Riflessioni sulla Sinfonia n. 20, "Abii ut viderem"
Buongiorno, Viandanti e Ricercatori del Sole! Come state? Ieri ho pubblicato la mia ultima Sinfonia con delle considerazioni sull'opera, qui. È stato un processo interessante, dacché, mentre nei giorni scorsi componevo musica, mi veniva spontaneo scrivere delle parole a commento. Come ho detto questa creatura musicale mi rappresenta in toto. Ora sono nel silenzio, nel mio piccolo studiolo e rifletto. Ho già detto tutto su come si è generata la musica, ora vorrei descrivere quello che mi lascia. Sono lieto. So di aver espresso il mio mondo, ancora una volta. So di averlo fatto con amore e dedizione. So che quelle note sono le mie. Questa Sinfonia lega idealmente al mio romanzo, "Musa - Pensieri di un artista", per la medesima concezione di Felicità combattente, sopra la costante superficie di una precarietà che può far accadere tutto ed il contrario di tutto in qualsiasi momento. Siamo tutti barchette di carta, come già è stato scritto, ma abbiamo diritto a provare a stare bene. Nell'incertezza. Nonostante un evento imprevisto che ci potrebbe causare dolore. In una ricerca che non deve conoscere confini... Noi tutti possiamo esperire la gioia. I passi del cammino verso la nostra identità sono essi stessi già una forma di gioia, da vivere pienamente. Questa Sinfonia è la rappresentazione di una opportunità. Questo sito web, come detto più volte, intende trasmettere un messaggio: la possibilità di farcela ed essere felici. Non esiste altro pensiero in me. Io credo fortemente nell'Umanità. Credo che si possano fare tante cose belle. Credo che in questa vita, si possa gioire ed essere creature di Luce, come scrivo nel mio romanzo. Domani parto per l'Umbria. Si chiude un altro ciclo, quello che mi ha portato alla creazione delle mie ultime composizioni. Sono lieto di aver concluso la stesura della Sinfonia n. 20, prima di partire. È la soddisfazione di aver portato a termine un lavoro prima di una vacanza. In Umbria, sarò con mio figlio e mia madre. Due persone fondamentali. Un bosco che circonda un monte. Un simbolo antico in cima. Persone che salgono lungo il sentiero. Gente in festa davanti ad un ponte romano. La tua Lei che ti guarda divertita. Il valore di una borraccia d'acqua fresca mentre si marcia verso la vetta. Due cavalli che si abbeverano. Il profondo silenzio dentro e fuori di te davanti agli alberi. I piccolo passi con cui ti avvicini ad un grande traguardo. Le città piene di turisti. Una chiesa che invita alla meditazione. Un panino in compagnia. Il maestoso messaggio da un'altra epoca. Tutte queste cose, vissute in armonia, sono confluite nella mia Sinfonia n. 20. "Abii ut viderem", "Fuggii per vedere". Sono nel mio silenzio, che non è meramente una condizione acustica, ma la risultante di un lungo processo nel quale mi sono spogliato del frastuono che mi impediva di ascoltarmi davvero. Un giorno di questa estate, camminando, ho ascoltato il silenzio del bosco ed allora ho compreso che veniamo tutti da una condizione ancestrale, nella quale non v'è rumore, ma solo una costante musica che prende corpo sopra l'assenza dei suoni. Quella stessa sera, tornando nel mio ridente paesino emiliano, mi sembrava di essere nel caos. Mi ero immerso nel silenzio così bene, che il fruscio stradale delle macchine, i rumori della città, mi parvero assurdi. Recuperare la dimensione del silenzio, dell'isolamento, è quanto mai salutare. Viviamo avvolti nel caos, lo reputiamo normale. Ma così non è. È più naturale invece camminare nel verde e ascoltare il suono del vento. Dovrebbe essere così. Pensare che quasi ovunque, nei nostri stabilimenti balneari, c'è una musica chiassosa, che non c'entra niente col mare e ne copre la voce. È una precisa strategia di marketing, è la vendita di un pacchetto, ma allontana dal mare. In generale, tante cose, inventate dall'uomo, ci allontanano dalla vera essenza delle cose. Dal respiro di una montagna. Dalla melodia delle onde. Dal silenzio di un bosco. È fondamentale ritrovare quella musica. È un balsamo per le ferite. È un unguento per l'uomo del terzo Millennio che si è smarrito. Domani sarò in viaggio. In Umbria, dovrò fare diverse cose, per mia madre e mio figlio. Spero di avere l'opportunità di godere della compagnia del mio ragazzo, davanti ad un buon piatto. Una nuova Musica sta per nascere. Nuovi racconti. Meravigliose architetture. Una Nuova Era di Luce giungerà, con l'aiuto di tutti coloro che si amano ed amano.
¡Buen viento, Marineros!