Sotterranea
È sempre un lungo viaggio quello che mi riporta a casa dalla terra nella quale sono nato. L'ultima mattina, con l'autobus, passo intorno a questa installazione di Arnaldo Pomodoro e giungo, dopo ore di viaggio, nella stazione sotterranea di Bologna, che, dopo una lunga galleria, è casa. Il brano che ascoltate nella pagina, mi è venuto in mente mentre lo speaker del treno annunciava, in inglese, l'arrivo nel capoluogo emiliano. "Underground station" disse e il termine underground mi sembrò perfetto per il titolo di una composizione. Quello che penso delle persone è sotterraneo. L'epoca che descrivo nel mio romanzo è clandestina. Le poche persone che ho nel cuore sono tutte differenti. Ho realizzato non da molto quanto il mio destino sia quello di un esule che non possa rallegrarsi della deriva brutale che attanaglia i più. I miei viaggi sono tutti all'insegna della speranza di far star bene i miei cari, un gruppo sparuto di persone che meritano il meglio. Non cerco fama, né gloria. Desidero solo vivere in armonia con le persone che ho scelto. Sono fuori dal sistema. Esso non mi incensa. Io non lo faccio entrare. È tutto qui. Mi rallegro sempre se incontro una persona simile a me. Non mi rattristo se vedo la stupidità avanzare, perché non si deve permettere a chi ha le mani lorde di toccare il proprio mondo fatto di Bellezza. È in atto una guerra non dichiarata, subdola. C'è chi vuole vedere in tutto il mondo la longa manus di un processo che svilisce ogni forma di Pulcritudine e chi resiste impavido, innaffiando un fiore nel proprio giardino. La Verità è che siamo sempre meno. Il disegno scellerato di un mondo fatto di capitali che dettano le regole della esistenza umana è al suo massimo livello di desertificazione delle giornate degli uomini. Segnali di vittoria del sistema sull'individuo giungono da ogni dove. Non so come sarà fra dieci anni, ma io intanto scrivo. Non ho altro con cui combattere. Magari un giorno qualcuno leggerà queste parole reputandole vere. Nel mondo alla rovescia, un artista deve essere carsico, mentre una donna vittima di inganno, discinta, con foto esplicite, viene seguita da migliaia di persone. È il mondo del capitale, che vuole rendere tutto pornografico e monetizzato. Non c'è spazio per una Allemanda di Bach. Non è contemplata. Tutto deve essere brutto, osceno, volgare, perché facendo nutrire la gente di questo veleno, la si addomestica meglio. Così tutti nei centri commerciali... Tutti a comprare merce... Tutti con lo smartphone in mano a seguire l'ultima promozione di Prada, perché ognuno si vuole sentire, nel suo piccolo, un po' ricco, come l'ultimo top manager dal favoloso stipendio pubblicato su "Vanity Fair". Il sogno del capitale, quello americano, per cui anche tu, se lavori duramente potrai comprarti un attico a Manhattan, canta sempre la stessa litania, da otto secoli, da quando nacquero le prime società mercantili e non cessa di ingannare il popolo. La ricchezza del mondo è nelle mani di pochi, che, con strumenti finanziari sofisticati, tengono la gente al giogo, schiava, rassegnata, incapace di vedere che si potrebbe vivere bene, con l'indispensabile. Per i creativi c'è sempre meno spazio. Più facile sversare prodotti tossici in mare, che comporre una sinfonia. Più facile seguire le proprie spinte più laide, che preparare la cena per la persona che si ama e che si vuole veder sorridere. Oggi celebro il mio essere sotterraneo, come la stazione di Bologna. Leggo e mi informo e non vedo nulla di buono all'orizzonte. C'è una psicosi collettiva: da quello che passa in bicicletta leggendo lo smart a quello che non si rende più conto di essere molesto proponendosi a una ragazza che non lo vuole... Ed io, in tutto questo, bado a rimanere lungo il mio sentiero, scrivo, rifletto, correggo la mia prosa. Ora, solo ora, pensandoci bene, ritengo che tutta la mia opera sia sotterranea, sebbene brami ascendere alla luce. L'Umanità si merita un risveglio. Ha diritto di sapere di essere stata avvelenata. Un giorno, forse, gli artisti della Nuova Era di Luce si daranno appuntamento in un luogo e banchetteranno lieti. Io sono un artista e ho il diritto di sperare che non ci siano più uomini che marchiano a fuoco la pelle della donna che dicevano di amare. La storia dell'uomo è scandita dalla distruttività: sarebbe ora di darsi una calmata. Ho questo sito. Lo coltivo con amore. Gli ho dedicato, nel tempo, le mie energie migliori. Fra non molto terminerò la fase conclusiva del labor limae del mio romanzo: "Musa - Pensieri di un artista". Centinaia di pagine che descrivono la storia di un esule, la cui vera vita comincia dopo una tempesta cui cerca di fuggire da quando è nato. Le mie parole sono sotterranee. Il mio pensiero troverebbe, se esposto, l'ilarità degli astanti, che lo giudicherebbero folle. Il margine della mia comunicazione si è ridotto notevolmente: prima parlavo quasi con tutti, ora ho scelto di rapportarmi ad una sempre più esigua schiera di individui. Il tempo passa. Il sistema imperversa. Le menti crollano. Io non posso far altro che augurare a tutti la visione di un'alba greca sul mare. Buon vento, Marineros!