Una musica che danza
Buongiorno, Viandanti?
Come state, stamani?
In queste ore, la mia mente sente lo scorrere del tempo verso quel traguardo di stasera, per una partenza verso l'Umbria che, ogni volta, mi suggerisce qualcosa di nuovo.
Stamattina sono uscito e, mentre passeggiavo, sentivo dentro di me, scampoli di quella Sinfonia n. 18 che ho composto con infinito amore ed è già parte del mio vissuto.
Porto in Umbria la mia musica, le mie lettere, quello slancio che mi fa percepire che, lungo il mio sentiero, ci sia sempre qualcosa da vivere, con profondità ed affetto.
È la musica costante della mia esistenza, quella che mi tiene compagnia.
È il vissuto sublimato in segni che torna nelle esperienze.
Quando mi muovo per la città.
Quando osservo la carrozzina con un bambino.
Quando mi sento parte dell'Umanità.
Oggi si chiude un ciclo, come tutte le volte che lascio l'Emilia, per poi ritrovarla ridente nella sua natura di terra fra antiche città e campagna, con una colonna vertebrale di montagne che ne rappresentano il lato meno conosciuto.
Torno dai miei, orbene.
Da mio figlio.
Da mia madre.
Festeggerò con loro il mio compleanno.
Mia madre, in questi giorni, mi sta raccontando particolari della mia nascita, che mi fanno comprendere come io sia stato frutto di un progetto d'amore.
Mio padre in bicicletta sotto la pioggia per venire a vedermi in ospedale.
Mia nonna che si rese subito conto dell'arrivo di suo nipote e chiamò all'istante l'infermiera.
Il primo vestitino bianco e blu.
Un uomo deve conoscere le sue radici.
Amarle, dacché, comunque, non sarebbe stato lo stesso, il suo cammino sicuramente diverso.
È una musica costante, quella che avverto nei vicoli del mio paese, edificio di suoni che ho costruito dentro me e fuori di me.
Sono gli agglomerati accordali della mia esistenza che occupano uno spazio importante, nella mia vita.
Bernstein diceva che un musicista pensa continuamente alla musica, anche quando non la fa.
Io trovo vero questo assioma.
Io sento i miei suoni anche se sono in mezzo alla folla.
Li ho in me.
Nuovi suoni creano nuove atmosfere, che, d'un tratto, magari comporrò.
È un alambicco lento, che distilla una goccia per volta, con una propria natura.
Lascio l'Emilia.
Per qualche giorno vivrò senza la mia Musa.
Porterò con me la sua sinfonia danzante.
Quella che lascia suonare ad ogni suo passo.
Con tutti i suoi sorrisi.
Con quelle piccole mani forti che disegnano poliedri nell'aria.
Riabbraccerò mio figlio, che è un giovane uomo alla ricerca della propria immagine interna, di cui ha già molte tessere, per un mosaico che io spero sia ciò che lui intende essere.
La mia vita è una musica che danza.
Ho costruito la mia Sinfonia mentale, con molta fatica.
Ora devo solo fare in modo che essa rimanga intatta e si evolva.
Su questo suolo precario, è importante iniziare a danzare, modularsi con la realtà, non cedere.
Raccontarsi parole vere è una delle chiavi per il successo della nostra giornata.
È una musica costante quella che mi accompagna da anni.
È il distillato di quello che compongo.
Dei suoni che immagino in una fase di sublimazione delle vicende che animano il mio tempo.
Ora sto ascoltando il terzo Movimento della Sinfonia n. 18.
Mi piace davvero molto e non mi stanca.
Sono nel mio flusso.
Mente, corpo ed anima che procedono insieme.
Nell'attesa della partenza, sento di aver fatto tutto bene.
Al meglio delle mie possibilità.
La lega del suono, come scrivevo giorni fa, esiste.
È la risultante di tutti i suoni che un compositore ha in mente.
Scrive.
Suona.
Vi auguro giorni di Bellezza...
Ci rivediamo presto!
Buen viento, Marineros!