Siamo tutti in cammino verso l’Origine « […] È facile amare qualcun altro, ma amare ciò che sei, quella cosa che coincide con te, è esattamente come stringere a sé un ferro incandescente: ti brucia dentro, ed è un vero supplizio. Perciò amare in primo luogo qualcun altro è immancabilmente una fuga da tutti noi sperata, e goduta, quando ne siamo capaci. Ma alla fine i nodi verranno al pettine: non puoi fuggire da te stesso per sempre, devi fare ritorno, ripresentarti per quell’esperimento, sapere se sei realmente in grado d’amare. È questa la domanda – sei capace d’amare te stesso? – e sarà questa la prova. […] » (C. G. Jung, Lo Zarathustra di Nietzsche, Seminari) L’uomo stava osservando il ciclamino che la sua Compagna aveva salvato da un rigido inverno e ne ammirava le sfumature cromatiche dei fiori, così delicati al tatto e capaci di donare a ciò che era intorno una nota di colore davvero molto bella. Decise che avrebbe ascoltato gli ultimi 4 brani composti in quei giorni di una fine di Marzo piena di pioggia che era tanto necessaria al benessere dei campi quanto consolatoria. Componeva anche per lavare via il male di un mondo alla deriva, in severo scompenso, che sembrava aver smarrito il retto sentire. Scriveva per la Donna che lo aveva risignificato. L’uomo era dunque riuscito a rendersi noto per la seconda volta, dopo la nascita dal grembo di una madre che lo aveva amato profondamente. Stava pensando, mentre la riproduzione della sua musica procedeva, alla realtà psichica descritta da Bion, a quella «O» che rappresentava la verità assoluta, verso cui ogni essere umano dovesse tendere, per avere una visione chiara sulle cose. “Questa musica - rifletté l’uomo - è interamente psicoanalitica”. I suoni si susseguivano, in una successione che, all’autore, sembrò davvero buona. Non aveva mai visto niente di più bello delle opere d’amore della sua Compagna, che lo stupiva in continuazione con il suo carisma e la sua capacità di fare cose belle per sé e gli altri. «Queste parti atonali sono molto incisive» si sorprese a riflettere l’uomo. Non aveva mai creduto che il male potesse vincere. Sapeva che esseri irrisolti avrebbero dato problemi a tutti gli altri, se non aiutati a curarsi. Voleva essere felice, se lo meritava dopo aver attraversato il deserto innumerevoli volte. La sua Compagna lo avrebbe seguito ovunque lui fosse andato, perché questo è l’amore: seguirsi, dopo essersi presi per mano, certi che l’amore sopravviverà a tutto. Gli ultimi giorni erano stati di pioggia e lui aveva osservato il giardino, dopo il taglio dell’erba, rendersi ancor più rigoglioso. «Queste parti atonali mi esortano a codificare un mio nuovo modo di stare al mondo, con amore, tatto, dedizione ed intelligenza» pensò l’uomo, seguendo il flusso della musica che si stava evolvendo con lui, conscio del fatto che l’arte fosse una proiezione, verso l’esterno, del proprio mondo interno, con tutti i suoi codici, alcuni dei quali avvolti da mistero. La sua composizione stava procedendo, nel suo sviluppo e lui l’ascoltava con molta partecipazione. Era giunto alla codificazione dei propri Sé buoni in segni d’Arte. Era stato un processo lungo, di cui aveva gustato tutte le tappe, rinvigorendosi per ogni conquista ed ogni piccola vittorie, lungo il cammino che conduce alla piena capacità di esprimere se stessi, in un mondo di vettori d’Arte in grado di narrare una storia. L’uomo pensava alla sua Compagna, la Donna che, con una parola riusciva a dargli quel coraggio necessario ad affrontare meglio l’esistenza. «Le parti atonali, in queste 4 composizioni, sono la rappresentazione della lotta che ogni giorno un uomo è chiamato a sostenere per la piena realizzazione dei propri Sè buoni, in un’ottica non diversa da chi lavora la terra, che, per dare i suoi frutti, necessita di amore e dedizione» riflesse l’uomo, che aveva iniziato a vedere l’enigma dell’Umanità da quando era ragazzo sui banchi di scuola. Un pianoforte si muove sugli accordi della tonalità di Si minore. Le dissonanze creano movimento armonico, come nella vita, quando qualcosa ci esorta ad andare avanti quando tutto sembra condannarci all’immobilità. Sapeva quanto l’uomo fosse chiamato alla libertà. Sognava una Umanità scevra di ogni forma di schiavitù. Stava analizzando mentalmente le sue composizioni mentre attendeva che il caffè fosse pronto. «Ho avuto bisogno di parti atonali per codificare un vissuto di lotta e combattimento» suppose l’uomo che era sempre in ascolto della sua dimensione più intima, per comprendersi e poter provare ad andare avanti nel modo più consapevole di cui lui fosse capace. Sognava la possibilità di rinascere uomini tutti insieme in una danza senza fine che conducesse alla realizzazione del disegno complessivo del Genere umano: l’amore e la libertà, nella condizione nuova di saper lavorare in modo creativo per il benessere di tutti. L’uomo riteneva che, se tutti ci fossimo curati, e avessimo abbandonato le nostre parti distruttive, riassorbendole in qualcosa di noto, privo della sua carica deleteria, il mondo avrebbe conosciuto la Nuova Era di Luce. Era lì, nel suo studiolo, ad ascoltare atomi di una nuova musica per il terzo Millennio, fatta di bontà e studio, meditazione e riflessione, audacia e spirito di ricerca. L’uomo sapeva benissimo che nessuno gli avrebbe fatto un applauso, ma non è per gli applausi che suona un musicista. Pensò a Bion, questo grande maestro del Genere umano. L’uomo e la sua Compagna sarebbero andati in gita, per Pasqua. Lui le doveva molto: lei aveva cancellato il male dalla di lui vita, e questo muoveva l’uomo verso una gratitudine di notevole dimensione. Lui, dal canto suo, le aveva fatto scoprire che gli uomini non sono tutti psicotici e i due avevano iniziato, 16 anni prima, a vivere nella possibilità di amarsi seriamente e in profondità. Il loro era stato un incontro di due ricercatori della Verità. Le ferite si cicatrizzarono. Le paure cessarono e ci fu solo puro Amore. L’uomo pensava alla trasmissione della conoscenza di «O». Non c’è cosa al mondo che valga più della trasmissione della conoscenza, dacché essa può cambiare una persona, e, con lei, il mondo intero. Nei giorni passati, l’uomo aveva letto molto riguardo ad «O» ed era giunto alla conclusione che un sistema altro di possibilità inespresse di poter raggiungere il proprio Sé più autentico, fino a quel momento sconosciuto, era quanto mai doveroso. L’Umanità si meritava il meglio, nonostante fosse imprigionata ed ecco allora che giunge il liberatore: “il pensiero”. Mancava il pensiero dotato di affettività. Avrebbe condotto gli uomini e le donne alla possibilità di vivere felici, senza farsi più male, senza sfociare nelle guerre, senza più sfruttamento e schiavitù. Il pensiero dotato di affettività, il pensiero che sana, il pensiero che interpreta e restituisce alla Persona la sua immagine più corretta, e, così procedendo si sarebbe potuti andare verso la Bellezza. «Le parti atonali di questi ultimi 4 pezzi erano necessarie, per esprimere il caos prima che giunga la Bellezza di un cosmo di Persone consapevoli e creative» pensò, elaborando il proprio modo di vedere le cose, in un’ottica che prevedesse la percezione di qualcosa di grande, bello, sano e non distruttivo. Le Persone erano state condotte alla follia, da un sistema che bramava la loro sottomissione e cosa può essere più controllabile di un individuo in severo scompenso? L’uomo combatteva ogni giorno. Ogni mattina, quando si svegliava grato per le opportunità che avrebbe avuto nel corso della giornata e per quello che aveva nelle sue mani, lui sapeva che avrebbe dovuto difendere il proprio mondo dagli attacchi di un gruppo sparuto di uomini potenti che giocavano a dadi con l’esistenza di miliardi di Persone… «Le parti atonali aggiungono significato, non lo tolgono» riflesse l’uomo che era fiero del suo grado di maturazione artistica. Pensò alla sua Compagna, che era a lavoro. Un pianoforte canta una melodia. Gli archi procedono maestosi, in un tempo adagio. I legni ribadiscono l’atmosfera del movimento. C’è quiete. La musica comunica un flusso di emozioni e pensieri. Giunge il coro. L’uomo ascoltava attentamente la sua recente produzione. L’Arpa si muove su note piccole. Gli archi creano un tessuto. Torna il Tema. La Compagna dell’uomo sapeva sempre sorridere ed era una vera combattente. Il pianoforte replica la sua entrata. La parte atonale prende posto nella scena. L’uomo era davvero felice di quanto fosse riuscito a creare ascoltando il susseguirsi dei propri pensieri. Le sue emozioni. I suoi sentimenti buoni. Quell’irrefrenabile voglia di star bene insieme a tutti gli altri. Erano ore buie per il Genere umano. La psicosi sembrava vincere su tutti i fronti, però l’uomo sperava che ci fosse ancora una possibilità, per la piena realizzazione di tutti, in un mondo finalmente pacifico. I potenti snoderanno la propria azione seguendo una miriade di contorsioni, ma noi non dobbiamo avere paura. Il mondo non è così piccolo come vogliono farci credere e, oltre questa cortina di ferro, accadono, negli altri paesi, cose molto importanti, per il bene del Genere umano. «Uscire dalla gabbia mentale, attraverso i propri strumenti intellettivi e il proprio cuore, si può, anzi, è doveroso» riflesse l’autore che, in quel momento, stava continuando ad ascoltare la propria musica, con lo stato d’animo sereno di chi “rilegge” qualcosa di buono, per sé e per gli altri. La sua musica, cui si dedicava regolarmente ogni giorno, era vitale, per lui, e rappresentava il punto di massimo relativo della sua ricerca della Verità, in una sorta di rivelazione costante e progressiva, che lo conduceva ad uno stato di benessere sempre più nitido, muovendo le forze della sua Persona verso il Sé, la realizzazione, l’Amore e la dedizione per quello che era la sua missione: creare un vettore capace di trasmettere pace e Bellezza, armonia e Luce. Era soddisfatto delle parti atonali dei suoi ultimi 4 brani, che gli comunicavano moto. Aveva sempre avuto un occhio particolare per l’armonia musicale. Dopo 16 anni di intensa attività, sapeva di essere a buon punto. Le dissonanze erano parte del motore della musica. Ne arricchivano il contenuto ed ora, con quelle parti atonali, il suo progetto si stava espandendo. Nella sua musica c’era tutta la speranza di un mondo migliore che egli nutriva dal profondo del suo cuore di ricercatore della Verità. Nulla poteva distoglierlo dall’obiettivo di raggiungere quello stato di benessere che avrebbe donato gioia, insieme a tutte le Persone che avrebbero seguito percorsi simili al suo. Paradossalmente quello era un momento storico di grandi cambiamenti. Mai si sogna il cielo come quando si è perduti nel caos più sfrenato. Mai si giunge alla convinzione di poter far bene, come quando si è al tappeto. Mai si sogna un futuro fatto di bontà, come quando tutto ci sembra irrealizzabile e lontano. L’uomo stava continuando ad ascoltare la sua musica, da ormai due ore, e trovava i suoi tessuti sonori davvero in grado di trasmettere il desiderio di Bellezza che dimorava nel suo cuore di guerriero della Luce. «Niente è perduto» si disse. Occorreva andare avanti con forza e solerzia, amore e passione per quello che si faceva e tanta, tanta speranza, che non doveva mancare mai neanche nei momenti di massimo sconforto… «Quello che non è accaduto in millenni - pensò l’uomo - può accadere in 15 secondi» e così, con lo spirito di ricerca animato da una grande sete di Verità, l’autore concepiva la possibilità di una rinascita mondiale, per tutti coloro che avrebbero voluto prenderne parte, in una spirale di grandezza e Bellezza, amore e dedizione, amicizia e fratellanza. «O» era alla portata di tutti, la verità suprema, l’assoluto potevano toccare il cuore dell’individuo per farlo sentire finalmente amato. La trasmissione della conoscenza era davvero il nodo fondamentale. Ai legami d’odio occorreva rispondere con i legami di conoscenza, capaci di fare avere una visione nitida della propria immagine di Persona, in cerca di soluzioni per la propria vita. La musica dell’uomo era positiva e militante, dacché verteva intorno alla condizione di essere umano che sogna un domani migliore per tutti, in un codice artistico che intendeva combattere per i diritti di ogni Persona che volesse ricercare la Luce. Un pianoforte cantava la sua melodia su bassi profondi. Gli archi nostalgici dipingevano un mondo malinconico fatto di immagini tristi. L’arpa rispondeva. Un lungo tessuto di archi si articolava. Un muro di suoni procedeva maestoso, in una apertura che ambiva a rappresentare l’incedere dei passi di un uomo verso il Sole. L’uomo desiderava il meglio, per tutti. Vedeva se stesso come un esploratore. Sapeva bene quanto la propria musica potesse riuscire ad affermare uno stato di Pace e Bellezza, e ne era fiero, dacché quella sua penna, che aveva affinato da 16 anni, era la risultante di un processo durato tutta la vita, che aveva contemplato cadute e lutti, piccole vittorie e grandi soddisfazioni. Nell’ultimo periodo, l’autore aveva affidato linee melodiche al coro, con parole che lui trovava disvelanti. La voce umana, nella sua complessità, si sposava benissimo con le armonie dell’orchestra e la arricchiva di significato. L’uomo ricordava i momenti di quella mattinata, in cui si era svegliato con la sua Compagna e avevano chiacchierato amabilmente, come sempre accadeva. La trasmissione della conoscenza non era un affare da iniziatici per una qualche verità suprema, ma l’ordine naturale delle cose nell’ambito delle vite umane, che, dopo essersi liberate dalle parti distruttive, possono ambire ad una vita meravigliosa, attraverso il vero sapere che conduce ad una dimensione pienamente soddisfacente di equilibrio, buon compenso intrapsichico e Bellezza, senza cui l’esistenza dell’individuo sarà per sempre un oceano di devastazione.L’uomo affrontava le difficoltà con spirito razionale, seguendo la logica. Sapeva che non sarebbe potuto piovere per sempre, per lui , come per tutti gli altri, le cui vite egli seguiva con estrema attenzione e rispetto. «Ci vuole tatto» pensò. Un’anima lesa non si può maltrattare. L’autore stava riascoltando la sua musica da ormai più di tre ore e si sentiva a suo agio immerso in mezzo a quelle note. Le parti atonali arricchivano il tessuto, donandogli moto e una percezione di elettricità che era funzionale all’economia dei brani. In quelle sezioni si percepiva energia pura, pur in tutte le sue dissonanze aspre. Il rapporto è fondamentale, per tutti. Viviamo in una sorta di continue immagini che ci vengono restituite dagli specchi delle parole degli altri, dai loro comportamenti e dai loro sentimenti nei nostri confronti. Viviamo nel rapporto fin dalla nascita, con una mamma che si prende cura di noi. L’uomo ripensò alla sua scalata. Ne aveva viste di vette! Era contento. «L’atmosfera di alcuni brani dell’ultimo periodo potrebbe sembrare nostalgica, ma ci sono sempre aperture verso la Luce, ed allegria, che si articola fra le note degli strumenti» riflesse l’uomo, che aveva ben in mente quale fosse il proprio obiettivo, in un crescendo che giungesse alla Bellezza totalizzante ed alla più consapevole immagine di se stesso, attraverso la quale poter rilasciare tutta la conoscenza a chi lo amava, per contribuire a edificare un mondo finalmente più giusto ed equo, sano ed amorevole… «Il senso di battaglia è ben presente in queste opere, è come se loro stesse fossero i dardi incendiari per uccidere l’unico vero grande nemico dell’Umanità: la pretesa di sapere tutto, attraverso un atteggiamento di supponenza ed alterigia che impedisce agli uomini di contattare la Verità per farsela amica» pensò l’uomo, sempre più convinto della bontà del proprio operato. La giornata era piovosa, ogni tanto l’autore guardava fuori dalla finestra, dirigendo il suo sguardo in giardino, che cominciava a mostrare i fiori e le gemme degli alberi. Aveva scritto alla sua Compagna. I loro erano messaggi sempre gradevoli. I due non avevano mai dimenticato la leggerezza, la tenerezza, gli abbracci e i baci su cui fondare la propria quotidianità di Persone che si erano scelte giungendo ad essere l’uno la forza dell’altra. «C’è energia in queste composizioni, una energia tale da muovere parti di me verso la realizzazione dei miei Sè buoni, in una visione totalizzante di amore e bontà» riflesse l’autore, che era sempre in cerca di risposte che gli potessero permettere di vivere sempre meglio, in una nuova forma d’armonia capace di farlo stare sempre in equilibrio dinamico… «Come sono sublimi questi archi!» esclamò gioioso. Gli alberi del giardino continuavano a crescere in una primavera ancora un po’ piovosa, ma che avrebbe ceduto il passo al Sole ed alla Luce. «I legni si muovono eleganti» pensò il compositore, che da tanto tempo stava cercando la più corretta espressione della sua sostanza di essere umano. Dopo più di 16 anni di duro lavoro, si trovava nella condizione di poter dire che la sua musica lo rappresentava appieno e si manifestava come il codice enigmatico del suo essere… Dal caos primordiale nel quale il dolore dei lutti e degli abbandoni segna, in modo drastico, il nostro passaggio, alla nascita del Pensiero, attraverso il Tu dialogico che ci interpreta e restituisce la nostra immagine sana di esploratori dell’Universo e ricercatori del Sole. Tutto è possibile, anche rinascere in una nuova Origine, che sia l’inizio della vera Vita. L’uomo andava seguendo questi suoi pensieri mentre ascoltava un’arpa muoversi su accordi densi di significato. Un muro di suoni. Un’altra chance. Un parto… Costruiva spesso muri di suoni con l’idea della maestosità. Costruiva, in generale e non si stancava di sperare per il meglio. Per sé. Per le persone che amava. Per tutti, perché l’esito di questo grande viaggio era insito nelle vicende di ogni singolo individuo. Conduceva la sua attività di composizione in modo febbrile, attendo ad ogni particolare, provando e riprovando fino allo sfinimento, per trovare quegli elementi architettonici che potessero davvero rappresentare la sua maniera di stare al mondo, il suo cosmo e i suoi sentimenti. Dal caos primordiale, lui era uscito. Era diventato uomo. Non avrebbe mai e poi mai rinunciato a tutto quello che aveva ottenuto negli anni attraverso il sacrificio e la dedizione, l’abnegazione e l’ascolto delle parti irrisolte della sua vita. Era nel silenzio, in quel momento. LA riproduzione della musica era terminata, lasciando, nell’aria, una piacevole sensazione di energia psichica. L’uomo pensò alla sua Compagna che era a lavoro, dove la stimavano tutti perché era davvero brava e sapeva aiutare tutti. Gli archi, nella nuova riproduzione, introducevano un Tema mosso, in un ritmo ternario. Seguiva la parte atonale. Bella. Ricca. Carica. Gli archi sospendevano il moto, cedendo il passo ad un ritmo disteso. I clarinetti ribadivano il tempo ternario. La parte atonale era la rappresentazione del caos primordiale, che ogni Persona ha in sé, in una parte molto in profondità… Il Tema principale ritornava, cui seguivano note lunghe. Il suono dei clarinetti era molto bello. Ogni volta che si ripresentava la parte atonale, l’uomo sussultava, perché era una vera e propria novità, nell’ambito del pezzo. Gli ottoni ponevano un interrogativo, cui i legni rispondevano in modo sentito e preciso. Il caos primordiale, che è in tutti noi, deve cedere il passo alla consapevolezza, senza la quale l’esistenza è davvero rischiosa, per noi e per chi intercettiamo lungo il nostro cammino, perché, con parti irrisolte, la probabilità di vivere rapporti insani è davvero molto alta, con la derivante distruzione di ogni forma di intelligenza umana e possibilità di realizzazione… L’uomo continuava a consumare il suo tempo di ascolto in modo attento. Ascoltava tutto ed era fiero del suo lavoro. L’immagine della sua Donna gli teneva compagnia, perché lui l’amava dal profondo delle sue viscere. Non avrebbe mai potuto trovare una Persona come lei, in assoluto. Lui era fiero della sua Compagna. La considerava un prodigio. La Musa. L’ispirazione costante ed inossidabile. L’eternità. Il cosmo… Alla fine, dal caos primordiale, è nato un bambino, che ha incontrato una bambina. Insieme hanno esplorato l’Universo delle umane vicende e si sono amati più che mai, senza mai lasciarsi la mano, in una atmosfera di baci ed abbracci, che non li hanno mai stancati, neanche quando il mondo li ha messi duramente alla prova. Dal caos primordiale, sono nati due individui che lavorano alacremente per avere un mondo interno sano, bello, creativo e questo non glielo potrà mai togliere nessuno… Dal caos primordiale all’Origine sana delle cose, in una visione capace di cogliere l’essenza per diventare Creature di Luce, che non si rattristino mai se le cose vanno male, ma sappiano creare il proprio destino con la Luce nel cuore…
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AutoreSono un ricercatore del Sole. Mi impegno affinché i miei pensieri siano vibrazioni di guarigione per tutti. Il Mondo merita un canto sublime. Archivi
Settembre 2024
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