Signals of light - The new album
Buongiorno, Viandanti!
Come state?
Mi auguro che la vita vi arrida...
Stamani, comunico la nascita della raccolta “Signals of light”, il mio ultimo lavoro musicale, 4 brani che narrano una storia, con i suoni. Le tracce sono:
1. “Crimson rain - Part one”
2. “Reddish leaf”
3. “Signals of light”
4. “Crimson rain - Part two”
È stato un processo compositivo abbastanza tortuoso, ho dovuto correggere e rielaborare, ma, alla fine, con un po’ di calma, il mosaico si è disvelato nella sua complessa immagine. Come stavo dicendo nei giorni precedenti, “Signals of light” è un progetto, che intende inserirsi nella Nuova Era di Luce, corrente letteraria e musicale che ho deciso di rendere pubblica, ed aperta alle adesioni. Quando si ultima la fase di labor limae di un’opera, ci si sente sempre un po’ orfani. Le ore che abbiamo dedicato alla stesura di un lavoro ci legano affettivamente a quei segni. Io ho amato ogni mia singola virgola, tutte le frasi musicali che ho ideato e sarebbe patologico il contrario. Quest’album musicale prende corpo dall’osservazione della natura, cui, col tempo, sono stato sempre più attento. “Crimson rain”, come potete notare, è divisa in 2 parti, una iniziale ed una conclusiva. È stato il brano che mi è costato di più, in termini di attenzione ai segni. Ho trovato una serie di note che rappresentassero al meglio il mio stato d’animo e l’ho fatta diventare un leitmotiv, che si ritrova sia nella prima che nella seconda sezione. Alla chitarra elettrica ho quindi affidato 4 note, che dipingessero, in una assoluta ricerca dell’essenziale, l’atmosfera che stavo cercando di descrivere. L’album è pieno di dissonanze, cui affido il senso di moto delle armonie. Ho riflettuto sulla possibilità di comporre qualcosa che rappresentasse il mio autunno 2018 e credo di esserci riuscito. Il freddo, che giungerà, porterà con sé l’opportunità di guardare dalla finestra la neve, bere un buon tè ed ascoltare grande musica, magari mentre si prepara qualcosa da mangiare per le persone che si amano. “Signals of light”, “Segnali di luce”, è un altro concept album, incentrato sull’autunno. Tutti noi siamo nel tempo che viviamo. Io affido, a questa stagione di foglie rossicce, una speranza. Mi auguro che tutto vada bene, per me ed il mio nucleo. Questo intende comunicare la mia musica... Osservo la gente. Ieri sono stato in viaggio per l’Italia centrale, in treno, come sempre e mi sono chiesto quante persone incontrate per caso lungo i binari fossero realmente felici. Forse tante, forse poche, non saprei, ma il mio pensiero è andato all’opportunità che la gente potesse essere davvero lieta. La mia meta è giunta con piacere. Lo spostamento per le varie regioni si è mosso su una costante armonia. Sono giunto a destinazione e ho osservato due monumenti a me cari. Mi sono messo subito all’opera, dacché desideravo concludere il 4° brano, per il quale ho composto una unità rock. Le composizioni sono tutte progressive. È il genere che amo. C’è una continua mescolanza di parti dotte e rock. Ci sono gli strumenti dell’orchestra sinfonica e quelli della migliore tradizione anni ’70, con una ricerca sul suono. A me non interessa scrivere tante note, bensì vergarne poche ma belle. Mi preoccupa il sound complessivo delle varie atmosfere acustiche, non il mero virtuosismo... Sto affrontando la mia sperimentazione con la giusta dose di coraggio. Non mi spaventa un nuovo accordo desueto, un nuovo timbro da affidare ad una tastiera, un ritmo da me mai provato da scrivere per le percussioni. Credo che questo sia l’atteggiamento corretto. “Signals of light” è una nuova tappa. Cammino con i miei segni. Ad ogni opera nuova, sposto il mio incedere verso qualcosa che si preannuncia all’orizzonte. La speranza è sempre quella di aver fatto un buon lavoro, ma questo lo deve dire la persona che, entrando in queste pagine, ascolta i miei suoni. Io, di sicuro, ce la metto tutta. Questo album è dedicato alla persona che mi continua a scegliere ogni giorno: la mia Musa...
Buon vento, Marineros!
Come state?
Mi auguro che la vita vi arrida...
Stamani, comunico la nascita della raccolta “Signals of light”, il mio ultimo lavoro musicale, 4 brani che narrano una storia, con i suoni. Le tracce sono:
1. “Crimson rain - Part one”
2. “Reddish leaf”
3. “Signals of light”
4. “Crimson rain - Part two”
È stato un processo compositivo abbastanza tortuoso, ho dovuto correggere e rielaborare, ma, alla fine, con un po’ di calma, il mosaico si è disvelato nella sua complessa immagine. Come stavo dicendo nei giorni precedenti, “Signals of light” è un progetto, che intende inserirsi nella Nuova Era di Luce, corrente letteraria e musicale che ho deciso di rendere pubblica, ed aperta alle adesioni. Quando si ultima la fase di labor limae di un’opera, ci si sente sempre un po’ orfani. Le ore che abbiamo dedicato alla stesura di un lavoro ci legano affettivamente a quei segni. Io ho amato ogni mia singola virgola, tutte le frasi musicali che ho ideato e sarebbe patologico il contrario. Quest’album musicale prende corpo dall’osservazione della natura, cui, col tempo, sono stato sempre più attento. “Crimson rain”, come potete notare, è divisa in 2 parti, una iniziale ed una conclusiva. È stato il brano che mi è costato di più, in termini di attenzione ai segni. Ho trovato una serie di note che rappresentassero al meglio il mio stato d’animo e l’ho fatta diventare un leitmotiv, che si ritrova sia nella prima che nella seconda sezione. Alla chitarra elettrica ho quindi affidato 4 note, che dipingessero, in una assoluta ricerca dell’essenziale, l’atmosfera che stavo cercando di descrivere. L’album è pieno di dissonanze, cui affido il senso di moto delle armonie. Ho riflettuto sulla possibilità di comporre qualcosa che rappresentasse il mio autunno 2018 e credo di esserci riuscito. Il freddo, che giungerà, porterà con sé l’opportunità di guardare dalla finestra la neve, bere un buon tè ed ascoltare grande musica, magari mentre si prepara qualcosa da mangiare per le persone che si amano. “Signals of light”, “Segnali di luce”, è un altro concept album, incentrato sull’autunno. Tutti noi siamo nel tempo che viviamo. Io affido, a questa stagione di foglie rossicce, una speranza. Mi auguro che tutto vada bene, per me ed il mio nucleo. Questo intende comunicare la mia musica... Osservo la gente. Ieri sono stato in viaggio per l’Italia centrale, in treno, come sempre e mi sono chiesto quante persone incontrate per caso lungo i binari fossero realmente felici. Forse tante, forse poche, non saprei, ma il mio pensiero è andato all’opportunità che la gente potesse essere davvero lieta. La mia meta è giunta con piacere. Lo spostamento per le varie regioni si è mosso su una costante armonia. Sono giunto a destinazione e ho osservato due monumenti a me cari. Mi sono messo subito all’opera, dacché desideravo concludere il 4° brano, per il quale ho composto una unità rock. Le composizioni sono tutte progressive. È il genere che amo. C’è una continua mescolanza di parti dotte e rock. Ci sono gli strumenti dell’orchestra sinfonica e quelli della migliore tradizione anni ’70, con una ricerca sul suono. A me non interessa scrivere tante note, bensì vergarne poche ma belle. Mi preoccupa il sound complessivo delle varie atmosfere acustiche, non il mero virtuosismo... Sto affrontando la mia sperimentazione con la giusta dose di coraggio. Non mi spaventa un nuovo accordo desueto, un nuovo timbro da affidare ad una tastiera, un ritmo da me mai provato da scrivere per le percussioni. Credo che questo sia l’atteggiamento corretto. “Signals of light” è una nuova tappa. Cammino con i miei segni. Ad ogni opera nuova, sposto il mio incedere verso qualcosa che si preannuncia all’orizzonte. La speranza è sempre quella di aver fatto un buon lavoro, ma questo lo deve dire la persona che, entrando in queste pagine, ascolta i miei suoni. Io, di sicuro, ce la metto tutta. Questo album è dedicato alla persona che mi continua a scegliere ogni giorno: la mia Musa...
Buon vento, Marineros!