Lasciar andare
La riflessione
Oggi rifletto sul valore della novità. Ho condotto, insieme alla mia Compagna, un’estate all’insegna della continuità, poi è giunto l’autunno, con una serie di novità, piccole e grandi. Sono contento, anche se, all’inizio di questo Ottobre, mi sono dovuto mettere in movimento per accettare alcune cose che non conoscevo e che spero comincino a far parte integrante della mia giornata, con un sapore gradevole e il piacere di vivere esperienze sconosciute fino a qualche giorno fa. Anche la mia Musa sta vivendo questa realtà, sotto diversi aspetti e devo dire che abbiamo entrambi guardato al lato positivo di questa piccola rivoluzione, che, inevitabilmente, ci renderà diversi. L’altro giorno, ho concluso la mia ultima Sinfonia, l’ho postata in rete e qualcuno l’ha già ascoltata. Comporre musica classica non è semplice, nel terzo Millennio, ma quel linguaggio, che è passato dalle mani di Bach, a Beethoven per finire fra i polpastrelli di Mahler, ha ancora una valenza, una profondità, una sintassi che ci permette di scandagliare l’animo umano. Io scrivo con antichi codici, creo suoni con una grammatica che dura da secoli, poi, alle volte, vengo rapito dal desiderio di comporre con una geometria più attuale ed allora lavoro in un modo più moderno. La Sinfonia n. 21 mi ha preso molto, l’ho scritta a cavallo fra l’Umbria e l’Emilia, le mie due case e sono lieto del risultato. Ho letto una intervista ad un intellettuale italiano. Sono rimasto colpito dalla sua convinzione che la realtà sia in movimento, ma con un ritmo indecifrabile, che non possiamo far altro che accettare. Io accetto, ad esempio, che alcuni miei amici siano lontani da me, in tutto e lascio andare questa consapevolezza nel grande fiume della vita. Non mi oppongo. Non mi preoccupo. Alla fine, forse, con qualcuno, mi ritroverò, oppure perderò contatto, come sta già succedendo, ma è assolutamente vitale far scorrere tutto. Fluiscono le relazioni. Le idee. I gesti. Il tempo ci darà risposte. Dopo aver composto la Sinfonia n. 21, sono stato attratto da questo concetto di “lasciar andare”, che ritengo insostituibile. Possiamo fare molto per noi e le nostre vite, per i cari, ma poi, in definitiva, tante cose non dipendono da noi ed occorre farsene una ragione. È salutare. È saggio. È il fattore dirimente nella dinamica che ci può condurre allo stare bene. Mi ha fatto bene scrivere la Sinfonia n. 21, “Dalla tenebra alla luce”, perché ritengo che essa trasmetta un segnale universale, rivolto a tutte le persone in cammino. Meritiamo tutti la luce, sebbene qualcuno rimanga accerchiato dall’oscurità. Sono sempre stato un attento osservatore della gente. Si capiscono tante cose, rivolgendo il proprio sguardo, con attenzione, verso ciò che ci accade intorno. È un esercizio che faccio spesso con la mia Donna, che è profondamente analitica. Il mio sentiero mi esorta a continuare lungo la strada già scelta tanto tempo fa. Sono un solitario, ma non sono solo. Non andrò mai d’accordo con tutti. Non avrò mai tanti amici. In questo mondo al contrario, preferisco così. Non potrei accontentarmi di relazioni superficiali. Sono quel che sono: un ricercatore. Qualcuno mi dedica i suoi pensieri e questo è già molto per me. La Sinfonia n. 21 è un abbraccio. Sono un diverso. Io ho provato a stare in mezzo alla gente, ma le persone, che ho incontrato, desiderano cose lontane dal mio sentire e, probabilmente, io risulto strano. Nel romanzo, “Musa - Pensieri di un artista”, descrivo il club dei differenti, individui che non si possono rassegnare alla superficie edulcorata della realtà, affascinati dalla profondità. Nella Sinfonia n. 21 c’è un mare di emozioni. C’è la dedica a mia madre, che mi ha insegnato la resistenza. C’è l’amore per dinamiche e persone, da trattare con tatto e dedizione. Qualcuno, inevitabilmente, lungo il sentiero, ci abbandonerà. È nell’ambito delle possibilità. Ne porteremo dietro un bel ricordo, forse. Andremo comunque avanti. Siamo tutti in viaggio. Siamo tutti viandanti. Siamo tutti creature che ambiscono alla luce. Per questo la mia ultima Sinfonia mi emoziona. L’ho scritta con una tensione dell’anima capace di farmi vedere le cose con sapienza. Qualcuno cadrà. Qualcuno si rialzerà e, in conclusione, la realtà degli uomini andrà dove deve andare, risultante della miriade di interazioni degli individui sul pianeta Terra. Io mi auguro che ci sia una Nuova Era di Luce, come discutevo più di dieci anni fa con un’amica cara che ora non c’è più. Facciamo il nostro e restiamo curiosi verso ciò che sarà. Il mondo ha bisogno dei nostri sorrisi.
¡Buen viento, Marineros!