Segni che avanzano
Ho terminato ora l'ascolto di “Symphony No. 18 - You and me”, la cui ultima nota ho posto in partitura due giorni fa, nel pomeriggio. Riascoltare, dopo aver concluso la stesura di un'opera, è fondamentale. Questa composizione la ricorderò per il terzo Movimento in ⅞ e la sua scrittura jazz, gli accordi profondi del pianoforte e la voce solista del sax. Gli altri tre Movimenti sono assolutamente tardo ottocenteschi. Il concetto di armonia della tonalità è dilatato, non c’è più un solo centro gravitazionale bensì almeno due, legati fra loro da una ragione matematica. Sono alle porte di quel gran cambiamento che fu la Musica di inizio Novecento. Sperimento, di tanto in tanto, anche pagine senza impianto tonale. Tuttavia, credo che quello che intendo comunicare sia nella tonalità arricchita delle combinazioni dei modi greci. Lì, in quell’ambito, mi sento a casa. Trovo bella la Sinfonia. In questi ultimi giorni, spesso ho avvertito il desiderio di farla riverberare fra le mura di casa. Sento che il mio percorso musicale si sia arricchito di forme e contenuti. La penna si è raffinata, al fuoco delle sperimentazioni varie che ho deciso di affrontare, con coraggio e decisione. La Musica è cambiata dentro e fuori di me. Le idee sono nuove. Le descrivo con pennellate più audaci, rispetto ad anni fa. Lavoro con ritmi più complessi, come nel caso del terzo Movimento in un tempo dispari. La mia tavolozza dei colori si è arricchita di timbri che prima d'ora non sentivo in me. In questa Sinfonia ho usato l'arpa e vari strumenti della famiglia dei sax. I segni che tramutano le idee in vettori sono più ricchi. L'architettura generale che ne deriva, con una geometria più complessa dei suoni, è più articolata. Scrivere per orchestra è sempre una grande sfida. Il numero delle possibili combinazioni fra gli strumenti è infinito. Non immagino gioco più bello. Il frammento che ascoltate, entrando in questa pagina, è l'inizio della parte conclusiva del terzo Movimento. Potete ascoltare l'intera Sinfonia a questo indirizzo. Da un po', è calato il silenzio, sulla mia opera. Apprezzo e gusto questa assenza di suoni, che mi aiuta a riflettere. "Symphony No. 18 - You and me" rappresenta un nuovo traguardo, nella mia ricerca artistica. Essa è i segni dell'inizio della mia fase di maturità musicale. Così la vivo io. Nel corso della composizione, c'è un concept, dal primo Movimento all'ultimo. Affronto l'archetipo del rapporto, dalla prima scintilla all'amore vero, che è essenza dei nostri giorni. La verità è che dieci anni fa non avrei saputo scrivere questa musica, non ero pronto né da un punto di vista psicologico, né tecnico. Ho dovuto sperimentare tanto e, ad ogni step, ho avvertito le mie possibilità arricchirsi. Il duro lavoro di sedersi ogni giorno, a provare se stessi dentro un pentagramma, ha dato i suoi frutti. Ho maturato anche un mio stile, cui tengo molto, che è la cifra di ciò che compongo. Lo dissi tempo fa a mio figlio che stava preparando la Maturità del Liceo artistico: ogni artista trova un suo modo e lo perfeziona ogni giorno. Ogni grande chitarrista trova il suo mondo di note e lo porta ad un livello formale di perfezione davvero ragguardevole. Questa è, per me, l'integrità dell'Arte. Inutile provare a stare nelle corde di qualcun altro: occorre trovare il proprio mare di suoni, di tratti, di pennellate. Ciò è anche sinonimo di coerenza, quella caratteristica che fa del creativo un essere autorevole. Gilmour non ha mai inteso copiare nessuno. Era semplicemente la chitarra dei Pink Floyd e nel corso della sua vita ha cristallizzato uno stile unico ed irripetibile. Stesso dicasi per i pittori. Per gli scultori. Kubrick aveva un tocco così originale che da due fotogrammi di un suo film si poteva intuire un intero mondo. Per chiunque voglia fare Arte la strada è questa: provare, trovare, perfezionare. Non c'è altra via. "Symphony No. 18 - You and me" "racconta" all'ascoltatore questa storia di scoperta e rielaborazione, stile e matematica, sensazioni e calcolo. Tutti i compositori possono scrivere la triade di Do maggiore, ma il loro modo di comporla sarà indissolubilmente legato alla loro interiorità e alla loro concezione geometrica. Per questo, ogni artista è un evento assolutamente irripetibile sulla faccia della Terra. Siamo tutti unici ed ogni persona, a suo modo, può essere creativa. Lo penso davvero e sempre di più. Siamo il frutto di quello che ci diciamo, delle serate trascorse con chi amiamo, delle nostre sconfitte e delle vittorie che ci hanno permesso di avere la forza di andare avanti. La mia Sinfonia n. 18 si muove all'interno di queste intuizioni e celebra il rapporto umano Io - Tu, che è alla base di tutto il nostro ricercare. Nel film "Into the wild" c'è un particolare momento in cui il protagonista scrive: "Happiness only real when shared", "La felicità è reale solo quando condivisa". Io ci ho riflettuto per bene. Non credo che un buon piatto di fagioli sia meno buono se mangiato da soli, tuttavia l'atmosfera, la conversazione, l'allegria che ci può essere davanti a quella pietanza, se condivisa con una persona che ci piace, è un'altra cosa. Rappresenta una diversa esperienza. La dinamica Io - Tu è fonte di Bellezza, quando siamo in armonia con l'altro. È questo stato di grazia che "Symphony No. 18 - You and me" va esplorando, con la convinzione che ogni essere umano si meriti l'incanto di un abbraccio sincero. Un bacio tenero. Una parola che lo faccia sentire a casa. La Sinfonia è frutto di una precisa concezione dei rapporti, che non devono essere distruttivi. Leggo in rete tante testimonianze di persone che hanno vissuto l'inferno nelle loro relazioni di coppia. Sono ancora lì che si leccano le ferite. Allora io mi chiedo: "Perché?". Perché finire in un abisso di dolore dal quale, se va tutto bene, ci si riprenderà a cinquant'anni? C'è una sofferenza che non ci procuriamo noi, dettata dall'ambiente nel quale ci troviamo, poi esiste quella che invece si genera nell'ambito dei rapporto che noi ci costruiamo. Occorre avere il coraggio di dire No alla sofferenza. Quell'amore che ci maltratta, che ci fa piangere, che ci toglie il sonno, è, semplicemente, "Non amore". È un surrogato fittizio. I rapporti non devono mai distruggere la nostra identità. Devono profumare di buono, come il pane appena sfornato la mattina. "Symphony No. 18 - You and me" ha un'anima positiva. Parte da "Vision", "La visione", che è il primo passo verso l'incontro fra due esseri umani, si modula in "We are our first times", "Noi siamo le nostre prime volte", si arricchisce di "Passion", "Passione", in cui gli individui si fondono e si conclude con "Beauty", "Bellezza", che si palesa quando la coppia considera l'altro una sconfinata possibilità di stare bene e ognuno si stupisce della Pulcritudine di un nuovo sorriso dell'altro. C'è una ricerca continua, per chi si ama. Un nuovo piatto da mettere a tavola. Un nuovo fiore. Una nuova poesia da scrivere... L'altro è l'infinito, dentro ad un corpo che diventa danza. È la nostra ricerca. Il pensiero felice con cui ci svegliamo, che ci induce a cantare una canzoncina buffa che abbiamo inventato per sorridere. L'altro è la dedica che ci nasce dal cuore quando sorseggiamo il primo caffè della giornata. Se non è il centro dei nostri pensieri, stiamo sbagliando qualcosa e forse quel sogno d'amore è l'ennesimo tentativo, non l'approdo. "Symphony No. 18 - You and me" è la celebrazione di quel centro stabile che deve dimorare in mezzo al cuore dell'uomo che venera la sua donna, che considera l'unica, da non tradire mai nemmeno nei pensieri, architettura perfetta di anima, Psiche e corpo. Io so quale sia il mio posto nel mondo: scrivere e stare con la mia compagna, che non mi baratterebbe con nulla al mondo. Auguro a chi visita questo sito web di trovare ed amare una eterna ragazza, una donna scintillante, infinita possibilità di stare sempre meglio, in una ricerca che parte da un punto preciso per estendersi verso la Bellezza più calda ed armoniosa.
Oggi è domenica, cari Viandanti. Riposatevi e dedicatevi a ciò che vi procura benessere.
Buen viento, Marineros!