Illuminazione
Un giorno tutto sarà chiaro, per tutti. In queste ore ho ricevuto una risposta che attendevo da 18 anni. Ora una immagine è nitida, come non mai ed è accaduto tutto con naturalezza, rimanendo saldo nel mio sentiero, senza esigere. La nebbia s'è diradata, il frastuono ha ceduto il passo al silenzio, il digiuno ha reso l'attenzione più vigile e la figura, che avevo davanti, l'ho chiamata per nome, secondo il mio linguaggio. Non lo credevo possibile, dopo tanto tempo, invece è accaduto, con mia grande sorpresa. Ora so perché allora le cose andarono in un certo modo. Ora so perché adesso che sono adulto, è giusto che le vicende prendano una certa forma. Solo in questo momento. Solo dopo tanti giri intorno al Sole. Solo dopo tanto dolore. È che, nel tempo, le persone si modellano per ciò che sono chiamate ad essere e per ciò che, con gli strumenti che hanno, possono diventare e tu le trovi nella propria verità, tanto nel bene quanto nel male. Chi non vuole, sebbene il traguardo della sanità sia lì per tutti, invecchia male, c'è poco da fare. Chi rimane invischiato nelle tossicità, non avrà un bel viso a 60 anni. Chi opera il male, poi, potrà aver ingannato tutti, ma non lo specchio. In questi giorni mi sono giunte notizie di persone che avevo lasciato 20 anni fa, le strade ci avevano fatto prendere direzioni diverse e ora li vedo lì, nel proprio habitat, diverse da me in tutto, nell'epoca in cui sarebbe quasi impossibile andare oltre un caffè e una chiacchierata breve sul meteo. Ho avuto numerosi incontri nella mia vita, ed ognuno mi ha lasciato almeno una cosa che è entrata a far parte della mia vita, ma le vicissitudini dell'esistenza hanno fatto sì che io e gli altri non possiamo essere in grado di riconoscerci. Un tempo, quando andavo in Umbria, cominciavo a scriverlo per tempo alle persone che ritenevo amiche. Ora arrivo alle 1 di notte alla stazione di Terni in perfetto silenzio, con il mio trolley pesante e una passeggiata verso casa, per la quale ad ogni passo mi ribadisco l'intenzione di non rendere noto a nessuno il mio passaggio nella terra di Francesco. Io avevo fatto una grossa apertura di credito verso tutti, nessuno escluso, a suo tempo, sia in Umbria che in Emilia. Poi ho visto il comportamento strano di A, le paradossali dichiarazioni di B su Facebook, mosse che non potevo comprendere di C e atteggiamenti sospetti di D. Dunque ho scelto: non si frequenta nessuno e bona lé, come dicono a Bologna. Sono selettivo. È il tempo e la vita che mi hanno insegnato ad esserlo. Non contemplo comportamenti dissonanti. Alla prima che mi fai, io fuggo nel mio piccolo mondo e ti lascio lì, al tuo destino. Oh, destino, proprio. Sto vedendo in queste ore dove il destino ha condotto molti. Ho saputo anche una brutta notizia di un ragazzo che per un periodo frequentai intensamente. Ragazzi, qui non ci sono scorciatoie: se non si intraprende il cammino della sanità mentale, la vita ci getterà addosso quintali di merda nera e fra 20 anni vi si leggerà in viso un poema fatto di disgrazie e sciagure. Desidererei essere chiaro in via definitiva sulla sanità mentale, che non è un traguardo conclusivo, raggiunto il quale il metro dopo si è belli e refrattari alla malattia psichica. La sanità mentale è una tensione della Psiche, e, dal momento che si può sempre migliorare, non si finisce mai di imparare a far bene, sempre meglio, per sé, per gli altri, per il mondo. Qui non ci sono diplomi. Non sei sano e quindi splendido per sempre, ma puoi essere un ricercatore che, operata la giusta scelta, sta provando a vivere nel modo meno distruttivo possibile. I percorsi possono essere tanti, ma quelli, che conducono alla Bellezza, nascono tutti da un bel giorno nel quale il protagonista della nostra storia (che siamo tutti noi) decide di essere stufo di star male e intraprende un viaggio. Pulisce la sua casa. Cura il suo giardino. E dal comignolo del suo tetto si innalza un fumo nuovo, mentre gli altri, passando davanti alla sua dimora, odono una musica mai sentita. Quello è l'inizio della vera vita. Quello è il La dell'oboe. Quello è il "Voglio stare bene"... Ho impiegato 11 anni a capire l'identità di una persona che ritenevo amica. In alcuni tratti l'ho addirittura chiamata "fratello" e io le parole non le getto su uno scritto alla rinfusa, abusando del loro significato. Ho realizzato che era così lontano da me da rendermelo odioso. L'ho lasciato al suo destino in 0.2 secondi. Nessuna spiegazione. Nessun litigio. Nessuna rivendicazione. Il silenzio. È il mio stile. L'ho maturato in 45 anni di una esistenza che ha visto le mareggiate di una tempesta micidiale che ha portato via con sé, una volta esaurita, una quantità spropositata di dolore, lacrime, disperazione. Ho deciso di camminare verso la Pulcritudine. Ho una madre, un figlio. Ho trovato una Donna che vede il mondo insieme a me, grazie a me, con me. Una Musa incantevole nel corpo di una Ninfetta grazie al cui cuore io sento il battito dell'Universo e le sue vibrazioni. Ma a parte questo nucleo, io sono solo come un cane randagio. C'è solo una grande Legge: quella della Bellezza. Chi la segue, vivrà bene. Chi tenta di deformarla, sarà brutto in tutti i sensi. Scrivo questo messaggio in una sera nella quale mio figlio ha cucinato una pietanza gustosa, rendendomi felice. Ogni scelta, anche quella piccola di comprare un nuovo tipo di caffè, può andare o meno verso la sanità. La successione delle nostre decisioni determina ciò che siamo. A parole siamo tutti Gandhi. È nei gesti che poi si vede davvero di che pasta siamo fatti.