Attimi di rivelazione
È trascorso qualche giorno, da quando sono tornato dall'Umbria, ebbro di immagini, ricordi e sensazioni. Ora sono nella mia casa, con la mia Musica e un manoscritto di mille pagine, che ha rappresentato totalmente lo sforzo creativo degli ultimi 16 mesi. Sono lieto del mio operato. Stringo in me le identità delle persone care, che mi hanno sempre sostenuto, dandomi il coraggio di andare avanti, con costanza. In Umbria, lungo il percorso che conduceva la mia corriera verso la residenza di mia madre, ho visto un campo di girasoli, tutto dorato, che creava una consonanza perfetta con il verde bottiglia della collina e il cielo terso, tendente al ceruleo. Mi sono soffermato a riflettere, vedendolo. Ho pensato a quanto ogni terra abbia i suoi colori, le proprie forme. Mi sono percepito cittadino di una landa, cui ho sempre appartenuto. Gli uomini dovrebbero rispettare ed amare il suolo che li ospita. Nella foto qui a fianco, una potente installazione che rappresenta appieno la vita siderurgica della mia città. Conosco le mie radici. In Umbria, ci sono tante persone con le quali sono cresciuto. Affetti importanti. Il mio passato e mio figlio, che è la summa di tutto ciò che posso desiderare dal mio futuro. È stato un periodo molto intenso, da metà maggio ad ora. Ho affrontato una prova e credo di esserne uscito migliore, più responsabile, maturo. Nel frattempo, mio figlio ha sostenuto l'esame di Maturità, diventando un cittadino del mondo. Sono davvero soddisfatto degli ultimi sviluppi. Nella precarietà che contraddistingue l'esistenza di ogni individuo, occorre saper danzare. C'è un canto nuovo da scrivere. C'è una nuova parola da partorire. C'è un colore nuovo da ammirare. In fondo, non si dovrebbe vivere per altro. Siamo tutti chiamati ad essere artisti, anche quando facciamo un piatto di pasta e fagioli. Non mi cruccio più del passato: non ha nulla di nuovo da dirmi. Non mi interrogo sul futuro: lo vedrò giorno dopo giorno. Mi interessa solo che questo presente sia bello quanto una quartina di Beethoven. Pulito il giardino, assicurate le piante deboli ad un destino più stabile, sfrondati i rami secchi ed eliminate le radici tossiche, il nuovo giorno potrà essere bello, foriero di messaggi buoni, un inno alla Verità... In fondo, uno schiaffo è uno schiaffo e un lago incantato in cima ad una montagna è una visione sublime per tutti. L'alfabeto fondamentale con cui siamo scritti, al nostro interno, è lo stesso per tutti. Qualcuno trova chi glielo legga, altri rimangono, per sfortuna o scelta, ignari. Io ho trovato il mio posto nel mondo. So cosa devo fare la mattina appena alzato. Non bramo la vita di altri, voglio la mia. Alla fine, ho scoperto quanto non sia poi così difficile sorridere delle piccole cose e star bene, vivere in armonia, sperare di imparare qualcosa di nuovo, ogni giorno. In Umbria, ho condotto un brano musicale alla dimensione finale di 29 minuti. L'ho intitolato "Celeste". Ho stabilito che al 1° Ottobre, dovrò aver concluso la terza fase del labor limae del mio manoscritto, per poterlo spedire agli editori. Mi sono ascoltato con attenzione, non cessando mai qual dialogo interno con le aspettative e i desideri, le corrette istanze e i bisogni. Le parole che ho scritto nel romanzo mi appartengono tutte. Sono, in un codice, tutto ciò che io ho pensato giusto dall'Aprile 2017. La storia mi rappresenta. Sono in tutte le virgole. Desidero solo contattare la Bontà. Buon vento, Marineros!