Percorsi
Sorseggio il mio caffè amaro. Guardo il viale alberato, nel quale operai attenti stanno facendo un lavoro di riqualificazione. Sono nel mio studiolo, dove sono nate tutte le mie opere negli ultimi anni. Ascolto la voce allegra della mia Compagna in un messaggio vocale. Il mio percorso, negli ultimi giorni, mi ha portato a riflettere, isolarmi dal mondo per comprendere. I miei pensieri si erano incupiti, leggendo le news dal mondo. Non posso rimanere sereno se l'Amazzonia brucia, con dolo. Tuttavia, non posso nemmeno farmi inquinare da un sistema di potere di cui ho tanto scritto e che non contempla la gioia dell'Umanità. Occorre la giusta distanza, come scrivo in un capitolo di "Musa - Pensieri di un artista", il mio romanzo. Sono in silenzio e faccio silenzio, in me, nei miei percorsi emotivi, nel flusso di pensieri liberi che si snodano lungo la cordigliera della giornata. È stata la mia Musa a rendersi conto che stavo masticando amaro, per via di vicende nazionali e non, ed è stata lei a suggerirmi di non lasciare che le notizie potessero squassare il mio stato d'animo. Così, il giorno dopo, mi sono messo all'opera. Ho evitato che il mondo entrasse in casa mia. Mi sono adagiato sui miei ritmi placidi, senza frenesia. Ho ricomposto il mio microcosmo, fatto di lettere, suoni, passeggiate e faccende domestiche. Da quando, all'inizio di Agosto 2019, sono tornato dall'Umbria, ho elaborato la mia 19° Sinfonia, che verte attorno al concetto di tempo, la più grande risorsa che abbiamo. Sono soddisfatto del risultato. Questa Sinfonia è stata composta negli scampoli di tempo fra una gita e l'altra con la mia Compagna e ha significato molto, per me, proprio come attenzione al tema trattato: il fluire maestoso del tempo ed il modo in cui noi scegliamo di viverlo. La vita è, semplicemente, una continua decisione. A volte non ci pensiamo, ma anche nel compiere un gesto quotidiano, noi operiamo una scelta. Come usare il nostro tempo è un'operazione essenziale, che, se ci pensiamo bene, ci qualifica come individui. Posso dire quindi che, ritornato in Emilia, ho deciso di comporre, scrivere qualche parola ogni tanto e vivere momenti di gioia con la mia Musa, in giro per l'Italia centrale. Ho visto, insieme a lei, paesaggi sublimi, camminando per sentieri di montagna, avvolti da boschi silenziosi e freschi, che profumavano di buono. Ho visitato città. Ho riso, passeggiando per i vicoli, ascoltando le storie buffe che lei sa sempre raccontarmi con dovizia di particolari. Alla fine, conta come ti godi ciò che hai, senza crucciarti per tutto quello che non possiedi, che, forse, non ti darebbe neanche quello che cerchi. Occorre desiderarla quella tazzina da caffè che scegli dalla credenza, per il rito della tua bevanda preferita. Guardare sempre a ciò che si potrebbe avere è sintomo di infelicità. Non porta da nessuna parte. Ti fa solo macinare amarezza. Ognuno ha almeno un impedimento serio che gli preclude la gioia più appagante e non deve accadere che, a causa di esso, tu non viva bene. Non esiste persona totalmente libera. C'è, nella realtà di tutti, almeno un elemento, conficcato nello sterno, che ci limita. Circoscrive il nostro raggio d'azione. Ci obbliga a delle rinunce. Questo vale per tutti, nessuno escluso. L'obiettivo è vivere bene lo stesso. Amare ciò che è nostro. Desiderarlo appassionatamente. Valutarlo come prezioso, unico, irripetibile. Io ho un figlio, una fidanzata, una madre e una casa. Mi sono costruito l'opportunità di scrivere i miei pensieri, le mie meditazioni, i suoni che strimpello su una vecchia tastiera, per giungere a costrutti musicali che, almeno per me, abbiano un senso ed una profondità. Vivo un tempo esteso, nella mia dimora, un flusso di attimi cui ho deciso di dare un preciso significato. Il tempo è ciò che ci identifica, ciò che ci individua come esseri umani. Ho il diritto di vedere dove mi porterà questo sentiero, frutto di mille percorsi, a volte seguiti fino in fondo, altre volte abbandonati. Sono in una storia d'amore totalizzante con una Ninfa scintillante dal cuore d'oro, che mi stupisce ogni giorno con la sua intelligenza. Siamo nel tunnel di un'epoca con tante contraddizioni, a tratti feroci, che non devono dimorare in noi perché ci porterebbero ad implodere. Ogni uomo regge una quantità di realtà variabile. Colui che è profondamente sensibile si può ammalare per un "No" detto con sgarbo. Molti crollano sotto la scure di questo inizio secolo. Non si sentono accettati, per mille motivi. Non si sentono amati. Non vedono una via d'uscita. L'umanità dovrebbe abbracciarli, farli sentire a casa, ma il guaio è che quasi tutti sono incentrati sulla propria necessità di sopravvivere, trascurando il legame con l'altro. Siamo al "Si salvi chi può", già da diversi anni. Chissà cos'altro debba succedere per farci cambiare senso di marcia? Io sono qui ed aspetto, fiducioso, perché non posso accettare che questo sia l'inizio della fine. Disponibile ad aderire a una proposta nuova che abbia come centro il benessere delle persone. Scrivo da tanti anni, ormai e non ho mai rinnegato la mia impostazione: l'arte che indicherà la Bellezza e salverà il mondo. Compongo in forme diverse, anche Sinfonie, come sa chi segue queste pagine. Qualcuno si potrebbe chiedere che senso abbia scrivere una Sinfonia nel 2019 ed io rispondo che oggi, più che mai, si ha bisogno di un respiro universale partorito dai suoni delle varie famiglie di strumenti. Bernstein diceva che maggiore è la violenza, più i musicisti devono suonare con amore e devozione. Credo che compito di un compositore moderno sia elevare gli animi. Far respirare le menti. Creare paesaggi sonori di inaudita bellezza. Così come lo scrittore. Nel romanzo "Musa - Pensieri di un artista" dipingo l'opportunità di essere felici. Felicità, questa parola scomparsa dal dizionario del terzo Millennio, per far posto a tanti effimeri surrogati. È importante, con tutti i vettori artistici, tornare a narrare di parole antiche, che non hanno mai perso il loro fascino. Si deve raccontare la gioia. Si deve raccontare la trasformazione di un individuo che rinasce. Si deve parlare di quel "Noi" che ha ancora un senso specifico. Non è vero che siamo tutti soli. Ci vogliono soli, ma basta sorridere ad un bambino che non siamo più soli. L'altro giorno ho chiacchierato amabilmente con un signore. È stato davvero bello. Era la prima volta che ci rivolgevamo la parola. Si può. Si deve. Guardo i miei libri. In mezzo c'è anche la tesina della Maturità di mio figlio. Sorrido. Quel lavoro di equipe ci ha unito tanto. Ci sono le piccole gioie quotidiane e anche i grandi traguardi, per i quali lavorare con amore. È come scegliamo di trascorrere il nostro tempo che fa la differenza. Negli ultimi giorni, ho riflettuto. Il silenzio è stato mio fido compagno. Ho il diritto di indignarmi per le ingiustizie, ma ho anche il dovere di star bene, essere leggero, ridere come un bambino, visto che questa vita può essere meravigliosa, una volta operate le giuste scelte... Pian piano, giorni fa, stavo permettendo che la bruttezza mi rattristasse. Devo rimanere vigile, perché questo rischio è sempre presente, almeno per me. Sto lavorando ad un nuovo progetto attorno alla figura di S. Francesco d'Assisi, dopo essere stato, giorni fa, nella cittadina umbra ed aver respirato quell'afflato cosmico che il grande uomo ha lasciato a tutto il mondo, credenti e non. Finora ho elaborato alcune parti musicali, sebbene non riesca ad essere costante nella creazione. La Sinfonia n. 19 mi è costata molto, in termini di rielaborazione e scavo interiore. Sono nel mio habitat. Il ventilatore e il rumore dei viali infrangono il mio silenzio. È fondamentale avere un costante rapporto col proprio mondo interno e correggere la rotta quando necessario. Vi auguro buona serata...