Riflessioni su "Dolly"
Buongiorno, Viandanti!
Come state in questo giorno di metà Gennaio?
Ho creato questo post come risposta ai contenuti di questa pagina
La mia nuova antologia, "Dolly", è nata da poche ore e mi sento libero di poterne descrivere i tratti salienti.
Come dicevo, l'intuizione di comporre musica con un concetto portante mi è venuta in Umbria, negli ultimi giorni della mia vacanza natalizia.
Ho scoperto una parola inglese nuova: "Dolly", che significa "Parola di bambino" e ne sono stato attratto.
Non ho tuttavia scritto subito.
Tornato in Emilia, ho cominciato a riflettere sul valore di quel sostantivo, decidendo che "Dolly" sarebbe stato il titolo di una composizione nonché dell'intera antologia, che, in quel momento, non sapevo quanto sarebbe stata estesa.
L'antologia è un concept album, dacché tutto verte intorno alla descrizione dei primi momenti della vita umana, dal liquido amniotico alla scoperta e conoscenza di quel grande mare che è la vita.
La tracklist è la seguente:
1. Amniotic fluid
2. Breast milk
3. Dolly
4. Discovery
5. Deep blue sea
Cinque brani per un totale di 34 minuti.
Quando concludo un ciclo di composizione, cui affido una significazione precipua, mi chiedo sempre dove sia corretto porre il punto finale, la chiusura definitiva di un'opera.
"Dolly", per come sono adesso e per quello che intendo comunicare con la mia arte, non avrebbe potuto avere un secondo di musica in più.
I titoli dei brani sono già evocativi: ho trattato il tema dell'infanzia, come lo percepisco, nella sua complessa grandezza.
È il mio primo lavoro del 2019.
Come sempre, gli ho dato il meglio delle mie energie psichiche, nello slancio atletico di stare davanti ad una partitura vuota da rendere meravigliosa con la totale abnegazione.
Di seguito, in un piccolo ebook, altre mie considerazioni sull'antologia.
Buen viento, Marineros!