Symphony No. 20. "Abii ut viderem"
Successione dei Movimenti:
1. 1st Movement. "Come parte dell'Universo" - 0:00:00
2. 2nd Movement. "Progressione" - 0:35:47
3. 3rd Movement. Scherzo. "A fianco" - 0:54:19
4. 4th Movement. "Onde tumultuose" - 1:10:39
Storia di una composizione
La Sinfonia n. 20, in Re# minore, nasce da uno spunto che ho provato alla tastiera il 3 Settembre 2019, nel pomeriggio. Stamani ho composto, trascrivendo quell'Incipit ed ho pensato anche ad un titolo. Tanti anni fa, avevo acquistato un cd di musica dotta intitolato "Abii ne viderem", "Fuggii per non vedere", mentre io ho pensato di essere fuggito per vedere, da cui il titolo "Abii ut viderem". Ho composto il primo Movimento, "Come parte dell'Universo" e mi sento rappresentato dalla musica che ora sto lasciando lievitare. Il secondo Movimento è nato pensando a Beethoven. L'ho intitolato "Progressione". Questa composizione sta diventando importante, per me. Rappresenta il modo che posso avere per comunicare al mondo la mia posizione. Il primo Movimento, "Come parte dell'Universo" è un cammino, in cui si combatte per trovare la propria via, con determinazione, ritmo e volontà. L'ho riascoltato e mi è piaciuto. Al suo interno, le forze che operano per l'affermazione della dignità della vita umana. Il frontespizio dell'opera reca la dedica alla persona senza la quale non so nemmeno chi sarei: la mia Compagna e Musa. Ho rivolto il pensiero a lei, quasi subito dopo aver scritto le prime note dell'Incipit. Questa Sinfonia è diversa, sotto il punto di vista formale e contenutistico. Mi sento più libero, nel comporre e vedo che le soluzioni tecniche, che adotto, confermano questa mia tesi. L’impressione generale, che ho, è quella di un lavoro ben fatto, con uno scavo interiore che sappia rivelare la dimensione di possibilità che io sento scorrermi nelle vene. Giunse la pioggia, che mi trovò pronto. Questa musica è l’insieme degli strati di emozioni e sentimenti che mi hanno condotto fino ad oggi. Per questo, non rinnego nulla di tutto ciò che ho vissuto, là, lungo il campo di battaglia, sulle alture, a due passi dalle onde. La Sinfonia n. 20 segna il mio distacco dal mondo e quella speranza che le persone si uniscano, per il Bene supremo, che è il diritto ad una vita appagante, grazie alla quale i diritti di tutti vengano rispettati ed onorati. Mi sento vergine, di fronte alla magnificenza dell’esistenza. Mi sento nudo. Mi sento giocoso. Devo rimanere leggero e semplice, come scrivo da giorni. È il mio obiettivo per sempre. Questa musica ha un’indole belligerante. Vive nella consapevolezza che è in atto una guerra, fra chi vuole evolvere e chi brama la distruzione. Il ritmo è cambiato. La sua concezione è più vasta. È più ricco il modo in cui scelgo la durata dei suoni, per creare effetti di successioni di note nel tempo. Uso anche altri strumenti, rispetto a prima. Sono cambiato, nel tempo, a livello musicale, lo sento. È qualcosa che penso, ascoltando queste nuove note. Lo scenario è quello di un lavoro sinfonico compiuto. La mia orchestrazione è, al contempo, più spensierata e più approfondita, ed io posso dire di aver voluto fortemente il raggiungimento di questo obiettivo. Il 1° Movimento, “Come parte dell’Universo”, trovo giusto averlo dedicato alla mia Compagna, che mi ha insegnato la libertà di pensare, di sentire, di essere. “Abii ut viderem” è il canto di un superstite che trova l’amore, fra le braccia di una piccola Ninfa, decidendo il proprio destino. Vuole rappresentare la maestà di una scelta operata per seguire la Bellezza, l’incanto, lo stare bene. È un’opera che intende comunicare quanto sia bello vivere in armonia, dopo aver abbandonato le menzogne. Gli abusi. Gli atti di un potere che non è mai a favore delle persone, ma le uccide in nome di surrogati dell’amore, effimeri e mefitici. La mia Musa ha dovuto combattere davvero tanto, nella sua intera vita, anche contro quelle persone che giuravano di amarla. È stato un lungo cammino il suo. Un procedere lungo un sentiero di liberazione che l’ha condotta a me, che, uscito dalla gabbia, ero pronto per un amore degno di questo nome. Ci siamo conosciuti nel 2008 e siamo diventati adulti insieme, gustandoci ogni singolo millimetro dell’ascesa, che ci ha rivelato paesaggi in progressione e la certezza di essere ad un metro dalla persona giusta per noi. Non ci ha regalato niente nessuno. Anzi, per dove passavamo noi, tutti gli altri ci dicevano che saremmo caduti. I non allineati spesso generano scandalo. Ma è solo così che si giunge alla verità del proprio essere, con la consapevolezza di un viaggio che contemplerà nuovi Noi ad ogni traguardo importante. Questa composizione è per chi ha osato. Tentato. Esplorato. Per chi è fuggito dalla nefandezza ed ha scoperto un nuovo Sé. Sono convinto del fatto che l’opportunità di star bene sia alla portata di tutti. Io sono stato costretto a muovermi verso un altrove. Ero stanco di soffrire. Come la mia Musa. Abbiamo costruito tutto ex novo. Con calma, secondo il nostro passo, ammirando gli stadi progressivi della dimora che stavamo edificando. Il secondo Movimento, “Progressione”, che ho riascoltato da poco, con l’attenzione che ogni musica merita, è figlio di una spinta che mi ha portato a riflettere su un particolare costrutto beethoveniano. Ho desiderato anche io scrivere con quel principio geometrico e, dunque, mi sono messo all’opera, in quella direzione. “Progressione” non ha solo valenza matematica, pur evidente, ma anche psicologica, dacché viene pensata come ascesa di due individui che sia amano verso forme di benessere sempre più appaganti e sane. Sono davvero contento di ciò che compongo, nel 2019. Ogni singolo step, che mi ha condotto qui, mi è servito. Ha aiutato il mio cervello a delineare quanto volessi, come lo desiderassi, in che maniera scrivere la mia Arte. Ci sono stati giorni bellissimi, in questi ultimi 11 anni, come quando tornai con la mia Musa a osservare Sant’Apollinare in Classe, o Assisi con il ciclo giottesco, o le onde di un mare cristallino… Sono stati tutti quei momenti a far cantare la mia anima in una melodia nuova che, all’inizio, era solo mia, e poi ho scritto, nelle infinite giornate davanti ad una vecchia tastiera musicale, o nella mia casa umbra, sfiorando il pianoforte. “Progressione” è la narrazione musicale di un evento: l’incontro ed il cammino di due persone che si amano con tutta la propria energia, comunicando apertamente il proprio mondo, in una successione, dettata da sincerità e coerenza, che apre loro l’incanto di sentirsi puliti e belli. La mia Arte è sempre stata militante. Ha una base psicoanalitica forte. Crede nel Tu dialogico. Crede nella possibilità di guarigione. Crede che ogni persona possa star bene. Questa Sinfonia muove guerra alla stupidità. Sa che un giorno, la gente scenderà in piazza contro la crudeltà e ci sarà un mondo altro, fatto di giustizia. Ognuno di noi è chiamato a compiere una progressione verso la Bellezza, come una crisalide verso l’identità della farfalla. Questo processo non dovrebbe essere ostacolato da niente e nessuno, ma sappiamo bene che così non è. Allora lottiamo. Cerchiamo un posto dove vivere davvero. Cadiamo e ci rialziamo, scoprendo i veri amici. L’amore unico e totalizzante di un partner per il quale noi siamo, semplicemente, l’opera d’Arte più bella al mondo. Siamo l’insieme di tante prime volte. Come quando, una volta soli in una casa tutta nostra, puliamo un fornello. O adagiamo sul tavolo la teiera. O cambiamo le lenzuola sentendone il profumo di buono. Sanità è anche autonomia. Identità è anche la soddisfazione di un pavimento lustro. Chi fa, prima o poi, cresce, in una progressione che potrà farlo stare meglio ogni giorno. La vita è una sola. Occorre amarla ad ogni risveglio. Sono un uomo fortunato. Dopo la tempesta, ho cominciato ad assaggiare i sapori. Vedere i veri colori. Odorare le verdure al forno, soddisfatto dell’operato. Come ho letto, l’esistenza è desiderare ciò che si ha. Verissimo. Inutile stare a rodersi il fegato per tutto quello che è lontano da noi e che non è detto possa appartenerci un giorno. Oggi ho lavato i piatti, pulito il tavolo della cucina e scelto la tazzina con cui avrei bevuto il mio caffè. Sono stato lieto. Anni fa, non avrei compreso il senso di un gesto apparentemente così semplice. Un uomo deve fare. I gesti entrano in noi, nella nostra progressione. Nessuno sa dove sarà fra un anno. Magari sarà abbracciato ad un amore che non pensava potesse toccare la sua vita. Magari l’Umanità sarà entrata nella Nuova Era di Luce. Magari le persone si saluteranno con gentilezza e grazia, senza più sentire nemico l’altro. Il Genere umano ha conosciuto tante tirannidi, ma, forse, nella sua progressione, riuscirà a dire basta ai soprusi. Perché no? Tutto può succedere… Ho dato alle persone che ho scelto tutto l'amore che potessi esprimere. Ho determinato che fossero loro il mio viaggio. Sono partito con una valigia di cartone e un sogno: diventare un uomo di valore, espressione che mio figlio cita spesso. Non ho esatto nulla da nessuno, ma volevo essere libero di sbagliare seguendo la mia testa. Ho camminato con la mia Musa. L'ho ritrovata ad ogni importante bivio, lungo il sentiero. Ora siamo l'uno nelle mani dell'altra. In fondo, questa Sinfonia descrive la condizione di vita di un amore, che vuole essere bello. Costruttivo. Creativo. Stamani, ho apportato una modifica alla partitura del 1° Movimento e ieri sera la mia Compagna mi ha dato alcuni spunti per il titolo del 3° Movimento, che devo ancora imbastire. Questa Sinfonia è l'apice di tutto ciò che io abbia mai composto. Dentro i pentagrammi, c'è tutta la mia evoluzione di uomo ed artista. Cercherò di far bene anche nel terzo e quarto Movimento. Viviamo tutti una successione di punti, da quando siamo nati ad oggi. Ad un certo punto, giunge il momento di poter dire la nostra. Di determinare il nostro oggi. Di scegliere cosa poter fare per rendere bella la nostra vita. È un momento fondamentale, dacché, dopo averlo vissuto, la responsabilità della nostra esistenza starà tutta sulle nostre spalle. Sto riascoltando i primi due Movimenti, con curiosità. Sono emanazioni del mio Io. Di una mente che non si è stancata di ricercare la dimensione migliore per realizzare i propri sogni. Mi sento parte dell’Umanità in cammino verso un nuovo Sole. Le armonie che sto trovando mi rappresentano. Sono lungo il mio sentiero, e tengo forte la mano della mia Musa, senza la quale non sarei ciò che sono. Ci si salva nel rapporto, ho scritto ormai tante volte. Viviamo in relazione col mondo. Alla fine, un artista è l’equilibrio fra il suo mondo interno e chi saluta in giro per la città. Fra l’isolamento argenteo della sua creatività e il rapporto che tiene in piedi con ciò che lo circonda. Più questa relazione è stabile e maggiore è la possibilità che l’Arte non sia solo una consolazione, ma solido impegno civile. Questa Sinfonia è la summa della mia vita. 45 anni di esplorazione. Cadute. Piccole e grandi vittorie. Ho individuato una cellula, che, nel primo Movimento, crea un incedere. Stamani l’ho perfezionata, correggendola in partitura, per vederla compiuta. La natura belligerante di quest’opera è lampante. C’è sempre un combattimento, all’interno di noi stessi. Come spiegava un musicista, in Beethoven, riguardo alla sua Quinta Sinfonia, c’è una attualità formidabile, perché, in potenza, il destino può bussare alla nostra porta in qualsiasi momento e noi dobbiamo essere pronti e con la schiena dritta. La mia musica intende consolare, in alcuni frangenti, ma desidera essere uno sprone ad affrontare la vita con coraggio, calma e forza. Sono nel mio studiolo, è mattino, e risento la mia Sinfonia, nei suoi due primi Movimenti. Quando, in un qualsiasi momento, avverto l’esigenza di comporre per orchestra, e mi sfiora l’idea di una nuova Sinfonia, c’è sempre qualcosa di importante, nella mia vita, che mi esorta ad avventurarmi in quella missione. Ora l’estate sta finendo. Io ho vissuto tante esperienze belle con mio figlio, mia madre e la mia Musa e un pensiero vola a mio Padre, che, sono sicuro, sarebbe stato contento di vedere quanto il suo nucleo sia coeso. Sto lavorando come posso. Sono stato fermo un po’ di tempo a riflettere sulla struttura del 1° Movimento, per il quale ho dovuto superare alcune difficoltà. Ora mi sembra più chiaro ciò che devo fare. Nella mente, sto già provando dei suoni per l’Incipit del 3° Movimento, di cui, però, ancora devo inaugurare la partitura. Questi suoni mi fanno riflettere. Ho impiegato tutta la vita per poterli scrivere. Rappresentano davvero tutto quello che ho nell’anima. Il modo in cui vedo il mondo. Il mio amore per l’Umanità. Quello che sento quando vedo un bambino che gioca spensierato. “Abii ut viderem” è il canto della fine di un’estate, nella quale ho compreso alcune cose nuove: leggerezza e semplicità in primis. Si deve lavorare in una direzione precisa affinché non si abbiano macigni sul cuore. Ciò non significa essere sciocchi, ma liberi. Ho appreso inoltre l’importanza del tempo. Il tempo che abbiamo è tutto un dono. Sta a noi usarlo per edificare il nostro tempio. Oggi mi sento riposato e propositivo. Molte cose nella mia vita hanno assunto una posizione precisa e questo lo avverto anche ora che sto riascoltando il 1° Movimento. Forse questa Sinfonia avrà una gestazione particolare, perché sento di dovermi fermare a riflettere. Ad ogni modo, sarà come la mia anima vorrà. Semplice, nel suo impianto complesso e leggera, nelle sue sfumature. Uso tanti diversi strumenti, nella partitura. Quello che mi colpisce di questa creatura musicale è il suo spirito indomito da combattente. Ora ho concluso il terzo Movimento e lo sto riascoltando. È che l’infinita dolcezza di un Amore supremo va tutelata a tutti i costi. Difesa. Allontanata da ogni cosa che potrebbe lordarla. È la missione principale di chi ama. Il 3° Movimento si intitola: “A fianco”, il posto più bello per chi vuole vivere accanto al proprio partner. Il titolo è stato creato dalla mia Compagna, una sera, in macchina, di ritorno da una gita. C’è un enigma, in queste note, che, di primo acchito, potrebbero sembrare aspre. Innanzitutto, devo dire che il 3° Movimento è concepito attorno alla natura degli accordi, triadi, principalmente. I temi, che si intrecciano, sono il risultato di successioni di accordi, che creano una progressione di tonalità cromatiche. Importanti sono le dinamiche, ovvero l’intensità dei suoni, dalla famiglia dei piano ai forti. Il senso musicale complessivo ne deriva con linearità. Ho aggiunto strumenti percussivi, in partitura, che sappiano donare una importante scansione ritmica. “A fianco” è una definizione che mi apparsa subito calzante per descrivere questo Movimento. È un Amore vigile, quello dipinto con questi suoni. Un sentimento adulto. Generoso e altruista. Che non vuole permettere che l’altro si ammali. C’è il desiderio di vivere nella semplicità e nella leggerezza, pur alimentando una profondità di pensiero che contempli l’Universo e i suoi tanti misteri. È una lotta, quella del 3° Movimento. Una disputa aperta fra le persone che sono coscienti del loro Amore verso la vita e tutto quello che, invece, distrugge. È l’eterno conflitto che noi umani conosciamo molto bene. C’è un candore sconfinato, in queste pagine di musica. Come il sorriso di una persona cara. Come le parole simpatiche di un figlio. Come la risata allegra di una madre anziana. Il 3° Movimento, “A fianco”, ha molti colori e un tema in maggiore che comunica una vittoria. Tutto ciò che ho scritto finora, ad un passo dal provare a comporre il quarto ed ultimo Movimento della Sinfonia, è frutto di profonda introspezione. È stata un’estate lunga e potente, nella quale ho cominciato ad ammirare i covoni nei campi, per poi arrendermi alla Bellezza di una Croce arcana su un monte, sempre insieme alla mia Musa, che era al mio fianco, fra risate e grandi sorsi d’acqua. Abbiamo camminato tanto e, nelle nostre marce, abbiamo raffinato il nostro pensiero al fuoco di una canicola solenne. Il Sole ardeva, lungo le nostre vie, ci marchiava, nel verde silenzio di un bosco odoroso. È stato in quei passi che ho provato a sentire la musica del cosmo. Allora mi ha assalito una grande tenerezza. C’erano la voce del vento e il suono dei campanacci delle mucche. Questa Sinfonia è, in primis, un canto di liberazione dalle sovrastrutture che ammorbano l’esistenza delle persone. È semplicità, nel suo codice complesso. È Bellezza, con le sue membra che issano una nuova bandiera. È tenerezza, dentro il grande baluardo dell’Amore sincero. C’è una vita fuori dagli schemi rigidi di una concezione di mondo che dimentica la gioia. C’è Pulcritudine che ancora non si è stancata di annunciare una Nuova Era di Luce. C’è speranza. Questa composizione descrive l’evento fondamentale della vita: riconoscersi attraverso l’altro, amarlo e seguirlo, consci del fatto che ovunque egli ci porti, là ci sarà una festa. Esiste una dimensione d’Amore totalizzante per la quale ogni gesto del partner è felicità. Allora gli attimi si dilatano. Il tempo diviene perpetuo. Ogni carezza è un prodigio. Linee dolci cui seguono slanci più arditi, nell’infinita tenerezza di un abbraccio fra due superstiti. L’intensità del loro Amore non conosce limiti. La loro fedeltà gli permette di essere trasparenti come un cristallo e rifrangere tutti i colori dello spettro. Sto ascoltando i tre Movimenti composti fino a qui. Sono un artista e creo suoni e parole. È questa la missione che ho determinato per il mio tempo restante. Il tempo che vivo nella creazione è senza confini. Sono ore che mi fanno sentire di essere in asse con tutto ciò che mi circonda. Poi c’è Lei, la mia Compagna, di cui non mi stancherò mai di descrivere il valore artistico. Lei, che sa vedere una foto in un panorama. La Bellezza in un fiore. L’Amore, in un tuffo nell’acqua cristallina. Senza di Lei, non so cosa sarei diventato. Sicuramente non l’uomo di oggi. L’essere umano che lava i piatti e si sceglie la tazzina da caffè che, in quel momento, maggiormente lo ispira. Io ho imparato ad amare. Non sono sempre stato così. È la dedizione della mia Compagna che ha plasmato il mio sentire. Senza sforzi, Lei ha sempre indicato una via, che io ho, in progressione, riconosciuto buona per me. Questa Sinfonia, “Abii ut viderem”, è un punto nave. Mi sono allontanato da tutto il mio mondo passato per vederlo in faccia, affrontarlo senza bugie e procedere lungo il mio sentiero. Per questo io sono fuggito. Per affrontare la verità senza la tentazione di indorarmi la pillola. Il carattere belligerante di quest’opera intende essere simbolo di resistenza, abnegazione e visione di un mondo altro, finalmente giusto. Trovo che i suoni dell’orchestra sinfonica siano quanto mai attuali. Vettori di novità. Antichi strumenti che narrano storie dell’oggi, almeno se li si intenda apprezzare. La Sinfonia n. 20 nasce da alcune riflessioni sulla musica di Beethoven. La musica dotta non morirà mai. Si evolverà, magari, ma l’intenzione di comporre due linee per Corni in Fa, per ascoltarne l’effetto, rimarrà un motore essenziale per tutti i musicisti. Sono arrivato ad imbastire il 4° Movimento. Sto riascoltando questi momenti musicali. Mi trovo nel mio studiolo, un luogo piccolo dal quale trasmettere segnali. Questo ultimo Movimento vede l’alternanza fra un tempo adagio e uno allegro. Si susseguono le famiglie di strumenti, in un gioco di dinamiche che creano un effetto di movimento continuo. Credo che lo intitolerò con una definizione sulla continuità, come mi ha suggerito la mia Musa, sebbene ci stia ancora lavorando. Sono nella frazione finale dell’opera. Questa Sinfonia è visione. Tanti suoni diversi si fondono insieme per formare un tempio. Mi sono impegnato molto in questi 11 anni, per giungere ad una pulizia di scrittura che mi permettesse di rappresentare compiutamente i miei stati d’animo e le mie riflessioni. C’è una vittoria, fra le pieghe delle note: il raggiungimento di una vetta inesplorata, dalla quale ammirare, nella quiete dopo la tempesta, uno scenario magnificente. Dopo scelte per il Bene, l’isolamento, l’unione con chi si ama, il guerriero può finalmente riposare, conscio dell’ascesa che lo ha portato a stare in pace. In questo Movimento, la vita consola l’uomo. La natura lo accarezza. Il mare lo dondola. C’è grandiosità, nell’eterno enigma dei passi dell’individuo, che ha abbandonato il porto per navigare, portandosi dietro poche cose, che ritiene sacre. Esiste la requie. Esiste la possibilità. Esiste la separazione dal male. Tutto è scelta. Tutto deve essere Amore. Tutto deve brillare nel proprio mondo interno. Dal viale alberato mi giungono pochi rumori: io l’ho voluta questa condizione che mi ha permesso di ascoltare il suono dei miei pensieri, di riconoscere il colore delle mie parole e vivere centrato su ciò che è bene per la mia anima. Ho vissuto anch’io la mia tempesta, forse per questo, poi, sono stato così radicale nelle mie scelte, dacché non potevo accettare più da nessuno interferenze o segnali dissoni. È con vigore che ho cancellato alcune frequentazioni. Alcuni appetiti. Alcune situazioni, in cui sapevo che sarei stato sofferente. L’identità si forma attraverso le decisioni. Più rispettiamo il nostro mondo interno e maggiore sarà la possibilità di stare bene. In questo Movimento, a tratti, ai legni sono affidate successioni in pianissimo, che dettano un messaggio di pura serenità. Tutta la tensione sembra smorzarsi, sebbene siano presenti strutture musicali che suggeriscono l’idea del combattimento. Sono lieto del mio operato. Cercavo questo equilibrio musicale da tanto tempo. Anche qui, ci sono progressioni. Queste successioni di suoni animano tutta la Sinfonia, dandole un carattere. Il 4° Movimento è il messaggio conclusivo della Sinfonia e dipinge in uomo in allerta, pronto a combattere, ma in grado di godere della Bellezza dell’Amore che porta nel cuore. È la storia fra due superstiti, che non intendono perdersi. Si adorano. Si sorreggono. Si scelgono ogni giorno, nella consapevolezza che l’Arte dei sentimenti salverà il mondo. C’è tensione. Tuttavia, incline al sogno, la psiche della persona potrà vivere in un microcosmo dotato di slanci affettivi sani e gesti amorosi. Ci si trasforma tante volte nel corso dell’esistenza e ogni passo è intrinsecamente legato alla dimensione finale. Tutti i sentieri che ci hanno condotto all’Amore hanno avuto un senso, anche quelli in cui abbiamo rischiato di perderci. Siamo tutte le volte che abbiamo sperato. Voluto bene. Lottato, per questo grande mare che è l’Umanità. Siamo anche tutte le volte in cui abbiamo detto no. Ci siamo astenuti da cibi tossici per la mente. La vita è un grande esercizio di digiuno. Astinenza. Pazienza che conduce alla pace. Stare soli per poi vedere meglio. “Abii ut viderem”, “Fuggii per vedere”, recita il titolo della mia Sinfonia n. 20. Io mi sono allontanato da tutto, per vedere, in primis, se magari fossi stato io quello sbagliato. Ho chiamato il mio destino col suo nome. Era un sostantivo dolce, tanto diverso da quello che mi avevano prospettato. Sono rimasto fedele al mio sentiero. Non sono più tornato indietro. Quando evolvi, poi, non vuoi più ritornare sui tuoi passi. Una voce antica annuncia la verità: non siamo fatti per soffrire e avvelenarci. Siamo creature di Luce. Quella Luce che descrivo in “Musa - Pensieri di un artista”, il mio ultimo romanzo. Io sto descrivendo da 11 anni lo stesso stato di grazia, la medesima contemplazione della Pulcritudine, l’abbraccio di un Amore sincero che non trama la tua morte. Ora desidero dire la mia, da queste righe, in questo piccolo spazio, che è divenuto una nuova dimora per la mia Arte. Sono uno che ha vissuto la sua resistenza. Avevo tutto contro. Nessuno mi narrava una speranza fattiva alla quale aggrapparmi. Mi sono dovuto costruire tutto da solo, con fatica, ma anche nella gioia. Sono fuggito per vedere e ho scorto un disegno criminale, contro me e la mia famiglia. Ho visto in faccia chi semina odio. Chi non rispetta i bambini. Chi opera il male, e questa è stata la mia tempesta, che non è durata un giorno… Ci ho messo anni a riprendere possesso del mio cuore, dei miei gesti, della mia chiarezza di pensiero. Ho scritto tanto. Per me, in primis, e perché credevo che il messaggio della mia storia potesse essere universale. Ognuno di noi ha vissuto una tempesta, dalla quale non sa bene neanche lui come abbia fatto ad uscirne, con le ossa rotte, le ferite aperte, la confusione nella mente. Allontanarsi da tutto è sempre un ottimo inizio. Poi le scelte giuste premiano. Ci vuole coraggio, però e quella nettezza nel separarsi da chi non è per noi senza sensi di colpa, senza chiedersi cosa gli altri penseranno di noi. In fondo, la vita è solo una e solo nostra, non la dobbiamo trascorrere a spiegare le nostre decisioni a nessuno. La partitura di questo 4° Movimento è conclusa. Dall'alternanza fra un tempo lento e uno veloce ha trovato la sua forma definitiva. Ora sto ascoltando il risultato conclusivo. Le idee si sono susseguite con naturalezza fin da stamani. Ora posso riposarmi. È stato uno sforzo creativo imponente. Ho composto tutte le mattine, il pomeriggio facevo lievitare in me ciò che avevo affidato ai pentagrammi. Stasera verrà a cenare da me la mia Compagna. Dobbiamo ancora decidere il titolo del 4° Movimento. Sarò felice, con lei, che ha sempre saputo farmi ridere. La riproduzione del Movimento si è conclusa. Non avrei potuto fare in altro modo: questa Sinfonia è ciò che ho in me in questo scampolo di 2019. Ora mi dimenticherò tutto, per tornare vergine. Le partiture di questi 4 Movimenti mi sono sembrate grandi sentieri. Non conosco altro destino: io so di essere un artista. Tornerò presto in Umbria, a riabbracciare i miei cari. Qui, in Emilia, ad attendermi, ci sarà quella Donna che mi ha risignificato, con la simpatia più spontanea e l'intelligenza più bella. Stamani ho perfezionato l’ultimo Movimento, salvando il file audio. Ieri sera, confrontandomi con la mia Compagna, dopo averle descritto ciò che avevo in mente componendo il 4° Movimento, siamo giunti ad una sintesi che ho usato come titolo della composizione: “Onde tumultuose”, dacché, in effetti, questa musica, oltre ad essere un combattimento, rappresenta i vari stati d’animo che una persona si trova ad affrontare dopo i tanti nubifragi dell’esistenza. Il 4° Movimento mi comunica molto, nelle sue tante dinamiche, dai piano ai forti, in un’orchestra di cui ho imparato ad apprezzare la varietà dei timbri ed il modo di mescolarli, per raggiungere una orchestrazione efficace ed espressiva. Anche nel 4° Movimento ci sono delle progressioni, cui mi sono affidato per disegnare geometrie capaci di rappresentare la complessità del mondo interno di un essere umano. “Onde tumultuose” è il titolo che ieri sera, cercando sinonimi, è scaturito dal dialogo con la mente femminile più bella che io abbia mai conosciuto. Lei sa sempre ispirarmi, per questo è Musa. Ogni artista pensa ad una persona, quando crea. Io penso a cosa direbbe mio figlio e a come reagirebbe la mia Compagna, ascoltando quelle note, o leggendo uno scritto. C’è un faro possente, nel 4° Movimento, dal quale si osserva il mare. C’è la fatica dell’ascesa. Un monte dalla Bellezza sconvolgente, ed un premio. A 45 anni, io ho trovato la mia dimensione. Scrivo, non desidero altro. Non tutti i giorni ho l’intesa perfetta con la realtà, ma di strada ne ho fatta. Non c’è rabbia, in questa composizione, solo la consapevolezza della fatica. Del procedere verso la meta, che, a volte, ci sembra irraggiungibile. In realtà, la meta è dentro ogni nostro passo. Si può sperimentare la gioia qui ed ora. Nel 4° Movimento, ci sono momenti affidati ai legni che mi fanno pensare a qualcosa di profondamente maestoso, come un Eden fra gli uomini. Avevo desiderio di comporre questi suoni. Li ho considerati preziosi dalla prima mattina in cui mi sono messo a pensare a frequenze, intensità e durate. Sono fiero di questa creatura musicale. L'ho portata alla luce con tutto l'amore che ho. È sempre un momento particolare quello in cui decido di scrivere per l'orchestra sinfonica. Urge una nuova concezione della vita umana. Studiosi dicono che siamo sul punto di far nascere una nuova Umanità e che la spinta al cambiamento la avvertono molte persone, sotto la propria pelle. Io vorrei tanto che fosse così. L'ho scritto in "Musa - Pensieri di un artista". C'è necessità di una visione, il resto troveremo il modo di renderlo più bello possibile. Sono nel silenzio. Sento il fruscio dei viali e il ticchettio dei tasti, ora che rifletto sulla natura intrinseca della Sinfonia n. 20 - "Abii ut viderem". Sono andato via e ho visto. Ho realizzato. Ho riflettuto, ed, alla fine, ho potuto constatare quanto ognuno abbia fatto il meglio che potesse. La vita è perenne sperimentazione. È guarigione. È ricerca di un gesto autentico con cui dire: "Mi prendo cura di te". Amare rende felici. Siamo nati per vedere l'altro gustare un nostro piatto e stare bene. Tutto il resto non conta. Conta solo se ci sei, nella vita di chi hai scelto. Sono fuggito perché la sofferenza era troppa. Ho costruito il mio microcosmo, nel quale le suadenti promesse di un mondo triste non entrano. Per ulteriore sicurezza, riascolto il 4° Movimento. È in atto una profonda trasformazione del Genere umano, dicevamo. Filosofi ed antropologi di una certa sensibilità e tendenza ne danno l’annuncio. L’Umanità è in viaggio verso la sua vita migliore, ma non senza un combattimento. C’è anche una parte che non vuole trasformarsi, rimanendo ancorata a spinte distruttive. Sarà necessario vedere come questa transizione avverrà e quando sarà possibile dire di vivere in un mondo più giusto e bello. Sano. Creativo. Io ho descritto la Nuova Era di Luce nel mio romanzo, “Musa - Pensieri di un artista” e non rinnego la mia impostazione. Qualcuno la vedrà quell’epoca, ne sono convinto, sarebbe bello se la vedessimo anche noi nel nostro tempo rimanente. “Abii ut viderem” è un inno a quell’Umanità che non vuole più inganni. Mistificazioni. Abusi. Sono qui, nel mio piccolo studiolo, dal quale sono partiti tanti segnali negli ultimi anni. Come ho sempre scritto, nella mia nuova vita, nella Nuova Era di Luce, ci sarà bisogno di grande Arte. Storie. Sculture. Bellezza. Non accetterò mai una sconfitta, finché avrò vita, dacché ho visto, con i miei occhi, la grazia dell’Amore nei gesti armoniosi di una eterna ragazza. Perché ho sentito ridere di gusto mio figlio, per cose esilaranti. Perché ho ascoltato le sagge parole di una madre che vuole ancora star bene. Non abbiamo altro se non i nostri affetti. È questa la verità. È questo il vero tesoro. È in atto un eterno combattimento, dentro di noi, che segna l’incedere di tutta la tribù umana. Solo l’Amore ci salverà, dacché Amore è Bellezza. Oggi è un bel giorno. Affido al Genere umano questa mia Sinfonia, che è frutto di sacrificio e concentrazione, dedizione e passione… E che la musica sia il suono della matematica, per sempre… Voglio augurare a chi frequenta queste pagine una giornata all’insegna di ciò che amate, fosse anche una pianta di basilico in terrazzo. Il 4° Movimento vede l’alternanza di due tempi, uno adagio e l’altro allegro, contemplazione ed azione, pensiero e gesto, mondo interno e lotta contro la stupidità. Mi auguro che stiate bene. Possa la Bellezza essere intorno a voi e l'armonia nel vostro mondo interno...
¡Buen viento, Marineros!