I miei ultimi due anni
Buongiorno, Viandanti!
Come avete trascorso le feste?
Oggi scrivo per comunicare quanto abbia compreso della genesi del mio Romanzo, "Musa - Pensieri di un artista". Desidero rendervi noto che la musica che ascoltate, entrando in questa pagina, è una parte di un brano che potete trovare qui, quinta traccia dell'album "Muse - Thoughts of an Artist", che potete consultare anche in questa sezione. Ho pubblicato l'opera da circa 15 giorni e i dati salienti li potete leggere in questa pagina. Sono trascorsi due anni da quando, una mattina di fine Aprile 2017, aprii un documento nuovo e scrissi: "Alle undici di una mattina di fine Aprile, consegnava all'Umanità la sua settima Sinfonia, felice di averla composta. Bevve un sorso di caffè e si accese una sigaretta. Annotò i suoi pensieri su un piccolo ritaglio di carta, con il quale aveva scritto l'inizio di un brano musicale, quando era stato a casa della madre e aveva sentito l'urgenza di comporre con il pianoforte che, vent'anni prima, gli aveva regalato il padre". Subito dopo feci leggere alla mia compagna il primo periodo di quello che, nella mia testa, avrebbe dovuto essere un racconto breve. Lei mi esortò a procedere e, da lì, ogni mattina fu un continuo lavoro di scrittura, rielaborazione, riflessione e ricerca del mio più intimo pensiero. Questo Romanzo verte intorno ai pensieri del protagonista, Sean, un giovane uomo irlandese con il desiderio di una vita sana, che è accompagnato da persone con la sua stessa idea di mondo. La mia compagna mi ha scritto una recensione su Amazon, che qui riporto: "La casualità è spesso artefice incontrastata delle vicende umane, e spesso è madrina di vere opere d'arte, a volte opere mostruose, altre di incredibile bellezza. La grande opera del caso fu il loro incontro in quel preciso momento della vita, il loro merito fu quello di camminare con lo sguardo verso l'orizzonte. La casualità volle che per gioco e con intento ludico, tu iniziassi a scrivere i tuoi pensieri, la grande opera d'arte è un incessante susseguirsi di disillusioni e speranze. Non è opera di fantasia ma è energia che attraversa le viscere, è la forza del vissuto, il rosso bollente del furore dato dall'ingiustizia ed il gelido blu del vuoto che ne segue, è l' aspettativa di una mente che non ha speranza e la possibilità regalata da un cuore puro di bambino. Il mio augurio? Non andrà all'autore ma al viandante che casualmente si troverà sulla via di questa magnifica opera". Lei ha scritto questo suo pensiero mentre era in pausa, al lavoro, e quando ho letto come lei aveva sintetizzato il suo modo di vivere l'opera, mi sono davvero commosso. Noi siamo uno sparuto gruppo, "il club dei differenti", come lo chiamo nel Romanzo. Viviamo nella dimensione del piccolo, non abbiamo gli strumenti dei giganti del web, ma vogliamo poter dire la nostra. Io sono lieto di come stiano andando le cose. Ho scritto molto, sia in parole che in musica. I due vettori espressivi hanno camminato mano nella mano, tanto che dalle frasi del Romanzo sono nate composizioni acustiche e dalle musiche sono sgorgate parole che poi ho immortalato nella prosa. Una corrispondenza biunivoca che non mi ha mai abbandonato, negli ultimi anni. Ho dato alla luce, dopo una gestazione lunga e complessa, un libro con un preciso messaggio. Ho composto tanti suoni in partiture sempre più elaborate, che mi hanno permesso di guardarmi dentro con nitidezza. Del mio percorso non correggerei una sola virgola. Sono figlio di un sentiero. Sono il padre che si occupa meglio che può del proprio figlio. Sono l'amico che ricorda, il compagno di una donna che intendo rendere felice ogni giorno della propria vita... e sono un artista, questo ormai lo so molto bene. Ogni tanto, avverto la necessità di fare il punto nave, dichiarare lo stato dell'arte, per una mia precisa esigenza, dacché, scrivendo nero su bianco ciò che mi anima, sento che la trasparenza del mio pensiero ne giovi profondamente... Sono lungo il mio sentiero, come ho detto. Ho lasciato cadere dal mio albero ciò che non mi apparteneva. Ciò che non era destinato a me. Vivo nel poco. Non sarò mai ospite di una trasmissione televisiva. Ho accettato il mio ruolo di artista che vive nelle periferie. Non si sta poi tanto male ai margini di un sistema che, se non fosse tragico, farebbe quasi sorridere, per la sua cieca ottusità. I miei ultimi due anni hanno visto la genesi di opere importanti. Ho scritto una dozzina di Sinfonie, musica di altro genere e mi sono dedicato, anima e corpo, ad una opera letteraria che è degna. Che può camminare per le strade del mondo. Che può trasmettere il proprio messaggio. È per questo che sono contento. Ho scelto di vivere il mio tempo, scrivendo e componendo. Fra lemmi e suoni. Fra pensieri e timbri musicali che mi appaghino. Sono fuori dalle contese del terzo Millennio. Non mi interessa chi vincerà l'ultimo talent show. Oggi consegno, al grande padre delle acque, ciò che ho maturato in 2 anni di duro lavoro, incessante e sbalorditivo. Qualcosa che mi è rimasto dentro, nella parte più intima della mia identità. Qualcosa da raccontare ai miei nipoti...
Buen viento, Marineros!