Ad averlo saputo che un giorno, giunto alla maturità dei miei giorni, avrei pulito casa soddisfatto del risultato, per poi assaporare la sensazione della compiutezza, forse avrei riso, tanti anni fa, pensando che non sarebbero state certe esperienze a rendermi uomo. Invece sì, è andata proprio così: sono diventato uomo con gli stracci per il pavimento in mano, con i guanti per i piatti, con un letto da rifare. In questo tempo, siamo tutti in quarantena. Si moltiplica la solidarietà fra le persone. Si accudiscono i meno fortunati. Ci si sente famiglia, sebbene ognuno viva nella propria casa, costretto dagli eventi, minacciato da pensieri tristi. Da uomo, guardo questa vicenda. Vedo un Pianeta che può benissimo fare a meno di noi umani. Vedo l’Universo che continuerà, con o senza di noi. Vedo una specie che si è sentita onnipotente, in modo sfacciato e ammorbante. Da più parti, ci si chiede davvero cosa sia la crescita individuale dell’uomo del terzo Millennio. Grandi tematiche si affrontano. Io posso narrare, a più riprese, quale sia stato il mio cammino, da essere dotato di una teoria, a persona che incarna il suo mondo ideale, vivendolo con una prassi quotidiana, che prevede la soddisfazione di lavare i piatti, asciugare i fornelli e prepararsi il caffè pomeridiano, scegliendo la tazzina che in quel momento si addice di più al mio stato di benessere. Non ho trovato altra via, se non questa. Non mi è stato dato un sentiero differente dalla pratica di ciò che ho sempre pensato fosse giusto per me. Un uomo è le sue azioni, che, se rispecchiano pienamente il proprio mondo interno, diventano vettori di una forma di sanità cui la persona si abituerà molto presto, giudicandola perfetta per sé. Alle volte la vita è più semplice di quello che un ragionamento cervellotico sull’esistenza possa dimostrare: devi prenderti cura di te, del tuo spazio e dei tuoi cari. Fatto questo, sei già a metà dell’opera. Io, questo, lo garantisco, perché è successo proprio a me. Le persone stanno riscoprendo il senso della comunità. Il significato di un dolce fatto in casa da portare ai medici dell’ospedale della propria città, per alleviare la stanchezza di un turno di notte trascorso in reparto, dove si combatte fra la vita e la morte. C’è chi dona quello che ha. Quello che può. Quello che gli sembra prezioso, senza finire sui titoli di giornale, ma con grazia, attenzione, affetto per qualcuno che forse neanche si conosce, ma si reputa simile a sé, degno, in grado di meritare il nostro abbraccio ideale. Da quando ho concluso la sezione “Romanzo - La lettura”, ho scritto molto poco, venendo assorbito da nuovi suoni e parole che sento vere, per un progetto di cui, a tratti, ho scritto in questa sede. Mi è mancato lo spazio che questo sito mi offre, dacché io sento che “Tannhauser - Un mondo di suoni e parole” sia davvero la mia casa virtuale. Dicevamo che un giorno spolvererai la tua camera da letto. Ci vorrà un po’ di tempo, ma, alla fine, sarai soddisfatto del risultato. Riordinerai tutto, assegnando agli oggetti un loro posto e sarai felice. Cucinerai la pizza di formaggio umbra, con la paura che non lieviti e la assaggerai, gustandoti quella fetta, capirai quali sono gli aspetti da migliorare e ti prefiggerai l’obiettivo di rifarla con più attenzione ai particolari. Ascolterai il suono della voce di tua madre ridere di cose che solo tu e lei conoscete e ti sentirai figlio. Giocherai con le parole con tuo figlio e ti percepirai padre, in un destino certo, finalmente. Io non ho ricette magiche da scrivere in queste pagine. Non sono uno scienziato della mente. Non sono un guru, ma sono un uomo con un tratto di sentiero alle spalle e uno nuovo che si sta aprendo davanti ai suoi piedi… Ci immaginiamo la Felicità come un insieme costituito da diversi elementi, tutti importanti allo stesso modo, indispensabili per la stessa definizione del fenomeno. Un giorno preparerai un piatto nuovo, arriverà una persona cara, gusterete un buon sorso di vino nell’attesa della cena. I colori della tavola vi metteranno allegria. Magari ci sarà la radio accesa con una emittente che trasmette successi di un’altra epoca e sarete felici. Quel momento da incorniciare, quella serata, non saranno parte degli elementi costituenti il fenomeno Felicità, ma l’intero insieme, saranno la Felicità, in toto, nella sua completa interezza di dimensione umana. Il giorno dopo, dovrai ricordare, magari scriverne, per non lasciare che il flusso del tempo seppellisca l’esperienza nei suoi meandri. Afferrare la Gioia è fondamentale. Non farsela sfuggire. Viverci dentro. Se riuscirai a fare questo e a risponderti che tutti quei momenti stanno spettando di diritto proprio a te, che hi ricercato la Felicità senza essere in passato troppo fortunato, allora sarai davvero felice. Forte, dacché hai provato la Gioia e non te la sei dimenticata. Sereno e pronto a difenderla da tutto. Ci saranno altre mareggiate, questo è inevitabile, ma tu sarai in grado di affrontarle. Questo tempo di quarantena offre l’opportunità di ripensarci. Modularci sulle frequenze di Madre Natura. Imparare a rispettarci, perché siamo tutti davvero connessi ed il destino di uno influisce sulle sorti di tutta la tribù, proprio come diceva John Donne nel suo verso “Nessun uomo è un’isola”, ripreso da Hemingway in “Per chi suona la campana”. Oggi è lampante, pure per chi fosse stato sordo in passato, la realtà per la quale dove va uno, vanno tutti. È inevitabile. Volevamo sfrecciare con il nostro bolide in una autostrada deserta con tutti gli altri moribondi a casa? Non è così che funziona, il mondo neoliberista, che ha propugnato questa idea di una élite che ce l’avrebbe fatta comunque, non è veritiero. Non si può stare bene in un Pianeta disastrato, solo perché si hanno i soldi e i propri conti in banca sono in ottima salute. Occorre la coralità. Dobbiamo stare tutti bene. Dobbiamo imparare a gioire. Il Romanzo “Musa - Pensieri di un artista” verte intorno al concetto di Felicità, che non è solo di quella persona, ma gioia collettiva. Ho scritto un’opera sulla Gioia. Ne è permeata dall’inizio alla fine, con i due protagonisti che la cercano, la afferrano, la tengono nella parte più intima della propria Identità. Sono stanco degli egoismi, che non hanno mai portato a nulla di buono. Mi sconvolgono i regnanti del mondo che fanno discorsi assurdi, quando la Possibilità di stare bene è dietro l’angolo, per tutti. Affido questa mia riflessione al grande Padre delle acque, sperando che questa quarantena ci renda tutti migliori, meno egocentrici, più umani. Vi auguro buona giornata, Viandanti e Ricercatori del Sole! A presto… ¡Buen viento, Marineros!
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FolgoreSiamo chiamati tutti a scintillare. Se uno affronta un sentiero insidioso e vince, vuole dire che tutti possono vincere, perché la Possibilità esiste per ogni singolo essere umano. ArchiviCategorie |