È la tua continua verginità
Queste composizioni nascono dall’attento ascolto de “L’Arte della fuga”, il lavoro con cui Bach dice addio alla sua esperienza terrena. Mi sono immerso nei suoni del grande Maestro, prima a pensare alla sua purezza di pensiero musicale, una sorta di verginità compositiva che ha attraversato tutta l’esistenza di Johann Sebastian. L’uomo era nudo e puro, di fronte al suo ultimo autografo in calce ad un contrappunto, dopo il quale la vicenda umana del grande compositore si sarebbe spenta. Immagino Bach come una creatura di Luce, in quei frangenti. Lui, con la sua musica da affidare alla storia, nella perfetta e compiuta consapevolezza del suo ruolo di genio delle architetture geometriche dei suoni. L’individuo dovrebbe sempre essere nudo, trasparente, di fronte a quel destino che crea con i suoi atti, in una verginità che si rinnova con costanza. Mi è venuta in mente una espressione, dopo aver ascoltato “L’Arte della fuga”, mentre ero in cucina a lavare i piatti: “La tua continua verginità”, che, come dicevo, non è un dato meramente corporeo, ma possibilità della mente, che si presenta pura ed illibata all’incontro con l’altro capace di recare con sé una novità esistenziale che non intenda farci male. Necessitiamo di bontà. Di gesti lieti e ingenui. Di parole dette col cuore. Siamo forti come montagne, ma fragili come steli di fiore. In un mondo dove tutto è consumo e deterioramento, riscoprire la propria verginità è quanto mai salutare. Io mi sono riscoperto puro, di fronte ai sorrisi della mia Compagna e Musa, tanti anni fa. Sono trascorse ere, da quando siamo insieme, ma la giocosità dei nostri abbracci si è rinnovata in continuazione. Occorre parlare di verginità, quando si odono i bombardamenti sugli innocenti, quando un padre muore con la figlia per colpa del sogno americano, quando si creano nuove forme di schiavitù per uccidere l’Umanità. C’è bisogno di purezza. Per il momento, le composizioni sono 5. Alcune hanno un titolo provvisorio in italiano, altre già quello definitivo in inglese, sebbene avverta che questa antologia sia tutta italiana, nata da parole della nostra lingua, focalizzata in lemmi antichi, come un ponte di epoca romana. C’è un aggettivo che ho ascoltato nel discorso finale che è seguito all’esecuzione de “L’Arte della fuga”: “supremo”. L’istante più alto. Quello che sancisce la vita di Bach come supremo slancio creativo. Credo che tutti ne avremmo bisogno. Questo mondo assassino si combatte con l’Arte. Con la Bellezza. Con quello struggente slancio verso la Pulcritudine. Bach lo sapeva. Noi lo sappiamo? Questa antologia rappresenta un concept album, incentrato sul concetto di verginità psichica, che è una risorsa immensa nelle nostre mani. Io ho appreso l’arte di essere vergine dalla mia Musa, che, nonostante la tempesta che aveva tentato di ucciderla, si è riscoperta pura, casta, inesplorata e anche io ho recuperato le mie energie di bambino, grazie a lei, al rapporto che ci ha sanati e trasformati, in un idillio che dura da 11 anni e ci ha dato tanto. Io non credo di essere una eccezione. Io credo che tutti noi potremmo, se solo lo volessimo, vivere dei rapporti creativi. Camminare in un sentiero verso la Luce. Muoverci nella Bellezza. Si tratta di operare le giuste scelte per realizzare un progetto di vita che ci permetta di stare bene, vivere nella letizia e gustarci i momenti di felicità. Nella nostra vita, se desideriamo raggiungere una dimensione di autenticità non distruttiva, non ci devono essere ostacoli capaci di impedircelo. C’è un infinito piano di creatività che ci attende. Preparare un tè con amore per chi ci vuole bene. Passeggiare in un prato, mano nella mano. Struggersi per un bacio rubato, o godersi l’abbraccio di un figlio che sta crescendo come un uomo sano. Io decisi di vivere, tanto tempo fa. Stabilii che la tempesta non avrebbe dovuto più far ritorno nei mie lidi. Compresi di meritarmi una esistenza migliore. Mi allontanai da tutto. Recisi i rami patogeni della mia vita. Dissi basta a tutte le relazioni tossiche, insoddisfacenti, immature, con persone irrisolte che mi avrebbero portato sempre verso il basso. Determinai di essere l’unico artefice del mio destino, dacché mi sembrò proprio ingiusto soffrire per le scelte degli altri, aprendomi ad una nuova verginità del mio spirito, che aveva tutto il diritto di dire la sua, sperimentare, raggiungere livelli di consapevolezza progressiva e soddisfacente. Mi giurai di poter essere nuovo, diverso, capace di trasformarmi sempre, con l’aiuto di chi veramente mi amava. Non potevo perdere: c’era l’intera mia vita in ballo. Così mi ritrovai solo in una piccola casa, in terra straniera. Ascoltai i miei silenzi. Odorai il profumo di un pavimento lavato con dedizione. Gustai un pollo al curry, fatto con la paura di sbagliare qualcosa. La radio divenne mia fedele amica. La seguivo, proprio come faceva mio padre. Non ebbi terrore della mia solitudine e della mia verginità, che riscoprivo ogni giorno, fra le faccende da fare e le mie sessioni di scrittura. Col tempo, mi disintossicai dal male subito. Fu una rinascita vera, nella purezza. Allora scoprii che il mio modo di salutare un bambino era davvero innocente, ingenuo, allegro. Dunque ammirai la mia Musa, nella sua sconvolgente bellezza di Donna che non si era piegata al potere… Ed eccomi qui, nella mia casa, fra i miei fogli, a scrivere di come nasce un’opera della mente che si traduce in segni. Questo lavoro rappresenta la mia condizione odierna. Non avrebbe potuto essere scritto con altre strutture. Ci sono io all’interno delle partiture, con tutto quello che penso e sento. Le persone vivono intossicate da un sistema che le vuole schiave inconsapevoli. Se solo si discostassero di un metro da tutto quel marciume, si riscoprirebbero vergini ed in grado di amare. Io l’ho fatto e devo dire di stare molto meglio. Sento i miei pensieri puliti. Ho voglia di fare le cose. Sono attratto dalle persone che ho scelto e le riscopro sempre nuove, sempre in grado di stupirmi con la loro Bellezza.
1. La tua continua verginità - Poesia e musica
Ho scritto una poesia sulla verginità e, per essa, ho composto un commento acustico. Si può rinascere ogni qual volta lo si desideri con l'integrità sana di se stessi e si può tornare vergini.
2. Tuo
È una marcia danzante quella che ci porta a sentirci appartenere al nostro partner. Non si tratta di rinunciare a parti tutte nostre, quanto piuttosto affermare di essere nelle mani di chi ci ama, che non ci ferirebbe mai consapevolmente. "Tuo" è il distillato di 11 anni di condivisione con la donna che mi ha scelto e devo dire di non essere mai stato tanto felice di vivere con qualcuno. Nel brano c'è una sezione per flauto e clavicembalo, con cui seguo le orme di Bach, dopo aver ascoltato la sua "Arte della fuga" pochi giorni fa. Ci vuole coraggio a dirsi di qualcuno. Io sono delle mani che si prendono cura di me. Sono nella mia oasi con chi amo. Non desidero un'altra casa.
3. Il grande inganno
Ci vuole una vita intera a smascherare il grande inganno, che ti promette la libertà, facendoti sprofondare in ogni sorta di inquietante schiavitù. L'esistenza è un processo con il quale ci spogliamo, per giungere a contemplare la Bellezza nella nostra più disarmante nudità. Ed è proprio quando abbandoniamo tutti i pesi che ci accorgiamo di essere liberi, senza zavorre tossiche. Io lo sto provando da un po' e posso dire che non mi manchi proprio nulla. L'uomo, da schiavo, avrà sempre una inestinguibile bramosia, ma liberato da tutte le sovrastrutture patogene che condizionano la sua vita, rinascerà. Il grande inganno vuole solo individui obbedienti che gettino la loro vita nel cesso.
4. È la tua continua verginità
Questa composizione musicale nasce dalla poesia che reca il medesimo titolo. In questo periodo ho avuto due parole chiave: "Verginità" e "supremo", due termini che mi hanno profondamente indotto ad una analisi attenta delle mie conquiste recenti che sono il frutto dell'ultimo anno di esperienze, alcune dolorose, altre lucenti. La verginità è qualcosa che possiamo riattivare in noi, se lo vogliamo. È riscoprirsi nuovi in ogni momento della vita. È affidarsi alla purezza. È mettersi in gioco nel candore.
5. Libero nel mondo
Mi staccai da tutto. Tolsi il saluto a quelli per cui valevo quanto lo shop di plastica con cui fanno spesa e mi diressi fiducioso altrove. Il grande inganno questa possibilità la nasconde, non vuole permetterti un sano isolamento, che è la prima condizione per la guarigione. Poi scopri che la solitudine non è tanto male, che sei fiero dei tuoi piatti lavati e che puoi trascorrere del tempo ad ascoltare la radio, invece di naufragare in una vita sociale sfrenata, fatta di aperitivi e balli osceni in discoteca. Libero nel mondo e solo, con gli occhi attenti alla novità, svelandosi bambini…
6. Amore supremo
Incontriamo tanti tipi di amore, dal più malato al più edificante e, se scegliamo bene, giungiamo a vedere la costruzione di un sentimento supremo, all'interno del quale possiamo solo migliorare e tendere alla perfezione, all'immagine compiuta di noi stessi in una relazione sana con la persona amata che si rivela una costante scoperta di bontà e verità, cui noi possiamo aggiungere fiori e colori. A me è successo, quando ho cessato di credere al grande inganno e ho pensato seriamente al mio benessere psico-fisico.
7. Supremo
"Supremo" è la descrizione di un istante in cui ho sentito me e la mia Compagna figli di una Umanità bella, vicino ad un ponte millenario, avvolti da un paesaggio lirico.
Giunge un frangente, nella vita di chiunque, in cui o si annega o si inizia a nuotare. Io ero stufo di star male ed ho scelto il sentiero vergine, in uno stato di fiducia totale nel domani, che mi immaginavo diverso dai giorni del grande inganno. È stato necessario un atto di forza supremo ma ora mi godo i momenti e sono circondato da chi amo. Questo è ciò cui siamo chiamati tutti, superata la barriera mefitica delle illusioni tossiche del sistema. Io sogno un avvenire candido, con rose e gigli...
¡Buen viento, Marineros!