazie al quale avremo, finalmente, la Libertà, dono da difendere strenuamente dagli attacchi dei malvagi che vogliono il Genere umano sottomesso. "Grande Risveglio" mi è parso subito un bel titolo per una musica, che, fin dall'inizio, nella mia testa, era orchestrale. Dopo aver scritto i primi 4 accordi per archi, ho avuto la sensazione di qualcosa di maestoso, che provenisse da quelle note e ciò mi ha molto incoraggiato. Più componevo e maggiore era la percezione che quella musica dovesse avere un ruolo preciso nella mia produzione. Sono 4 anni che scrivo una Sceneggiatura, tratta liberamente dal mio romanzo, "Musa - Pensieri di un artista", di cui sto curando anche la colonna sonora, e, fino all'altro giorno, mi mancava una musica a commento di una scena fondamentale, che ho trovato nella composizione di cui sto scrivendo. Se una cosa bella accade ad un uomo, perché non può succedere a tutti? Cosa lo impedisce? Io credo nella potenzialità delle Persone, vedo e ascolto molti che non vogliono finire male e desiderano vivere in una armonia tale che le cose brutte sembreranno solo un ricordo sbiadito, monito acché il trionfo della malvagità non si ripeta più. Se un essere umano impazzisce di dolore, ciò implica che tutti, superato il punto di non ritorno, possano sprofondare nella psicosi più nera e, allo stesso modo, se una Persona raggiunge un sano equilibrio, è appagata, si difende bene dalle negatività, e sente di essere intimamente felice, questo percorso verso la gioia è alla portata di tutti, io ci credo. Non subito, ma nel processo di scrittura di questo pezzo, ho individuato questa cellula ritmica: e ho costruito il tessuto musicale di conseguenza. Questo brano mi piace molto: profuma di Libertà. Io desidero ardentemente un grande Risveglio dell'Umanità. Ne abbiamo tutti bisogno, come dell'acqua, delle biblioteche e delle sale da concerto, come il pane, il Sole, la speranza. Non devono vincere gli uomini senza luce. Non può vincere il male. Non possiamo soffrire in eterno. Vorrei risvegliarmi domattina in un mondo libero dal dolore.
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Di fronte a tanta Bellezza, perché avvelenarsi con le menzogne? Perché distruggere? Perché ammalarsi? È stata una serata magica, quella lì, davanti al Duomo di Spoleto, in Umbria. Ero con la mia Compagna, e respiravamo aria sottile. Questo mondo può ancora essere salvato. Noi ci possiamo riuscire. Ce lo meritiamo... Questa composizione rappresenta il mio Amore per la mia Compagna, e per l'Umanità, dacché lei mi ha insegnato ad amare. Senza di lei, non so quale piega avrebbe preso la mia vita. Ora io posso cantare... My lady’s breast - Portrait of an invisible Ho molto pensato alla natura di questa composizione, “My lady’s breast – Portrait of an invisible”, dacché ho cercato di comprenderla appieno per afferrare cosa fosse in sé, quale essenza le appartenesse ed alla fine ho ritenuto che essa fosse una lunga lettera d’amore, mai spedita e creata nella mia mente, dopo averla trasformata in musica, maturata fra le pieghe di un duro lockdown, il primo, quello del 2020, dal quale risultarono tante considerazioni, figlie della consapevolezza di non poter incontrare la mia Compagna per lungo tempo, quando i giorni, senza di lei, sembravano interminabili e la telefonata serale, ascoltando la sua voce, si era configurata come un appuntamento irrinunciabile. Questa musica per più strumenti nasce dal desiderio di star bene, che era, all’epoca delle forti restrizioni, imposte dal governo, una sorta di chimera, visto che eravamo tutti tristi, ognuno per i propri motivi e sapevamo già di vivere in una condizione assurda, fuori da ogni logica, attraverso la quale chi ci comandava stava instaurando il regime del Terrore. Ora, dalle intercettazioni dei giudici, emerge chiaramente che i nostri governanti volevano che noi provassimo paura, una sensazione di perdita ed angoscia che, secondo i loro piani, doveva durare per lungo tempo. Questo pezzo è nato alla tastiera, dopo aver ricordato il mio Chopin, e deciso di usare una sua stessa struttura armonica. Ora la musica è completa, dopo rimaneggiamenti durati quasi tre anni. Ho deciso di portarla ad un concorso di Composizione, dacché necessito di un confronto. Secondo me, è molto bella. Questa musica è l’incontro con l’altro. È un abbraccio armonioso. È il respiro che si fonde con quello della persona amata. Ho lavorato molto a questo pezzo. Al suo interno, ci sono tutte le mie sintesi progressive e la speranza che un giorno non troppo lontano il mondo possa fondarsi sull’Amore, che tutto risignifica. Eravamo soli, nel primo lockdown, troppo soli. Ci ancoravamo ad una telefonata, ad una breve chiacchierata con il vicino di casa. Un sorriso di un bambino ci scaldava il cuore, ma abbiamo patito e non poco. Il pezzo è sinfonico, è pensato per orchestra. È nato con una successione di quattro accordi, eseguiti per la prima volta alla tastiera e da lì ha acquisito una fisionomia tutta sua, improntata alla tensione verso il luogo ameno dello scambio vivo con la persona che si desiderava, in uno slancio titanico che superasse le distanze fisiche e ci donasse l’armonia dello stare insieme con amore, grazie alla bellezza di come si percepisce l’altro e alla totalizzante visione dell’essere umano, compreso ed amato in tutta la sua portata di vettore di poesia. È diventato il pezzo sul quale io abbia lavorato più alacremente, senza paura o tensioni, ma prendendomi tutto il tempo per mettere a fuoco le sensazioni ed i pensieri che, a mano a mano, stavano prendendo forma nel mio Io, in uno stato di consapevolezza sempre più significativo, che mi ha condotto ad aprire gli occhi su molte questioni, maturando la volontà di non poter più tornare indietro, dacché la regressione è sempre pericolosa. Ora i ricordi degli ultimi tre anni si sono sbiaditi, ma la percezione del male resta. Siamo stati tutti vittime della truffa più colossale della Storia dell’uomo. Ogni tanto qualcuno rende pubblico uno stralcio di intervista di un tale personaggio da cui si evince che eravamo schiavi nelle mani sanguinarie di operatori del male che, ad oggi, sono ancora a piede libero e che, probabilmente, non verranno mai processati per crimini contro l’Umanità. Questa composizione si rifiuta di accettare un mondo psicotico destinato al suicidio e canta l’Amore per la Donna che tutto ha risignificato, nella mia vita e che è la radice di ogni salvezza. Quando vissuta nell’ambito di un rapporto sano e creativo, l’alterità, oltre ad essere foriera di grande energia, è la nostra ancora. Eravamo soli, sì. Soli ed affranti, preoccupati e nessuno ci infondeva coraggio, anzi, alla Tv solo immagini di morte e desolazione e grandi discorsi sulla bontà dell’isolamento. Una regia ben pianificata aveva bisogno del nostro sangue e della nostra paura. Quanto dolore inutile… Mi sono svegliato: non avevo più uno Stato, una comunità, amici e familiari. Ero solo. Solo insieme alla mia Compagna. Eravamo esuli. Superstiti di una carneficina. Questo mondo non ha imparato e non vuole apprendere. La gente si fa guidare da personaggi psicotici, che la manderebbero a morire al fronte senza pensarci due volte. Questo pezzo vuole combattere tutte le psicosi dei potenti. Si dovrebbe ripartire dal silenzio. Dall’ascolto dell’altro. Dal pronunciare solo parole vere. Io combatto ogni giorno, non facendo entrare in casa mia i media internazionali che seminano terrore, perché la loro strategia, collaudata durante il lockdown e tutti i periodi di restrizione successivi, non ha allentato la presa. Ci vogliono servi della gleba. Privati di tutto, non avremo la forza di insorgere. Io, invece, voglio mantenermi integro, sebbene molteplici forze ci vogliano persi, violenti, illogici. Il loro è il progetto di un mondo scisso come scissa è la loro struttura di personalità. A tutto ciò io mi oppongo, finché avrò fiato in corpo. Io voglio scrivere. Narrare una storia di vittoria di un uomo che si è salvato grazie all’amore e che crede che il suo percorso non sia per una persona sola, ma per tutti coloro che vogliano seguirlo. Il mondo, semplicemente, è nelle nostre mani, come è sempre stato. Sta a noi creare una nuova comunità. Questa composizione inizia con un tono elegiaco, un mezzo piano introduce l’ambiente sonoro con il quale l’autore intende rappresentare il suo inno d’amore alla donna desiderata, la cui presenza è imprescindibile per lui. Ci sono molti colori, nel brano, tutti con una loro precipua intenzione musicale. Tuttavia, questo canto non è disperato, dacché coltiva la speranza che, un giorno vicino, le due persone protagoniste della storia possano rivedersi e riabbracciarsi. Non capivo, all’inizio. Non riuscivo a comprendere. Ora, invece, so. So per quale motivo ci hanno chiuso in casa. Ora afferro il motivo per il quale c’era quell’aria di morte e desolazione e noi tutti nascosti in casa come topi. Ora riesco a percepire quale fosse il clima di odio e mistificazione che intendessero instaurare, con grande successo, devo ammettere. Sono riusciti a farlo. La piena realizzazione del loro progetto è sotto gli occhi di tutti, dispiegando una enorme potenza di fuoco, contro i popoli di una certa parte del mondo. Il pezzo comincia con una struggente nostalgia, determinata dalla consapevolezza di quanto l’altro sia bello e vitale, ricco e poetico. È l’uomo, nella sua nudità, che acclama colei che, nel rapporto sano e creativo, lo ha salvato dalle fauci di un mondo dissoluto ed osceno. Gli strumenti si intrecciano. La descrizione dell’attimo in cui i due si ricongiungeranno si fa sempre più vivida, attenta, generata da un ordine psichico che vede il protagonista capace di mantenere la stazione eretta di fronte alle insidie di un sistema barbaro che vuole gli esseri umani incapaci di alte prospettive, schiavi e perdenti. La musica si diffonde nell’aria. C’è una complessità dell’individuo che va analizzata e ricercata. C’è un enorme bisogno di intelligenza interpretativa. Di occhi che si cercano. Di un abbraccio che significhi: “Sei al sicuro, qui!”. Tutto, intorno a loro, è morte, violenza e dissociazione, mentre, nel loro abbraccio, che fonde due identità che si sono scelte, c’è poesia, slancio e vita. Un mondo malato ha costretto i sani alla chiusura. Un assolo di tromba si erge sinuoso sopra uno strato sonoro, e, coraggioso, canta la sua melodia, che è pura tensione verso quel futuro nel quale le persone si incontreranno con gioia e non avranno più paura di niente. Un corno segue le armonie. L’intenzione dell’autore è quella di rappresentare un cosmo fatto di intelligenza, logica degli affetti e profondo rispetto per tutte le manifestazioni di creatività umana, che sono in ogni dove e fanno così tanta paura ai potenti. Loro non ci vogliono liberi. Non ci vogliono felici. Realizzati. Loro sognano per noi un futuro da servi, ma l’Umanità non potrà mai esserlo, da qui l’esigenza di una lotta di liberazione senza pari nella Storia del genere umano. C’è molta dolcezza, nel pezzo. C’è la consapevolezza dell’abbraccio salvifico. C’è la determinazione a non rassegnarsi ad un sistema di potere iniquo e disumano. C’è forza. Un ottavino traccia una piccola serie di note, c’è aria di lotta, nella dinamica del forte. I violoncelli si muovono aulici nel proprio registro grave, perché l’amore è sontuoso. Un pianoforte crea una modulazione, dopo l’esposizione del Tema A. C’è vigore, nel rifiuto di un artista contro un mondo dedito alla distruzione di qualsiasi forma di intelligenza. Non so dove sarei stato, nel primo lockdown, senza la mia Compagna. Forse mi sarei rassegnato. Il sistema proponeva le sue chimere. Le sue voci mostruose. Le sue interpretazioni figlie di una percezione alterata delle cose, malata, abnorme. Presto compresi che eravamo stati lasciati soli al nostro destino, perché ai nostri politici non interessava che fine facessimo ed il loro obiettivo era solo quello di demolirci. Non siamo fuori dal trauma. Dopo, è arrivata la guerra e una nuova serie di bugie, atte al proseguimento di quello stato bellico che era stato instaurato durante la pandemia. Il pezzo vuole ribellarsi a questo stato di cose. Non è un caso che sia stato scritto in tre anni. Dovevo comprendere. “My lady’s breast – Portrait of an invisible” è un atto rivoluzionario. In fondo non c’è cosa più bella del vedere fiorire una vita. Se qualcuno qui si sta chiedendo se mai saremo compresi da questi signori del male, la mia risposta è che nessuno di loro muoverà un dito per noi. Siamo soli, ma possiamo unirci. Allora saremo tanti. Una marea. Un popolo. Questo pezzo mi ha impegnato per 3 anni. Ora lo spedirò ad un Concorso. La sua indole è militante. È il pezzo su cui ho lavorato di più, tanti i rimaneggiamenti, tante le riflessioni sopra i suoni. Alla fine, posso dire di essere davvero soddisfatto, dacché esso rappresenta il mio modo di vedere l’Amore verso il genere umano, la mia Compagna e tutti i bambini. Il tono elegiaco dell’Incipit si ripropone altre volte, nel corso della composizione e crea una atmosfera capace di comunicare quella sensazione di nostalgia che si avverte quando l’oggetto del desiderio è lontano. Come erano lontani i giochi al parco per i bambini, quando venne loro impedito di andare a giocare. Come erano lontani gli abbracci di un nonno ai propri nipoti, perché c’era il divieto di potersi vedere. Come erano lontani i baci di una ragazza al proprio fidanzato perché vivevano in due città diverse e quindi non era loro permesso di incontrarsi. Sono davvero stufo dell’idiozia. Della cialtroneria. Della dissociazione. Voglio un mondo normale. Un’arpa crea arpeggi, lasciando risuonare il proprio timbro nell’ambito dell’orchestra. I timpani accompagnano le armonie degli archi, scandendo il ritmo. Il pezzo lo trovo molto bello. Ho riflettuto davvero molto sulle armonie, sui ritmi, su tutto quello che dovesse rappresentare un elemento del costrutto compositivo e sono davvero soddisfatto. Questo pezzo merita di andare ad un Concorso di Composizione, se non altro perché almeno avrò un riscontro. C’è un intero mondo da rifondare, su basi nuove, con una consapevolezza autentica che ci conduca alla possibilità di essere felici davvero, lontano da ogni forma di distorsione del pensiero, che genera malattia. Non dobbiamo abbassare la guardia e, resistendo, acquisiremo l’esatta dimensione di esseri umani sani. I clarinetti si producono in accordi forti. È il vigore delle persone che non possono più accettare l’idea di venire calpestate. È l’amore per se stessi. È il rifiuto del male. Il tono elegiaco della musica è presente ovunque, scaccia la paura dell’abbandono ed afferma la certezza del nuovo incontro di due persone che si amano davvero e sanno prendersi cura l’uno dell’altra. Io non ho mai temuto, da quando ho incontrato 15 anni fa la mia Compagna. Sapevo, fin dal primo momento, che lei ci sarebbe stata, per me. È quella sorta di consapevolezza che l’innamorato coltiva, basata sul reale amore che sente. Questa composizione intende essere la descrizione di una certezza: l’abbraccio di chi ci ama non ci abbandonerà, neanche nei momenti peggiori e, durante il lockdown, di frangenti pericolosi, ce ne sono stati diversi, come quando hanno proclamato a spron battuto l’arrivo della soluzione, che invece si è rivelata essere parte del problema, la più letale. Hanno mentito. Hanno insabbiato. Hanno ferito ed ucciso. Ora, chi si è svegliato, non potrà mai più credere alla loro ipnosi. La composizione verte intorno alla possibilità che l’incontro fra due persone che si sono scelte sia sempre più bello, più creativo, più sano. In questo senso, l’opera è profondamente psicoanalitica e genera e descrive l’opportunità che siano gli uomini e le donne a determinare il proprio destino, non potenti forze sovranazionali con scopi distruttivi. Il pezzo si inserisce perfettamente, per forma e contenuto, nelle linee programmatiche della Nuova Era di Luce, dacché dipinge un essere umano fieramente in piedi dinnanzi alle storture di un mondo assassino e di una normalità dietro la quale si celano le patologie più sanguinarie. Io vorrei una cosa molto semplice: che si potesse tutti vivere sereni, nonostante i problemi che via via si possono manifestare. Questa musica ne è la prova. Tutti hanno il diritto di autodeterminarsi. Trovare la propria strada. Scoprire la propria identità. Conoscere. Amare. Avere un progetto. “My lady’s breast – Portrait of an invisible” è la risultante di ogni mio sforzo per dire di essere un uomo. Un figlio. Un padre. Un compagno. Oggi sarebbe stato il compleanno di mio padre ed a lui dedico questo mio pensiero. Non mi è mai interessato giudicare nessuno, ma il modo in cui ci hanno trattato dal primo lockdown ad ora, in fase di guerra, è osceno. Loro continueranno a comportarsi da psicotici. Sta a noi separarcene e vivere bene. Non deve passare il loro messaggio d’odio e discriminazione. Non devono vincere. L’Umanità, come ho sempre detto, merita di cantare il suo Inno più bello sul tetto del mondo, con cui rendere lode al Creato e ringraziare per una vita che è sempre in grado di donarci emozioni di pura bellezza. Con questo pezzo, nella mia mente dedicato a Colei che mi ha risignificato, descrivo la nostalgia che porterà il protagonista a riabbracciare la propria Donna, con la certezza che ciò accada, senza la paura, il terrore che il ricongiungimento non abbia mai luogo. Sono accadute molte cose, da quel Maggio 2020, ma la direzione complessiva del corso della Storia umana non è cambiata. I governanti, a tutte le latitudini, stanno continuando ad attuare il loro piano di sterminio dell’Intelligenza. Della Bellezza. Della vitalità. Sta a noi non permettergli di continuare. Io sono fiducioso, anche se vedo la gente annaspare. La confusione regna sovrana e con essa prolifera la dissociazione. Se si mette in salvo il proprio nucleo si è già fatto molto. Tuttavia, sperare in un domani migliore per tutti non solo è lecito, ma doveroso. Confido nella capacità del lettore di accettare il mio punto di vista su molte questioni e giudicare buono un contenuto che è alla portata di tutti e descrive l’opportunità che l’Umanità sia lieta, un giorno non troppo lontano… La composizione “My lady’s breast – Portrait of an invisible” vuole essere cibo buono per la mente. Abbiamo tutti un disperato bisogno di bontà, dopo anni duri e una guerra che, nelle intenzioni dei governanti, deve sancire un nuovo livello di dominio delle menti. Negli ultimi giorni, all’Incipit, ho aggiunto una tromba solista. L’operazione è stata delicata e mi ha assorbito. Il risultato mi è apparso ottimale. Questo Incipit si regge sulle armonie degli archi, ma necessitava di una melodia. Forse un giorno, prima di Agosto, quando spedirò il pezzo al Concorso di Composizione, riprenderò in mano tutta la composizione, ma ora sento di doverla liberare. Ho affrontato il processo compositivo a più riprese, in questi tre anni, e devo dire che in diversi momenti ho ritenuto il brano concluso, poi avveniva qualcosa, dentro e fuori di me, che mi portava a riprenderlo in mano per modificarlo, ricrearlo, cesellarlo. Ora la musica è completa. Non necessita di altro, né a livello stilistico, né testuale. La partitura la considero brillante. È ricca. Reca i segni della Nuova Era di Luce. Descrive l’attimo della rivelazione dei propri Sé interni buoni, in relazione con l’altro, come il primo sorso d’acqua dopo aver attraversato il deserto. Vorrei qui ringraziare tutte le persone che hanno reso possibile questa scrittura, una ad una. Ringrazio la vita cui sono grato e le persone che mi hanno nel loro cuore. Un giorno saremo fieri di aver combattuto per la gioia della nostra comunità. Per i bambini. Per una madre che ci sorriderà davanti ad un buon caffè. Il tempo delle imposizioni assurde dei governanti deve finire. Dobbiamo riprenderci la nostra felicità. |
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