La genesi di una nuova esistenza
Tanto tempo fa, partii dalla mia terra, per cambiare vita, con un libro in mano e un piccolo trolley, in cui avevo raccolto i vestiti per l'inverno. Sapevo che non sarei più tornato, nella mia Umbria, se non da visitatore, e quel pensiero, su un addio così sentito, mi riempiva la mente. Il cielo era plumbeo, il mio cuore calmo. Ero conscio che avrei raggiunto la mia Musa, che, con infinita tenerezza, mi aveva esortato al grande passo, accogliendo la mia decisione con gioia, sebbene conoscesse le difficoltà di ricominciare una vita da capo in una nuova landa. Quel viaggio fu la fondazione di un nuovo modo di concepire la mia esistenza. Ero solo, nella pioggia cremisi. Ascoltavo lo speaker della stazione annunciare il mio treno per un destino che ignoravo, nonostante lo avessi immaginato florido. Era tutto indecifrabile, intorno a me. Salii sul treno, osservai i miei monti, la volta celeste occupata da nuvole migranti e mi immersi nei miei pensieri. Avevo con me il mio racconto lungo, compendio di tutto ciò che ero riuscito a fare di buono nella vita. Ogni uomo dovrebbe avere una fondazione. La mia fu quel giorno di pioggia incessante, che mi lavava. Ora penso a una nuova fondazione, quella di un mondo altro, ove sia possibile l'esistenza lieta di tutti quelli che vorranno prenderne parte con gioia. Gli anni sono trascorsi. La mia visione si è raffinata. Il mio cuore batte con un ritmo più consono alla percezione delle cose.
Buon vento, Marineros!