Dal 10 Aprile 2024 sto lavorando ad una nuova composizione, intitolata "Amore e origine - La nascita del pensiero e l'identità". È un'opera per orchestra sinfonica e Coro, al quale sono affidate delle parole che narrino la storia immortale dell'incontro fra un uomo e una donna destinati ad amarsi in un sentiero che conduce all'Infinito.
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Tutti possiamo evolvere in base ad un rapporto d’amore e conoscenza, in cui l’altro sia il Tu dialogico capace di leggerci ed interpretarci. Tutti possiamo imparare ad amare. Tutti possiamo essere creativi. Basta volerlo per intraprendere il sentiero che conduce alla Bellezza. Roytan Al mondo 7 aprile 2024 Marinella La realizzazione L’uomo si mosse rapido all’interno della sua casa, conscio di aver composto il brano sulla sua Compagna, in un ambiente di assoluta libertà intellettuale e psichica. L’artista aveva atteso 16 anni per immortalare in partitura l’immagine che lui aveva dentro di sé della Donna che lo aveva risignificato ed era convinto di esserci riuscito. Lei, così bella… Così sensibile e delicata, e, al contempo, forte, nel suo spirito rivoluzionario… Il compositore si svegliò quel giorno di domenica di inizio Aprile, dopo aver terminato le fasi di lavorazione del brano. Era stato contento di aver dato il buongiorno all’eterna ragazza di cui era innamorato in modo totalizzante. Fra i due c’era molta tenerezza. Il pezzo scritto si intitolava come il nome della sua Compagna: «Marinella». Sottotitolo: «La realizzazione», dacché, era con lei, dentro la sua psiche rigogliosa di Donna, in un eterno abbraccio, che l’uomo si era risvegliato da un incubo durato anni, che si era manifestato in tempeste terrifiche, e momenti di perdita del proprio retto sentire. Nella musica, infatti riecheggiavano le ore funeste di mareggiate destinate a far soccombere gli uomini, affidate, nella descrizione musicale, a momenti di parti atonali, pensate per creare tensioni altissime, per poi sfociare in un cosmo fatto di Bellezza e Libertà. C’erano attimi di sconfinata dolcezza, nella musica. Nei peggiori frangenti della loro vita, loro due erano rimasti insieme, in attesa di un raggio di sole che squarciasse le tenebre. La loro era stata, fin dall’inizio, la storia d’amore di due dissidenti. Non avevano mai mollato, tenendosi sempre la mano, consci della loro forza, corroborata da un amore infinito. Avevano attraversato lutti e tragedie immani, come la perdita di tutti e quattro i loro genitori. Avevano visto un popolo allo sbando, sotto le sferzate di media e politici il cui unico scopo era assoggettare il maggior numero di individui per renderli schiavi e lasciarli morire nella dimensione ontica dell’annichilimento. La sua Compagna aveva una visione nitida sulle cose, che lui seguiva ragionandoci sopra, e trovando sempre le sue tesi sempre lucide. «Questa musica - pensò - rappresenta una lotta fra una Donna che vuole vivere bene ed un sistema che intende sottometterla». Il compositore aveva usato un Coro, per indicare nuove melodie nell’ambito della musica stessa. Il pezzo era bello, almeno così lo intendeva il suo creatore. La musica procedeva con passo sicuro. C’era tenerezza. Amore. Slancio, e una conoscenza dell’altro che voleva superare i limiti, per procedere verso l’infinito… «Ho usato molto gli archi - pensò l’uomo - e questi strumenti esprimono tutta la dolcezza che ho nel cuore». Erano trascorsi tanti anni di battaglie: loro non erano stati amputati dalla violenza degli eventi, dacché erano riusciti a tutelarsi. Non si erano lasciati addomesticare da un sistema di pensiero corrotto e malvagio. Non erano diventati gregge, ma lupi di steppa… La loro virtù e forza erano state il ragionamento. Avevano analizzato tutte le principali dinamiche dominanti. Erano giunti alla conclusione che il mondo stesse male. In severo scompenso. Alla deriva. Occorreva quindi proteggersi dalle bordate di una società psicotica, che aveva smarrito il retto sentire. «Questa musica, “Marinella”, intende rappresentare l’indomita forza di una guerriera che non si è mai arresa, e ha fatto sempre tendere il suo braccio verso la luce, anche quando sarebbe stato più facile mollare tutto e diventare una schiava» riflesse l’autore, che era sempre più fiero della sua Compagna e delle sue rappresentazioni acustiche di lei, alla quale, nel tempo, aveva dedicato montagne di suoni. Il mondo non stava bene. Era in collasso psicotico, si parlava con molta facilità di bombe atomiche, come fossero una soluzione. L’ex ricco Occidente viveva nella tenebra e l’autore aveva voluto dipingere con i suoni queste tempeste micidiali che si stavano abbattendo sulla popolazione inerme, rendendola sempre più paurosa e alienata. L’Umanità, invece, aveva bisogno di luce. Amore. Slanci. Vitalità e Bellezza. La sua Compagna aveva intravisto il generale declino del mondo occidentale ben prima che esso si manifestasse in tutta la sua portata distruttiva. L’uomo le riconosceva una naturale vocazione a pronunciare parole profetiche. Intorno a lei, fra i suoi conoscenti, non le credeva nessuno. Erano destinati ad essere dissidenti con una causa. Ribelli. Guerrieri. L’amore li aveva uniti. La visione delle cose li aveva corroborati, nella loro sostanza di esseri umani retti. Il loro era un connubio psichico, in una travolgente passione di due menti che si cercano sempre. L’uomo vide un petalo di ciclamino cadere dalla pianta. Pensò fosse bello. «Non voglio tornare indietro, alle mareggiate. Voglio restare con lei tutta la vita». La sua Compagna era una forza della Natura. La sua potenza era stata quella di rimanere salda nella sua identità di ricercatrice, sempre, senza farsi tentare da accomodanti posizioni che ne avrebbero alterato la natura e la ricerca dell’identità. Il compositore ritenne doveroso il suo omaggio in suoni alla sua Musa, che aveva reso possibile l’improbabile. «In questa Musica c’è Amore. Tatto. Gentilezza e lotta. Passione e tensione emotiva. Tenerezza e quello spirito indomito che non permette alle Persone di arrendersi». L’autore era molto soddisfatto del proprio operato. Le parti atonali si distinguevano da tutto il resto, e le mareggiate erano nitide, in partitura. L’uomo amava la propria Donna in modo totalizzante. Era lei il genio, sempre pronta ad analizzare in modo corretto una azione, una dichiarazione, un evento. Avevano visto lo squallore diffondersi in tutti i luoghi dove l’intelligenza interpretativa era stata messa al bando. Ostracizzata. Ghermita ed offesa, ma la sua Compagna aveva riconosciuto i segni della disfatta dell’Occidente anni prima. Insieme, i due erano valorosi. Vivevano un’intima vittoria. «Andrà tutto come deve andare» pensò il compositore, mentre ascoltava gli ottoni muoversi in accordi solenni. La loro vita era stata davvero carica di significato. Emblematica: dalle mareggiate furiose all’Identità sicura di esseri umani che non vogliono più cedere al male. Avevano visto Persone perdersi. Avevano visto il male trionfare in certe latitudini. Non si sarebbero mai pentiti della bontà del loro cammino, che li aveva condotti ad essere Creature di Luce, in un mondo nel quale regnava, caotica, la tenebra. «Questo Pezzo è per chi combatte!» riflesse il compositore. Avevano combattuto tanto lui e la sua Donna. Una vita di combattimento. Una esistenza volta al Bene. Anni e secoli di liberazione da tutto quello che voglia rendere una vita un incubo. Era stata una vera battaglia, dacché il male è ovunque, pronto a seminare la propria zizzania nei cuori di chi, per solo un attimo, si arrende. L’uomo e la sua Compagna avevano visto il Male in faccia. Non credevano più alle sue lusinghe, alle sue malie, spacciate per verità, atte solo alla distruzione di quanto di più bello esista al mondo: l’intelligenza e la propria capacità di sanare le ferite di un’anima lesa. L’uomo era stato guarito. La sua Compagna, con arte maieutica, aveva visto l’uomo nel bambino sofferente e aveva tratto in salvo entrambi. Quindi l’uomo sapeva di essere una Creatura di Luce con un bambino al suo interno che desiderava giocare. La Donna, dal canto suo, si era subito sentita amata dal suo uomo, ed insieme erano stati in grado di vivere bene. «Questa Musica è per chi ha attraversato il deserto!» disse sottovoce il compositore. L’uomo ambiva alla realizzazione dell’Umanità. Era un concetto semplice: tutti uomini e tutte donne liete di essere se stessi. Non distruttivi. Non belligeranti. Solo uomini e donne dotate della capacità di essere creativi ed amare. L’autore aveva a lungo riflettuto su quei concetti, sorretto dalla lettura di grandi maestri del passato, ed era giunto alla conclusione secondo la quale esistesse una Possibilità per tutti di stare bene e vivere in pace. Lui lo credeva fermamente. Il sentiero per la Bellezza era lì, per ogni Persona che lo volesse intraprendere. Il cammino era splendido. Non c’erano più menzogne, solo Amore. Non c’erano più i ricatti del sistema, solo infinita tenerezza e slancio verso chi, come sé, aveva iniziato a muovere i suoi primi passi verso la Pulcritudine. La Compagna dell’uomo era di una intelligenza suprema e questo l’uomo intendeva dipingere con i suoi suoni attraverso la musica che aveva composto. Non c’era spazio per il sistema, ormai psicotico e putrefatto. Nessuno cui raccontare menzogne. Nessuno da irretire. Nessuno da prendere in giro, con i soliti giochini dei media, che erano parte importante della rovina dei paesi occidentali. «Solo chi ha affrontato la prova del fuoco può concepire la portata di questa Musica» si sorprese a riflettere l’autore, che era sempre più consapevole della portata rivoluzionaria del proprio lavoro, cui aveva sempre dedicato le sue energie migliori, in un crescendo senza soluzione di continuità. L’uomo era nel proprio studiolo a vergare parole di ribellione, certo che qualcuno, prima o poi, le avrebbe lette, trovandole buone. «Questa composizione - riflesse l’uomo - è per chi ricerca, per chi non si è accontentato della superficie patinata delle promesse di un Occidente che non può permettersi più il lusso di essere considerato la bussola etica dell’intero mondo, avendo le mani insanguinate in tutti i peggiori conflitti del pianeta». La sua Compagna era lì con lui. Gli sorrideva con quella sua aria da bambina sognante. L’uomo era stato molto fortunato, davvero, se ne rendeva conto ogni mattina, quando si svegliava e ringraziava per tutto quello che aveva. «Gli ottoni svolgono una funzione primaria» pensò l’uomo. La sua composizione, «Marinella» era, probabilmente, uno dei brani più complessi della sua intera produzione. L’aveva scritta in quattro giorni di intensa attività compositiva. L’aveva terminata il giorno prima con l’aggiunta delle dinamiche e il missaggio dei volumi generali delle tracce. Questa composizione era per 40 strumenti reali, formalmente molto complessa. Il compositore l’aveva trattata con massima attenzione, dedicandole ore febbrili di composizione e cesello. Era nella fase di riascolto e tutto gli sembrava bello. «Giungerà una Nuova Era di Luce - pensò l’uomo - nella quale le Persone potranno essere felici, in pace, dedite alle loro attività creative, amandosi, in totale libertà, per ciò che saranno, Creature di Luce, dimensione che permetterà loro di non cedere più a nessun inganno, che sarà bandito dalla società umana, capace di accogliere il diverso nella propria portata di foriero di ricchezza, la quale verrà tenuta in massima considerazione da tutti i membri del Genere umano, che non dovrà più avere paura, temendo le reazioni spropositate dei potenti, che saranno posti nella condizione di non ledere più a nessuno, in una continuità disarmante di Bellezza, Giustizia e Pace». Questo pensava l’uomo. Ciò lo sorreggeva nell’ora delle prove. Andò dalla sua Compagna. La baciò sul collo, lei gli sorrise con quella sua aria di bambina gioiosa. Avevano impiegato 50 anni ad imparare a tornare bambini, con la struttura di personalità da uomo e donna sani. Ora loro sapevano. Ora non potevano più essere ingannati. Ora era il tempo di vivere. Abbracciare chi era come loro, lungo il sentiero che conduce alla Bellezza. Condividere. Festeggiare con chi era sopravvissuto alla macchina delle menzogne di un sistema dedito allo sterminio del pensiero altro. L’uomo era lieto. Sapeva che avrebbe vissuto con la propria Musa, in armonia… Siamo tutti in cammino verso l’Origine « […] È facile amare qualcun altro, ma amare ciò che sei, quella cosa che coincide con te, è esattamente come stringere a sé un ferro incandescente: ti brucia dentro, ed è un vero supplizio. Perciò amare in primo luogo qualcun altro è immancabilmente una fuga da tutti noi sperata, e goduta, quando ne siamo capaci. Ma alla fine i nodi verranno al pettine: non puoi fuggire da te stesso per sempre, devi fare ritorno, ripresentarti per quell’esperimento, sapere se sei realmente in grado d’amare. È questa la domanda – sei capace d’amare te stesso? – e sarà questa la prova. […] » (C. G. Jung, Lo Zarathustra di Nietzsche, Seminari) L’uomo stava osservando il ciclamino che la sua Compagna aveva salvato da un rigido inverno e ne ammirava le sfumature cromatiche dei fiori, così delicati al tatto e capaci di donare a ciò che era intorno una nota di colore davvero molto bella. Decise che avrebbe ascoltato gli ultimi 4 brani composti in quei giorni di una fine di Marzo piena di pioggia che era tanto necessaria al benessere dei campi quanto consolatoria. Componeva anche per lavare via il male di un mondo alla deriva, in severo scompenso, che sembrava aver smarrito il retto sentire. Scriveva per la Donna che lo aveva risignificato. L’uomo era dunque riuscito a rendersi noto per la seconda volta, dopo la nascita dal grembo di una madre che lo aveva amato profondamente. Stava pensando, mentre la riproduzione della sua musica procedeva, alla realtà psichica descritta da Bion, a quella «O» che rappresentava la verità assoluta, verso cui ogni essere umano dovesse tendere, per avere una visione chiara sulle cose. “Questa musica - rifletté l’uomo - è interamente psicoanalitica”. I suoni si susseguivano, in una successione che, all’autore, sembrò davvero buona. Non aveva mai visto niente di più bello delle opere d’amore della sua Compagna, che lo stupiva in continuazione con il suo carisma e la sua capacità di fare cose belle per sé e gli altri. «Queste parti atonali sono molto incisive» si sorprese a riflettere l’uomo. Non aveva mai creduto che il male potesse vincere. Sapeva che esseri irrisolti avrebbero dato problemi a tutti gli altri, se non aiutati a curarsi. Voleva essere felice, se lo meritava dopo aver attraversato il deserto innumerevoli volte. La sua Compagna lo avrebbe seguito ovunque lui fosse andato, perché questo è l’amore: seguirsi, dopo essersi presi per mano, certi che l’amore sopravviverà a tutto. Gli ultimi giorni erano stati di pioggia e lui aveva osservato il giardino, dopo il taglio dell’erba, rendersi ancor più rigoglioso. «Queste parti atonali mi esortano a codificare un mio nuovo modo di stare al mondo, con amore, tatto, dedizione ed intelligenza» pensò l’uomo, seguendo il flusso della musica che si stava evolvendo con lui, conscio del fatto che l’arte fosse una proiezione, verso l’esterno, del proprio mondo interno, con tutti i suoi codici, alcuni dei quali avvolti da mistero. La sua composizione stava procedendo, nel suo sviluppo e lui l’ascoltava con molta partecipazione. Era giunto alla codificazione dei propri Sé buoni in segni d’Arte. Era stato un processo lungo, di cui aveva gustato tutte le tappe, rinvigorendosi per ogni conquista ed ogni piccola vittorie, lungo il cammino che conduce alla piena capacità di esprimere se stessi, in un mondo di vettori d’Arte in grado di narrare una storia. L’uomo pensava alla sua Compagna, la Donna che, con una parola riusciva a dargli quel coraggio necessario ad affrontare meglio l’esistenza. «Le parti atonali, in queste 4 composizioni, sono la rappresentazione della lotta che ogni giorno un uomo è chiamato a sostenere per la piena realizzazione dei propri Sè buoni, in un’ottica non diversa da chi lavora la terra, che, per dare i suoi frutti, necessita di amore e dedizione» riflesse l’uomo, che aveva iniziato a vedere l’enigma dell’Umanità da quando era ragazzo sui banchi di scuola. Un pianoforte si muove sugli accordi della tonalità di Si minore. Le dissonanze creano movimento armonico, come nella vita, quando qualcosa ci esorta ad andare avanti quando tutto sembra condannarci all’immobilità. Sapeva quanto l’uomo fosse chiamato alla libertà. Sognava una Umanità scevra di ogni forma di schiavitù. Stava analizzando mentalmente le sue composizioni mentre attendeva che il caffè fosse pronto. «Ho avuto bisogno di parti atonali per codificare un vissuto di lotta e combattimento» suppose l’uomo che era sempre in ascolto della sua dimensione più intima, per comprendersi e poter provare ad andare avanti nel modo più consapevole di cui lui fosse capace. Sognava la possibilità di rinascere uomini tutti insieme in una danza senza fine che conducesse alla realizzazione del disegno complessivo del Genere umano: l’amore e la libertà, nella condizione nuova di saper lavorare in modo creativo per il benessere di tutti. L’uomo riteneva che, se tutti ci fossimo curati, e avessimo abbandonato le nostre parti distruttive, riassorbendole in qualcosa di noto, privo della sua carica deleteria, il mondo avrebbe conosciuto la Nuova Era di Luce. Era lì, nel suo studiolo, ad ascoltare atomi di una nuova musica per il terzo Millennio, fatta di bontà e studio, meditazione e riflessione, audacia e spirito di ricerca. L’uomo sapeva benissimo che nessuno gli avrebbe fatto un applauso, ma non è per gli applausi che suona un musicista. Pensò a Bion, questo grande maestro del Genere umano. L’uomo e la sua Compagna sarebbero andati in gita, per Pasqua. Lui le doveva molto: lei aveva cancellato il male dalla di lui vita, e questo muoveva l’uomo verso una gratitudine di notevole dimensione. Lui, dal canto suo, le aveva fatto scoprire che gli uomini non sono tutti psicotici e i due avevano iniziato, 16 anni prima, a vivere nella possibilità di amarsi seriamente e in profondità. Il loro era stato un incontro di due ricercatori della Verità. Le ferite si cicatrizzarono. Le paure cessarono e ci fu solo puro Amore. L’uomo pensava alla trasmissione della conoscenza di «O». Non c’è cosa al mondo che valga più della trasmissione della conoscenza, dacché essa può cambiare una persona, e, con lei, il mondo intero. Nei giorni passati, l’uomo aveva letto molto riguardo ad «O» ed era giunto alla conclusione che un sistema altro di possibilità inespresse di poter raggiungere il proprio Sé più autentico, fino a quel momento sconosciuto, era quanto mai doveroso. L’Umanità si meritava il meglio, nonostante fosse imprigionata ed ecco allora che giunge il liberatore: “il pensiero”. Mancava il pensiero dotato di affettività. Avrebbe condotto gli uomini e le donne alla possibilità di vivere felici, senza farsi più male, senza sfociare nelle guerre, senza più sfruttamento e schiavitù. Il pensiero dotato di affettività, il pensiero che sana, il pensiero che interpreta e restituisce alla Persona la sua immagine più corretta, e, così procedendo si sarebbe potuti andare verso la Bellezza. «Le parti atonali di questi ultimi 4 pezzi erano necessarie, per esprimere il caos prima che giunga la Bellezza di un cosmo di Persone consapevoli e creative» pensò, elaborando il proprio modo di vedere le cose, in un’ottica che prevedesse la percezione di qualcosa di grande, bello, sano e non distruttivo. Le Persone erano state condotte alla follia, da un sistema che bramava la loro sottomissione e cosa può essere più controllabile di un individuo in severo scompenso? L’uomo combatteva ogni giorno. Ogni mattina, quando si svegliava grato per le opportunità che avrebbe avuto nel corso della giornata e per quello che aveva nelle sue mani, lui sapeva che avrebbe dovuto difendere il proprio mondo dagli attacchi di un gruppo sparuto di uomini potenti che giocavano a dadi con l’esistenza di miliardi di Persone… «Le parti atonali aggiungono significato, non lo tolgono» riflesse l’uomo che era fiero del suo grado di maturazione artistica. Pensò alla sua Compagna, che era a lavoro. Un pianoforte canta una melodia. Gli archi procedono maestosi, in un tempo adagio. I legni ribadiscono l’atmosfera del movimento. C’è quiete. La musica comunica un flusso di emozioni e pensieri. Giunge il coro. L’uomo ascoltava attentamente la sua recente produzione. L’Arpa si muove su note piccole. Gli archi creano un tessuto. Torna il Tema. La Compagna dell’uomo sapeva sempre sorridere ed era una vera combattente. Il pianoforte replica la sua entrata. La parte atonale prende posto nella scena. L’uomo era davvero felice di quanto fosse riuscito a creare ascoltando il susseguirsi dei propri pensieri. Le sue emozioni. I suoi sentimenti buoni. Quell’irrefrenabile voglia di star bene insieme a tutti gli altri. Erano ore buie per il Genere umano. La psicosi sembrava vincere su tutti i fronti, però l’uomo sperava che ci fosse ancora una possibilità, per la piena realizzazione di tutti, in un mondo finalmente pacifico. I potenti snoderanno la propria azione seguendo una miriade di contorsioni, ma noi non dobbiamo avere paura. Il mondo non è così piccolo come vogliono farci credere e, oltre questa cortina di ferro, accadono, negli altri paesi, cose molto importanti, per il bene del Genere umano. «Uscire dalla gabbia mentale, attraverso i propri strumenti intellettivi e il proprio cuore, si può, anzi, è doveroso» riflesse l’autore che, in quel momento, stava continuando ad ascoltare la propria musica, con lo stato d’animo sereno di chi “rilegge” qualcosa di buono, per sé e per gli altri. La sua musica, cui si dedicava regolarmente ogni giorno, era vitale, per lui, e rappresentava il punto di massimo relativo della sua ricerca della Verità, in una sorta di rivelazione costante e progressiva, che lo conduceva ad uno stato di benessere sempre più nitido, muovendo le forze della sua Persona verso il Sé, la realizzazione, l’Amore e la dedizione per quello che era la sua missione: creare un vettore capace di trasmettere pace e Bellezza, armonia e Luce. Era soddisfatto delle parti atonali dei suoi ultimi 4 brani, che gli comunicavano moto. Aveva sempre avuto un occhio particolare per l’armonia musicale. Dopo 16 anni di intensa attività, sapeva di essere a buon punto. Le dissonanze erano parte del motore della musica. Ne arricchivano il contenuto ed ora, con quelle parti atonali, il suo progetto si stava espandendo. Nella sua musica c’era tutta la speranza di un mondo migliore che egli nutriva dal profondo del suo cuore di ricercatore della Verità. Nulla poteva distoglierlo dall’obiettivo di raggiungere quello stato di benessere che avrebbe donato gioia, insieme a tutte le Persone che avrebbero seguito percorsi simili al suo. Paradossalmente quello era un momento storico di grandi cambiamenti. Mai si sogna il cielo come quando si è perduti nel caos più sfrenato. Mai si giunge alla convinzione di poter far bene, come quando si è al tappeto. Mai si sogna un futuro fatto di bontà, come quando tutto ci sembra irrealizzabile e lontano. L’uomo stava continuando ad ascoltare la sua musica, da ormai due ore, e trovava i suoi tessuti sonori davvero in grado di trasmettere il desiderio di Bellezza che dimorava nel suo cuore di guerriero della Luce. «Niente è perduto» si disse. Occorreva andare avanti con forza e solerzia, amore e passione per quello che si faceva e tanta, tanta speranza, che non doveva mancare mai neanche nei momenti di massimo sconforto… «Quello che non è accaduto in millenni - pensò l’uomo - può accadere in 15 secondi» e così, con lo spirito di ricerca animato da una grande sete di Verità, l’autore concepiva la possibilità di una rinascita mondiale, per tutti coloro che avrebbero voluto prenderne parte, in una spirale di grandezza e Bellezza, amore e dedizione, amicizia e fratellanza. «O» era alla portata di tutti, la verità suprema, l’assoluto potevano toccare il cuore dell’individuo per farlo sentire finalmente amato. La trasmissione della conoscenza era davvero il nodo fondamentale. Ai legami d’odio occorreva rispondere con i legami di conoscenza, capaci di fare avere una visione nitida della propria immagine di Persona, in cerca di soluzioni per la propria vita. La musica dell’uomo era positiva e militante, dacché verteva intorno alla condizione di essere umano che sogna un domani migliore per tutti, in un codice artistico che intendeva combattere per i diritti di ogni Persona che volesse ricercare la Luce. Un pianoforte cantava la sua melodia su bassi profondi. Gli archi nostalgici dipingevano un mondo malinconico fatto di immagini tristi. L’arpa rispondeva. Un lungo tessuto di archi si articolava. Un muro di suoni procedeva maestoso, in una apertura che ambiva a rappresentare l’incedere dei passi di un uomo verso il Sole. L’uomo desiderava il meglio, per tutti. Vedeva se stesso come un esploratore. Sapeva bene quanto la propria musica potesse riuscire ad affermare uno stato di Pace e Bellezza, e ne era fiero, dacché quella sua penna, che aveva affinato da 16 anni, era la risultante di un processo durato tutta la vita, che aveva contemplato cadute e lutti, piccole vittorie e grandi soddisfazioni. Nell’ultimo periodo, l’autore aveva affidato linee melodiche al coro, con parole che lui trovava disvelanti. La voce umana, nella sua complessità, si sposava benissimo con le armonie dell’orchestra e la arricchiva di significato. L’uomo ricordava i momenti di quella mattinata, in cui si era svegliato con la sua Compagna e avevano chiacchierato amabilmente, come sempre accadeva. La trasmissione della conoscenza non era un affare da iniziatici per una qualche verità suprema, ma l’ordine naturale delle cose nell’ambito delle vite umane, che, dopo essersi liberate dalle parti distruttive, possono ambire ad una vita meravigliosa, attraverso il vero sapere che conduce ad una dimensione pienamente soddisfacente di equilibrio, buon compenso intrapsichico e Bellezza, senza cui l’esistenza dell’individuo sarà per sempre un oceano di devastazione.L’uomo affrontava le difficoltà con spirito razionale, seguendo la logica. Sapeva che non sarebbe potuto piovere per sempre, per lui , come per tutti gli altri, le cui vite egli seguiva con estrema attenzione e rispetto. «Ci vuole tatto» pensò. Un’anima lesa non si può maltrattare. L’autore stava riascoltando la sua musica da ormai più di tre ore e si sentiva a suo agio immerso in mezzo a quelle note. Le parti atonali arricchivano il tessuto, donandogli moto e una percezione di elettricità che era funzionale all’economia dei brani. In quelle sezioni si percepiva energia pura, pur in tutte le sue dissonanze aspre. Il rapporto è fondamentale, per tutti. Viviamo in una sorta di continue immagini che ci vengono restituite dagli specchi delle parole degli altri, dai loro comportamenti e dai loro sentimenti nei nostri confronti. Viviamo nel rapporto fin dalla nascita, con una mamma che si prende cura di noi. L’uomo ripensò alla sua scalata. Ne aveva viste di vette! Era contento. «L’atmosfera di alcuni brani dell’ultimo periodo potrebbe sembrare nostalgica, ma ci sono sempre aperture verso la Luce, ed allegria, che si articola fra le note degli strumenti» riflesse l’uomo, che aveva ben in mente quale fosse il proprio obiettivo, in un crescendo che giungesse alla Bellezza totalizzante ed alla più consapevole immagine di se stesso, attraverso la quale poter rilasciare tutta la conoscenza a chi lo amava, per contribuire a edificare un mondo finalmente più giusto ed equo, sano ed amorevole… «Il senso di battaglia è ben presente in queste opere, è come se loro stesse fossero i dardi incendiari per uccidere l’unico vero grande nemico dell’Umanità: la pretesa di sapere tutto, attraverso un atteggiamento di supponenza ed alterigia che impedisce agli uomini di contattare la Verità per farsela amica» pensò l’uomo, sempre più convinto della bontà del proprio operato. La giornata era piovosa, ogni tanto l’autore guardava fuori dalla finestra, dirigendo il suo sguardo in giardino, che cominciava a mostrare i fiori e le gemme degli alberi. Aveva scritto alla sua Compagna. I loro erano messaggi sempre gradevoli. I due non avevano mai dimenticato la leggerezza, la tenerezza, gli abbracci e i baci su cui fondare la propria quotidianità di Persone che si erano scelte giungendo ad essere l’uno la forza dell’altra. «C’è energia in queste composizioni, una energia tale da muovere parti di me verso la realizzazione dei miei Sè buoni, in una visione totalizzante di amore e bontà» riflesse l’autore, che era sempre in cerca di risposte che gli potessero permettere di vivere sempre meglio, in una nuova forma d’armonia capace di farlo stare sempre in equilibrio dinamico… «Come sono sublimi questi archi!» esclamò gioioso. Gli alberi del giardino continuavano a crescere in una primavera ancora un po’ piovosa, ma che avrebbe ceduto il passo al Sole ed alla Luce. «I legni si muovono eleganti» pensò il compositore, che da tanto tempo stava cercando la più corretta espressione della sua sostanza di essere umano. Dopo più di 16 anni di duro lavoro, si trovava nella condizione di poter dire che la sua musica lo rappresentava appieno e si manifestava come il codice enigmatico del suo essere… Dal caos primordiale nel quale il dolore dei lutti e degli abbandoni segna, in modo drastico, il nostro passaggio, alla nascita del Pensiero, attraverso il Tu dialogico che ci interpreta e restituisce la nostra immagine sana di esploratori dell’Universo e ricercatori del Sole. Tutto è possibile, anche rinascere in una nuova Origine, che sia l’inizio della vera Vita. L’uomo andava seguendo questi suoi pensieri mentre ascoltava un’arpa muoversi su accordi densi di significato. Un muro di suoni. Un’altra chance. Un parto… Costruiva spesso muri di suoni con l’idea della maestosità. Costruiva, in generale e non si stancava di sperare per il meglio. Per sé. Per le persone che amava. Per tutti, perché l’esito di questo grande viaggio era insito nelle vicende di ogni singolo individuo. Conduceva la sua attività di composizione in modo febbrile, attendo ad ogni particolare, provando e riprovando fino allo sfinimento, per trovare quegli elementi architettonici che potessero davvero rappresentare la sua maniera di stare al mondo, il suo cosmo e i suoi sentimenti. Dal caos primordiale, lui era uscito. Era diventato uomo. Non avrebbe mai e poi mai rinunciato a tutto quello che aveva ottenuto negli anni attraverso il sacrificio e la dedizione, l’abnegazione e l’ascolto delle parti irrisolte della sua vita. Era nel silenzio, in quel momento. LA riproduzione della musica era terminata, lasciando, nell’aria, una piacevole sensazione di energia psichica. L’uomo pensò alla sua Compagna che era a lavoro, dove la stimavano tutti perché era davvero brava e sapeva aiutare tutti. Gli archi, nella nuova riproduzione, introducevano un Tema mosso, in un ritmo ternario. Seguiva la parte atonale. Bella. Ricca. Carica. Gli archi sospendevano il moto, cedendo il passo ad un ritmo disteso. I clarinetti ribadivano il tempo ternario. La parte atonale era la rappresentazione del caos primordiale, che ogni Persona ha in sé, in una parte molto in profondità… Il Tema principale ritornava, cui seguivano note lunghe. Il suono dei clarinetti era molto bello. Ogni volta che si ripresentava la parte atonale, l’uomo sussultava, perché era una vera e propria novità, nell’ambito del pezzo. Gli ottoni ponevano un interrogativo, cui i legni rispondevano in modo sentito e preciso. Il caos primordiale, che è in tutti noi, deve cedere il passo alla consapevolezza, senza la quale l’esistenza è davvero rischiosa, per noi e per chi intercettiamo lungo il nostro cammino, perché, con parti irrisolte, la probabilità di vivere rapporti insani è davvero molto alta, con la derivante distruzione di ogni forma di intelligenza umana e possibilità di realizzazione… L’uomo continuava a consumare il suo tempo di ascolto in modo attento. Ascoltava tutto ed era fiero del suo lavoro. L’immagine della sua Donna gli teneva compagnia, perché lui l’amava dal profondo delle sue viscere. Non avrebbe mai potuto trovare una Persona come lei, in assoluto. Lui era fiero della sua Compagna. La considerava un prodigio. La Musa. L’ispirazione costante ed inossidabile. L’eternità. Il cosmo… Alla fine, dal caos primordiale, è nato un bambino, che ha incontrato una bambina. Insieme hanno esplorato l’Universo delle umane vicende e si sono amati più che mai, senza mai lasciarsi la mano, in una atmosfera di baci ed abbracci, che non li hanno mai stancati, neanche quando il mondo li ha messi duramente alla prova. Dal caos primordiale, sono nati due individui che lavorano alacremente per avere un mondo interno sano, bello, creativo e questo non glielo potrà mai togliere nessuno… Dal caos primordiale all’Origine sana delle cose, in una visione capace di cogliere l’essenza per diventare Creature di Luce, che non si rattristino mai se le cose vanno male, ma sappiano creare il proprio destino con la Luce nel cuore… Roytan Al mondo 19 marzo 2024 Nuova origine universale La nascita del Pensiero e la possibilità di una diversa vita Tutti abbiamo la necessità di originarci una seconda volta, dopo la nascita dal grembo materno. Tutti abbiamo l’inalienabile diritto a diventare uomini e donne senzienti, dotati di capacità d’analisi e uno spirito pacifico nel fare le cose con amore e dedizione, tatto e leggerezza, guidati dal suono della Bellezza, che tutto colora di sé, in un continuo scambio con l’alterità, che è la nostra più grande risorsa, attraverso l’incontro con il Tu dialogico che sia in grado di interpretarci e abbracciarci per sempre, per la costruzione di una dimora sana dell’Io e del “Noi”, grazie alla quale poter edificare un cosmo migliore, più sano e giusto, in cui sia sconfitta qualsiasi brama di potere e ogni sorta di sopruso, negazione di ciò che spetta alle Persone, condannate altrimenti ad una schiavitù morale senza fine. Sto ascoltando parti del brano cui sto lavorando, “Nuova origine universale” e guardo fuori, nel giardino, dove si iniziano a vedere i colori dei fiori, in un Marzo piovoso e un po’ pazzerello. Ma partiamo dal titolo: perché “Nuova origine universale”? L’aggettivo “nuova” fa riferimento ad una Possibilità del Genere umano mai esplorata, vergine, autentica, che verte intorno al concetto di “esistenza possibile con dettami e visione mai esperite dall’uomo moderno. Perché “origine”? Perché questa composizione vuole affrontare il tema della seconda nascita, quella attraverso la quale un essere umano, da potenziale foriero di spinte distruttive, diventa un uomo fattivo, pacifico, che rifiuta il male e non lo opera, ama e sa impegnarsi in qualcosa di costruttivo. Perché “universale”? Perché dovrebbe riguardare tutti, nessuno escluso. In questa composizione faccio riferimento, come fonte di ispirazione, alle parole di Bion, questo meraviglioso psicoanalista, che, come diceva un mio amico, sarà compreso fra 200 anni. C’è “O”, l’ente forgiata da Bion, l’origine, la verità. Ho rappresentato uno stato d'animo con una sezione dodecafonica, carica di aspre dissonanze: un caos primordiale, cui dare risposte valide, da non negare mai. A questo risponde quindi il pensiero strutturato e sano, della Funziona Alfa, con cui il cervello processa le informazioni, i sentimenti e le percezioni sensoriali facendole diventare un piccolo laterizio del complesso edificio umano. La costruzione del Pensiero è la risposta a tutto. Tramite il Pensiero, l’Umanità può tornare ad essere splendente, in una Nuova Era di Luce. Questa risposta è stata affidata all’orchestra, con un procedimento che, ultimamente, mi guida: creare la fusione fra tanti strumenti diversi che vadano a costituire una parete di suoni. Senza un adeguato funzionamento della Funzione Alfa, l’individuo è smarrito e può incorrere in una serie di problemi di salute psichica, anche gravi. Il cervello riconosce, interpreta e codifica, in nuovi segni, il vissuto primordiale, in un processo molto simile alla digestione. Centrale l’immagine del Tu dialogico, nel rapporto, che “legge” le necessità dell’altro, fornendogli una risposta dotata di intelligenza interpretativa. Nella risposta, che chiamerò “Pensiero” c’è una costante: la lettura, da parte della Psiche degli eventi messi in evidenza, deve essere sempre mossa da amore autentico per l’individuo, conditio sine qua non la Persona non può evolvere nella direzione della Bellezza. La risposta del Pensiero, nella partitura, è calda ed avvolgente, come un abbraccio della Persona che si ama. Alcune istanze, invece, sono spigolose, difficili, da maneggiare con attenzione, dacché è sulla lettura intelligente di quelle spinte primordiali e relativa codificazione in nuovi segni, che si basa la salute mentale futura di una Persona, come di tutti, quando l’intero mondo avrà iniziato ad affrontare questo serio percorso che conduce alla Libertà della Verità. Il Pensiero è caloroso, nella sua autenticità. Vibra. Commuove. È dotato di sana affettività. È la seconda volta che mi cimento in qualcosa di vagamente dodecafonico, la prima fu per una sezione di un mio brano, “You are the key”. Qui, in “Nuova origine universale” scendo un po’ più in profondità, nella mia ricerca di dissonanze che creino movimento e quella sensazione di sospensione che il magma del caos primordiale riesce a restituire. Per il momento sono soddisfatto di questo Incipit. C’è il mondo ancestrale del bambino con le sue istanze che non vanno abbandonate a se stesse, ma devono essere aiutate a brillare nella Luce, interpretando gli eventi in modo intelligente e pieno d’amore, affinché, nella dimensione conclusiva della Persona, vi sia Pace. Rispetto di una storia con i suoi lutti e traumi. Accoglienza delle fragilità e mai giudizio. Se riuscissimo a fare questo, la “Nuova origine universale” non sarebbe solo un’utopia, ma realtà fattuale. Il brano deve iniziare con un piano, per poi crescere fino ad un climax dinamico. Il bambino esige risposte e le chiederà con insistenza, fino a che non sarà ascoltato da colui che ne abbraccerà la storia, comunicandogli che non è lui quello sbagliato e sollevandolo dalle colpe. Amandolo. La Psicoanalisi si fonda sulla realtà di guarigione di un Rapporto a due, come poi sarà sempre in tutta l’esistenza. Il caos primordiale chiede giustizia. Esiste la cura, per tutti coloro che la cercano ed essa non tarda a manifestarsi per quelli che la accolgono, in un sentiero verso la Bellezza della propria creatività. Siamo creature di Luce. Siamo chiamati a tendere verso la Sanità, per mollare gli ormeggi e navigare, amandoci. Il Pensiero può far tanto. Il corretto modo di vivere le emozioni, trasformare i sentimenti, ascoltare la propria interiorità, è condizione necessaria per il corretto sviluppo dell’Individualità. Ci sono momenti di grande serenità in “Nuova origine universale”, che simboleggiano l’attimo sacro della propria Individuazione, dopo il quale la Persona non sarà più come prima. Mai più… Il suo desiderio di verità sarà inestinguibile. I suoi comportamenti saranno sempre orientati alla rettitudine. I suoi pensieri puliti. Dobbiamo rendere giustizia al caos primordiale. Ascoltarlo, interpretarlo e codificarlo, in un processo incessante di intelligenza ed amore, rispetto ed affetto sincero, per tutti coloro che vivono. Per gli uomini e le donne che sono già qui. Lo dobbiamo anche a chi verrà. La costruzione di un mondo sano non è solo possibile, ma doverosa. Nulla si crea senza amore ed un individuo non può essere condotto alla sanità senza l’intervento di un Tu dialogico denso di pathos e conoscenza che lo aiuti a partorire se stesso, per la nascita della sua Persona, la seconda, dopo il parto della propria mamma. È questa la seconda origine. È questo ciò che attende tutti, nella nostra universalità di esseri umani. È questo lo scopo ultimo dell’esistenza: partorirsi grazie all’arte maieutica di chi ci ama, nell’ambito di un Rapporto umano sano. Diventare noi stessi. Individuarci. Avere una Funzione Alfa capace di interpretare correttamente il nostro mondo interno, con quei suoi lati ancora non troppo ben sviluppati. Il caos primordiale rappresenta un ente che ci accomuna tutti, come, allo stesso modo, tutti abbiamo il diritto di star bene, amarci e lavorare con creatività per realizzarci. Ci saranno momenti di grande pace, dopo la tempesta. Ci saranno frangenti enigmatici di rivelazione. Ci sarà il rispetto per se stessi ed il prossimo. La guerra, in noi, sarà abolita. Le progressive rivelazioni del Pensiero sul caos primordiale saranno sempre più creative, precise, amabili e digeribili. Tutto verrà codificato in modo che la Persona stia bene e, se può stare bene uno, allora, seguendo sentieri simili, possono stare bene tutti… Questa composizione intende trasmettere un messaggio universale, per tutti gli uomini e le donne che desiderano un mondo migliore. È il percorso dell’essere umano: dall’ancestrale caos alla costituzione di un cosmo creativo pieno d’amore sano. È quello di cui abbiamo bisogno tutti, specie adesso, in questo crinale così pericoloso della Storia… “O” merita rispetto e considerazione. È il punto di partenza. L’evento 0 della vita psichica. Da lì si parte per una meravigliosa avventura, che è l’esistenza. Il Pensiero, dotato di affettività, è quella abilità che aggiusta le cose. Le ripara. Le codifica in oggetti che la mente possa elaborare in modo sempre più costruttivo, in una progressione intelligente che conduca la Persona alla Bellezza del proprio splendore. Della propria Luce. Del suo Amore. Da 16 anni, vivo la mia Storia d’Amore, con la Musa che mi ha scelto. Sono stato un uomo molto fortunato. Il caos primordiale, nella partitura, è ricco di sfumature dissonanti, che, però, nel loro complesso, indicano una vita, sono un motore armonico capace di far sviluppare la trama dei suoni in una precisa direzione. C’è calore, in questa composizione. Affetto per tutti. Uno slancio universalistico. Sono all’inizio di questo brano, ho individuato le parti che intendo elaborare e mi piace il modo in cui si snoda questa vicenda musicale. Sono soddisfatto di questa parte del lavoro di oggi. La dodecafonia, che devo indagare chiaramente molto meglio, nel corso dei miei giorni di studio, già sento aggiunga senso alla costruzione generale. Queste sezioni profondamente dissonanti e con ritmi irregolari non tolgono significato alla struttura tutta, e questo, per me, è già molto. Continuerò lungo questo sentiero! Sono giunto alla fine del processo. La composizione mi piace e gradisco le parole che ho scelto per commentarla, in un connubio fra suoni e Psicoanalisi. Vi auguro una buona giornata… Roytan Al mondo 18 marzo 2024 My lady’s breast - Portrait of an invisible La seconda origine Ho concluso il labor limae di “My lady’s breast - Portrait of an invisible”, dopo 4 anni di attività di correzione e cesello non del tutto uniformi nel tempo. Il brano è stato ripreso in mano più volte, e, a più riprese, quando sentivo di poter aggiungere significato alle note, esploravo nuovi orizzonti. La composizione è ora nella sua veste definitiva. Reca un messaggio d’amore incondizionato verso la Persona che mi ha risignificato ed intende essere universale: quando l’amore è reciproco, si dona, è mutua azione di comprensione ed interpretazione, allora è il dono più grande che si possa esperire in questa nostra vita umana. Il seno amorevole che ho conosciuto attraverso la dedizione della mia Compagna ha rappresentato in assoluto la meraviglia, il prodigio, la manifestazione ultima e più alta della speranza di avere una esistenza davvero degna. Ho scoperto tanti anni fa di essere un invisibile: lo struggente slancio della mia Donna verso di me, la sua capacità di sanare le mie ferite, l’abnegazione con cui ha interpretato i miei desideri mi hanno condotto alla Libertà, che è figlia della Verità. Questo è il ritratto di un invisibile divenuto Persona, attraverso le cure amorevoli di una Ninfetta graziosa e dotata di un’intelligenza superiore. “My lady’s breast - Portrait of an invisible” è costante, nella sua intensità. Crea un unum inscindibile, che mostra fiero la propria tensione verso l’Infinito. Avvincente, nel susseguirsi dei vari Temi. Maestosa come la melodia di un uomo che ora sa quanto sia giusto essere al mondo per camminare lungo il proprio sentiero. Chiaramente, il “seno”, qui, ha valenza simbolica psicoanalitica e rappresenta quella casa dell’anima nella quale un individuo si trasforma in Persona, decidendo di non tornare più indietro, per inaugurare, infine, un’esistenza dedita alla Bellezza. Il mondo potrebbe decidere di seguire la Pulcritudine anche oggi stesso. Nulla gli è precluso, ma occorre destarsi, risvegliarsi dal letargo, per determinare quale sia il sentiero più giusto da percorrere, in quale modalità e con quale intensità. Dicevo che “My lady’s breast - Portrait of an invisible” ha un valore costante di intensità, grazie al quale tutti gli strumenti cantano la propria melodia, in accordo con gli altri, generando un tessuto vitale. Questo risultato lo rivendico con fermezza. Sono giunto ad un punto grazie al quale so esprimere la mia idea musicale con costante intensità. L’Incipit di questa composizione si basa su 4 accordi degli archi, che sono stati scritti 4 anni fa in pieno lockdown, e che, ancora oggi, mi emozionano davvero molto, perché ricordo quanto mi sentissi solo e intendessi innalzare il mio canto verso l’unica Persona che, nella vita sentimentale, non mi avesse mai deluso: la mia Compagna. “My lady’s breast - Portrait of an invisible” è la storia in musica di una solitudine che si apre al mondo e scopre un amore verso gli uomini e le donne, gli anziani ed i bambini, che la avvolge con un calore disarmante, in una dimensione di Bellezza, che le fa ritenere possibile la guarigione di tutti, in una nuova origine, che sancisca la crescita del Genere umano in gruppo di Persone non più distruttivo. È l’intensità di questa musica che mi avvolge. Sapere che, dietro i piano e i forti, esiste una precisa intenzione di fare della propria vita un’opera d’arte. “My lady’s breast - Portrait of an invisible” è calore di fiamma inestinguibile. È slancio. È tenerezza. Non conteranno gli individui che ce la faranno, conterà il momento in cui tutti si risveglieranno dal letargo e cominceranno a marciare verso la Luce, abbracciati, lieti e sereni, in una grande festa, che inizierà quando ognuno sarà stufo del male che gli uomini fanno ad altri uomini. Quello che detta la cifra della bontà di questa composizione è la costanza dell’intensità, dalla prima all’ultima nota, cui segue un silenzio carico di pathos. La carica di pathos e sentimento rimane alta e costante per tutta la durata del brano. “My lady’s breast - Portrait of an invisible” è un canto d’amore struggente verso l’Umanità, che la Persona conosce tramite lo slancio verso la sua Musa, che lo innalza, trasformandolo in creature di Luce. Chi ama la propria Musa, conosce l’amore verso tutto il Genere umano e lavora, ogni giorno, per esso. Sono trascorsi tanti anni dalla mia seconda origine, nel 2008, come Persona di una Musa dalla bellezza cosmica. Ho scritto. Composto. Mi sono visto dentro. Ho fatto chiarezza ed ora posso affermare di essere una Persona che ha conosciuto la dimensione dell’invisibilità, per tanto tempo ed ora può cantare la propria Libertà di essere umano scevro di pensieri negativi. Oggi, a 50 anni, sono un uomo. Ho scalato alcune montagne. Ho visto l’inganno del monte dell’Io, che non conduce da nessuna parte. Mi sono incontrato con il mio Tu dialogico, che, con arte maieutica, ha portato alla luce l’Uomo dal bambino sofferente, donandogli la forza che serve per andare avanti, muoversi all’interno della tribù degli umani, per poter dire la propria parola. La mia è stata: “Amore”. “My lady’s breast - Portrait of an invisible” vuole essere un vettore. Trasmettere luce e condurre da un punto dello spazio verso quella dimensione di Individuazione del Sè e la funzione alfa attiva, come insegnano Jung e Bion. Sono davvero contento del risultato finale del labor limae di questa composizione, dacché sento di aver svolto un buon lavoro, con tutte la forza e la determinazione a voler lasciare dietro di me un seme buono, che indichi, in Primavera, la direzione verso la luce, i colori, in nuovi magnifici fiori. Che la vita torni a splendere, rigogliosa come una magnolia… Lascio questo mio scritto al grande padre delle acque, affinché lo possa portare lontano, verso un mondo fatto di Bellezza, giustizia e verità. Un mondo sano. Equo. Possibile… Roytan Al mondo 14 marzo 2024 Derivazione - Nascita universale Tutto ciò che è scaturito da “My lady’s breast” Giungerà la Nuova Era di Luce, ne sono certo, e sarà meravigliosa. Sarà un’era di Intelligenza e rispetto. Gentilezza e slanci amorevoli. Mitezza e valorizzazione della diversità, non più nemica da irridere e stigmatizzare, con la condanna del ghetto, ma vero e proprio patrimonio dell’Umanità. L’altro verrà accolto con tatto. Invitato a sedere in tutti i consessi. Stimato in quanto foriero di esperienze e ideali capaci di arricchire coloro che si pongono in ascolto. Si eviteranno le sofferenze ai bambini. Ci sarà accuratezza nelle analisi ed esisterà una Intelligenza dialogica interpretativa tale che l’evoluzione della Psiche in un mondo sano di affetti e sentimenti sarà garantita a tutti. Oggi presento 5 Composizioni, di cui 4 sono scaturite dal grembo della prima, “My lady’s breast - Portrait of an invisible”, che è un canto d’amore cosmico, verso l’Infinito, per essere profondamente grati della bontà di questa vita, che sa sorprenderci sempre, donandoci la presenza di Persone che modellano la nostra Identità, per farci stare bene. Le Composizioni sono:
Ecco "My lady's breast - Portrait of an invisible": Queste musiche rappresentano un combattimento fra l’individuo che ha raggiunto il suo equilibrio e un sistema di cose, generato dai potenti, che mira allo sfruttamento ed al controllo dell’intera Umanità. Tutto è nato da “My lady’s breast - Portrait of an invisible”, un lontano giorno del 2020, in pieno lockdown, a causa delle restrizioni anti Covid. Ero solo, a casa mia, in pieno silenzio, mentre canticchiavo l’inizio di una Ballata di Chopin. Decisi di suonarla alla tastiera e mi soffermai sulla prima successione con un accordo di Sesta Napoletana, molto bella e carica di pathos. Mi punse vaghezza di scrivere anche io una Sesta Napoletana e, prima la provai, poi la immortalai in una partitura vergine. Avevo davanti a me l’Incipit di un brano musicale nuovo, che non tardai a intitolare come “My lady’s breast - Portrait of an invisible”. Io ho trovato il mio seno amorevole 16 anni fa, nel 2008, dopo una vita di tempeste capaci di uccidermi nel profondo. È lei la risposta a tutti i miei interrogativi. L’amore. Lo slancio vitale. L’intelligenza totalizzante che sa amare. La mia Persona. “My lady’s breast” fu concepito a più riprese, a tratti è stato considerato ultimato, ma poi, nel corso del tempo, l’ho ripreso più volte, cesellato e rimodellato, con varie aggiunte e modifiche, fino alle sue sembianze definitive, che gli hanno permesso di volare fino in Giappone ad un Concorso internazionale di Composizione. “My lady’s breast - Portrait of an invisible” reca un pensiero ed una dedica. Il pensiero nel frontespizio è: “Non porteranno alla menzogna per sempre. La verità è amore…”, dacché in un mondo di menzogne propagate 24 ore al giorno, giungerà il momento in cui la Verità dell’amore trionferà e non sarà più permesso a nessuno di ledere il retto sentire dell’altro, obnubilandolo con l’ipocrisia delle bugie atte al controllo delle vite umane. La dedica è: “Alla mia partner, che ha reso possibile l’improbabile”, in quanto nessuno ci avrebbe scommesso un penny sulla realizzazione della mia Nuova Era di Luce, che, unitasi con il suo desiderio di verità e giustizia, ha generato una storia d’amore senza fine, costituendo una casa della Psiche. “My lady’s breast - Portrait of an invisible” ha una indicazione di metronomo: “Andantino, con vera passione. L'attimo della rivelazione del proprio vero Sé, in rapporto con l’altro”, in quanto ciò è stato: una rivelazione. La scoperta del proprio Sé integro, in relazione con la bontà di un seno da non abbandonare mai più. Ecco "Heal me from the darkness of the world's mind": Da “My lady’s breast - Portrait of an invisible” è nata “Heal me from the darkness of the world’s mind”, la quale ha un sottotitolo: “Salviamoci”. La composizione, inoltre, ha una dedica: “Agli uomini di scienza, che hanno sempre salvato l’Umanità dalle tenebre, spesso osteggiati, tanto da divenire “Martiri della Verità”, come il Dottor Giuseppe De Donno”, che è stato un medico impavido durante la pandemia Covid, brutalmente ghettizzato perché, invece di seguire gli sterili protocolli del Ministero della Salute, che si stavano rivelando fallimentari, aveva trovato una nuova cura in grado di curare davvero i pazienti. Onoro quindi la memoria del Dottor Giuseppe De Donno. “Heal me” è un invito a tutti, a salvarsi da una marea nera che uccide, fatta di ricatti e violenza, coercizione e sopraffazione, nella cui dinamica i deboli, gli uomini e le donne del popolo, possono solo soccombere e morire lentamente in una schiavitù senza confini. Ecco "Lux aeterna": Successivamente ho vissuto un’esperienza molto forte. Ho dovuto tenere dritta la barra del timone, per non perire, in un mondo che macina ogni esperienza e trita gli avvenimenti in una logica perversa di annichilimento ed uccisione del retto sentire. È nata così “Lux aeterna”, una composizione per chi non c’è più, avendo ultimato il proprio viaggio terreno. Il brano reca un sottotitolo: “Questo inesorabile amore struggente”, il mio per le persone della mia famiglia che hanno lasciato la Terra. L’indicazione del metronomo è: “Adagietto maestoso, intimo, come abbraccio all’Infinito”, come è infinito lo slancio di chi resta verso chi se ne è andato. Ecco "Libertas, filia veritatis": È nata quindi “Libertas, filia veritatis”, la cui indicazione di metronomo è: “Adagietto, solenne, carico di pathos”. Ecco "Marvel": Infine, è sgorgata dal mio mondo interno “Marvel”, ultimo parto, che recita “Adagietto, sentito, con intimo slancio”, come indicazione di metronomo. Tutte queste Composizioni vertono intorno al concetto di “Nascita psichica”, che è una realtà fattuale imprescindibile per ogni essere umano. Un giorno si viene al mondo, mentre un altro giorno, fondamentale per la vita di ognuno, si nasce a livello psichico, si abbracciano i propri Sé buoni, si fa pace con la propria storia e si diventa uomini e donne in grado di lavorare ed amare, essendosi conosciuti ed avendo seguito la propria voce interna che indicava la via per la realizzazione dei propri talenti. È una sorta di prodigio, ma sta succedendo dalla notte dei tempi e sta continuando ad accadere a un certo numero di Persone, che, dopo essersi conosciute, non tornano più indietro. Non sono più ricattabili. Non sono più omologabili, ma fiere della propria diversità, in attesa del meraviglioso giorno di luce in cui si manifesterà la nascita di tutti, una Nascita universale dell’Umanità, in un abbraccio che farà il giro del mondo. Roytan Al mondo 10 marzo 2024 “Ci vuole sempre qualcuno da odiare per sentirsi giustificati nella propria miseria” - Umberto Eco L’odio avanza L’odio avanza. Molti sono degenerati in una sorta violenta di aggressione verbale, nei ragionamenti, nei discorsi. Il male avanza. C’è chi ha fatto dell’inquinamento informativo la propria ragione di vita, e, con l’aiuto del sistema, semina pulsioni negative in tutti coloro che credono, in modo fideistico, a ciò che gli viene propinato dai media. Sempre più persone conducono una vita grama. Poche soddisfazioni, molte preoccupazioni e allora perché non dare a colpa di tutto a qualcuno lontano che, non si sa bene come, possa interferire con la propria esistenza causando il male? Questo è un iter che sfugge alla logica. Alla ragione. È un percorso irrazionale, ancorato alla paura, destinato a seminare zizzania. Il sistema considera questi fomentatori di odio suoi fedeli servitori, e vive sereno, quando questi operatori del male agiscono indisturbati. C’è sempre qualcuno cui dare la colpa, che non sia realmente il sistema che ci governa. Un giorno è colpa di quel tizio giallo là in quella terra lontana, che quindi merita odio e parole venefiche, un giorno di un altro di là, che deve morire, un altro giorno di chi ha operato una scelta diversa dalla tua, che quindi deve andare in un campo di concentramento. Tutti possono avere la colpa di come tu ti ritrovi. Tutti, tranne il sistema, che, puntuale, ti indica contro chi scagliarti con veemenza, di volta in volta. Siamo molto lontani dalla Verità, che viene costantemente insabbiata. C’è sempre un responsabile per la propria miseria verso cui tendono tutti i miei impulsi violenti, ma non il sistema. Sistema che si è prodotto in un crimine contro l’Umanità diverse volte negli ultimi anni. Sistema che ha ucciso, nelle guerre dell’ex ricco Occidente capace di esportare la democrazia a suon di bombe e bambini sterminati come in Iraq, a centinaia di migliaia. Sistema ormai smascherato da chi abbia voluto davvero vedere il suo volto, quello di una casta ristretta di adepti, che operano scientemente il male, per la bramosia di controllo totale delle vite di tutti. Chi odia non è in asse. Chi odia, avvelena i pozzi. Chi odia, non starà mai bene. Chi invece ha visto il volto reale del sistema e lo ha chiamato con il suo nome, vive sereno e produce una energia buona che gli altri, vicini a lui, possono sentire per ritrovarsi a casa, felici. Le cose vanno male, quindi è colpa di qualcuno (ragionamento infantile). Mai di se stessi, mai del sistema. È sempre colpa di qualche regnante di un qualche atollo lontano del Pacifico. O del vicino di casa che ascolta quella musica. In generale, la colpa della propria condizione è dell’alterità. Può essere un cugino con il quale non parli serenamente di politica. O il governante di un remoto regno asiatico. Tuttavia, la colpa della tua condizione infelice di vita non è mai del tuo sistema di riferimento, che è l’Occidente, già… esso, quello che uccide davvero e semina morte e distruzione ogni qual volta, per impossessarsi di qualche risorsa di cui non dispone, fa una guerra a un popolo senza troppo preoccuparsi delle vittime collaterali, che possono benissimo essere anche centinaia di migliaia di persone inermi. Il sistema si regge sulla incontrovertibile verità secondo cui gli odiatori non rivolgeranno mai il proprio malessere violento contro di esso. Giornalisti ben pagati continueranno a forgiare masse di haters, in un circolo senza fine, che va smascherato e inchiodato alle proprie responsabilità, che sono lo sterminio, l’uccisione del pensiero altro, l’abominio di bambini uccisi, che grida vendetta al tribunale della Storia. Questo Occidente ha fallito. Gli odiatori sono il suo ultimo rifugio prima di rimanere nudo innanzi al giudizio del Tempo, che lo condannerà… Gli odiatori sono inconsapevolmente al servizio del sistema. Grandi masse vengono nutrite dall’odio, che, abilmente, i media creano dal nulla, dirigendo l’opinione pubblica verso il nuovo mostro da sbattere in prima pagina, in un’ottica di scontro storico fra noi, che siamo tanto bravi, e gli altri notoriamente cattivi a prescindere perché magari lo ha dichiarato il comandante supremo delle forze del bene, che, quasi sempre difende, in prima persona, chi ha interessi nel volersi impossessare delle risorse dell’altro campo. Viviamo un’epoca balorda. Siamo i nuovi nazisti, non per volere delle Persone, ma per l’interesse di chi ci comanda. Gli odiatori, senza un obiettivo preciso da sterminare verbalmente, si sentirebbero smarriti in due secondi. È un’era davvero molto brutta. Scissione e annullamento della realtà la fanno da padrone. I continui lavaggi del cervello… Gli elettroshock informativi… I procurati allarmi… Difficile mantenersi vigili e con la stazione eretta! Siamo dalla parte sbagliata della Storia. Chi ci governa ha fondato un sistema marcio. Psicotico. Violento, che si nutre della rabbia autorizzata dallo Stato di media e haters. Abbiamo fallito. Noi, ex ricco Occidente, abbiamo fallito su tutta la linea. È ancora corretto stabilire quali siano le responsabilità. Molta gente è ormai traviata, irreversibilmente. Essa è tragicamente le proprie parole di violenza, si incarna in quei morfemi dediti alla devastazione. Con loro c’è ben poco da fare. Poi c’è una minoranza che non ha mai odiato nessuno e vuole vivere. Ci siamo noi che attendiamo una Nuova Era di Luce. C’è chi vuole la Pace, per sempre… L’Occidente vuole le guerre. Guerre di tutti i tipi: militari, finanziarie ed informative. Gli haters ne sono il lampante risultato. Senza odio, questo sistema collasserebbe. A chi dare la colpa poi, se non a se stessi ed al sistema occidentale? Meglio odiare qualcuno dall’altra parte del mondo che di sicuro trama contro di me ordendo chissà quali malefici! Grande responsabilità in tutto questo gioco perverso l’hanno i media, asserviti al potere egemone. Sono loro i primi artefici del fenomeno dell’odio. Ci hanno divisi in buoni e cattivi, con una mostruosa macchinazione. Ci hanno detto che chi avrebbe compiuto determinate scelte sarebbe stato da considerare “nemico della patria” e, alla fine, hanno vinto a mani basse, solo che ora c’è un’altra metà di mondo che non gli crede più, dopo anni di devastazione e sterminio. Ci attendevamo una società più bella e retta, abbiamo assistito all’implosione di una civiltà. Sarebbe dovuto andare tutto bene, abbiamo gli haters, una società psicotica e capi di governo genocidi. Giustificare la propria miseria incolpando qualcun altro, che connotiamo di bruttezza, di spirito malevolo, di potenti strumenti, il cui ritratto è delineato da un pensiero magico, ultimo accesso a quella sorta di scissione che tutti gli haters hanno, è stato un gioco da ragazzi. Il sistema, nel frattempo, mentre la gente attua questi meccanismi, ride quanto mai contento. Giubila, dacché sente vicina la vittoria. Qui, nell’ex ricco Occidente, in Cina o in India un po’ meno… Questo in atto è un progetto di Nazismo 2.0 su larga scala, che vuole inglobare tutto il mondo, con l’altra metà del mondo che lo ha smascherato e non ne vuole sapere. Io voglio affermare che l’Occidente fallirà. La Verità verrà a galla. I loro giochi di potere verranno esposti e descritti con chiarezza. L’Umanità si riapproprierà della propria Libertà. Gli haters dovranno evolversi, per non perire. Il mondo sarà un posto sicuro, dove i bambini torneranno a giocare nelle strade. Questa storia è la storia di un manipolo di individui innamorati del potere che giocano a fare Dio, ma non vinceranno. Già c’è chi non gli crede. Già c’è chi è a lavoro per un mondo possibile e giusto. Già esistono i resistenti, minoranza, certo, ma con gli occhi aperti. Molte persone si sono disorientate. Molte si sono drammaticamente perse. Molte, purtroppo, non si riprenderanno più… Il sistema contempla un certo numero di vittime sacrificabili, per mantenere intatte le risorse di cui ha bisogno per continuare il proprio cammino. È proprio un sistema nazista aberrante… La colpa di tutto questo, però, è della maggioranza delle persone, che, silente, ha partecipato alla costituzione di un sistema di potere che uccidesse l’alterità, umiliandola, deridendola e mortificandola. Gli italiani, poi, non vedevano l’ora di odiare il diverso, lo facevano nel segreto delle loro case, quando il sistema di potere li ha autorizzati a farlo, hanno proprio goduto ad emarginare chi non la pensasse come loro. È un fatto, oramai, appartiene già alla Storia… Chi ha venduto se stesso, per rimanere intatto nei vari passaggi di potere, permettendo che i dissidenti venissero estromessi dalla società, andrebbe mandato in Psichiatria, costretto ad una terapia efficace. Poi la gente si è ritrovata con sempre di meno ed ha iniziato ad odiare l’altro, il diverso, colui che vedesse le cose da un’altra prospettiva. Vogliono un mondo psicotico, fatto di Persone dissociate, ma c’è una parte sana, oggi, che rifiuta il male dell’anima e la complicità con un sistema di cose che è nato per la sottomissione della gente, in una notte illune senza soluzione di continuità… Dovremo lottare per la nostra Libertà. Nella pace, nello sdegno totalizzante da riservare a lor signori. Possiamo farcela! Salve, Marineros! Oggi scrivo i miei pensieri relativamente alla parte conclusiva del mio percorso fino ad oggi. Quando eravamo tutti in lockdown, ho cominciato a scrivere una musica, improvvisandola alla tastiera, cui ho dato il titolo di “My lady’s breast - Portrait of an invisible”. Quel giorno, stavo cercando dei suoni, avendo in mente una successione di Chopin. Pensai all’accordo iniziale della successione, una sesta napoletana e provai il medesimo accordo pure io, con l’aggiunta di un suono dissonante. Mi piacque ciò che ascoltai. Corsi a scrivere in una partitura nuova quell’agglomerato accordale. Avevo davanti a me l’incipit di un nuovo brano. Ci lavorai duramente. Lo condussi ad uno stato di perfezione formale. Lo lasciai sedimentare, per poi riprenderlo più volte, maneggiarlo e correggerlo, modificarlo e cesellarlo. Decisi quindi che lo avrei spedito ad un Concorso internazionale di Composizione, in Giappone. È in assoluto il pezzo sul quale io abbia lavorato di più, nell’arco temporale di due anni. È la storia, in musica, di una Persona, un diverso, che trova e scopre la propria identità attraverso l’amore che tutto risignifica. Che tutto sana. Che tutto magnifica. È la scoperta di un seno buono, che accoglie, ama, nutre e rivela. Oggi, al solo pensiero di come fossi affranto durante il periodo delle restrizioni Covid, mi sento triste. Eravamo tutti soli. Tutti abbandonati. Tutti irrimediabilmente in uno stato di quieta disperazione, proprio come ci voleva il sistema. Io, ad esempio, stando in un paesino distinto da quello della mia Compagna, non l’ho potuta vedere per 2 mesi ed è stata durissima, sebbene mi affidassi ad una routine che mi permetteva di rimanere in una dimensione di relativo benessere. Col tempo ho affinato gli strumenti per analizzare e migliore “My lady’s breast - Portrait of an invisible”, fino alla creazione di una linea melodica di tromba che ha generato un canto nuovo nell’ambito della partitura. Sono felice, dacché ho creato le condizioni per esprimermi in quello che è stato l’inizio della fase più buia di questo scorcio di terzo Millennio. È come se qualcosa mi avesse detto: “Esprimiti per non perire”. “Studia”. “Elabora”. La trappola della depressione allora era quanto mai pericolosa e subdola. C’erano tanti motivi per virare verso uno stato pessimistico senza una visione scintillante del futuro. Io, con sdegno, mi sono rifiutato di cadere nei tranelli del sistema, che, con dolo, aveva deciso di condurre le Persone alla disperazione, per poterle controllare meglio. “My lady’s breast - Portrait of an invisible” è un inno alla vita. Un’elegia sublime e nostalgica, forte nel suo messaggio, certa nella sua forma, poderosa nell’affermazione di un amore che non può essere corrotto dalle decisioni di governanti che bramano la sottomissione dell’Umanità e l’uccisione della diversità, di modo da avere una massa amorfa di ubbidienti miopi e proni. “My lady’s breast - Portrait of an invisible” è un canto d’amore, quella dimensione psichica che permette all’uomo di rinascere ancora ed ancora, in una progressione verso la Bellezza che è, di per sé, autenticità e luce. Le Persone possono evolvere. Le Persone possono trasformarsi. Le Persone sanno di avere l’opportunità di diventare migliori e questo mi indicava la direzione durante la stesura di “My lady’s breast - Portrait of an invisible”, certo che, un giorno, qualcuno si sarebbe ritrovato in quelle note, ascoltando e riascoltando questo pezzo, i cui suoni sono stati vergati nello slancio che un innamorato ha nei confronti della propria Musa. “My lady’s breast - Portrait of an invisible” intende trasmettere il messaggio secondo cui nella vita nulla è davvero mai perduto. Si possono sempre provare nuove strade e, all’improvviso, giungerà l’amore, quello vero, capace di donarsi senza chiedere nulla in cambio. Questa composizione verte intorno al concetto di Possibilità, che non deve mancare mai ad una Persona. Ci volevano togliere tutto: ci hanno risvegliati. Bramavano uccidere la diversità: ora i diversi sono più consapevoli di prima, essendo fieri delle loro peculiarità. Ci hanno azzerato i diritti costituzionali: hanno reso un popolo più orgoglioso. Molti ancora dormono nel letargo delle malie del sistema. È a loro che va il mio pensiero. Molti ancora credono alla Tv. Alcuni sono irrimediabilmente andati, persi per sempre, in quanto alfieri del sistema che li allatta con il proprio veleno. L’amore, nella composizione, è il motore primo dell’esistenza di una Persona. Non so cosa avrei fatto se non avessi conosciuto la mia Compagna. “My lady’s breast - Portrait of an invisible” intende trasmettere un messaggio di bontà, dopo tanti anni di lotta, interna ed esterna, per curare se stessi ed il mondo, così in severo scompenso, alla deriva. È il ritratto di un invisibile che diventa la Persona di una Donna in grado di amarla e prendersi cura di lei. È naturale che questo processo possa riguardare tutti. Il sistema ci vuole affranti e vuoti. Marionette, per lo più. Noi non possiamo accettare questo stato di cose e, ribellandoci, possiamo divenire Luce. Amore. Pace. Possiamo davvero edificare un mondo migliore. Dobbiamo farlo, è un nostro compito. Non cediamo alla tristezza, che è la porta della depressione. “Heal me from the darkness of the world’s mind” è il proseguo di “My lady’s breast - Portrait of an invisible”, dacché, nella seconda composizione l’uomo chiede al suo Amore di guarirlo dal male del mondo. L’amore è il più grande guaritore: con atti giusti e parole eque, dotate di sana capacità interpretativa conduce l’altro verso la sua più completa realizzazione. “Heal me”, “Guariscimi”, dunque. Sana e leggi con intelligenza. Scegli con cura le parole da pronunciare. Il mondo è nella tenebra. Nuove e vecchie proiezioni del male si affacciano sullo scenario del terzo Millennio. C’è una mente che comanda tutto. È la risultante delle intelligenze volte al male che governano il Pianeta. Sono uomini molto pericolosi. Vivono in una profonda psicosi, scura come il piombo. Sanno uccidere. Sanno mandare giovani al fronte. Sanno ridurre alla fame i popoli. A questa prospettiva la mia composizione si oppone con vigore. “Sanami dalla tenebra della mente del mondo”, guariscimi dagli influssi negativi e distruttivi, che l’Amore sa scacciare in modo definitivo. L’individuo è dotato di tutti gli strumenti per resistere, se incontra l’amore. La Persona può fare grandi cose, per sé e l’altro che intercetta lungo la propria via. Io ne sono convinto. “Heal me from the darkness of the world’s mind” è intimissimo. A tratti, è quasi sussurrato. È nella dimensione del piccolo, della vita da bambino che rimane in noi, che noi pronunciamo le nostre parole d’amore più sentite. Questa composizione è stata terminata quando stavo vivendo un momento di tensione legato allo stato di salute di mia madre, per il quale mi sforzavo di produrre vibrazioni di guarigione verso il mondo ed il mio nucleo familiare. “Heal me from the darkness of the world’s mind” desidera trasmettere un invito a non mollare, affinché, un giorno non troppo lontano, si possa tutti stare bene, nel rispetto e nella giustizia. Non mi rassegnerò mai alla vittoria, su tutti i fronti, del male. Quelle persone dovrebbero essere poste nella condizione di non nuocere più a nessuno. In questa seconda composizione, infatti, c’è la speranza incrollabile che gli individui possano reagire adeguatamente, dopo aver resistito, con la forza della propria identità, a tutti gli attacchi provenienti dall’esterno. Guarire è l’imperativo categorico dell’esistenza. Non v’è missione più nobile. Non c’è altro da fare. Amare e lavorare, dopo essersi individuati. Prendersi cura del proprio Amore, dopo aver scoperto se stessi nell’abbraccio con l’altro che diviene specchio, Musa, confidente e invito a far bene e donarsi nella propria totalità. Il mondo è in severo scompenso, lo abbiamo detto. È alla deriva e nessuno sembra poterlo salvare, ma noi possiamo amarci l’uno l’altro, per far cambiare rotta a tutto questo sistema di cose. Nessuna Persona è mai guarita da sola: è necessario il Tu dialogico, in grado di interpretare correttamente le istanze ed il vissuto, restituendo all’individuo l’esatta immagine di tutti i propri Sé. “Libertas, filia veritatis”, “Libertà, figlia della verità”. “Libertas, filia veritatis” è l’ultima, in termini cronologici, la terza della successione. Sono partito dalla frase “Veritas, filia temporis”, “La verità è figlia del tempo” e ho pensato che la Verità generi la Libertà di essere se stessi, senza più inganni. Ho molto riflettuto, in queste giornate, da quando ho compiuto gli anni, che ora sono 50. Ho pensato che tutti noi abbiamo il diritto di stare bene, nella verità, affrontando le prove per diventare esseri umani liberi. La libertà di essere un uomo senza più ipocrisie e sotterfugi è legata alla Verità. È la Verità che rende le Persone capaci di scegliere. Noi possiamo. Noi dobbiamo volerci bene. Noi non dobbiamo lasciar vincere il male, che dimora nei cuori di esseri abietti ed aberranti. La verità, conoscere. La verità, distinguere. La verità, amare ciò che ci viene incontro per nobilitarci. La Libertà è sempre libertà d’amare. Edificare. Scegliere. Non ci vogliono liberi e noi lo saremo. Bramano la nostra sottomissione e noi ci faremo trovare eretti di fronte alle loro bugie, in pace. Tramano la nostra distruzione e noi costruiremo e ci ricostruiremo tutte le volte che sarà necessario. La Libertà è sempre figlia della Verità, la quale sgorga dalle viscere del tempo. Non ci può essere Libertà, nella finzione dell’ipocrisia. Mi sono sempre chiesto cosa servisse all’Umanità per essere felice e mi sono risposto quanto serva uno specchio dialogico che sia in grado di restituire una immagine perfetta e compiuta dell’identità di chiunque. Io non temo solo chi intende far del male. Io mi rammarico per i dormienti, coloro che, specie nel corso della pandemia Covid, si sono assoggettati al volere di potenti che minavano, attraverso i media, la serenità di tutti. La Libertà è figlia della Verità, in assoluto. È la figlia di chi non si racconta più bugie. Di chi non opera il male. Di chi ha deciso di accettare e trasformare tutto in un mondo sano e giusto. Equo. Meraviglioso. “Libertas, filia veritatis” è anche questo. È il percorso che conduce una Persona alla rivelazione del proprio Sé sano. Libero. Vero. È il sentiero che dovremmo esplorare tutti, senza timore, dacché esso rappresenta il miglior modo di vivere, in armonia con gli altri. La Libertà è figlia della Verità, sempre e comunque. Non si può essere liberi nell’operare il male. Non è quella la Libertà. La Verità è liberatoria. Dopo la rivelazione, lo sguardo delle persone è terso, la visione limpida, il passo certo, verso una Nuova Era di Luce. Io non mi arrendo. Voglio vedere un mondo nuovo e giusto. Voglio poter gioire con chi amo. Con chi mi ha scelto. Con chi si prende cura di me e a cui dono tutto me stesso sempre. Questa musica è un invito. È una danza. È un richiamo a tutti coloro che intendono entrare nella Nuova Era di Luce per acclamare il proprio stato di Persone che amano e rispettano. Roytan Al mondo 6 marzo 2024 Punto nave Dove sono giunto Salve, Marinai! Oggi scrivo a chi vorrà leggere perché sento la necessità di fare il punto nave su quello che sto elaborando in questi ultimi mesi, da Agosto 2023 ad oggi, 6 Marzo 2024. Ho composto “My lady’s breast - Portrait of an invisible”, “Lux aeterna”, “Heal me from the darkness of the world’s mind” e “Libertas, filia veritatis”, principalmente. Sono stati progetti importanti, tutti, con i quali ho inteso trasmettere la mia visione del mondo, piena di speranza e amore per l’Umanità. “My lady’s breast - Portrait of an invisible” è la vittoria di un diverso che trova l’amore della sua vita e ad esso si consacra, nella totalità della sua persona, corpo, anima e cervello. “Lux aeterna” è stata invece scritta per chi non c’è più, dacché tutti abbiamo perso qualcuno che amavamo più di noi stessi. “Heal me from the darkness of the world’s mind” è una preghiera, con la quale mi auguro che le Persone resistano agli attacchi del sistema sadico che uccide le legittime aspirazioni degli individui. “Libertas, filia veritatis” è invece una riflessione sulla Verità che genera Libertà. Viviamo un’epoca oscura. Ci vogliono tutti allarmati ed angosciati per il futuro macabro che ci prospettano. A questo disegno criminale dobbiamo opporci con fierezza. Con profondo sdegno. Attraverso la nostra determinazione di esseri umani consapevoli. “My lady’s breast - Portrait of an invisible” è stata composta nell’arco di 2 anni, a cavallo fra il primo lockdown e tutto il periodo delle restrizioni che hanno ucciso il retto sentire di molti uomini e donne, condannandoli all’angoscia e alla depressione, svuotandoli dei propri inalienabili diritti di esseri umani e contribuendo alla costituzione di una società di malati. In questa composizione io intendevo rappresentare e trasmettere l’amore che mi ha risignificato tanti anni fa, nel 2008 e che è in me per l’eternità. È il canto di un uomo innamorato della propria Donna e della vita, che gli ha donato la presenza della Persona in grado di leggere ed interpretare i propri percorsi interni, con intelligenza analitica e saggezza, nella Bellezza che tutto risana e tutto reinventa. Ho presentato questo pezzo ad un Concorso internazionale di Composizione, in Giappone. “Lux aeterna” è, invece, per chi non c’è più. Ho vissuto il lutto della perdita, provando a trovare in me le più forti energie che mi facessero vivere l’evento nel modo più dignitoso possibile. In “Lux aeterna” c’è un coro di voci che reputo splendido. “Heal me from the darkness of the world’s mind” è, di fatto, una speranza, attraverso la quale mi auguro che l’Umanità rimanga integra dopo gli attacchi di un sistema di potere che ci vuole schiavi. “Libertas, filia veritatis” intende essere un ponte fra l’oggi ed un futuro prossimo nel quale la Verità brillerà sulle cime dei monti e non sarà più possibile occultarla come accade oggi, in un mondo di bugie aberranti… Ho scritto molto, in questi mesi e ne sono davvero felice. Ho provato a comunicare il mio mondo, tramite il desiderio di trovare qualcuno che si senta attraversato dai miei suoni e sia nella condizione di trovarli buoni, sani, vettori di armonia. Abbiamo bisogno di Bellezza. Di luce. Di colori. Ne abbiamo la necessità come dell’acqua che beviamo. L’arte è, di fatto, come un acquedotto, porta un elemento essenziale per la vita umana: immagini, parole e suoni che ci riempiono l’anima di bontà. Questi governanti non vogliono la sanità delle Persone. Non fanno mai niente per essa. Loro bramano, con dolo, l’annichilimento del Genere umano, la profonda umiliazione dei talenti e dei desideri di una Persona. Ogni epoca ha avuto uno o più gruppi di malvagi dediti allo sterminio del pensiero. Noi abbiamo governanti che uccidono il retto sentire e non è facile essere artisti in queste condizioni, ma è necessario farlo perché un giorno giungerà la Nuova Era di Luce, la Verità sarà sillabata in modo chiaro ed inequivocabile e la Libertà giungerà nel cuore di tutti gli uomini. Io resto fiducioso. So che molte persone si sono già messe in cammino verso la Luce. Non potrà essere buio per sempre. Scrivo da una landa consacrata al morfema. Scrivo dopo aver attraversato gli abissi del male. Scrivo attraverso la speranza, che non deve mancare mai. Non credo ad una singola parola di quello che viene detto in Tv. Non mi auguro che i politici rinsaviscano, dacché troppo alienati. Non penso che la situazione possa magicamente risolversi a favore delle Persone senza un intervento attivo di tutti. Abbiamo il diritto di stare bene. Essere felici. Appartenere alla tribù umana con orgoglio. Non possiamo più attendere invano. Non giungeranno gli eroi a salvarci e ribaltare questo stato di cose. Gli eroi, coloro che possono, siamo noi. Noi con le nostre eque istanze. Noi con i nostri cuori pieni d’amore, Noi con le legittime aspirazioni di padri e madri, figli e amici. La mia Musica è da sempre militante, ha uno scopo e trasmette l’imprescindibile desiderio di essere un membro di un grande popolo, quello umano, con le sue peculiarità, la propria creatività e capacità di far bene. La mia Arte è sempre stata con me, ma nel 2008 ha vissuto la sua definitiva consacrazione e da allora essa combatte per la piena realizzazione dell’individuo, contro tutte le distorsioni di un sistema che ne mina le basi intendendo renderlo schiavo senz’anima. Il contenuto delle mie musiche è sempre l’immagine dell’uomo che, attraverso il ragionamento, la logica e il desidero di sentirsi parte dell’Universo, può, grazie all’amore nel rapporto d’amore che lo sostiene e lo nutre, ambire a far fronte alle sfide di uno scorcio di nuovo millennio che vede l’individuo possibile vittima di un sistema di regole che tendono ad imbrigliarlo, causandone la perdita della propria Identità di sognatore e creatore, in una disputa senza precedenti fra chi governa e i sottoposti, che brancolano nel buio, disperati ed avviliti, senza più una prospettiva. Da un punto di vista formale, invece, noto che la mia composizione si stia muovendo da un punto di vista ritmico. Le armonie sono ricche e composite. Spesso creo muri di suoni, con tanti strumenti che suonano nel medesimo lasso di tempo e questo mi piace perché mi fa sentire la ricchezza del tessuto. Lavoro spesso con vaste ensemble di strumenti, che si sono arricchiti nel tempo. Ora sono giunto all’uso di orchestre sinfoniche con voci umane e strumenti elettronici. Io non so come finirà questa storia. Abbiamo un insieme di governanti che vogliono la guerra, ogni due giorni. Abbiamo la minaccia nucleare. Abbiamo un mondo in severo scompenso, totalmente alla deriva. Io non so, ma spero contro ogni evidenza. Mi auguro che la gente si risvegli dal letargo che è scaturito dal regime liberticida del Covid. Spero che la gente spenga la televisione. Mi auguro che un giorno non troppo lontano gli individui si liberino dalle catene, che altri hanno scelto per loro. Un giorno ci sarà la Nuova Era di Luce. I bambini torneranno a giocare in strada perché non ci saranno più pericoli ma solo saggezza. Gli anziani saranno una risorsa meravigliosa e narreranno la morte del tiranno. I giovani potranno tornare a progettare il proprio futuro che non sarà più una minaccia. Nella mia Musica c’è tutto questo: un grande amore per l’Uomo. Sono stato risignificato. Ho potuto imparare il buon sapore di un tè. Non ho più avuto paura e vorrei che le persone cessassero di temere. Abbiamo noi stessi. Troveremo una via. Non possono ingannarci se non siamo più disposti a credere alle loro malie. Possiamo farcela. Siamo miliardi. Loro sono solo un gruppo sparuto di arroganti miliardari che suppongono di poter assurgere a Divinità. Sono stato reinterpretato, attraverso l’abile arte interpretativa della mia Compagna, in un amore totalizzante. Parole gentili e vere mi hanno curato. La verità mi ha sanato. Ho dunque imparato che non vi sia nulla di più importante della Verità, che è figlia del Tempo e sa generare la Libertà. Ho capito. Mi sono posto in ascolto. Giungevano messaggi dal mio mondo interno, che interpretavo attraverso segni d’arte. Ho composto, finalmente, con una regolarità meravigliosa e, alla fine, ho imparato a vivere. Sono al mondo. Ho la mia stazione eretta. Posso vedere. Attendo chi, come me, non ne può più di questo stato di cose allucinatorio, per muovere i primi passi verso una Nuova Era di Luce… La Libertà è figlia della Verità. Chi non intende narrarsi la Verità, non sarà mai libero. Chi, invece, cerca sempre di raccontarsi la Verità, giubilerà nella Libertà. Io ho fiducia nel Genere umano. So che può fare grandi cose. So che si può liberare dal male. So che ci sarà una Nuova Era di Luce. Massimiliano Al mondo 4 marzo 2024 Libertas, filia veritatis Nel piccolo Gesù disse: “La verità vi renderà liberi”. La libertà è figlia della verità. La verità è figlia del tempo. Non si può celare un monte. Non si potranno per sempre raccontare bugie. Questa composizione per orchestra sinfonica, voci e strumenti elettronici è nata dalla riflessione che, in un mondo insano, a causa del quale si narra una versione dei fatti distopica e aberrante, chi osa ricercare la verità è un vero eroe. La nostra libertà potrà essere solo figlia della verità. Occorre sapersela raccontare la verità. Verità sul nostro nucleo familiare. Verità sulle persone che abbiamo conosciuto. Verità sul sistema di potere che avvelena, ogni giorno, i pozzi, sterminando la diversità, con l’assassinio premeditato del pensiero altro. Ho molto meditato, in questi giorni di densa composizione e sono giunto ad una interessante osservazione, grazie alla quale mi sento sereno. Gli uomini ricercano i surrogati di verità che più amano. Si accontentano di piccole ricette quotidiane per andare avanti. Si crogiolano in protopensieri rassicuranti, che nulla hanno a che fare con la Verità e la Libertà. In questa società regna sovrana la scissione mentale. Pochi la superano, entrando nella grande dimensione della Verità. Gli ipocriti la fanno da padrone. I disorientati sono davvero molti. Chi ha tenuto il timone ben dritto in questi ultimi anni è veramente un prodigio. La Verità nasce dal racconto puro dei fatti. Più si narrano in un modo neutro e più è edificante l’analisi di essi. Tanti anni fa, cessai di propormi bugie, che motivassero i comportamenti delle persone. Smisi di giustificare. Tutto, allora, mi apparve nella sua nudità. I gesti. Le azioni. Le parole. Le strategie proposte per la risoluzione dei problemi. Ero anch’io nudo di fronte alla Verità e, sebbene in un primo momento mi sia sentito a disagio, successivamente non ho più avuto vergogna del fatto di essermi spogliato di tutte le sovrastrutture, potendomi avvicinare alla Verità con passo certo, occhi aperti, ed un sorriso di chi ha compreso che quella tappa del suo cammino non sarebbe stata dolorosa ma liberatoria. Sono stato fortunato perché ho incontrato una persona che, come me, era sulle tracce della Verità da tanto tempo. Insieme siamo diventati una famiglia. La Verità viene spesso insabbiata. Depistata. Sottoposta al meccanismo di bugie progressive sempre più venefiche. Ma il tempo la restituirà nel suo splendore, folgore e brillantezza. Per questo c’è bisogno degli attimi che si sommino agli istanti. Il Tempo e i fatti sono cocciuti: prima o poi liberano il proprio potenziale, rendendo giustizia a chi ha saputo vedere oltre, resistendo agli attacchi di un sistema laido. Il Tempo restituirà alla Verità il suo ruolo nella Storia delle umane vicende. Chi seguirà la Verità diventerà libero e non sarà più ricattabile da parte di nessuno. Queste sono le conclusioni che oggi condivido sulla base delle esperienze vissute in base alla stesura di questa nuova composizione, “Libertas, filia veritatis”. Vengo fuori da un lungo periodo di prove, che non hanno mai fatto vacillare il mio passo e posso dire a tutti che la vita, nella Libertà figlia della Verità è davvero bella. Ci si emoziona per un Narciso sbocciato in giardino. La Libertà è figlia della Verità, che sgorga sinuosa e sfolgorante dal flusso del Tempo. Fin da bambino mi chiesi tante cose. Crescendo ho contattato il mondo. Bugie, sotterfugi, manipolazioni, brama di potere sugli altri, tutto all’insegna della scissione. Invece un altro mondo è possibile. Un’altra via esiste. Un nuovo sguardo sulle cose è quanto mai necessario. Ci sono persone il cui grido solitario riecheggia nella notte più buia, in un firmamento illune. Coloro sappiano di non essere senza speranza. Spesso, nel dolore, ci sentiamo soli, abbandonati, ma non è così. Siamo invece circondati dall’affetto di chi ci ama, sempre, e questo dovrebbe rappresentare la nostra fiaccola inestinguibile nelle tenebre. Il mondo sta andando a rotoli, sempre più velocemente. Per coloro i quali è stato lungo e faticoso smascherare il progetto sadico del potere, ora, proprio perché hanno sudato per scoprire la Verità, il mondo è bello, ed ora queste Persone sono nella condizione di non genuflettersi più al cospetto di nessuno. Sono lieto. Ho scorto il piano criminale e ne sono uscito. Non credo più ad una sola parola pronunciata da un politico. Non ho più bisogno di bugie per vivere. Ho colorato l’arido vero, aggiungendo suoni alla mia Sinfonia. Questa composizione ha una parte in Do diesis maggiore, che fluisce in modo semplice. Ha una coda rock ed un impianto in Re diesis minore. Il coro pronuncia parole sulla Verità e la Libertà, che sono percepite dal sistema come due grandi nemici, da occultare in ogni consesso. Si continuano a fare guerre. Si uccide sempre con molta facilità. I bambini sono quelli che ne rimarranno per sempre segnati, e lo strascico dell’impatto bellico non lascerà mai le loro menti. Un giorno, però, la grande tribù umana danzerà tutta intorno ad un grande fuoco. Si canterà gioiosi. I nonni narreranno storie di vittoria su quel mostro che aveva attanagliato la vita degli uomini per controllarli e dominarli, in una spirale di violenza che, nelle menti dei creatori di quel disegno, non doveva avere soluzione di continuità. Sarà un grande giorno. Glorioso. Maestoso. Gli artisti creeranno nuove opere. Io sarò lì con loro, dacché, nei miei pensieri, quel giorno è già qui. Sogno una Rivoluzione delle coscienze, da sempre e sono fiducioso che giunga, con lo sforzo di tutti. Ci dobbiamo ribellare. Questo sistema è corrotto e non ci vuole bene. Brama la nostra incondizionata resa. Il Pezzo è davvero potente, mi ha restituito grandi vibrazioni. “Libertas, filia veritatis” è un titolo al quale sono giunto analizzando molte dinamiche della vita moderna. Col tempo e la Verità che instillava in me scampoli di realtà, ho cominciato, in progressione, a porre pensieri nella musica. Sentimenti, emozioni, ciò per cui batteva forte il mio cuore di rivoluzionario. La mia Arte è militante, combatte per il bene dell’Umanità di là da venire. Non mi sento solo. So come esista una moltitudine di Persone che non si sono inchinate di fronte al progresso del Neoliberismo che tutto uccide. Questa composizione verte intorno al concetto di Verità figlia del Tempo, la quale, con il trascorrere dei giorni diventa madre della Libertà, che conduce alla Vittoria. Il brano musicale è denso. Ho costruito dei muri di suoni, strutture verticali nelle quali suonano tanti diversi strumenti insieme, per incarnare il passo della Libertà, che ci attende tutti fiduciosa. Questo pezzo è stato scritto dopo alcuni recenti accadimenti nella mia vita che mi hanno ancora di più fatto riflettere sulla Bellezza dell’esistenza e su come siamo responsabili dell’immagine che portiamo delle persone che non ci sono più. Occorre ricordare e muoversi lungo la traiettoria delineata dai nostri cari che non ci sono più. Provengo da una famiglia che ha sempre lottato. Non sarò di certo io a fermarmi. Onorerò la lotta fatta dai miei genitori per il bene di tutti. In questa composizione c’è uno spirito indomito di battaglia, alla ricerca della Pace e della Bellezza. C’è dolcezza. C’è la voce umana che guida il popolo verso la Vittoria della propria identità di essere sublime. Lo stile è maestoso. I ritmi incalzanti. Ho lavorato duramente a questa composizione per giorni. Sono fiero del risultato. Non cambierei una virgola. La modulazione in Do diesis maggiore è davvero gioiosa. L’uomo si libera dalle sovrastrutture di un sistema di imposizione di regole ingiusto, iniquo, malsano e sadico. Ci sono note ribattute in questa sezione in maggiore, nella famiglia delle percussioni. I vari muri di suoni che si succedono vogliono essere una Vittoria dell’uomo sulla barbarie e sulla decadenza. Non possiamo convivere con la guerra, che deve sparire dal paesaggio delle attività dell’uomo. Chi la fomenta deve essere posto nella condizione di non nuocere più a nessuno, altro che Premier degli Stati. La sezione in Do diesis maggiore è in ritmo ternario, che dona fluidità e senso di danza. C’è un uso vasto degli ottoni, dacché non vedo altro modo di proclamare una Vittoria, se non quello di annunciarla con squilli di tromba, corni, tube e tromboni. La Libertà ci salverà tutti, se noi ci salveremo nella Libertà. Sta a noi. Dipende da come agiamo. Dalle parole che diciamo, da quanto siano più o meno violente. Dai gesti che compiamo nell’amore di chi ci ha scelto. Questa composizione, “Libertas, filia veritatis” si inserisce nel quadro complessivo della situazione attuale del mondo, che è dissociazione, prevaricazione e psicosi, così violenta e profonda, frutto di menti persecutorie, da far ritenere a molti impossibile una via d’uscita. Chi ha generato questa condizione del mondo dovrà risponderne davanti al grande tribunale del Tempo. Il pezzo si apre con gli archi e sembra da subito aleggi nell’aria una minaccia, scacciata dall’intervento da voci angeliche che inneggiano alla saggezza. Al pianoforte la modulazione in Do diesis maggiore. Le percussioni incalzano. C’è un tessuto di archi. “We will find a way” dicevano I Pearl Jam in una vecchia canzone e non vedo come dargli torto. Troveremo una via. Questo nuovo Nazismo necessita, come risposta, l’insurrezione di tutti coloro che non accettano lo status quo. Noi troveremo una strada. Noi siamo una famiglia. Chi non vuole fare del bene non può essere accettato. I bambini torneranno a giocare per le strade. Agli anziani il ruolo di insegnanti di vita. Non si farà più del male a nessuno. La diversità sarà trattata come si deve e il mondo sarà di nuovo quello splendore che è sempre stato senza l’intervento dei malvagi. Scrivo queste parole con la speranza che possano fare da specchio a coloro che sono in ricerca. A chi non si è accontentato della superficie liscia delle cose. A tutti quelli che non possono basare la propria vita sull’inganno. Sono fiducioso. Da più parti giungono notizie di moti spontanei contro la Tirannide. Molti si sono già risvegliati, nell’attesa che altri possano uscire dal misfatto criminoso concepito da menti perverse. Ci sarà bisogno di aiuti. Alcuni, una volta usciti dal sonno profondo della coscienza, avranno la necessità di essere condotti alla Verità ed alla Libertà da sapienti mani. Il mio pensiero è indirizzato anche a loro. Sono lieto, oggi. Questa composizione mi sembra bella. La sto riascoltando da due ore e non mi stanca, mi appare libera e vera, nello spirito della Ricerca esistenziale che conduce all’Identità. Con questa musica voglio trasmettere il desiderio di una esistenza degna, che tutti noi abbiamo. Per averla, però, si deve lottare, in noi e fuori di noi, contro un sistema carnefice che non ci vuole felici. I nostri figli meritano invece la gioia della tribù umana. La felicità dell’incontro sano con gli altri. La certezza che nessuno possa operare più il male. Viviamo in un’epoca tragica, sotto molteplici punti di vista. Sta a noi indirizzarla verso la Bellezza e la Pace, muovendoci verso la piena realizzazione dei nostri Sé sani. È una missione che ci attende ogni giorno al risveglio. È qualcosa di sacro. È un invito che ci dobbiamo fare sempre. Sono convinto che chi, come me, non si è mai rassegnato allo squallore delle relazioni violente, viva queste ore drammatiche con il desiderio di una vita giusta. Sana. Costruttiva, nel rispetto dell’altro, che è sempre una risorsa nei nostri giorni. Mi auguro di aver fatto un buon lavoro. Un giorno, ascolteremo tutti una musica così bella da commuoverci. Sarà il La ad una Nuova Era di Luce, cui, chi vorrà, potrà partecipare, nella Verità, nella Libertà e certo del proprio valore di essere umano… |
AutoreSono un ricercatore del Sole. Mi impegno affinché i miei pensieri siano vibrazioni di guarigione per tutti. Il Mondo merita un canto sublime. Archivi
Aprile 2024
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