Ciò che resta
Salve, Viandanti e Ricercatori del Sole! Come state? Oggi provo a fare un resoconto delle mie esperienze estive, che mi hanno condotto fin qui, fra le braccia di un autunno rosso. Ho scalato montagne insieme alla mia Musa. Ho gustato un buon gelato con mia madre. Ho preparato della buona carne per mio figlio. La canicola non ha portato brutte notizie: i miei cari stavano bene e rimanere in loro compagnia è stato davvero bello. A settembre alcune novità mi hanno esortato ad adattarmi al cambiamento, con una predisposizione dell’animo che poi ho scoperto essere benevola e propositiva. Ho mondato il mio pensiero, affinché fosse lineare e pulito. Ho scritto per tutto il tempo che ho potuto. La mattina, prima di partire con il mio Amore per nuove destinazioni, mi ascoltavo per percepire la possibilità di avere nuovi suoni in me, da immortalare. Qualche volta ho scritto anche la sera, di ritorno dalle nostre passeggiate. Non ho ancora un nuovo testo organico cui dedicare le mie lettere, il romanzo è online da 6 mesi e scrivo solo su Facebook, saltuariamente e sul mio sito “Tannhauser - Un Mondo di suoni e parole”, quasi tutti i giorni. Seguo lo sviluppo politico del mondo. Non mi stancherò mai di pensare possibile un cambiamento a livello planetario, con il ritorno del buon senso e dell’intelligenza che rende nobile l’esistenza delle persone. Tempo fa, scrissi una definizione: “Gli ultimi cantori”, significando proprio come chi fa Arte, in questo scampolo di secolo, creando uno spaccato delle istanze e delle problematiche del tempo moderno, è un cantore, prima della nascita di qualcosa di nuovo, che getterà le basi per una convivenza pacifica delle persone. La realtà, come ho imparato da una intervista, si muove in modo oscuro, nei meandri dei comportamenti della gente, nelle decisioni internazionali, nei gesti quotidiani come conferire adeguatamente la propria spazzatura. Tutto, però, è connesso. Ogni cosa è inscindibilmente legata all’altra, perché siamo, come individui, un’unità corpo - mente e, a livello universale, determiniamo un corpo fatto di una miriade di membra innalzate al cielo, verso cui trasmettere il nostro segnale di creature di Luce. La civiltà umana è davvero grande. Inutile qui stare a sottolineare la vastità di significati delle mani di Maurizio Pollini o la bellezza di un ponte romano. Noi siamo belli, ecco, l’ho detto per l’ennesima volta. Sogno un mondo autentico, non plastica che avvolge tutti i sentimenti dell’uomo, rendendoli tossici. Ho il diritto di vedere un cosmo fatto di Bellezza, Bontà e Verità. Di pensare che l’Inno alla gioia musicato da Beethoven abbia ancora un senso e rappresenti un modello di società da realizzare con la buona volontà di chiunque voglia far parte di una Umanità risvegliata. Ho 45 anni. Una tempesta micidiale stava per uccidermi, nella prima metà della mia esistenza. Vivo da 11 anni la storia d’Amore più bella della mia vita. Sono cambiato. Mi sono accettato, ho pulito la dimora della mia Psiche e, per ciò che serviva, ho gettato tante cose nella pattumiera. Mi sono ritrovato solo, davanti ad un computer, prima di abbracciare la mia Compagna, a scrivere la mia storia, il dramma di chi voleva soltanto vivere senza che la realtà glielo permettesse. Ho appreso l’arte di danzare con il mondo, di creare, come ho detto, l’armonia sopra la precarietà, sempre pronto a modellarmi in nuove forme. In potenza, ogni singolo istante, può accadere tutto ed il contrario di tutto e bisogna essere pronti e ricettivi. La realtà andrà come deve andare, è inutile combatterla, come su un ring. Molto meglio trasformarsi con essa, in essa, grazie ad essa. Non voglio conflitti. Rispetto la gente. Rifuggo ogni forma di potenziale psicosi collettiva che possa portare questo mondo al suicidio. Sono in pace. Non desidero altro. Io amo le mie cose. Adoro il suono dei tasti del mio computer. Il profumo del curry nella mia cucina. La voce melodiosa della mia Musa. È così che sono diventato ricco. Sono un artista. Mi auguro che il Genere umano si muova verso la Luce, che è Bellezza. Sono lieto dei miei giorni. Me li sono guadagnati col sangue. Sono un uomo felice di essere uomo, come un delfino è felice di essere delfino. La gentilezza nella voce di una signora che gioca con un bambino. L’orgoglio di un nonno che esalta la bravura di suo nipote. Il calore con cui una cassiera chiacchiera con una cliente anziana che le descrive una ricetta. Il sorriso, carico di infiniti significati buoni, che una adolescente riserva ad un coetaneo che forse diventerà il suo fidanzato. Il “Grazie” sentito di un figlio che riceve il Bene. Sì, noi siamo proprio belli. Meglio essere semplici e leggeri, anziché cervellotici e pesanti. Meglio alzarsi la mattina, pensando: “Chissà cosa posso fare di buono oggi?”, e ringraziare, dacché ogni giorno è davvero un immenso dono. Mi sono dato da fare, in questa estate 2019, per tutti i miei cari. Non mi sono risparmiato. Era vitale per me vederli sereni e gioiosi. Da qualche giorno, avverto il bisogno di far riposare il mio corpo e la mia mente. Mi dedico alle mie attività con costanza inferiore alla media, ma non ho abbandonato il sito e la mia musica. Troverò un nuovo equilibrio sopra le cose, sul basso continuo della quotidianità da colorare di Pulcritudine. Tornerò alla mia solita mattinata di scrittura e, magari, un giorno prossimo, deciderò di inaugurare una prosa che mi rappresenti, da commentare con suoni vergini. Mi punge vaghezza di una storia per adulti, con un continuo background di ironica leggerezza. Ne sto discutendo da tempo con la mia Musa, che mi ritiene capace di una operazione letteraria del genere. Un giorno tornerò sul passo del Monte Cimone e, sulla vetta, ammirerò la Croce arcana. Non sarò solo. La mia Compagna scatterà nuove foto, col suo occhio capace di vedere l’immagine prima dello scatto e ci sembrerà di camminare ad un passo dalle nuvole…
Salve, Viandanti e Ricercatori del Sole! Come state? Oggi provo a fare un resoconto delle mie esperienze estive, che mi hanno condotto fin qui, fra le braccia di un autunno rosso. Ho scalato montagne insieme alla mia Musa. Ho gustato un buon gelato con mia madre. Ho preparato della buona carne per mio figlio. La canicola non ha portato brutte notizie: i miei cari stavano bene e rimanere in loro compagnia è stato davvero bello. A settembre alcune novità mi hanno esortato ad adattarmi al cambiamento, con una predisposizione dell’animo che poi ho scoperto essere benevola e propositiva. Ho mondato il mio pensiero, affinché fosse lineare e pulito. Ho scritto per tutto il tempo che ho potuto. La mattina, prima di partire con il mio Amore per nuove destinazioni, mi ascoltavo per percepire la possibilità di avere nuovi suoni in me, da immortalare. Qualche volta ho scritto anche la sera, di ritorno dalle nostre passeggiate. Non ho ancora un nuovo testo organico cui dedicare le mie lettere, il romanzo è online da 6 mesi e scrivo solo su Facebook, saltuariamente e sul mio sito “Tannhauser - Un Mondo di suoni e parole”, quasi tutti i giorni. Seguo lo sviluppo politico del mondo. Non mi stancherò mai di pensare possibile un cambiamento a livello planetario, con il ritorno del buon senso e dell’intelligenza che rende nobile l’esistenza delle persone. Tempo fa, scrissi una definizione: “Gli ultimi cantori”, significando proprio come chi fa Arte, in questo scampolo di secolo, creando uno spaccato delle istanze e delle problematiche del tempo moderno, è un cantore, prima della nascita di qualcosa di nuovo, che getterà le basi per una convivenza pacifica delle persone. La realtà, come ho imparato da una intervista, si muove in modo oscuro, nei meandri dei comportamenti della gente, nelle decisioni internazionali, nei gesti quotidiani come conferire adeguatamente la propria spazzatura. Tutto, però, è connesso. Ogni cosa è inscindibilmente legata all’altra, perché siamo, come individui, un’unità corpo - mente e, a livello universale, determiniamo un corpo fatto di una miriade di membra innalzate al cielo, verso cui trasmettere il nostro segnale di creature di Luce. La civiltà umana è davvero grande. Inutile qui stare a sottolineare la vastità di significati delle mani di Maurizio Pollini o la bellezza di un ponte romano. Noi siamo belli, ecco, l’ho detto per l’ennesima volta. Sogno un mondo autentico, non plastica che avvolge tutti i sentimenti dell’uomo, rendendoli tossici. Ho il diritto di vedere un cosmo fatto di Bellezza, Bontà e Verità. Di pensare che l’Inno alla gioia musicato da Beethoven abbia ancora un senso e rappresenti un modello di società da realizzare con la buona volontà di chiunque voglia far parte di una Umanità risvegliata. Ho 45 anni. Una tempesta micidiale stava per uccidermi, nella prima metà della mia esistenza. Vivo da 11 anni la storia d’Amore più bella della mia vita. Sono cambiato. Mi sono accettato, ho pulito la dimora della mia Psiche e, per ciò che serviva, ho gettato tante cose nella pattumiera. Mi sono ritrovato solo, davanti ad un computer, prima di abbracciare la mia Compagna, a scrivere la mia storia, il dramma di chi voleva soltanto vivere senza che la realtà glielo permettesse. Ho appreso l’arte di danzare con il mondo, di creare, come ho detto, l’armonia sopra la precarietà, sempre pronto a modellarmi in nuove forme. In potenza, ogni singolo istante, può accadere tutto ed il contrario di tutto e bisogna essere pronti e ricettivi. La realtà andrà come deve andare, è inutile combatterla, come su un ring. Molto meglio trasformarsi con essa, in essa, grazie ad essa. Non voglio conflitti. Rispetto la gente. Rifuggo ogni forma di potenziale psicosi collettiva che possa portare questo mondo al suicidio. Sono in pace. Non desidero altro. Io amo le mie cose. Adoro il suono dei tasti del mio computer. Il profumo del curry nella mia cucina. La voce melodiosa della mia Musa. È così che sono diventato ricco. Sono un artista. Mi auguro che il Genere umano si muova verso la Luce, che è Bellezza. Sono lieto dei miei giorni. Me li sono guadagnati col sangue. Sono un uomo felice di essere uomo, come un delfino è felice di essere delfino. La gentilezza nella voce di una signora che gioca con un bambino. L’orgoglio di un nonno che esalta la bravura di suo nipote. Il calore con cui una cassiera chiacchiera con una cliente anziana che le descrive una ricetta. Il sorriso, carico di infiniti significati buoni, che una adolescente riserva ad un coetaneo che forse diventerà il suo fidanzato. Il “Grazie” sentito di un figlio che riceve il Bene. Sì, noi siamo proprio belli. Meglio essere semplici e leggeri, anziché cervellotici e pesanti. Meglio alzarsi la mattina, pensando: “Chissà cosa posso fare di buono oggi?”, e ringraziare, dacché ogni giorno è davvero un immenso dono. Mi sono dato da fare, in questa estate 2019, per tutti i miei cari. Non mi sono risparmiato. Era vitale per me vederli sereni e gioiosi. Da qualche giorno, avverto il bisogno di far riposare il mio corpo e la mia mente. Mi dedico alle mie attività con costanza inferiore alla media, ma non ho abbandonato il sito e la mia musica. Troverò un nuovo equilibrio sopra le cose, sul basso continuo della quotidianità da colorare di Pulcritudine. Tornerò alla mia solita mattinata di scrittura e, magari, un giorno prossimo, deciderò di inaugurare una prosa che mi rappresenti, da commentare con suoni vergini. Mi punge vaghezza di una storia per adulti, con un continuo background di ironica leggerezza. Ne sto discutendo da tempo con la mia Musa, che mi ritiene capace di una operazione letteraria del genere. Un giorno tornerò sul passo del Monte Cimone e, sulla vetta, ammirerò la Croce arcana. Non sarò solo. La mia Compagna scatterà nuove foto, col suo occhio capace di vedere l’immagine prima dello scatto e ci sembrerà di camminare ad un passo dalle nuvole…
¡Buen viento, Marineros!