La risultante
Stamani, ho corretto uno dei quattro capitoli conclusivi del mio romanzo, "Musa - Pensieri di un artista" e ho assaporato la sensazione di essere nella coda del processo letterario che mi sta tenendo compagnia da quasi un anno e mezzo. Sono soddisfatto: nella prosa non esiste traccia di bugia o di quel tentativo di dolcificare l'arido vero, che va sempre tenuto in considerazione, nonostante, a tratti, possa essere aspro. Nel componimento, descrivo quel sentiero che dovrebbe condurre un individuo alla consacrazione della propria immagine interna, auspicando che esso possa essere comune esperienza per tutti coloro che lo desiderano. Ho affidato alle mie parole tutto ciò che so. Quello che ho intuito. Ho narrato la vicenda di un uomo che ha sempre inteso rialzarsi dopo le cadute, sperando, in ogni frangente, che la sua tempesta cedesse il passo a giorni migliori. La musica che ascoltate, entrando in questa pagina, l'ho scritta nella dimensione del piccolo, come un acquerello. Poche note, un'atmosfera. Ho lavorato duramente alla mia opera letteraria, commentandola, a tratti, con suoni. Ho dato ascolto al mio sentire, che mi comunicava quando vergare parole e quando comporre suoni. Non mi sono mai violentato. Non ho mai scritto un segno in cui non credessi ed ora eccomi qua, nel segreto del mio studiolo, ad affidare qualche suggestione al vento. Le centinaia di pagine del romanzo conducono il lettore alla comprensione del tema essenziale dell'identità. Sono certo della bontà di tanti gesti, ma occorre consapevolezza. Molto spesso, si opera il male, per una sorta di sciatteria mentale, mista a pigrizia, che dell'altro non si interessa di vedere la reale immagine di individuo con dei diritti. Dovremmo essere tutti più attenti. Meno distratti. Chi mi segue, sa che nel componimento, ritraggo l'immagine di una Nuova Era di Luce, di là da venire, che si muove segretamente, modulandosi con il nostro operato. Più il nostro agire è costituito da bontà e maggiore è la possibilità che un mondo diverso sia alle porte. Alla mia arte ben si addice il termine "militante". È attraverso le parole che, difatti, intendo descrivere una opportunità nuova, cui, nei secoli, molti si sono dedicati. È tempo di scelte autentiche comunitarie. Sogno cortei pacifici in tutto il mondo con persone che siano stufe delle menzogne. Si deve sapere che c'è sempre qualcosa di bello oltre quel miraggio di successo individuale che acceca i più. In questi giorni, i miei pensieri sono diventati piccoli. Leggo e correggo, sapendo di essere alla fine di un processo che ha animato le mie giornate per tanto tempo. Gusto le parole. Ne saggio la consistenza. Ne vedo il colore complessivo. Il cammino descritto, nelle pieghe delle pagine, non è magia, ma la narrazione di un duro lavoro su se stessi che il protagonista e quelli come lui operano giorno dopo giorno, istante dopo istante, nonostante le difficoltà, sebbene il mondo, fuori dalla loro casa, parli una lingua violenta, fatta di soprusi ed idiozia. Non è facile rimanere puri nell'era del grande fratello, ma nel componimento, l'immagine del protagonista si staglia contro gli abomini. L'artista della storia non vuole lasciarsi lordare. Tiene a debita distanza tutti coloro che sono forieri di messaggi venefici. Desidera difendere la propria dimora interna. Le mie parole, per oggi, terminano qui. Ho lavorato nel piccolo. Ho creato un ambiente di lemmi e suoni. Sono certo di poter abbracciare chi, in queste ore, è alla ricerca di risposte che creino un habitat sano per sé ed i propri cari. Buon vento, Marineros!