Sole invincibile
C'è un Sole invincibile dentro ognuno di noi. È quella forza che ci permette di restare in asse quando tutto volge alla tempesta. Quando la realtà sembra farci naufragare, mentre noi, in una azione forsennata, ricerchiamo la pace. La vita è questione di equilibrio, sopra la precarietà che può manifestarsi in ogni frangente, austera e crudele. Questa foto è stata scattata dalla mia Compagna, una domenica di gioia. Io amo il suo occhio fotografico, sempre attento a cogliere l'essenza delle cose, e adoro quella sua capacità di vedere la foto prima dello scatto. Sto vivendo attimi di Bellezza, in questa estate che fra un po' mi porterà da mia madre e mio figlio, con la mia precisa intenzione di fare tutto al meglio. Oggi voglio celebrare il colore aureo di questi covoni, che mi hanno ispirato musica, che potete trovare qui. Si sentiva il vento, in quel campo, mentre sussurrava la sua melodia fatta di poche note. Covoni a perdita d'occhio, l'antica sapienza dei contadini ed io con lei, che ha dato un nuovo significato ai gesti della mia esistenza, al mio respiro ed ai miei battiti del cuore. L'amore è il nostro Sole invincibile. L'essere umano è chiamato ad amare e nella dimensione di questo sentimento portentoso individua la sua natura più intima. Ci si salva nel rapporto umano, come dico ormai da lungo tempo. Oggi sono lieto. In questi giorni, ho composto 35 minuti di musica, che trovate al primo link di questa pagina e devo dire di essere stato soddisfatto del lavoro compiuto. È il cuore di una eterna ragazza che mi ha conquistato, divenendo tutte le mie risposte. È un campo di covoni che mi ha fatto sentire nudo e bambino, come tanti anni fa, quando avrei giocato fra l'erba, felice. Sono i battiti del mio cuore ad essere cambiati, divenendo placidi e forti. Desidero impegnarmi per chi amo, scrivere le mie conquiste, narrare una storia di dedizione e abnegazione verso chi mi ha scelto nella sua vita. Questo è il mio obiettivo. Darò il meglio di me per poterlo raggiungere. Un anno fa, in questi giorni, vivevo eventi di grande portata: la Maturità di mio figlio, mia madre con un nuovo equilibrio e la mia Compagna pronta a venire da me, dopo un soggiorno umbro che mi aveva reso uomo, in una nuova tempesta, a causa della quale ho rischiato di perdere per sempre la donna che mi ha dato alla luce. Ricordo la t-shirt verde di mio figlio il giorno degli orali della Maturità, la sua attenzione a scegliere accuratamente le parole con cui iniziare il suo intervento e le diverse attestazioni di bontà del suo percorso avute dagli insegnanti, che, alla fine, gli hanno riconosciuto la sua potenzialità di creativo. Ricordo mia madre, che seguiva l'orale di suo nipote, stupita anche lei da tanta bravura. Ricordo l'abbraccio conclusivo con cui cinsi mio figlio, una volta concluso l'esame. La gioia. Vedere che aveva camminato con le sue gambe, contro le difficoltà, superandole brillantemente. Il pensiero di quanto sarebbe stato fiero mio padre, nel vedere suo nipote capace di sostenere un esame così bello, così significativo, ponte verso un avvenire che può essere luminoso. Un anno fa, proprio in questi giorni, un turbine di emozioni positive mi avvolgeva, lasciandomi danzare libero, con il corpo e la mente. Ora sono tornate le piccole cicale, a tenermi compagnia, ad un anno di distanza. Allora, in un Sole invincibile, il vento cambiò, la marea mutò, i miei piedi arsi dalla luce forte cominciarono a cambiare direzione e mi giurai di dover smettere di aver paura. Ho fatto tutto nel miglior modo possibile, per tutti. La Tesina della Maturità di mio figlio è in bella vista fra i miei libri preferiti. La voce di mia madre, ora di nuovo allegra, mi tiene compagnia, lungo le mie giornate. Scrissi tanto, in quei 48 giorni a Terni, quando ci fu bisogno del mio intervento. Un anno. Mi sembra ieri. Ho sulla mia pelle la sensazione della perdita, del lutto, della tragedia. Della coscienza che quella fosse, per mia madre, l'ultima chiamata, prima del totale dissesto. Ho avuto molta paura. Ragionavo fra me e me e mi confrontavo con la mia Musa, che, a 500 chilometri di distanza seguiva con apprensione il mio cammino. Tutto sembrava volgere al peggio. Tutto appariva durissimo. Ogni scelta era frutto di una fatica mostruosa. Alla fine, però, ci siamo salvati tutti, mano nella mano, grazie ad un amore totalizzante. Sono rimasto lucido, in quel periodo, un anno fa. Era necessaria la mia razionalità, che non doveva cedere per nessun motivo alla paura che sottrae la capacità di vedere. Mia madre, sola, non ce l'avrebbe fatta, questo ora lo so con sicurezza. Io l'avrei persa, nei meandri crudeli di una patologia che non concede requie. Per questo, ora, canto un campo di covoni. Per questo ora narro la Bellezza di quel cuore di giovane Donna che ha dato il giusto metronomo al mio. C'è un Sole invincibile dentro ognuno di noi. È un fenomeno che è stato studiato da tanti, quella forza che, quando tutto diventa tenebra, ci permette di non perire, attingendo ad energie che nemmeno noi sappiamo di avere. È la forza stessa della vita, che, prorompente, non si rassegna al dolore.
Sole invincibile
Il silenzio, nel fruscio del vento, reca il canto delle cicale.
Eretto, di fronte ai covoni, ammiro lo spazio interminabile.
Ti sono a qualche metro, Musa, e sento i tuoi passi nell’erba.
Noi, che, dal nostro faro, abbiamo visto le maree, con gli occhi spalancati.
C’è un sentiero per chi vuole giubilare.
Il profumo del fieno ci riporta ad una condizione antica,
quando giocavamo nei campi senza assilli.
Abbiamo combattuto per difenderci da un’onda crudele.
È la nostra vita che ha voluto tendere al Sole.
In un abbraccio, i nostri corpi si sono ritrovati.
I cuori hanno cominciato a battere in sincronia.
Una forza negli atti si rigenera ogni giorno.
Sono nelle nostre prime volte.
Ho giurato di essere tuo.
Il cammino nel Sole non può mentire.
Guardo il libro di un giovane uomo.
Lo custodisco con gelosia.
Deve andare tutto bene, per chi ha scelto la vita.
Il verde dei campi reca la sua voce.
Ci irroriamo con acqua pura.
Tu scatti foto con il sorriso di chi desidera armonia.
Sei l’incanto che mi dà forza.
Mi avvolgo attorno alle tue piccole mani forti.
La tempesta non ci ha amputato.
Non è stato facile giungere fin qui.
Nessuno ce lo avrebbe voluto permettere.
Siamo nudi, nella nostra semplicità.
Mi muovo verso te ed il tuo viso gioisce.
L’aria è sottile, in un cielo dipinto.
Non dobbiamo temere di vacillare.
Il nostro coraggio ci sosterrà.
Gli amici sono altrove, non ne rimane che il ricordo.
Per gli altri, siamo tante cose diverse,
ma solo noi conosciamo davvero la nostra natura.
La tua onestà mi ha sempre colpito.
In un mondo di baratti, noi non vendiamo niente.
Siamo lì, nel campo di covoni, estasiati dalla forza della Natura.
Ci tiene compagnia una brezza fresca, che ti ricorda di essere bambina.
Siamo liberi, come due persone che hanno rifiutato il male.
Il tuo occhio cattura istanti nel tempo.
Mi piace vedere come osservi le cose.
Non rinuncerei mai a quegli istanti.
Gli arbusti creano un manto perfetto.
Ascolto il mio cuore, che ora è in sincronia col tuo.
Lì, fra noi e i covoni, non c’è inganno.
Siamo solo due bambini che giocano.
Una Natura madre indica ancora la via, senza stancarsi.
Non ci resta che lasciarci guidare.
Sono ancora in quel campo, al tuo fianco.
Ti vedo sorridente, come chi gusta i momenti.
Il cuore di eterna ragazza mi esorta.
Non ci siamo mai persi, io e te, Compagna mia,
nemmeno nei frangenti più bui.
È tempo di ridere, con la leggerezza nell’anima.
Di che cosa devono aver paura due come noi?
Marceremo cantando la melodia antica di chi ama.
Saremo l’uno di fronte all’altra, nello spirito di verità.
Scorrerà un fiume di menzogne, ma non intaccherà la nostra casa.
Difficile sarà scorgere le esatte immagini,
ma noi resteremo saldi nel nostro sentiero.
Felici, accoglieremo i nuovi giorni, che coloreremo di parole e suoni.
Non ti ho mai messo in dubbio.
Ho sempre saputo che raccontavi ciò che era giusto e buono.
La tua calda voce non ha mai provato ad irretirmi,
nell’osceno gorgo dell’ipocrisia.
Sapevamo di essere preziosi, l’uno per l’altra.
Le nostre mani continuano a congiungersi,
assetate della pelle altrui.
Ho ascoltato il tuo cuore, trovandolo splendido,
come il ritmo docile di una musica ancestrale.
Di notte, sogno il tuo ventre, che è casa.
Di giorno, scrivo di te, nel mio codice, che mi ha reso artista.
Ma cosa sarebbero questi giorni senza i tuoi baci?
Senza i tuoi capelli che si innalzano nell’aria carica di aspettative?
Sei purezza che accoglie.
Il tuo passo non esita, dacché conosci la via.
Ti muovi in una costante scoperta, dove tutto può essere ricerca del bello.
Le ere ci hanno trasformato.
Il polso del cuore si è modulato su frequenze nuove.
La nostra pelle ha ricevuto i raggi di una Nuova Era di Luce,
che abbiamo modellato come cera fra le nostre dita.
Tu non sei più sola, dolce Musa.
Sui tuoi passi veglio.
Non permetterò che ti assalga tristezza.
Giunse la pioggia, in una indomita estate.
Ti pensai, nelle ore in cui non eri con me.
Il tuo profumo buono ricordo nello scroscio di un temporale imprevisto.
Sei giunta a me in tutta la tua verginità.
Nuova e casta, come un pianoforte appena accordato.
Suonerai le tue armonie, lungo il tuo sentiero.
Con te sarò, in un ascolto che ci porterà alla pace.
Ci saranno altri campi di covoni, oro nelle distese, abbracci inattesi.
Il tuo destino si è fuso al mio, in una lega che non conosce corruzione,
fuori dal tempo, oltre tutti gli inganni.
Sei una danza cui non voglio rinunciare.
Il tuo sguardo rapisce le sfumature dei colori che virano con la luce.
Non so davvero dove mi sarei trovato, senza di te.
Forse avrebbero vinto loro,
schiacciandomi sotto il peso di un destino crudele,
che avrebbe sancito la mia fine.
Tu sei apparsa e ho sentito di volerti abbracciare dal primo minuto.
Non ho mai sospettato di te.
Il tempo insieme mi ha risposto:
eri tu la Musa e Compagna.
L’infinita bontà dei tuoi gesti ancora mi emoziona.
Sei sempre così generosa,
che ogni atto è un dono.
Sei tu il sogno, divenuto tempo reale da condividere.
Hai dato un nuovo significato alle mie azioni.
Mi hai atteso,
credendo sempre che io ce l’avrei fatta.
Ti aspettavo da una vita.
Ero certo esistessi, in qualche parte del mondo.
Non ho mai cessato di sperare di poter sorridere al cuore dell’eterna ragazza.
Dopo tanto peregrinare, siamo stati premiati.
La vita ci ha donato l’uno all’altra.
La marea è cambiata.
Ci saranno nuove sfide, ma non cammineremo più da soli.
Il mondo necessita di persone che sappiano amare.
È tutta nei tuoi occhi di Musa l’esistenza che bramo.