Ho 5 minuti di musica, maturati nell'ultimo mese di agosto. Lavorando, sono giunto ad una dimensione finale del Movimento: 15 minuti e sono davvero soddisfatto. Oggi qui nella ridente campagna emiliana è una giornata nuvolosa, perfetta per scrivere. "Ultimo crepuscolo" è una Sinfonia che, nella mia testa, si sta sviluppando fra viaggi e soggiorni. È sulla fine di un'epoca, quella del capitalismo sfrenato, che non ha portato niente di buono, se non per una ristretta cerchia di persone. Questo è l'ultimo crepuscolo, Signori miei, non ci sarà un altro tramonto di questo sistema, che è agli sgoccioli e sta ansimando, morente. Questa musica intende incarnare tutto il travaglio ed il dolore per la nascita di una nuova epoca, di cui nessuno sa niente e di fronte alla quale le persone con senno si augurano che sia giusta e buona. "Ultimo crepuscolo" è il titolo che mi è venuto in mente una sera, in Val d'Orcia, su un terrazzo, osservando il tramonto, che, per me, non è stato solo astronomico, ma politico. Cessa un mondo, quello del profitto a tutti i costi. Delle angherie. Dei soprusi. Non si scorge ancora qualcosa cui aggrapparsi per augurarsi un futuro migliore, ma, si sa, la speranza è l'ultima a morire. Il sistema forgiato dall'uomo occidentale ha miseramente fallito, sotto tutti i punti di vista. Genera dolore. Fa soffrire i più. È un modo di fare che non merita di essere ricordato. È un totale fallimento. L'Umanità non può farsi guidare da individui dediti al male.
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Appunti sparsi lungo la superficie della scrivania. Piccoli pezzi di carta su cui ho scritto i numeri della battute con particolare rilievo. Il pensiero a Ludovico van. Stamani ho riascoltato questo pezzo, nato da una mia adesione ad una proposta di alcuni compositori, con la quale si intendeva completare un Movimento della decima Sinfonia di Beethoven, rimasta incompiuta a causa della sua morte. Dopo un tentennamento iniziale, ho accettato, in me, l'idea di poter maneggiare quelle 24 battute per farne una musica con un senso profondo. Amo Beethoven da tutta la vita e l'ho sempre ammirato quel suo grande oceano di suoni. Oggi propongo il mio contributo, nella forma musicale di "Scherzo", con il titolo "Circle", "Cerchio", perché l'abbozzo beethoveniano mi faceva pensare a qualcosa di circolare. Spero comunichi qualcosa. Io, nell'ascoltarlo, mi sono quasi commosso, per un istante breve. ¡Buen viento, Marineros!
Ci sono voluti 13 anni per provare a descrivere la psiche della mia donna. Questo è il mio tributo alla sua bellezza.
Ieri pomeriggio ho creato una nota ripetuta per violini e ho iniziato a scrivere. Mi sono chiesto se ci potesse essere spazio per frammenti sinfonici nella mia colonna sonora e ho cercato di seguire l'intuizione. È nato un adagio orchestrale. Lo condivido. Sono tornato dall’Umbria ieri sera, dopo averci trascorso un fine-settimana con la mia Donna. Abbiamo camminato su per le colline. Siamo stati abbracciati. Parlando, io e la mia Donna, siamo giunti alla conclusione che la Lealtà sia una dote indispensabile, condizione senza la quale non è possibile avere rapporti umani sani. Abbiamo anche riflettuto sul valore del tempo, che, in diverse epoche, rimette ogni cosa al suo posto. Stamani ho composto musica. Associando il termine lealtà con quello del sostantivo tempo, ho deciso di scrivere del “Tempo leale”, fedele amico per chi si concede l’opportunità di saper attendere. È nata così una composizione nuova, la quale mi ha colpito per una breve successione di accordi degli archi, che ho successivamente sviluppato. Ne è scaturita “Fair time 2”, che ascoltate entrando qui nel blog. La considero un tema portante, pronto per essere sviluppato in diversi momenti della colonna sonora. È una successione di suoni che mi trasmettono pace, quella pace che ho provato in Umbria, la mia amata Terra. Oggi è un bel giorno. Partirò per una gita, con la mia compagna. Abbiamo vissuto giorni duri e ora ci si prospetta la possibilità di una rinascita. Sono emozionato. Il lavoro sulla sceneggiatura procede e ne sono fiero. Non ho idee tutti i giorni, ma quando lavoro, mi impegno con tutto me stesso. Ho l'opportunità di fare bene. Oggi ho lavorato ad un concetto sull'attribuzione del senso delle cose. Mi sono svegliato con una riflessione che mi ha condotto ad una parola, ho seguito il flusso dei miei pensieri, ho focalizzato il significato di quello che andavo esperendo e mi sono messo all'opera. Mi sono messo davanti alla tastiera e ho provato dei suoni, ho trovato gli accordi che desideravo, ho scritto la partitura. Di seguito, nel primo pomeriggio, ho scritto la scena del film, con un ordine consequenziale che sento mio. Oggi, quindi, è stata una bella giornata, nella quale ho temuto di non saper scrivere nulla, ma che, nella realtà, mi ha spinto a rivedere, dentro di me, una realtà che negli ultimi anni mi sembra chiara, per me e per chi amo. Il film sta prendendo forma ed io con esso. TRATTAMENTO DI “MY LADY’S BREAST - PORTRAIT OF AN INVISIBLE” DI MASSIMILIANO FOLEGATTI
Questo film, “My lady’s breast - Portrait of an invisible”, narra la storia d’amore di Sinead e Sean, una donna ed un uomo, superstiti delle loro rispettive tempeste, che si incontrano e decidono di amarsi con tutto il cuore, perché l’amore è una decisione che si prende ogni giorno con la totalità del proprio essere: corpo e anima, cuore e cervello. Un pomeriggio, Sinead sta navigando in internet, trova un sito musicale, dal quale ascolta un brano, che la colpisce profondamente, tanto da accennare, durante l’esecuzione, movimenti del corpo, quasi in una danza. Terminata la musica, la ragazza viene colpita dal desiderio di comunicare la sua emozione all’autore di quella composizione, e, sebbene sia titubante sul da farsi, alla fine, decide di scrivergli um commento. Quando il commento giunge dall’altra parte, Sean, il compositore, lo legge subito, avvisato dal suo device IA, che produce un suono di notifica. L’uomo decide di rispondere e lo fa, poi si allontana, convinto che la conversazione sarebbe terminata lì, dato che parlare di Arte in rete era diventato davvero molto raro. Ma la ragazza lo stupisce, gli inoltra un altro messaggio e così i due si scambiano qualche battuta. C’è poi un momento di silenzio, Sinead lo avverte, crede di essere inopportuna e saluta il compositore, che, a quel punto, si chiede cosa scrivere per farla rimanere, per non farla andare via e perderla nei meandri della rete. Sean scrive: “Resta con me, adesso”, parte il tema di Sinead, una musica affidata a sax e archi e i due cominciano a scriversi riguardo tanti argomenti, dalle cose serie a quelle divertenti e bizzarre ed è lì che nasce il loro amore. Lì, davanti ad un computer. Lì, in un luogo di parole. Lì, con la benedizione della musica. Dopo qualche mese di frequentazione virtuale, la ragazza, un bel giorno, chiede a Sean se ritiene il caso di incontrarsi dal vivo, finalmente, dopo tante parole scritte. Sean è entusiasta. I due si incontrano in un parco di Seattle, città nella quale vivono entrambi. Da subito c’è corrispondenza di intenti, fra loro e una leggerezza che cede il passo a riflessioni serie sul mondo. Sean si rende conto della diversità di Sinead. Sinead intuisce che quell’uomo non ha intenzione di ferirla, come alcuni altri uomini prima di lui, nella sua vita di donna. In quella splendida mattinata al parco, i due si baciano per la prima volta. Le loro anime si sono riconosciute, come se tutto fosse già stato scritto. Si sono trovati. Possono provare ad amarsi, in una dimensione fuori dal tempo, oltre le difficoltà, mano nella mano. Nasce quindi la storia d’amore di Sean e Sinead. Sean è un emigrato irlandese. Ha vissuto infanzia ed adolescenza a Belfast, negli anni della occupazione inglese dell’isola. Ha visto il male di un sistema di potere che sacrifica il bene di un popolo e la sua legittima aspirazione a vivere nella propria landa ad interessi geopolitici che condannano le persone a condurre esistenze spezzate. L’uomo non parla volentieri del suo passato, che riemerge, talune volte, sotto forma di incubo che dilania il suo sonno. Tuttavia, con Sinead, Sean, pian piano, si aprirà, narrando delle perquisizioni, delle bombe, e di suo padre, Connor, fiero pescatore indipendentista, che non avrebbe mai voluto gli inglesi sul suolo irlandese. Sean è molto legato all’immagine del padre: un uomo forte, intelligente, con una grande passione per l’arte. Il compositore ricorda i bei momenti sul peschereccio del padre a cantare canzoni marinaresche. L’infinita delicatezza con cui suo padre lo accarezzava è ancora nel cuore del compositore. Connor muore e Sean fugge dall’Irlanda del Nord, trovando rifugio a Seattle e lasciando la madre in Irlanda. Sean è un uomo che ha conosciuto il male. È la sua tempesta quella: la macchina infernale di distruzione della psiche degli individui da cui l’uomo fugge. Ad aiutarlo nella sua crescita, c’è un uomo irlandese, il suo professore di composizione al conservatorio, che Sean, semplicemente, chiama Maistir, Maestro. Il Maistir è un anziano signore che vedendo la bravura di Sean come giovane musicista, lo ha eletto suo figlio e lo tratta con stima ed affetto. Maistir è un uomo colto, accogliente, sempre disponibile ed ha avuto un unico amore nella propria vita: la donna che era la sua musa e che era prematuramente scomparsa per una grave malattia. Il rapporto fra Sean e Maistir, specie dopo la morte di Connor, è diventato intensissimo. Seppur lontani fisicamente, i due si scrivono tante mail e parlano di tutto: psicoanalisi, politica, geopolitica, sistemi di vita possibili. Seana ama il Maistir, lo considera suo mentore e suo padre spirituale. C’è il rapporto con la madre, che è centrale. Sean chiede alla madre di raggiungerlo a Seattle, per vivere vicini. La madre dopo poco si congiunge al figlio. Sinead vive vicino a sua madre, in un rapporto d’amore difficile. La madre di Sean è bipolare ed andrà incontro ad una crisi di mania a causa della quale Sean dovrà prendere delle decisioni importanti per il futuro della mamma. Sinead, confrontandosi con sua madre, otterrà momenti di libertà sempre più consistenti, fino a poter fare un viaggio lungo con Sean. La tesi del film è che se uno è riuscito ad essere felice, allora tutti possono. Sean e Sinead scoprono l’amore, in tutte le sue sfaccettature e la passione fra i due è totalizzante. La ragazza si giura che non avrebbe mai lasciato solo il suo uomo e che sarebbe andata fino in fondo. L’uomo, che proviene da relazioni tossiche, scopre in Sinead tutto l’amore che può contenere nel suo cuore di artista e stabilisce che Sinead debba essere la sua musa, per la vita. I due vivono un idillio meraviglioso. Imparano a conoscersi, a rispettare gli spazi dell’altro e ad essere sempre presenti. Nella trama, c’è un ambito fantascientifico: un piccolo pianeta, chiamato Saorsa (dallo scozzese Saorsa, ossia libertà) custodisce la bellezza del genere umano, con tutti i suoi talenti e viene attaccato da una forza malvagia che intende ridurlo in schiavitù, mettendo a punto un veleno che può uccidere. C’è la storia di un bambino di Saorsa che inala il veleno e affronta la malattia, che, dopo le adeguate cure dello sciamano, regredisce, per poi far tornare il bambino a stare bene. C’è inoltre un piano di animazione. Bimbilix e Mou Mou, due bambini, si conoscono, diventano ragazzi ed imparano ad amarsi, proprio come Sean e Sinead. Tuttavia, l’aspetto centrale del film è l’amore fra Sean e Sinead e la conquista di una libertà che permette ai protagonisti di cominciare a vivere bene, per trasformarsi in persone felici, perché la tesi del film è che la felicità esiste e può essere raggiunta, proprio nel presente, proprio con le proprie fragilità, proprio con la paura di cadere. In questa sceneggiatura, non c’è spazio per la distonia, per la distopia, per il concetto di incomunicabilità fra le persone, c’è solo un atto di vittoria, quello della piena realizzazione dell’individuo, che vuole vivere dignitosamente. Sean e Sinead partono per l’Irlanda, destinazione Donegal, dacché la ragazza è affascinata dalla landa dove è nato il suo compagno. Nell’estremo Nord della Repubblica d’Irlanda vivranno la loro definitiva consacrazione, in un viaggio alla ricerca della felicità. I due, dunque, volano in Irlanda. Affittano una macchina e percorrono la strada sull’oceano che conduce nell’impervia Donegal, una landa sulla grande distesa di acque, fra pascoli e vento sferzante. Giungono a Fanad Head, dove c’è un faro famoso, bianco, che si staglia contro un cielo mutevole. Dormono nel faro. La pioggia gli fa compagnia e vedono la luce del faro innalzarsi verso l’oceano, per indicare ai naviganti la terraferma. Fanno l’amore con dolcezza e passione. Visitano spiagge. Camminano sul bagnasciuga e comunicano il loro più profondo essere all’altro. Sean, che ha da poco concluso il labor limae del suo romanzo incentrato sulla felicità, rende noto a Sinead l’evento. La ragazza è felicissima e gli risponde che sarà la sua più attenta lettrice. Si recano alle più alte scogliere d’Europa, da dove si ammirano le coste scozzesi. I due realizzano allora che la felicità non è una utopia, ma un percorso possibile, nel quale ogni tappa può essere gioia. Il messaggio del film è profondamente ottimista. C’è vita, c’è speranza, c’è gioia, dopo tante lotte. La tesi è rivoluzionaria: mentre da più parti si afferma che l’Umanità sia perdente, nella trama del film si erge un messaggio positivo, perché il Genere umano è davvero chiamato alla Nuova Era di Luce… Sean e Sinead si sono trovati. Amati. Sostenuti. Questa è la loro forza. Questa è la forza del film, che dirige lo spettatore verso una Nuova Era di Luce, che è l’unico destino nobile che le persone si possano augurare per i propri figli, in un’ottica di preservazione del Pianeta Terra e di relazioni non distruttive. È un film sull’Umanità che si deve ancora attuare, con l’impegno di tutti, innalzando un grande canto corale. |
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