4 giorni
Sono tornato da 4 giorni nella ridente campagna bolognese. Sono davvero soddisfatto di tutto quello che ho vissuto, raggiunto, ottenuto, nel mio transito umbro. Stamani ho cesellato la mia Sinfonia n. 22, di cui scrivo da giorni. La sensazione epiteliale è che sia veramente buona musica. Ora mi sto godendo un po’ di silenzio, dopo aver ascoltato diversi suoni nel corso della mia fase conclusiva di labor limae di ciò che ho composto a casa di mio padre, a Terni. La Sinfonia, come sanno coloro che leggono questo spazio virtuale, si intitola “Amber”, “Ambra”. Il titolo completo dell’opera è “Amber, the second mountain, far away, so close”, “Ambra, la seconda montagna, lontano, così vicino” e in queste definizione c’è un montaggio di diverse realtà. “Ambra” è stata la prima folgorazione, dovuta ad un gioco cromatico che mi ha portato a vedere in rete le tonalità dell’ambra, una splendida resina. “La seconda montagna”, invece, è la definizione di un autore che ha scritto un libro su una vita altra da quella che la maggior parte delle persone conduce. Una esistenza di altruismo e generosità incentrata sull’incontro con l’altro, cui donare amore. “Lontano, così vicino”, dacché la seconda montagna ci può sembrare irraggiungibile, ma è davvero alla nostra portata, appena un metro fuori dalla nostra comoda posizione abituale, dove non rischiamo nulla, ma non esperiamo la vita vera. Sono orgoglioso delle tematiche, dei contenuti in generale e della forma finale della composizione: una vasta superficie di suoni profondi. In Umbria, ho fatto tante cose, per me e per la mia famiglia, e, alla fine, ero davvero stanco, perché avevo dato fondo a tutte le mie energie. Poi sono tornato dalla mia Compagna, ho respirato insieme a lei, mi sono fatto portare, come un’onda dalla corrente e sto recuperando la mia forza nel giro di pochi giorni. Questo lo chiamo “potere dell’amore”. Credo che un rapporto affettivo sia anche questione di metronomo: se uno dei due va molto lento e l’altro molto veloce, inevitabilmente, qualcosa andrà storto e si creeranno dei problemi. Occorre invece cercare una affinità ritmica, di tempo, che ci permetta di danzare con l’altro. Sono un uomo molto fortunato, dacché ho trovato il vero Amore, che io sento nelle pagine di questa ultima composizione, “Amber”, così forte e vigorosa. Sono nel mio silenzio, interrotto solo dal fruscio dei viali. Sono lungo il sentiero che ho scelto tanti anni fa, cui sono grato per le meraviglie che mi ha mostrato lungo il cammino. Voglio che questo spartiacque dei 40 anni, che ho superato da 5 giri attorno al Sole, sia importante, rappresenti l’inizio di ciò che una scienziata definisce “la seconda metà della vita”, che non deve essere l’inizio del tramonto, ma l’era aurea della consapevolezza che sana e rende bello ogni singolo gesto, goduto appieno. “Amber” è, come dicevo, la mia composizione più alta, sotto tutti i profili. Ci sono arrivato gradualmente, sperimentando ed esperendo. Ho apprezzato ogni passaggio del percorso. Sono diretto verso la Bellezza. Qualcuno, magari, un giorno, leggerà ed ascolterà, trovando questi segni d’Arte emozionanti. Si schiarì la visione. Accettai la mia storia. Vidi i protagonisti. Fui rapito da profonda comprensione. Mutai. Divenni uomo, grazie all’Amore della mia Musa. Il battito del mio cuore rallentò, giungendo ad un ritmo binario sicuro e forte. Decisi di non tornare indietro. Sono partito dall’Umbria 4 giorni fa e non avevo ben presente il ruolo della Sinfonia n. 22 nella mia vita. Ci ho lavorato un po’ su e ho capito: sto procedendo verso la Pulcritudine che mi arride benevola. Credo che, con impegno, riuscirò a concludere la correzione di un Movimento al giorno, occupandomene la mattina appena sveglio dopo un buon caffè. Seguendo questo progetto sabato o domenica dovrei poter postare “Amber” su questo spazio virtuale che, ormai, è come un figlio. Ho molto digiunato. E non parlo solo di cibo, ma di frequentazioni, occasioni in cui non sarei stato bene, situazioni che mi avrebbero fatto soffrire. Il risultato è che sono in pace. Non scendo a compromessi con nessuno. Non ho bisogno di un amico a tutti i costi, perché posso stare bene anche da solo. Soprattutto, rifiuto tutte le dinamiche interpersonali tossiche, che mi danno davvero fastidio. In “Amber” c’è anche sdegno. Quel particolare No che una persona che vuole stare bene pronuncia di fronte a ciò che lei sa potrebbe danneggiarla. È ora di essere coerenti. Lineari e decisi. Se non possiamo farci stare bene e doveroso dirsi addio. “Amber” è il traguardo di un percorso lunghissimo iniziato 11 anni fa e rappresenta uno spartiacque fra la prima e la seconda metà della mia esistenza. Ora sono un uomo. Ora parlo con consapevolezza. Ora amo e sono amato, ricevendo tanto da chi mi ha scelto. Ho molto riflettuto sul digiuno, che, per me, è anche dimensione della Psiche. Ho digiunato da persone cui non potevo far del bene, che non sarebbero state a loro agio con me. Ho quindi imparato a stare da solo. Ho digiunato dai suoni, sentendo nascere nel mio mondo la mia musica. Ho digiunato da cibi insani, ritrovando una energia che non avevo da tanto tempo. In un mondo che ci propone solenni abbuffate di tutto, digiunare è un atto rivoluzionario, che mi ha condotto a distillare la mia essenza, un nettare per chi mi ama. Adesso vedo che per stare bene non occorrono chissà quali magiche avventure, basta solo fare quelle tre, quattro cose fondamentali, ogni giorno, con costanza ed onestà. Il tempo e la calma daranno i loro frutti. Le risposte arriveranno. Starai bene. Sarai felice. Entrerai nella gioia. Garantito!
¡Buen viento, Marineros!