Durante un freddo pomeriggio in montagna, le nuvole si spostavano lentamente. Noi ne avevamo una in terrazza, che si diffondeva, soffice come l’ovatta, all’interno dell’appartamento. Pochi giorni prima era stato l’anniversario della strage nazifascista di Sant’Anna di Stazzema, e, per l’ennesima volta, avevo avuto modo di riflettere sulle atrocità commesse dagli uomini malvagi di ogni epoca. Una pioggia carezzevole avvolgeva le cime dei monti tutt’intorno. Grigio il colore dominante, un manto continuo di gocce d’acqua trasportate nell’aria. La luce filtrava, ma sembrava sera. In quei momenti, pensai alla solennità della Libertà che dovrebbe essere riconosciuta ad ogni bambino nato. In quell’eccidio vennero barbaramente uccisi anche dei bambini, ed io mi trovai a rielaborare una verità: siamo tutti figli di Sant’Anna di Stazzema. Tutti possiamo essere crudelmente assassinati, per le nostre idee di libertà. Troppi uomini e troppe donne sono state massacrate per i loro ideali. Ne è scaturita una musica. La prima bozza la scrissi proprio in quel pomeriggio a contatto con le nuvole. Poi trovai una struttura, ritornando a casa dalla vacanza e la scrissi. Decisi che quello sarebbe stato il motore ritmico ed armonico dell’intero brano, che divenne subito, nella mia testa: “Figli di Sant’Anna di Stazzema”. Figli di una idea di Libertà, che nessun oppositore possa distruggere. Figli di una speranza che supera la morte e sia capace di muoversi nello spazio e nel tempo per descrivere ai cuori delle generazioni successive la propria idea di vittoria. Siamo tutti figli di Sant’Anna di Stazzema e di tutte le altre orrende stragi perpetuate dalle menti crudeli per impedire che l’uomo sia libero e cresca sano. Ho lavorato molto al brano, sviluppando sezioni in modo autonomo, per poi unirle al tutto. Sono soddisfatto. “Figli di Sant’Anna di Stazzema” è un pezzo orchestrale con coro finale di voci umane, che canta un breve testo sulla Libertà. C’è proprio chi non vuole che noi siamo liberi. C’è chi ci odia. C’è chi trama il male. A tutto ciò si risponde con uno sdegnoso: “Io non vi conosco!”. Nella composizione “Figli di Sant’Anna di Stazzema” c’è un dissidio, un combattimento prende piede fra le pieghe dei pentagrammi, e vede l’uomo e il bambino vincenti sulle forze maligne che intendono minare la gioia dell’essere un membro della tribù umana. Ho molto pensato, durante questa stesura. Il nazismo non è stato sconfitto, si è riprodotto e ora sta sferrando il suo attacco in ogni ambito della vita degli individui, con una propaganda davvero allucinante. “Figli di Sant’Anna di Stazzema” intende essere un inno. Le bombe non taciteranno l’opposizione di milioni di persone che vogliono la pace. Il male è sempre esistito. Ora usa sofisticate strategie per indurre in errore quante più persone sia possibile. “Figli di Sant’Anna di Stazzema” vuole essere questo: intende rimarcare una discendenza, quella che sgorga dalle vene dei bambini massacrati nell’eccidio nazista di tanti anni fa e si ricongiunge con la nostra attualità fatta di guerre che la maggior parte della popolazione mondiale non vuole. Ho usato tanti strumenti. Avevo bisogno di molti colori. Ho usato diverse figurazioni ritmiche: il passo solenne della Libertà si snoda in tanti momenti diversi di progressione più o meno preponderante. Ho ascoltato me stesso e steso le sfumature cromatiche sulla mia tela. Sono felice del risultato. Si può scrivere la Libertà. Si possono scrivere i diritti. Si può ancora scrivere che un bambino abbia diritto ad una esistenza degna. C’è ancora chi ritiene normale che un bambino muoia trucidato sotto le bombe. Io, a questo progetto criminale, mi oppongo con la forza di chi ha scelto la verità, che non è quella propinata tutti i giorni in tv. Questa musica è a strati. Strati sonori si avvicendano, creando una sensazione di spessore. È una composizione sul suono e i suoi agglomerati. È un inno alla vita. È un brano musicale sui colori, dal più intenso e profondo al più brillante. Sfumature cromatiche, dal più forte dolore alla più grande gioia, si susseguono libere, nella testa di chi ha concepito il materiale sonoro. C’è in ballo il destino dell’Umanità. O siamo tutti figli di Sant’Anna di Stazzema o siamo i nazisti. Non c’è altra soluzione. Il mondo si trova a combattere un’altra grande battaglia, per la Libertà. La giustizia. L’amore… Saremo tutti i nuovi nazisti? Ci sono forze malevole, che intendono ingannare i popoli. Ci sono pochi, contrapposti a molti. Ci sono i risvegliati, che hanno visto le cose in modo più nitido e non intendono tornare ad uno stato larvale di cecità… Questa musica crea una successione di strati sonori, determinati da un insieme sempre nuovo di agglomerati accordali. È una composizione sull’accordo, come ente vivo, nella scrittura. Ho molto pensato. Mi sento figlio di Sant’Anna di Stazzema, anche io, e, come quei bambini che volevano solo crescere, anche io ho in me la mia idea di Libertà, che non baratto con niente al mondo. È un mio imprescindibile diritto, che mi sono guadagnato con il sangue, le lacrime ed il sudore. Questa composizione combatte per un mondo nuovo e possibile. Amico e buono. Leale ed equo… I ritmi sono vari e si alternano con leggerezza ed intensità. Siamo ad uno spartiacque della Storia mondiale. C’è chi ama. Chi odia. Chi trama per ingannare, con bugie sempre più complesse e meschine. Questa composizione vuole essere luce nelle tenebre. Le menti malate sono sempre esistite. Oggi hanno tutto il potere che serve per condannare il Genere umano ad una schiavitù senza fine… Noi, però, abbiamo un grande potere: possiamo non farli entrare nelle nostre vite. “Figli di Sant’Anna di Stazzema” è un canto, su una moltitudine di accordi. La mia opera prosegue. Finché potrò, avrò sempre parole gentili per chi si è risvegliato. C’è bisogno di tatto. Empatia. Affetto sincero. La composizione è scaturita da una emozione, quella di sentirsi parte dell’Umanità che lotta per la propria Libertà. La stratificazione di questa composizione mi appare chiara. Un dato insieme di accordi forma uno strato sonoro, che è autonomo e brilla di luce propria, sebbene abbia un legame con il successivo. È una musica sull'amore e la sua vittoria. È un atto rivoluzionario, contro il male ovunque esso si possa manifestare. È una intima gioia di chi sa che il proprio messaggio d'amore non perirà, ma resterà come monito per le generazioni successive. Ho molto riflettuto su cosa sia il coraggio. Alla fine mi sono risposto: "Il coraggio è rimanere dalla parte della Giustizia contro ogni evidenza, quando tutti operano il male e tutto sembra andare in frantumi". Ecco, questo è il mio messaggio oggi, fatto di suoni che reputo belli nelle loro progressive stratificazioni. Questa composizione ha molte idee diverse, tutte fuse nello stesso crogiolo ed esse si propagano nell'aria con la medesima intensità e profondità. Strati sonori si avvicendano. Timbri diversi si fondono. Ritmi incalzanti si alternano a momenti meditativi, lenti, come il sorgere del Sole. Il mio pensiero musicale si è manifestato come una successione ampia di strati armonici. È la prima volta che questo dato mi appare chiaro, riflettendo mentre ascolto "Figli di Sant'Anna di Stazzema". C'era molto da dire: l'ho detto. C'erano riflessioni da fare e ho seguito il flusso. C'erano suoni da far nascere con l'arte maieutica e ci sono riuscito. Sono soddisfatto. Il mio percorso continua. Non saprei comporre in un altro modo. Sono lungo il mio sentiero. A cinquant'anni, mi sento libero di rivelare al mondo i miei percorsi interni in forma di codice musicale.
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AutoreSono un ricercatore del Sole. Mi impegno affinché i miei pensieri siano vibrazioni di guarigione per tutti. Il Mondo merita un canto sublime. Archivi
Settembre 2024
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