De Musae oculis
De Musae oculis - Tracce
1. De virgini quae a mare prodit (La vergine che emerge dal mare)
2. Vi atque firmitati (Alla forza e alla fermezza)
3. De fuga ex mundo (La fuga dal mondo)
4. De congressione (L'incontro)
5. De oculis tuis (I tuoi occhi)
6. De amore qui terminum non experitur (L'amore che non sperimenta confini)
7. De sublimi imagine (L'immagine sublime)
2. Vi atque firmitati (Alla forza e alla fermezza)
3. De fuga ex mundo (La fuga dal mondo)
4. De congressione (L'incontro)
5. De oculis tuis (I tuoi occhi)
6. De amore qui terminum non experitur (L'amore che non sperimenta confini)
7. De sublimi imagine (L'immagine sublime)
Il lavoro che avanza
Buongiorno, Viandanti!
Come è stato il vostro risveglio?
Stamani gradirei parlarvi del mio nuovo lavoro musicale, che, in un primo tempo recava un titolo in inglese: “Muse’s eyes”, ma, col tempo, ho sentito forte il desiderio di usare una lingua cui sono legato dai tempi del liceo: il latino. Pertanto “Muse’s eyes” si è trasformato in “De Musae oculis”, “Gli occhi della Musa”, mantenendo il significato della definizione originaria. Siccome stavo lavorando, pensando i titoli in inglese, all’inizio, il primo brano che ho deciso di scrivere è stato “Strong and stable”, “Forte e stabile”, dacché la persona che intendevo descrivere con i suoni è davvero una roccia. Anche questo titolo è stato trasformato in latino, da pochi minuti, ed è diventato “Vi atque firmitati”, “Alla forza e alla fermezza”. Attualmente, i brani che ho composto sono sei e credo che la dimensione finale di questo lavoro intimista sia questa. Queste composizioni rappresentano una importante introspezione, all’interno dei processi con cui guardo il mondo e le persone. In questi giorni, stavo pensando a come ogni uomo dovrebbe avere una Musa. Sarebbe molto bello e la violenza verrebbe estinta. I brani si sono succeduti rapidamente, nella stesura di questi giorni, dacché ho sentito fortemente il desiderio di ritrarre, con la musica, la mia Musa, la compagna con cui vivo da più di dieci anni, dopo aver raggiunto importanti traguardi personali e di coppia. Sono alla ricerca di qualcosa di davvero buono da scrivere. Una forma di Bellezza che duri nel tempo. Che non si corrompa o estingua. Credo che amare sia per l’eternità. Ritengo che un sentimento puro sia per sempre. Sono un romantico… Le giornate fluiscono come un grande fiume. Nella ridente campagna bolognese c’è aria di Natale. Io osservo e rifletto. La musica mi abbraccia. Non potrei immaginarmi un destino più bello di quello di scrivere parole e suoni, in una successione che conduce alla esatta immagine degli elementi interni di un essere umano. La ricerca continua, come scrivo nella “Postfazione” del mio romanzo, “Musa - Pensieri di un artista”, per la cui pubblicazione mi sto dando da fare, cercando di adottare il sistema migliore. Le news dal mondo, molto spesso, sono orribili. Sento che i miei occhi non le vogliono leggere. Non riesco a capacitarmi di come, di fronte a una maestosa Bellezza dell’Universo, molti uomini scelgano di fare del male, causare dolore, uccidere la speranza. Questo mondo va riscritto, assolutamente. Occorrerà tutta l’intelligenza di chi vorrà partecipare alla costruzione di una nuova forma di vita umana sul pianeta Terra. Sono fiducioso. Nessun regno malvagio dura in eterno. Ho raggiunto una dimensione significativa con la mia nuova musica, circa quaranta minuti. Credo che non comporrò nuove unità, ma limerò tutto quello che ho scritto finora. “De Musae oculis” è una raccolta importante, nella mia vita: essa segna la scansione del mio cuore, la prospettiva, la visione… Sono fiero delle mie note, le ho sentite dentro di me con vigore. Il lavoro, come dicevo, è intimista. Verte intorno all’opportunità di descrivere il mondo incantato di una creatura sublime, che, nonostante tutte le difficoltà di una vita con aspre mareggiate, non ha mai cessato di ricercare il vero ed il bello, l’arte e la sanità… La sperimentazione musicale avanza: sto verificando la bontà di nuovi agglomerati accordali, nuovi ritmi e quella ricerca di nuovi timbri che creino una suggestiva mescolanza fra classico e dotto e rock progressive, genere cui sono legato da profondo amore. Il disco, che nascerà, sarà essenziale. Non ci sono fronzoli. Manierismi. Inutili virtuosismi. È tutto nella dimensione del piccolo. Sto lavorando al cesello. Sono convinto di poter fare qualcosa di buono. Spero che voi visitatori del mio sito web possiate apprezzare l’evoluzione della scrittura e trovare buone le note che ho affidato alle partiture. Vi auguro buona giornata.
Che la vita vi arrida…
Buon vento, Marineros!
7. De sublimi imagine
"De sublimi imagine" è il settimo e conclusivo brano musicale della mia nuova raccolta, "De Musae oculis". Per una successione di circostanze, è il primo che abbia trovato una fisionomia definitiva. È la descrizione dell'istante in cui un essere umano intercetta la Bellezza e la contempla. Il brano ha due unità fondamentali e una coda. La prima struttura in Sol maggiore, la seconda in Si minore, con coda in maggiore. È un ulteriore tentativo di unire dotto e sperimentale, classico e rock, barocco e progressive. Spero comunichi qualcosa. Buon vento, Marineros!
Riflessioni sul lavoro
Buongiorno, Viandanti!
Come state?
Ieri ho postato nuova musica dal mio nuovo album e stamani rifletto. Le composizioni sono nate da una precisa esigenza di rappresentare, con i suoni, la persona che mi ha cambiato la vita. A più riprese, nel corso dei nostri dieci anni insieme, ho tentato di descriverla, con parole ed agglomerati accordali. Tuttavia, sono ancora alla ricerca di strumenti che la ritraggano al meglio. Questo disco, "De Musae oculis", "Gli occhi della Musa" è cresciuto in me negli ultimi tempi. All'inizio come una sola composizione, successivamente come un concept album, che narrasse il mio stupore innanzi alla Pulcritudine della persona che intendevo dipingere. "De Musae oculis" è una raccolta di brani musicali con la precisa intenzione di intercettare quell'istante sfolgorante in cui un essere umano viene a contatto con il sublime. Non è stato facile lavorare con i suoni. Mi sono messo a nudo. Ho cercato la mia essenza di esploratore del cosmo. Le partiture sono essenziali, come dicevo precedentemente. Non sono presenti inutili abbellimenti. Tutto è crudo, nella sua istanza di giungere alla contemplazione della Bellezza. A 44 anni, non credo più nei manierismi. Reputo indispensabile solo la costruzione di qualcosa che sappia superare le barriere e lambire le coscienze di chi vorrà ascoltare. Il mio è un viaggio verso l'essenza ed il poter essere. In questo momento della mia vita, non chiedo di meglio. Tutto deve poter parlare della possibilità di essere lieto. La vita è ricerca. Abbiamo solo questa esistenza, questa unica realtà: dobbiamo poter star bene. Il disco è profondamente intimista, come ho avuto modo di realizzare in questi giorni di attenta rielaborazione, toccando le corde più segrete di quei processi interni che si chiamano amore, libertà, coscienza e sviluppo. Desideravo scrivere di me e della mia vita, dacché non saprei fare altro. Ne è scaturita una musica autentica, degna, piena di calore. La fusione dei generi mi accompagna. Scrivo per orchestra sinfonica e l'attimo dopo per un ensemble rock con chitarre, percussioni e batteria. In questo lavoro sono molto importanti i timbri. Sto ampliando l'uso di alcuni suoni, come quelli dei sintetizzatori, delle sezioni ritmiche e delle tastiere. "De Musae oculis" è l'insieme di composizioni con cui affido al vento la mia percezione dell'esistente, i miei affetti, le mie speranze e i miei sforzi di guardare avanti sempre con l'entusiasmo di un bambino. Sono un curioso. So che tutto può cambiare in un attimo, ma confido nella capacità di resistere alle intemperie e tornare ad ammirare un'alba greca, su un'isola... Non sono più solo, come ho scritto nel testo del mio secondo Podcast, che potete trovare qui. Sono lungo il mio sentiero, quella strada che ho identificato anni fa come mia appartenenza. Osservo, da un punto sufficientemente lontano, le sorti del mondo, proprio come intendo comunicare con la mia nuova musica. Questo lavoro mi sta molto a cuore. È l'ennesimo tentativo, da parte mia, di immortalare l'amore, quello che mi sorregge, calmo e sicuro, ogni giorno, cui non rinuncerei mai e che non baratterei con nulla, su questa Terra. I suoni sono a tratti delicati, come una carezza, e forti e decisi in altri momenti, pieni di passione. Per comprendere, io scrivo. Solo quando vedo un'idea nero su bianco, posso provare a decodificarla pienamente. È iniziato Dicembre 2018, un nuovo anno è alle porte ed io tento di ascoltare ogni istanza che parta dal mio mondo interno. Ragiono. Mi concedo l'opportunità di vivere nella calma, per me indispensabile. Nei suoni di "De Musae oculis" vedo tutta la voglia di vivere bene che un individuo, che ama una donna, possa sperimentare. È un ritratto animato dal desiderio di venerare la Bellezza. Questa musica è in cammino verso la Nuova Era di Luce, nella quale non accadrà più che una donna venga uccisa barbaramente dall'uomo cui lei aveva dato fiducia. Ognuno di noi è in marcia. Possiamo esperire la bontà di messaggi salvifici proprio qui ed ora, su questo meraviglioso pianeta che menti bieche vogliono distruggere... Proprio per questo, dunque, "De Musae oculis" è un cantico verso quella forma di amore che tutto sana. Tutto rinvigorisce. Tutto fa germogliare. Non ho mai perso la speranza di venire in contatto con la sublime immagine di un altro essere umano come me che mi potesse abbracciare. Ora sono qui, nella mia casa, a provare a spiegare quello che ho scritto in queste nuove partiture. L'operazione di elaborare parole sui suoni è sempre delicata e va affrontata con il massimo della cautela. Tuttavia, io desidero comunicare con voi, visitatori, ciò che ha animato il mio processo di scrittura compositivo. Sono lieto. Affido al mondo un disco cui ho lavorato con entusiasmo e introspezione, attenzione e desiderio di rappresentare al meglio i miei pensieri e le mie emozioni. Questo lavoro si inserisce perfettamente nell'ottica della Nuova Era di Luce, ne è figlio, in tutte le sue parti e in ogni silenzio... Dobbiamo riscrivere un mondo intero. Sarà un cammino lento e faticoso, ma credo che l'Umanità si debba l'opportunità di vivere bene... Io compongo per il nuovo mondo altro che spero giunga. Mi ripeto spesso che nessun regno malvagio può durare in eterno. Viviamo un'epoca arcigna, con un senso di precarietà diffuso, in tutte le sfere dell'esistenza umana, però dobbiamo combattere la barbarie. Dobbiamo mobilitarci. Resistere all'avanzare pressoché inarrestabile di una idea di uomo bestiale. "De Musae oculis" intende essere un inno alla vita.
Buon vento, Marineros!