Stamani mi sono svegliato presto. Ho sorseggiato il mio caffè ed ora sono qui, nel mio studiolo, mentre i rumori del viale, lievemente, entrano in casa, dalla finestra chiusa. Ieri ho iniziato a seguire dei nuovi gruppi di psicologia, che ho ritenuto interessanti e ho letto molto riguardo alcune tematiche pregnanti del XXI° secolo. Rimango basito quando leggo di persone che hanno avuto un determinato cammino. Non riesco a capacitarmi di come si possano donare anni interi a persone che non si meriterebbero neppure un tè nella propria casa. C'è molto da ricercare. Ci sono nodi cruciali di cui tener conto. Un bambino, che vive una dinamica familiare malata, sarà un adulto indirizzato a compiere alcune scelte tossiche, che lo condizioneranno per molto tempo. Leggo di molte donne vittime di quelli che vengono definiti "narcisisti", soggetti malsani che vivono una egomania allucinante, incapaci di sentire e crudeli, nelle loro tensioni verso l'altro. Il tempo scorre e si diventa più vecchi. I sogni rimangono inespressi e i fiori appassiscono. La vita passa e ci si ritrova a cinquant'anni con una manciata di scelte da operare per tentare di ricominciare a vivere davvero, in un modo pulito e libero. Io ho vissuto la mia tempesta, che è durata fino al 2008 e posso dire che, se non avessi diretto il mio passo verso un nuovo sentiero, a quest'ora non so dove mi sarei trovato. C'è così tanto da scoprire. Così tanto da amare. Incredibile come si getti via il tempo che abbiamo a disposizione, che è uno e non ritorna indietro. Siamo esseri fragili. Una parola, detta con cattiveria, ci svilisce. Dobbiamo trovare, in noi, un assetto armonico nuovo, che ci conduca verso la bellezza, da contemplare in tutto il so splendore. Molte cose sono cambiate, nella mia esistenza, da quando ho dovuto trovare il coraggio di occuparmi della salute di una persona fondamentale del mio nucleo. Sono stati frangenti durissimi, in una estate da leoni, nella quale ho dovuto fare appello alle mie risorse migliori. Sono stato sottoposto ad un bombardamento costante, fino a quando, un giorno, la prima tessera del mosaico è stata messa al suo posto e, pian piano, il disegno complessivo della vita di mia madre ha preso corpo. Ho conosciuto tante persone magnifiche, altre deleterie, lungo tutto il mio sentiero. Ora posso dire che ne sia cominciato uno nuovo, nella fase adulta, che intendo seguire con la massima attenzione. Io non so dove sarò fra dieci anni. Non ne ho la più pallida idea, ma so che desidero vivere in armonia. Questo sì. Me lo devo. Ne ho diritto. I giorni trascorrono con le cose da fare. I sogni da coltivare. Le piccole gioie di cui godere. Ho concluso un ciclo, come dicevo qualche giorno fa. Ho composto un circolo di 3 Sinfonie: "Sinfonia n. 14. Umbria", "Sinfonia n. 15. Celeste", "Sinfonia n. 16. Romanzo" e con questo trittico inauguro il momento maturo della mia creatività. Presto posterò la musica, qui, sul mio sito web. Ho iniziato a comporre queste musiche terminata la fase più grave del momento storico più determinante della vicenda di una persona senza la quale non sarei qui. Nel tempo, mi stavo cimentando in composizioni sperimentali, per sublimare un mio stato emotivo di preoccupazione, mentre, subito dopo, qualcosa ha cominciato a funzionare e la mia famiglia ha ripreso a respirare. Un giorno di Luglio 2018, il 7, ho vissuto una grande vittoria, che mi ha riempito il cuore di gioia. È da quel momento che ho imbastito il primo ordito della "Sinfonia n. 14. Umbria". La "Sinfonia n. 15. Celeste", invece, è nata dopo una vacanza premio con mio figlio, in un agriturismo umbro dalla bellezza scintillante. La "Sinfonia n. 16. Romanzo", finale musicale del mio componimento "Musa - Pensieri di un artista", è sgorgata dalle mie vene poco prima di essere, in fase di correzione, alle porte dell'ultimo capitolo della prosa. Ho avvertito l'esigenza di cristallizzare, con i suoni, alcune idee acustiche che sentivo vere per descrivere, in un habitat musicale, ciò che io pensavo e sentivo della storia letteraria che mi ha tenuto compagnia per un anno e mezzo, dall'Aprile 2017. Subito dopo, ho ultimato il labor limae del mio libro e una gioia immensa mi ha riempito l'anima. Sì, nella mia vita, negli ultimi 5 mesi, sono accadute tante cose di straordinaria importanza, cui guarderò, con calma, nei prossimi giorni, ora che tutto si è raffreddato e si può osservare il ciclo degli eventi con razionalità e senso d'analisi corretti. Sono stato dentro una centrifuga. Ho provato a vivere meglio che potessi. C'erano scelte quotidiane impegnative da operare. Decisioni da prendere. Atti da compiere. Ora quel tempo è andato, lasciando, dietro di sé, il gusto poderoso di essere stato all'altezza del compito assegnatomi dal destino: quello di prendermi cura di chi, un tempo, mi ha insegnato a camminare ed oggi è una creatura fragile da aiutare. In tutto questo processo, l'Umbria, la mia terra natia, è stata centrale, con i suoi girasoli, i suoi uliveti, quel sole magnifico sotto cui ho bruciato la mia pelle, marciando verso un nuovo giorno, che speravo mi conducesse alla sublimazione di uno stato emotivo così intenso che le parole per dipingerlo ancora non mi abbandonano. Il vissuto è stato compresso e denso, ed ora che vivo nella mia ridente campagna bolognese, in uno stato di quiete, sento che tante cose stanno venendo fuori per assumere la loro forma definitiva di atti della mente, poliedri della psiche, pensieri di una identità che non si è mai rassegnata alla bruttezza e alla crudeltà. Ho avuto modo, negli ultimi 5 mesi, di scrivere tanto. Il tempo non era molto, ma io mi svegliavo presto per comporre le mie idee, prima di iniziare un nuovo giorno da combattente. Ho fatto tutto al meglio, sebbene non fosse per niente facile. Ho potuto riabbracciare persone che mi hanno tenuto per mano, in quei frangenti bui, in cui non si sapeva quale sarebbe stata la sorte della mia famiglia. Una vera e propria centrifuga, come dicevo prima, mi ha squassato per bene. In queste ore, godo di una apparente calma, nondimeno sono vigile, pronto a captare segnali di un nuovo circolo di eventi che richiedano la mia azione. I processi agiscono. Non importa che uno li segua o meno. Le persone invecchiano. I figli crescono e diventano grandi con tutte le inquietudini degli adolescenti. Le briciole sul tavolo, se non le pulirà nessuno, richiameranno le formiche e non si potrà dire: "Oh, guarda le formiche!". No! L'azione di non pulire ha attivato il processo "formiche" e questo si racconta uno che vuole la verità... Ogni azione produce delle conseguenze. Ogni volta che affidiamo il nostro cuore ad un malvagio, poi non potremo lamentarci se ce lo farà a brandelli. Molta gente è lontana dal narrarsi il vero, preferendo una versione edulcorata dei fatti, ma l'uomo della "Nuova Era di Luce", come l'ho descritto nel romanzo "Musa - Pensieri di un artista", preferisce l'arida e cruda realtà a tante favolette distruttive che poi portano l'individuo a star male, perché la menzogna non ha mai edificato una identità sana. C'è un percorso in ognuno di noi. Un processo che nasce dalla scoperta del nostro codice interno, passa per l'interpretazione che di esso ne fa un tu dialogico fatto di intelligenza ed empatia, e giunge fino alla consacrazione della struttura di personalità di un essere umano autentico, meno distruttivo possibile. Se non si fa questo, un mondo diverso è pura chimera... Sono nel mio studiolo a vergare parole sincere, mentre il ronzio stradale prende corpo e mi tengo compagnia con un buon caffè. Ho realizzato di voler danzare sopra questa precarietà. Alla fine, perlomeno, potrò dire di aver ballato sopra la malvagità di un mondo alla deriva, con le braccia protese verso la meraviglia dell'arte... Il romanzo è vasto, nella sua dimensione formale conclusiva. Gli ho dedicato le mie migliori energie. Lo affiderò solo a mani sapienti, perché è prezioso. Giorni fa, mi ritornò alla mente una osservazione che avevo concepito anche in un passato prossimo, che verte sul processo creativo. Io non credo che Beethoven, se avesse scritto la sua nona Sinfonia un anno dopo, avrebbe sintetizzato quelle note musicali. Sono altresì convinto che la creatività sia legata al tempo. Oggi scrivi certe sequenze di parole, suoni, o tratti pittorici. Fra un mese, in base a quello che stai vivendo, tutto potrebbe essere diverso. L'arte è nell'oggi di chi crea, non potrebbe essere diversamente. Si modella un percorso artistico in base a ciò che si sente nel presente, o ricordando il passato, ma tutto potrebbe essere diverso nel giro di poco tempo. L'arte è quindi il presente del creativo che avanza inesorabile. È oggi che scrivi quelle cose in quella forma, Domani, magari, le potresti rivoluzionare in chissà quale modo... Il mio romanzo mi ha tenuto compagnia per un anno e mezzo ed ora mi sento un po' orfano, ma farò altre cose. Ho già un'idea per continuare. Dieci anni fa, un editore coraggioso mi pubblicò il primo racconto. Subito dopo conobbi la donna che è ancora con me. Da lì è iniziato il mio processo di artista. Io desidero fortemente la mia vita. Non ne bramo una diversa. Sono nella condizione di desiderare ciò che ho. Il mondo potrebbe essere un incanto, se solo lo si volesse. Per questo scrivo di una "Nuova Era di Luce", lungo le pagine di "Musa - Pensieri di un artista"... Buon vento, Marineros!
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RoytanSono in ricerca. Non conta quanto sia forte la tempesta. Conta la speranza di farcela con le proprie risorse. Archivi
Luglio 2019
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