Questo mondo ha il diritto alla Guarigione. La guarigione è sempre potente. Essa ci aspetta, ed è lì, un passo oltre le nostre paure. Ho composto questa musica, dacché avverto l'urgenza della Guarigione per il popolo umano. Non si può temporeggiare. Il sangue versato per l'idiozia è fin troppo. Noi dobbiamo muoverci verso la Sanità. La nostra salute mentale è in pericolo: appaiono mostri creati da mani che conoscono la vera natura dell'uomo e la traviano con tutti i mezzi possibili. Non solo ci vogliono infelici, ma anche psicotici. Questa è una battaglia intrapsichica, che si articola dentro di noi, nelle nostre teste, e sancirà un nuovo mondo, quale, ancora, non è dato saperlo. Vogliono un mondo di schiavi. Affranti, senza nobili aspirazioni dell'anima, piegati al volere dei potenti, senza la capacità di pensare ed analizzare. Per questo, serve la Guarigione. Il mondo deve guarire. Sono troppe, e troppo grandi le ferite. Occorre sanarle, in un rapporto dialogico con l’altro, dotato di intelligenza interpretativa. Dirigerci verso un mondo fatto di bontà e giustizia. Amore e comprensione. Capacità d'ascolto e rispetto. Gli uomini malvagi esistono e operano affinché il loro dominio sia totale. Sta a noi opporci, dentro alle nostre teste, evitando che le malie penetrino così profondamente in noi da non poterle più controllare. Il loro scopo è quello di inquinarci l'anima. Così, senza più la capacità di sognare cose belle, saremo tutti spacciati. Questa composizione è dedicata a tutti coloro che hanno scelto l'esilio volontario. Che non si sono piegati ai diktat. Che hanno ancora un sogno di Bellezza nel cuore. Il pezzo inizia con un frammento di musica a diagramma, con il quale ho trasformato la parola "Frastuono" in suoni, perché prima della Guarigione, c'è il Frastuono delle spinte distruttive di un essere umano, che possono ucciderlo, se non si interviene. Segue un combattimento. La Guarigione si affaccia nella vita dell'essere umano e gli fa vedere l'esilio dorato della scelta di non farsi più del male. Da quella posizione, l'individuo vedrà, sulla sommità di altre montagne, le altre persone che hanno scelto di non permettere più a nessuno di ledere il proprio retto sentire. Da quel momento storico, nella vita delle Persone, giunge la Vittoria, che, nel brano, ho rappresentato con una sezione in Sol maggiore. L'individuo inizia a prendere decisioni per la propria salute e Bellezza. Non cede alle menzogne. Non lascia più entrare il male. Muove verso una nuova dimensione: la pienezza. C'è la consolazione dolce di sapere quanto, finalmente, la propria vita abbia un senso profondo. C'è un coro di voci umane che inneggia all'esilio. Per salvare il mondo, bisogna prima salvare se stessi. L’unico obiettivo davvero incredibile da raggiungere è la possibilità di avere un flusso di pensiero cristallino. Nella musica c’è una battaglia, ma c’è anche molta consolazione. Alla fine, si corre il rischio di essere da soli o con le poche persone che amiamo, ma non possiamo farci niente. Molti cadranno nella spirale di un sistema assassino che intende minare le basi della vita umana. Molti crederanno alle bugie. Molti, in una condizione aberrante di non consapevolezza, si schiereranno dalla parte degli aguzzini. Il mondo è in guerra. Urge la Guarigione. C’è frastuono, che si diffonde catastrofico ovunque. C’è odio, che porta alla violenza. C’è, soprattutto, una guerra che i potenti hanno lanciato contro di noi, contro i nostri cervelli. Contro l’anima bella dell’uomo, che vuole volare come un’aquila. Questo pezzo è un Inno alla Guarigione. Chi ha visto, non può più far finta. Chi ha capito, non tornerà più indietro. Chi ha sentito, in sé, il richiamo alla Bellezza ed alla Pace, non può più credere vere le affermazioni del potente di turno, che inneggiano alle loro guerre. È una guerra intrapsichica, sì, quella che si sta celebrando dentro la nostra mente, fra il Bene, che sa attendere ed il Male, che, con tutte le sue sinuose forme di cattura dell’attenzione degli astanti, cerca di seminare proseliti. Siamo al bivio più importante della nostra vita: o seguire i malfattori, che si sono macchiati di ogni sorta di crimine, o scegliere una Rivoluzione pacifica che ci conduca ad un’Epoca di Pace e benessere, per tutti coloro che vorranno aderire. Questa composizione ha in sé una Vittoria, in Sol maggiore ed una consolazione. Non siamo noi quelli sbagliati. Siamo nati nell’epoca in cui il Capitale cerca la propria massima estensione, sebbene morente. Quindi non possiamo fallire. Loro parlano di “Fine della Storia”. Dunque, questo, per loro, è l’assetto ultimo e definitivo della Storia. Non possiamo permetterlo. Non è la fine della Storia, se neutralizziamo il loro veleno e ci incamminiamo verso la Luce. Sarà l’inizio di una nuova Storia, quella della definitiva consacrazione dell’Uomo come essere che sa comprendere ed amare…
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La guarigione è tutto ciò verso cui dovremmo tendere. Negli ultimi 20 giorni mi sono chiesto molte cose, provando a comporre musica sulla Guarigione, della quale tutti necessitiamo. Ne è nato un pezzo che qui posto. È intitolato, appunto, “La guarigione”. Buon ascolto! Dal 10 Aprile 2024 sto lavorando ad una nuova composizione, intitolata "Amore e origine - La nascita del pensiero e l'identità". È un'opera per orchestra sinfonica e Coro, al quale sono affidate delle parole che narrino la storia immortale dell'incontro fra un uomo e una donna destinati ad amarsi in un sentiero che conduce all'Infinito. Tutti possiamo evolvere in base ad un rapporto d’amore e conoscenza, in cui l’altro sia il Tu dialogico capace di leggerci ed interpretarci. Tutti possiamo imparare ad amare. Tutti possiamo essere creativi. Basta volerlo per intraprendere il sentiero che conduce alla Bellezza. Roytan Al mondo 7 aprile 2024 Marinella La realizzazione L’uomo si mosse rapido all’interno della sua casa, conscio di aver composto il brano sulla sua Compagna, in un ambiente di assoluta libertà intellettuale e psichica. L’artista aveva atteso 16 anni per immortalare in partitura l’immagine che lui aveva dentro di sé della Donna che lo aveva risignificato ed era convinto di esserci riuscito. Lei, così bella… Così sensibile e delicata, e, al contempo, forte, nel suo spirito rivoluzionario… Il compositore si svegliò quel giorno di domenica di inizio Aprile, dopo aver terminato le fasi di lavorazione del brano. Era stato contento di aver dato il buongiorno all’eterna ragazza di cui era innamorato in modo totalizzante. Fra i due c’era molta tenerezza. Il pezzo scritto si intitolava come il nome della sua Compagna: «Marinella». Sottotitolo: «La realizzazione», dacché, era con lei, dentro la sua psiche rigogliosa di Donna, in un eterno abbraccio, che l’uomo si era risvegliato da un incubo durato anni, che si era manifestato in tempeste terrifiche, e momenti di perdita del proprio retto sentire. Nella musica, infatti riecheggiavano le ore funeste di mareggiate destinate a far soccombere gli uomini, affidate, nella descrizione musicale, a momenti di parti atonali, pensate per creare tensioni altissime, per poi sfociare in un cosmo fatto di Bellezza e Libertà. C’erano attimi di sconfinata dolcezza, nella musica. Nei peggiori frangenti della loro vita, loro due erano rimasti insieme, in attesa di un raggio di sole che squarciasse le tenebre. La loro era stata, fin dall’inizio, la storia d’amore di due dissidenti. Non avevano mai mollato, tenendosi sempre la mano, consci della loro forza, corroborata da un amore infinito. Avevano attraversato lutti e tragedie immani, come la perdita di tutti e quattro i loro genitori. Avevano visto un popolo allo sbando, sotto le sferzate di media e politici il cui unico scopo era assoggettare il maggior numero di individui per renderli schiavi e lasciarli morire nella dimensione ontica dell’annichilimento. La sua Compagna aveva una visione nitida sulle cose, che lui seguiva ragionandoci sopra, e trovando sempre le sue tesi sempre lucide. «Questa musica - pensò - rappresenta una lotta fra una Donna che vuole vivere bene ed un sistema che intende sottometterla». Il compositore aveva usato un Coro, per indicare nuove melodie nell’ambito della musica stessa. Il pezzo era bello, almeno così lo intendeva il suo creatore. La musica procedeva con passo sicuro. C’era tenerezza. Amore. Slancio, e una conoscenza dell’altro che voleva superare i limiti, per procedere verso l’infinito… «Ho usato molto gli archi - pensò l’uomo - e questi strumenti esprimono tutta la dolcezza che ho nel cuore». Erano trascorsi tanti anni di battaglie: loro non erano stati amputati dalla violenza degli eventi, dacché erano riusciti a tutelarsi. Non si erano lasciati addomesticare da un sistema di pensiero corrotto e malvagio. Non erano diventati gregge, ma lupi di steppa… La loro virtù e forza erano state il ragionamento. Avevano analizzato tutte le principali dinamiche dominanti. Erano giunti alla conclusione che il mondo stesse male. In severo scompenso. Alla deriva. Occorreva quindi proteggersi dalle bordate di una società psicotica, che aveva smarrito il retto sentire. «Questa musica, “Marinella”, intende rappresentare l’indomita forza di una guerriera che non si è mai arresa, e ha fatto sempre tendere il suo braccio verso la luce, anche quando sarebbe stato più facile mollare tutto e diventare una schiava» riflesse l’autore, che era sempre più fiero della sua Compagna e delle sue rappresentazioni acustiche di lei, alla quale, nel tempo, aveva dedicato montagne di suoni. Il mondo non stava bene. Era in collasso psicotico, si parlava con molta facilità di bombe atomiche, come fossero una soluzione. L’ex ricco Occidente viveva nella tenebra e l’autore aveva voluto dipingere con i suoni queste tempeste micidiali che si stavano abbattendo sulla popolazione inerme, rendendola sempre più paurosa e alienata. L’Umanità, invece, aveva bisogno di luce. Amore. Slanci. Vitalità e Bellezza. La sua Compagna aveva intravisto il generale declino del mondo occidentale ben prima che esso si manifestasse in tutta la sua portata distruttiva. L’uomo le riconosceva una naturale vocazione a pronunciare parole profetiche. Intorno a lei, fra i suoi conoscenti, non le credeva nessuno. Erano destinati ad essere dissidenti con una causa. Ribelli. Guerrieri. L’amore li aveva uniti. La visione delle cose li aveva corroborati, nella loro sostanza di esseri umani retti. Il loro era un connubio psichico, in una travolgente passione di due menti che si cercano sempre. L’uomo vide un petalo di ciclamino cadere dalla pianta. Pensò fosse bello. «Non voglio tornare indietro, alle mareggiate. Voglio restare con lei tutta la vita». La sua Compagna era una forza della Natura. La sua potenza era stata quella di rimanere salda nella sua identità di ricercatrice, sempre, senza farsi tentare da accomodanti posizioni che ne avrebbero alterato la natura e la ricerca dell’identità. Il compositore ritenne doveroso il suo omaggio in suoni alla sua Musa, che aveva reso possibile l’improbabile. «In questa Musica c’è Amore. Tatto. Gentilezza e lotta. Passione e tensione emotiva. Tenerezza e quello spirito indomito che non permette alle Persone di arrendersi». L’autore era molto soddisfatto del proprio operato. Le parti atonali si distinguevano da tutto il resto, e le mareggiate erano nitide, in partitura. L’uomo amava la propria Donna in modo totalizzante. Era lei il genio, sempre pronta ad analizzare in modo corretto una azione, una dichiarazione, un evento. Avevano visto lo squallore diffondersi in tutti i luoghi dove l’intelligenza interpretativa era stata messa al bando. Ostracizzata. Ghermita ed offesa, ma la sua Compagna aveva riconosciuto i segni della disfatta dell’Occidente anni prima. Insieme, i due erano valorosi. Vivevano un’intima vittoria. «Andrà tutto come deve andare» pensò il compositore, mentre ascoltava gli ottoni muoversi in accordi solenni. La loro vita era stata davvero carica di significato. Emblematica: dalle mareggiate furiose all’Identità sicura di esseri umani che non vogliono più cedere al male. Avevano visto Persone perdersi. Avevano visto il male trionfare in certe latitudini. Non si sarebbero mai pentiti della bontà del loro cammino, che li aveva condotti ad essere Creature di Luce, in un mondo nel quale regnava, caotica, la tenebra. «Questo Pezzo è per chi combatte!» riflesse il compositore. Avevano combattuto tanto lui e la sua Donna. Una vita di combattimento. Una esistenza volta al Bene. Anni e secoli di liberazione da tutto quello che voglia rendere una vita un incubo. Era stata una vera battaglia, dacché il male è ovunque, pronto a seminare la propria zizzania nei cuori di chi, per solo un attimo, si arrende. L’uomo e la sua Compagna avevano visto il Male in faccia. Non credevano più alle sue lusinghe, alle sue malie, spacciate per verità, atte solo alla distruzione di quanto di più bello esista al mondo: l’intelligenza e la propria capacità di sanare le ferite di un’anima lesa. L’uomo era stato guarito. La sua Compagna, con arte maieutica, aveva visto l’uomo nel bambino sofferente e aveva tratto in salvo entrambi. Quindi l’uomo sapeva di essere una Creatura di Luce con un bambino al suo interno che desiderava giocare. La Donna, dal canto suo, si era subito sentita amata dal suo uomo, ed insieme erano stati in grado di vivere bene. «Questa Musica è per chi ha attraversato il deserto!» disse sottovoce il compositore. L’uomo ambiva alla realizzazione dell’Umanità. Era un concetto semplice: tutti uomini e tutte donne liete di essere se stessi. Non distruttivi. Non belligeranti. Solo uomini e donne dotate della capacità di essere creativi ed amare. L’autore aveva a lungo riflettuto su quei concetti, sorretto dalla lettura di grandi maestri del passato, ed era giunto alla conclusione secondo la quale esistesse una Possibilità per tutti di stare bene e vivere in pace. Lui lo credeva fermamente. Il sentiero per la Bellezza era lì, per ogni Persona che lo volesse intraprendere. Il cammino era splendido. Non c’erano più menzogne, solo Amore. Non c’erano più i ricatti del sistema, solo infinita tenerezza e slancio verso chi, come sé, aveva iniziato a muovere i suoi primi passi verso la Pulcritudine. La Compagna dell’uomo era di una intelligenza suprema e questo l’uomo intendeva dipingere con i suoi suoni attraverso la musica che aveva composto. Non c’era spazio per il sistema, ormai psicotico e putrefatto. Nessuno cui raccontare menzogne. Nessuno da irretire. Nessuno da prendere in giro, con i soliti giochini dei media, che erano parte importante della rovina dei paesi occidentali. «Solo chi ha affrontato la prova del fuoco può concepire la portata di questa Musica» si sorprese a riflettere l’autore, che era sempre più consapevole della portata rivoluzionaria del proprio lavoro, cui aveva sempre dedicato le sue energie migliori, in un crescendo senza soluzione di continuità. L’uomo era nel proprio studiolo a vergare parole di ribellione, certo che qualcuno, prima o poi, le avrebbe lette, trovandole buone. «Questa composizione - riflesse l’uomo - è per chi ricerca, per chi non si è accontentato della superficie patinata delle promesse di un Occidente che non può permettersi più il lusso di essere considerato la bussola etica dell’intero mondo, avendo le mani insanguinate in tutti i peggiori conflitti del pianeta». La sua Compagna era lì con lui. Gli sorrideva con quella sua aria da bambina sognante. L’uomo era stato molto fortunato, davvero, se ne rendeva conto ogni mattina, quando si svegliava e ringraziava per tutto quello che aveva. «Gli ottoni svolgono una funzione primaria» pensò l’uomo. La sua composizione, «Marinella» era, probabilmente, uno dei brani più complessi della sua intera produzione. L’aveva scritta in quattro giorni di intensa attività compositiva. L’aveva terminata il giorno prima con l’aggiunta delle dinamiche e il missaggio dei volumi generali delle tracce. Questa composizione era per 40 strumenti reali, formalmente molto complessa. Il compositore l’aveva trattata con massima attenzione, dedicandole ore febbrili di composizione e cesello. Era nella fase di riascolto e tutto gli sembrava bello. «Giungerà una Nuova Era di Luce - pensò l’uomo - nella quale le Persone potranno essere felici, in pace, dedite alle loro attività creative, amandosi, in totale libertà, per ciò che saranno, Creature di Luce, dimensione che permetterà loro di non cedere più a nessun inganno, che sarà bandito dalla società umana, capace di accogliere il diverso nella propria portata di foriero di ricchezza, la quale verrà tenuta in massima considerazione da tutti i membri del Genere umano, che non dovrà più avere paura, temendo le reazioni spropositate dei potenti, che saranno posti nella condizione di non ledere più a nessuno, in una continuità disarmante di Bellezza, Giustizia e Pace». Questo pensava l’uomo. Ciò lo sorreggeva nell’ora delle prove. Andò dalla sua Compagna. La baciò sul collo, lei gli sorrise con quella sua aria di bambina gioiosa. Avevano impiegato 50 anni ad imparare a tornare bambini, con la struttura di personalità da uomo e donna sani. Ora loro sapevano. Ora non potevano più essere ingannati. Ora era il tempo di vivere. Abbracciare chi era come loro, lungo il sentiero che conduce alla Bellezza. Condividere. Festeggiare con chi era sopravvissuto alla macchina delle menzogne di un sistema dedito allo sterminio del pensiero altro. L’uomo era lieto. Sapeva che avrebbe vissuto con la propria Musa, in armonia… Siamo tutti in cammino verso l’Origine « […] È facile amare qualcun altro, ma amare ciò che sei, quella cosa che coincide con te, è esattamente come stringere a sé un ferro incandescente: ti brucia dentro, ed è un vero supplizio. Perciò amare in primo luogo qualcun altro è immancabilmente una fuga da tutti noi sperata, e goduta, quando ne siamo capaci. Ma alla fine i nodi verranno al pettine: non puoi fuggire da te stesso per sempre, devi fare ritorno, ripresentarti per quell’esperimento, sapere se sei realmente in grado d’amare. È questa la domanda – sei capace d’amare te stesso? – e sarà questa la prova. […] » (C. G. Jung, Lo Zarathustra di Nietzsche, Seminari) L’uomo stava osservando il ciclamino che la sua Compagna aveva salvato da un rigido inverno e ne ammirava le sfumature cromatiche dei fiori, così delicati al tatto e capaci di donare a ciò che era intorno una nota di colore davvero molto bella. Decise che avrebbe ascoltato gli ultimi 4 brani composti in quei giorni di una fine di Marzo piena di pioggia che era tanto necessaria al benessere dei campi quanto consolatoria. Componeva anche per lavare via il male di un mondo alla deriva, in severo scompenso, che sembrava aver smarrito il retto sentire. Scriveva per la Donna che lo aveva risignificato. L’uomo era dunque riuscito a rendersi noto per la seconda volta, dopo la nascita dal grembo di una madre che lo aveva amato profondamente. Stava pensando, mentre la riproduzione della sua musica procedeva, alla realtà psichica descritta da Bion, a quella «O» che rappresentava la verità assoluta, verso cui ogni essere umano dovesse tendere, per avere una visione chiara sulle cose. “Questa musica - rifletté l’uomo - è interamente psicoanalitica”. I suoni si susseguivano, in una successione che, all’autore, sembrò davvero buona. Non aveva mai visto niente di più bello delle opere d’amore della sua Compagna, che lo stupiva in continuazione con il suo carisma e la sua capacità di fare cose belle per sé e gli altri. «Queste parti atonali sono molto incisive» si sorprese a riflettere l’uomo. Non aveva mai creduto che il male potesse vincere. Sapeva che esseri irrisolti avrebbero dato problemi a tutti gli altri, se non aiutati a curarsi. Voleva essere felice, se lo meritava dopo aver attraversato il deserto innumerevoli volte. La sua Compagna lo avrebbe seguito ovunque lui fosse andato, perché questo è l’amore: seguirsi, dopo essersi presi per mano, certi che l’amore sopravviverà a tutto. Gli ultimi giorni erano stati di pioggia e lui aveva osservato il giardino, dopo il taglio dell’erba, rendersi ancor più rigoglioso. «Queste parti atonali mi esortano a codificare un mio nuovo modo di stare al mondo, con amore, tatto, dedizione ed intelligenza» pensò l’uomo, seguendo il flusso della musica che si stava evolvendo con lui, conscio del fatto che l’arte fosse una proiezione, verso l’esterno, del proprio mondo interno, con tutti i suoi codici, alcuni dei quali avvolti da mistero. La sua composizione stava procedendo, nel suo sviluppo e lui l’ascoltava con molta partecipazione. Era giunto alla codificazione dei propri Sé buoni in segni d’Arte. Era stato un processo lungo, di cui aveva gustato tutte le tappe, rinvigorendosi per ogni conquista ed ogni piccola vittorie, lungo il cammino che conduce alla piena capacità di esprimere se stessi, in un mondo di vettori d’Arte in grado di narrare una storia. L’uomo pensava alla sua Compagna, la Donna che, con una parola riusciva a dargli quel coraggio necessario ad affrontare meglio l’esistenza. «Le parti atonali, in queste 4 composizioni, sono la rappresentazione della lotta che ogni giorno un uomo è chiamato a sostenere per la piena realizzazione dei propri Sè buoni, in un’ottica non diversa da chi lavora la terra, che, per dare i suoi frutti, necessita di amore e dedizione» riflesse l’uomo, che aveva iniziato a vedere l’enigma dell’Umanità da quando era ragazzo sui banchi di scuola. Un pianoforte si muove sugli accordi della tonalità di Si minore. Le dissonanze creano movimento armonico, come nella vita, quando qualcosa ci esorta ad andare avanti quando tutto sembra condannarci all’immobilità. Sapeva quanto l’uomo fosse chiamato alla libertà. Sognava una Umanità scevra di ogni forma di schiavitù. Stava analizzando mentalmente le sue composizioni mentre attendeva che il caffè fosse pronto. «Ho avuto bisogno di parti atonali per codificare un vissuto di lotta e combattimento» suppose l’uomo che era sempre in ascolto della sua dimensione più intima, per comprendersi e poter provare ad andare avanti nel modo più consapevole di cui lui fosse capace. Sognava la possibilità di rinascere uomini tutti insieme in una danza senza fine che conducesse alla realizzazione del disegno complessivo del Genere umano: l’amore e la libertà, nella condizione nuova di saper lavorare in modo creativo per il benessere di tutti. L’uomo riteneva che, se tutti ci fossimo curati, e avessimo abbandonato le nostre parti distruttive, riassorbendole in qualcosa di noto, privo della sua carica deleteria, il mondo avrebbe conosciuto la Nuova Era di Luce. Era lì, nel suo studiolo, ad ascoltare atomi di una nuova musica per il terzo Millennio, fatta di bontà e studio, meditazione e riflessione, audacia e spirito di ricerca. L’uomo sapeva benissimo che nessuno gli avrebbe fatto un applauso, ma non è per gli applausi che suona un musicista. Pensò a Bion, questo grande maestro del Genere umano. L’uomo e la sua Compagna sarebbero andati in gita, per Pasqua. Lui le doveva molto: lei aveva cancellato il male dalla di lui vita, e questo muoveva l’uomo verso una gratitudine di notevole dimensione. Lui, dal canto suo, le aveva fatto scoprire che gli uomini non sono tutti psicotici e i due avevano iniziato, 16 anni prima, a vivere nella possibilità di amarsi seriamente e in profondità. Il loro era stato un incontro di due ricercatori della Verità. Le ferite si cicatrizzarono. Le paure cessarono e ci fu solo puro Amore. L’uomo pensava alla trasmissione della conoscenza di «O». Non c’è cosa al mondo che valga più della trasmissione della conoscenza, dacché essa può cambiare una persona, e, con lei, il mondo intero. Nei giorni passati, l’uomo aveva letto molto riguardo ad «O» ed era giunto alla conclusione che un sistema altro di possibilità inespresse di poter raggiungere il proprio Sé più autentico, fino a quel momento sconosciuto, era quanto mai doveroso. L’Umanità si meritava il meglio, nonostante fosse imprigionata ed ecco allora che giunge il liberatore: “il pensiero”. Mancava il pensiero dotato di affettività. Avrebbe condotto gli uomini e le donne alla possibilità di vivere felici, senza farsi più male, senza sfociare nelle guerre, senza più sfruttamento e schiavitù. Il pensiero dotato di affettività, il pensiero che sana, il pensiero che interpreta e restituisce alla Persona la sua immagine più corretta, e, così procedendo si sarebbe potuti andare verso la Bellezza. «Le parti atonali di questi ultimi 4 pezzi erano necessarie, per esprimere il caos prima che giunga la Bellezza di un cosmo di Persone consapevoli e creative» pensò, elaborando il proprio modo di vedere le cose, in un’ottica che prevedesse la percezione di qualcosa di grande, bello, sano e non distruttivo. Le Persone erano state condotte alla follia, da un sistema che bramava la loro sottomissione e cosa può essere più controllabile di un individuo in severo scompenso? L’uomo combatteva ogni giorno. Ogni mattina, quando si svegliava grato per le opportunità che avrebbe avuto nel corso della giornata e per quello che aveva nelle sue mani, lui sapeva che avrebbe dovuto difendere il proprio mondo dagli attacchi di un gruppo sparuto di uomini potenti che giocavano a dadi con l’esistenza di miliardi di Persone… «Le parti atonali aggiungono significato, non lo tolgono» riflesse l’uomo che era fiero del suo grado di maturazione artistica. Pensò alla sua Compagna, che era a lavoro. Un pianoforte canta una melodia. Gli archi procedono maestosi, in un tempo adagio. I legni ribadiscono l’atmosfera del movimento. C’è quiete. La musica comunica un flusso di emozioni e pensieri. Giunge il coro. L’uomo ascoltava attentamente la sua recente produzione. L’Arpa si muove su note piccole. Gli archi creano un tessuto. Torna il Tema. La Compagna dell’uomo sapeva sempre sorridere ed era una vera combattente. Il pianoforte replica la sua entrata. La parte atonale prende posto nella scena. L’uomo era davvero felice di quanto fosse riuscito a creare ascoltando il susseguirsi dei propri pensieri. Le sue emozioni. I suoi sentimenti buoni. Quell’irrefrenabile voglia di star bene insieme a tutti gli altri. Erano ore buie per il Genere umano. La psicosi sembrava vincere su tutti i fronti, però l’uomo sperava che ci fosse ancora una possibilità, per la piena realizzazione di tutti, in un mondo finalmente pacifico. I potenti snoderanno la propria azione seguendo una miriade di contorsioni, ma noi non dobbiamo avere paura. Il mondo non è così piccolo come vogliono farci credere e, oltre questa cortina di ferro, accadono, negli altri paesi, cose molto importanti, per il bene del Genere umano. «Uscire dalla gabbia mentale, attraverso i propri strumenti intellettivi e il proprio cuore, si può, anzi, è doveroso» riflesse l’autore che, in quel momento, stava continuando ad ascoltare la propria musica, con lo stato d’animo sereno di chi “rilegge” qualcosa di buono, per sé e per gli altri. La sua musica, cui si dedicava regolarmente ogni giorno, era vitale, per lui, e rappresentava il punto di massimo relativo della sua ricerca della Verità, in una sorta di rivelazione costante e progressiva, che lo conduceva ad uno stato di benessere sempre più nitido, muovendo le forze della sua Persona verso il Sé, la realizzazione, l’Amore e la dedizione per quello che era la sua missione: creare un vettore capace di trasmettere pace e Bellezza, armonia e Luce. Era soddisfatto delle parti atonali dei suoi ultimi 4 brani, che gli comunicavano moto. Aveva sempre avuto un occhio particolare per l’armonia musicale. Dopo 16 anni di intensa attività, sapeva di essere a buon punto. Le dissonanze erano parte del motore della musica. Ne arricchivano il contenuto ed ora, con quelle parti atonali, il suo progetto si stava espandendo. Nella sua musica c’era tutta la speranza di un mondo migliore che egli nutriva dal profondo del suo cuore di ricercatore della Verità. Nulla poteva distoglierlo dall’obiettivo di raggiungere quello stato di benessere che avrebbe donato gioia, insieme a tutte le Persone che avrebbero seguito percorsi simili al suo. Paradossalmente quello era un momento storico di grandi cambiamenti. Mai si sogna il cielo come quando si è perduti nel caos più sfrenato. Mai si giunge alla convinzione di poter far bene, come quando si è al tappeto. Mai si sogna un futuro fatto di bontà, come quando tutto ci sembra irrealizzabile e lontano. L’uomo stava continuando ad ascoltare la sua musica, da ormai due ore, e trovava i suoi tessuti sonori davvero in grado di trasmettere il desiderio di Bellezza che dimorava nel suo cuore di guerriero della Luce. «Niente è perduto» si disse. Occorreva andare avanti con forza e solerzia, amore e passione per quello che si faceva e tanta, tanta speranza, che non doveva mancare mai neanche nei momenti di massimo sconforto… «Quello che non è accaduto in millenni - pensò l’uomo - può accadere in 15 secondi» e così, con lo spirito di ricerca animato da una grande sete di Verità, l’autore concepiva la possibilità di una rinascita mondiale, per tutti coloro che avrebbero voluto prenderne parte, in una spirale di grandezza e Bellezza, amore e dedizione, amicizia e fratellanza. «O» era alla portata di tutti, la verità suprema, l’assoluto potevano toccare il cuore dell’individuo per farlo sentire finalmente amato. La trasmissione della conoscenza era davvero il nodo fondamentale. Ai legami d’odio occorreva rispondere con i legami di conoscenza, capaci di fare avere una visione nitida della propria immagine di Persona, in cerca di soluzioni per la propria vita. La musica dell’uomo era positiva e militante, dacché verteva intorno alla condizione di essere umano che sogna un domani migliore per tutti, in un codice artistico che intendeva combattere per i diritti di ogni Persona che volesse ricercare la Luce. Un pianoforte cantava la sua melodia su bassi profondi. Gli archi nostalgici dipingevano un mondo malinconico fatto di immagini tristi. L’arpa rispondeva. Un lungo tessuto di archi si articolava. Un muro di suoni procedeva maestoso, in una apertura che ambiva a rappresentare l’incedere dei passi di un uomo verso il Sole. L’uomo desiderava il meglio, per tutti. Vedeva se stesso come un esploratore. Sapeva bene quanto la propria musica potesse riuscire ad affermare uno stato di Pace e Bellezza, e ne era fiero, dacché quella sua penna, che aveva affinato da 16 anni, era la risultante di un processo durato tutta la vita, che aveva contemplato cadute e lutti, piccole vittorie e grandi soddisfazioni. Nell’ultimo periodo, l’autore aveva affidato linee melodiche al coro, con parole che lui trovava disvelanti. La voce umana, nella sua complessità, si sposava benissimo con le armonie dell’orchestra e la arricchiva di significato. L’uomo ricordava i momenti di quella mattinata, in cui si era svegliato con la sua Compagna e avevano chiacchierato amabilmente, come sempre accadeva. La trasmissione della conoscenza non era un affare da iniziatici per una qualche verità suprema, ma l’ordine naturale delle cose nell’ambito delle vite umane, che, dopo essersi liberate dalle parti distruttive, possono ambire ad una vita meravigliosa, attraverso il vero sapere che conduce ad una dimensione pienamente soddisfacente di equilibrio, buon compenso intrapsichico e Bellezza, senza cui l’esistenza dell’individuo sarà per sempre un oceano di devastazione.L’uomo affrontava le difficoltà con spirito razionale, seguendo la logica. Sapeva che non sarebbe potuto piovere per sempre, per lui , come per tutti gli altri, le cui vite egli seguiva con estrema attenzione e rispetto. «Ci vuole tatto» pensò. Un’anima lesa non si può maltrattare. L’autore stava riascoltando la sua musica da ormai più di tre ore e si sentiva a suo agio immerso in mezzo a quelle note. Le parti atonali arricchivano il tessuto, donandogli moto e una percezione di elettricità che era funzionale all’economia dei brani. In quelle sezioni si percepiva energia pura, pur in tutte le sue dissonanze aspre. Il rapporto è fondamentale, per tutti. Viviamo in una sorta di continue immagini che ci vengono restituite dagli specchi delle parole degli altri, dai loro comportamenti e dai loro sentimenti nei nostri confronti. Viviamo nel rapporto fin dalla nascita, con una mamma che si prende cura di noi. L’uomo ripensò alla sua scalata. Ne aveva viste di vette! Era contento. «L’atmosfera di alcuni brani dell’ultimo periodo potrebbe sembrare nostalgica, ma ci sono sempre aperture verso la Luce, ed allegria, che si articola fra le note degli strumenti» riflesse l’uomo, che aveva ben in mente quale fosse il proprio obiettivo, in un crescendo che giungesse alla Bellezza totalizzante ed alla più consapevole immagine di se stesso, attraverso la quale poter rilasciare tutta la conoscenza a chi lo amava, per contribuire a edificare un mondo finalmente più giusto ed equo, sano ed amorevole… «Il senso di battaglia è ben presente in queste opere, è come se loro stesse fossero i dardi incendiari per uccidere l’unico vero grande nemico dell’Umanità: la pretesa di sapere tutto, attraverso un atteggiamento di supponenza ed alterigia che impedisce agli uomini di contattare la Verità per farsela amica» pensò l’uomo, sempre più convinto della bontà del proprio operato. La giornata era piovosa, ogni tanto l’autore guardava fuori dalla finestra, dirigendo il suo sguardo in giardino, che cominciava a mostrare i fiori e le gemme degli alberi. Aveva scritto alla sua Compagna. I loro erano messaggi sempre gradevoli. I due non avevano mai dimenticato la leggerezza, la tenerezza, gli abbracci e i baci su cui fondare la propria quotidianità di Persone che si erano scelte giungendo ad essere l’uno la forza dell’altra. «C’è energia in queste composizioni, una energia tale da muovere parti di me verso la realizzazione dei miei Sè buoni, in una visione totalizzante di amore e bontà» riflesse l’autore, che era sempre in cerca di risposte che gli potessero permettere di vivere sempre meglio, in una nuova forma d’armonia capace di farlo stare sempre in equilibrio dinamico… «Come sono sublimi questi archi!» esclamò gioioso. Gli alberi del giardino continuavano a crescere in una primavera ancora un po’ piovosa, ma che avrebbe ceduto il passo al Sole ed alla Luce. «I legni si muovono eleganti» pensò il compositore, che da tanto tempo stava cercando la più corretta espressione della sua sostanza di essere umano. Dopo più di 16 anni di duro lavoro, si trovava nella condizione di poter dire che la sua musica lo rappresentava appieno e si manifestava come il codice enigmatico del suo essere… Dal caos primordiale nel quale il dolore dei lutti e degli abbandoni segna, in modo drastico, il nostro passaggio, alla nascita del Pensiero, attraverso il Tu dialogico che ci interpreta e restituisce la nostra immagine sana di esploratori dell’Universo e ricercatori del Sole. Tutto è possibile, anche rinascere in una nuova Origine, che sia l’inizio della vera Vita. L’uomo andava seguendo questi suoi pensieri mentre ascoltava un’arpa muoversi su accordi densi di significato. Un muro di suoni. Un’altra chance. Un parto… Costruiva spesso muri di suoni con l’idea della maestosità. Costruiva, in generale e non si stancava di sperare per il meglio. Per sé. Per le persone che amava. Per tutti, perché l’esito di questo grande viaggio era insito nelle vicende di ogni singolo individuo. Conduceva la sua attività di composizione in modo febbrile, attendo ad ogni particolare, provando e riprovando fino allo sfinimento, per trovare quegli elementi architettonici che potessero davvero rappresentare la sua maniera di stare al mondo, il suo cosmo e i suoi sentimenti. Dal caos primordiale, lui era uscito. Era diventato uomo. Non avrebbe mai e poi mai rinunciato a tutto quello che aveva ottenuto negli anni attraverso il sacrificio e la dedizione, l’abnegazione e l’ascolto delle parti irrisolte della sua vita. Era nel silenzio, in quel momento. LA riproduzione della musica era terminata, lasciando, nell’aria, una piacevole sensazione di energia psichica. L’uomo pensò alla sua Compagna che era a lavoro, dove la stimavano tutti perché era davvero brava e sapeva aiutare tutti. Gli archi, nella nuova riproduzione, introducevano un Tema mosso, in un ritmo ternario. Seguiva la parte atonale. Bella. Ricca. Carica. Gli archi sospendevano il moto, cedendo il passo ad un ritmo disteso. I clarinetti ribadivano il tempo ternario. La parte atonale era la rappresentazione del caos primordiale, che ogni Persona ha in sé, in una parte molto in profondità… Il Tema principale ritornava, cui seguivano note lunghe. Il suono dei clarinetti era molto bello. Ogni volta che si ripresentava la parte atonale, l’uomo sussultava, perché era una vera e propria novità, nell’ambito del pezzo. Gli ottoni ponevano un interrogativo, cui i legni rispondevano in modo sentito e preciso. Il caos primordiale, che è in tutti noi, deve cedere il passo alla consapevolezza, senza la quale l’esistenza è davvero rischiosa, per noi e per chi intercettiamo lungo il nostro cammino, perché, con parti irrisolte, la probabilità di vivere rapporti insani è davvero molto alta, con la derivante distruzione di ogni forma di intelligenza umana e possibilità di realizzazione… L’uomo continuava a consumare il suo tempo di ascolto in modo attento. Ascoltava tutto ed era fiero del suo lavoro. L’immagine della sua Donna gli teneva compagnia, perché lui l’amava dal profondo delle sue viscere. Non avrebbe mai potuto trovare una Persona come lei, in assoluto. Lui era fiero della sua Compagna. La considerava un prodigio. La Musa. L’ispirazione costante ed inossidabile. L’eternità. Il cosmo… Alla fine, dal caos primordiale, è nato un bambino, che ha incontrato una bambina. Insieme hanno esplorato l’Universo delle umane vicende e si sono amati più che mai, senza mai lasciarsi la mano, in una atmosfera di baci ed abbracci, che non li hanno mai stancati, neanche quando il mondo li ha messi duramente alla prova. Dal caos primordiale, sono nati due individui che lavorano alacremente per avere un mondo interno sano, bello, creativo e questo non glielo potrà mai togliere nessuno… Dal caos primordiale all’Origine sana delle cose, in una visione capace di cogliere l’essenza per diventare Creature di Luce, che non si rattristino mai se le cose vanno male, ma sappiano creare il proprio destino con la Luce nel cuore… Roytan Al mondo 19 marzo 2024 Nuova origine universale La nascita del Pensiero e la possibilità di una diversa vita Tutti abbiamo la necessità di originarci una seconda volta, dopo la nascita dal grembo materno. Tutti abbiamo l’inalienabile diritto a diventare uomini e donne senzienti, dotati di capacità d’analisi e uno spirito pacifico nel fare le cose con amore e dedizione, tatto e leggerezza, guidati dal suono della Bellezza, che tutto colora di sé, in un continuo scambio con l’alterità, che è la nostra più grande risorsa, attraverso l’incontro con il Tu dialogico che sia in grado di interpretarci e abbracciarci per sempre, per la costruzione di una dimora sana dell’Io e del “Noi”, grazie alla quale poter edificare un cosmo migliore, più sano e giusto, in cui sia sconfitta qualsiasi brama di potere e ogni sorta di sopruso, negazione di ciò che spetta alle Persone, condannate altrimenti ad una schiavitù morale senza fine. Sto ascoltando parti del brano cui sto lavorando, “Nuova origine universale” e guardo fuori, nel giardino, dove si iniziano a vedere i colori dei fiori, in un Marzo piovoso e un po’ pazzerello. Ma partiamo dal titolo: perché “Nuova origine universale”? L’aggettivo “nuova” fa riferimento ad una Possibilità del Genere umano mai esplorata, vergine, autentica, che verte intorno al concetto di “esistenza possibile con dettami e visione mai esperite dall’uomo moderno. Perché “origine”? Perché questa composizione vuole affrontare il tema della seconda nascita, quella attraverso la quale un essere umano, da potenziale foriero di spinte distruttive, diventa un uomo fattivo, pacifico, che rifiuta il male e non lo opera, ama e sa impegnarsi in qualcosa di costruttivo. Perché “universale”? Perché dovrebbe riguardare tutti, nessuno escluso. In questa composizione faccio riferimento, come fonte di ispirazione, alle parole di Bion, questo meraviglioso psicoanalista, che, come diceva un mio amico, sarà compreso fra 200 anni. C’è “O”, l’ente forgiata da Bion, l’origine, la verità. Ho rappresentato uno stato d'animo con una sezione dodecafonica, carica di aspre dissonanze: un caos primordiale, cui dare risposte valide, da non negare mai. A questo risponde quindi il pensiero strutturato e sano, della Funziona Alfa, con cui il cervello processa le informazioni, i sentimenti e le percezioni sensoriali facendole diventare un piccolo laterizio del complesso edificio umano. La costruzione del Pensiero è la risposta a tutto. Tramite il Pensiero, l’Umanità può tornare ad essere splendente, in una Nuova Era di Luce. Questa risposta è stata affidata all’orchestra, con un procedimento che, ultimamente, mi guida: creare la fusione fra tanti strumenti diversi che vadano a costituire una parete di suoni. Senza un adeguato funzionamento della Funzione Alfa, l’individuo è smarrito e può incorrere in una serie di problemi di salute psichica, anche gravi. Il cervello riconosce, interpreta e codifica, in nuovi segni, il vissuto primordiale, in un processo molto simile alla digestione. Centrale l’immagine del Tu dialogico, nel rapporto, che “legge” le necessità dell’altro, fornendogli una risposta dotata di intelligenza interpretativa. Nella risposta, che chiamerò “Pensiero” c’è una costante: la lettura, da parte della Psiche degli eventi messi in evidenza, deve essere sempre mossa da amore autentico per l’individuo, conditio sine qua non la Persona non può evolvere nella direzione della Bellezza. La risposta del Pensiero, nella partitura, è calda ed avvolgente, come un abbraccio della Persona che si ama. Alcune istanze, invece, sono spigolose, difficili, da maneggiare con attenzione, dacché è sulla lettura intelligente di quelle spinte primordiali e relativa codificazione in nuovi segni, che si basa la salute mentale futura di una Persona, come di tutti, quando l’intero mondo avrà iniziato ad affrontare questo serio percorso che conduce alla Libertà della Verità. Il Pensiero è caloroso, nella sua autenticità. Vibra. Commuove. È dotato di sana affettività. È la seconda volta che mi cimento in qualcosa di vagamente dodecafonico, la prima fu per una sezione di un mio brano, “You are the key”. Qui, in “Nuova origine universale” scendo un po’ più in profondità, nella mia ricerca di dissonanze che creino movimento e quella sensazione di sospensione che il magma del caos primordiale riesce a restituire. Per il momento sono soddisfatto di questo Incipit. C’è il mondo ancestrale del bambino con le sue istanze che non vanno abbandonate a se stesse, ma devono essere aiutate a brillare nella Luce, interpretando gli eventi in modo intelligente e pieno d’amore, affinché, nella dimensione conclusiva della Persona, vi sia Pace. Rispetto di una storia con i suoi lutti e traumi. Accoglienza delle fragilità e mai giudizio. Se riuscissimo a fare questo, la “Nuova origine universale” non sarebbe solo un’utopia, ma realtà fattuale. Il brano deve iniziare con un piano, per poi crescere fino ad un climax dinamico. Il bambino esige risposte e le chiederà con insistenza, fino a che non sarà ascoltato da colui che ne abbraccerà la storia, comunicandogli che non è lui quello sbagliato e sollevandolo dalle colpe. Amandolo. La Psicoanalisi si fonda sulla realtà di guarigione di un Rapporto a due, come poi sarà sempre in tutta l’esistenza. Il caos primordiale chiede giustizia. Esiste la cura, per tutti coloro che la cercano ed essa non tarda a manifestarsi per quelli che la accolgono, in un sentiero verso la Bellezza della propria creatività. Siamo creature di Luce. Siamo chiamati a tendere verso la Sanità, per mollare gli ormeggi e navigare, amandoci. Il Pensiero può far tanto. Il corretto modo di vivere le emozioni, trasformare i sentimenti, ascoltare la propria interiorità, è condizione necessaria per il corretto sviluppo dell’Individualità. Ci sono momenti di grande serenità in “Nuova origine universale”, che simboleggiano l’attimo sacro della propria Individuazione, dopo il quale la Persona non sarà più come prima. Mai più… Il suo desiderio di verità sarà inestinguibile. I suoi comportamenti saranno sempre orientati alla rettitudine. I suoi pensieri puliti. Dobbiamo rendere giustizia al caos primordiale. Ascoltarlo, interpretarlo e codificarlo, in un processo incessante di intelligenza ed amore, rispetto ed affetto sincero, per tutti coloro che vivono. Per gli uomini e le donne che sono già qui. Lo dobbiamo anche a chi verrà. La costruzione di un mondo sano non è solo possibile, ma doverosa. Nulla si crea senza amore ed un individuo non può essere condotto alla sanità senza l’intervento di un Tu dialogico denso di pathos e conoscenza che lo aiuti a partorire se stesso, per la nascita della sua Persona, la seconda, dopo il parto della propria mamma. È questa la seconda origine. È questo ciò che attende tutti, nella nostra universalità di esseri umani. È questo lo scopo ultimo dell’esistenza: partorirsi grazie all’arte maieutica di chi ci ama, nell’ambito di un Rapporto umano sano. Diventare noi stessi. Individuarci. Avere una Funzione Alfa capace di interpretare correttamente il nostro mondo interno, con quei suoi lati ancora non troppo ben sviluppati. Il caos primordiale rappresenta un ente che ci accomuna tutti, come, allo stesso modo, tutti abbiamo il diritto di star bene, amarci e lavorare con creatività per realizzarci. Ci saranno momenti di grande pace, dopo la tempesta. Ci saranno frangenti enigmatici di rivelazione. Ci sarà il rispetto per se stessi ed il prossimo. La guerra, in noi, sarà abolita. Le progressive rivelazioni del Pensiero sul caos primordiale saranno sempre più creative, precise, amabili e digeribili. Tutto verrà codificato in modo che la Persona stia bene e, se può stare bene uno, allora, seguendo sentieri simili, possono stare bene tutti… Questa composizione intende trasmettere un messaggio universale, per tutti gli uomini e le donne che desiderano un mondo migliore. È il percorso dell’essere umano: dall’ancestrale caos alla costituzione di un cosmo creativo pieno d’amore sano. È quello di cui abbiamo bisogno tutti, specie adesso, in questo crinale così pericoloso della Storia… “O” merita rispetto e considerazione. È il punto di partenza. L’evento 0 della vita psichica. Da lì si parte per una meravigliosa avventura, che è l’esistenza. Il Pensiero, dotato di affettività, è quella abilità che aggiusta le cose. Le ripara. Le codifica in oggetti che la mente possa elaborare in modo sempre più costruttivo, in una progressione intelligente che conduca la Persona alla Bellezza del proprio splendore. Della propria Luce. Del suo Amore. Da 16 anni, vivo la mia Storia d’Amore, con la Musa che mi ha scelto. Sono stato un uomo molto fortunato. Il caos primordiale, nella partitura, è ricco di sfumature dissonanti, che, però, nel loro complesso, indicano una vita, sono un motore armonico capace di far sviluppare la trama dei suoni in una precisa direzione. C’è calore, in questa composizione. Affetto per tutti. Uno slancio universalistico. Sono all’inizio di questo brano, ho individuato le parti che intendo elaborare e mi piace il modo in cui si snoda questa vicenda musicale. Sono soddisfatto di questa parte del lavoro di oggi. La dodecafonia, che devo indagare chiaramente molto meglio, nel corso dei miei giorni di studio, già sento aggiunga senso alla costruzione generale. Queste sezioni profondamente dissonanti e con ritmi irregolari non tolgono significato alla struttura tutta, e questo, per me, è già molto. Continuerò lungo questo sentiero! Sono giunto alla fine del processo. La composizione mi piace e gradisco le parole che ho scelto per commentarla, in un connubio fra suoni e Psicoanalisi. Vi auguro una buona giornata… Roytan Al mondo 18 marzo 2024 My lady’s breast - Portrait of an invisible La seconda origine Ho concluso il labor limae di “My lady’s breast - Portrait of an invisible”, dopo 4 anni di attività di correzione e cesello non del tutto uniformi nel tempo. Il brano è stato ripreso in mano più volte, e, a più riprese, quando sentivo di poter aggiungere significato alle note, esploravo nuovi orizzonti. La composizione è ora nella sua veste definitiva. Reca un messaggio d’amore incondizionato verso la Persona che mi ha risignificato ed intende essere universale: quando l’amore è reciproco, si dona, è mutua azione di comprensione ed interpretazione, allora è il dono più grande che si possa esperire in questa nostra vita umana. Il seno amorevole che ho conosciuto attraverso la dedizione della mia Compagna ha rappresentato in assoluto la meraviglia, il prodigio, la manifestazione ultima e più alta della speranza di avere una esistenza davvero degna. Ho scoperto tanti anni fa di essere un invisibile: lo struggente slancio della mia Donna verso di me, la sua capacità di sanare le mie ferite, l’abnegazione con cui ha interpretato i miei desideri mi hanno condotto alla Libertà, che è figlia della Verità. Questo è il ritratto di un invisibile divenuto Persona, attraverso le cure amorevoli di una Ninfetta graziosa e dotata di un’intelligenza superiore. “My lady’s breast - Portrait of an invisible” è costante, nella sua intensità. Crea un unum inscindibile, che mostra fiero la propria tensione verso l’Infinito. Avvincente, nel susseguirsi dei vari Temi. Maestosa come la melodia di un uomo che ora sa quanto sia giusto essere al mondo per camminare lungo il proprio sentiero. Chiaramente, il “seno”, qui, ha valenza simbolica psicoanalitica e rappresenta quella casa dell’anima nella quale un individuo si trasforma in Persona, decidendo di non tornare più indietro, per inaugurare, infine, un’esistenza dedita alla Bellezza. Il mondo potrebbe decidere di seguire la Pulcritudine anche oggi stesso. Nulla gli è precluso, ma occorre destarsi, risvegliarsi dal letargo, per determinare quale sia il sentiero più giusto da percorrere, in quale modalità e con quale intensità. Dicevo che “My lady’s breast - Portrait of an invisible” ha un valore costante di intensità, grazie al quale tutti gli strumenti cantano la propria melodia, in accordo con gli altri, generando un tessuto vitale. Questo risultato lo rivendico con fermezza. Sono giunto ad un punto grazie al quale so esprimere la mia idea musicale con costante intensità. L’Incipit di questa composizione si basa su 4 accordi degli archi, che sono stati scritti 4 anni fa in pieno lockdown, e che, ancora oggi, mi emozionano davvero molto, perché ricordo quanto mi sentissi solo e intendessi innalzare il mio canto verso l’unica Persona che, nella vita sentimentale, non mi avesse mai deluso: la mia Compagna. “My lady’s breast - Portrait of an invisible” è la storia in musica di una solitudine che si apre al mondo e scopre un amore verso gli uomini e le donne, gli anziani ed i bambini, che la avvolge con un calore disarmante, in una dimensione di Bellezza, che le fa ritenere possibile la guarigione di tutti, in una nuova origine, che sancisca la crescita del Genere umano in gruppo di Persone non più distruttivo. È l’intensità di questa musica che mi avvolge. Sapere che, dietro i piano e i forti, esiste una precisa intenzione di fare della propria vita un’opera d’arte. “My lady’s breast - Portrait of an invisible” è calore di fiamma inestinguibile. È slancio. È tenerezza. Non conteranno gli individui che ce la faranno, conterà il momento in cui tutti si risveglieranno dal letargo e cominceranno a marciare verso la Luce, abbracciati, lieti e sereni, in una grande festa, che inizierà quando ognuno sarà stufo del male che gli uomini fanno ad altri uomini. Quello che detta la cifra della bontà di questa composizione è la costanza dell’intensità, dalla prima all’ultima nota, cui segue un silenzio carico di pathos. La carica di pathos e sentimento rimane alta e costante per tutta la durata del brano. “My lady’s breast - Portrait of an invisible” è un canto d’amore struggente verso l’Umanità, che la Persona conosce tramite lo slancio verso la sua Musa, che lo innalza, trasformandolo in creature di Luce. Chi ama la propria Musa, conosce l’amore verso tutto il Genere umano e lavora, ogni giorno, per esso. Sono trascorsi tanti anni dalla mia seconda origine, nel 2008, come Persona di una Musa dalla bellezza cosmica. Ho scritto. Composto. Mi sono visto dentro. Ho fatto chiarezza ed ora posso affermare di essere una Persona che ha conosciuto la dimensione dell’invisibilità, per tanto tempo ed ora può cantare la propria Libertà di essere umano scevro di pensieri negativi. Oggi, a 50 anni, sono un uomo. Ho scalato alcune montagne. Ho visto l’inganno del monte dell’Io, che non conduce da nessuna parte. Mi sono incontrato con il mio Tu dialogico, che, con arte maieutica, ha portato alla luce l’Uomo dal bambino sofferente, donandogli la forza che serve per andare avanti, muoversi all’interno della tribù degli umani, per poter dire la propria parola. La mia è stata: “Amore”. “My lady’s breast - Portrait of an invisible” vuole essere un vettore. Trasmettere luce e condurre da un punto dello spazio verso quella dimensione di Individuazione del Sè e la funzione alfa attiva, come insegnano Jung e Bion. Sono davvero contento del risultato finale del labor limae di questa composizione, dacché sento di aver svolto un buon lavoro, con tutte la forza e la determinazione a voler lasciare dietro di me un seme buono, che indichi, in Primavera, la direzione verso la luce, i colori, in nuovi magnifici fiori. Che la vita torni a splendere, rigogliosa come una magnolia… Lascio questo mio scritto al grande padre delle acque, affinché lo possa portare lontano, verso un mondo fatto di Bellezza, giustizia e verità. Un mondo sano. Equo. Possibile… Roytan Al mondo 14 marzo 2024 Derivazione - Nascita universale Tutto ciò che è scaturito da “My lady’s breast” Giungerà la Nuova Era di Luce, ne sono certo, e sarà meravigliosa. Sarà un’era di Intelligenza e rispetto. Gentilezza e slanci amorevoli. Mitezza e valorizzazione della diversità, non più nemica da irridere e stigmatizzare, con la condanna del ghetto, ma vero e proprio patrimonio dell’Umanità. L’altro verrà accolto con tatto. Invitato a sedere in tutti i consessi. Stimato in quanto foriero di esperienze e ideali capaci di arricchire coloro che si pongono in ascolto. Si eviteranno le sofferenze ai bambini. Ci sarà accuratezza nelle analisi ed esisterà una Intelligenza dialogica interpretativa tale che l’evoluzione della Psiche in un mondo sano di affetti e sentimenti sarà garantita a tutti. Oggi presento 5 Composizioni, di cui 4 sono scaturite dal grembo della prima, “My lady’s breast - Portrait of an invisible”, che è un canto d’amore cosmico, verso l’Infinito, per essere profondamente grati della bontà di questa vita, che sa sorprenderci sempre, donandoci la presenza di Persone che modellano la nostra Identità, per farci stare bene. Le Composizioni sono:
Ecco "My lady's breast - Portrait of an invisible": Queste musiche rappresentano un combattimento fra l’individuo che ha raggiunto il suo equilibrio e un sistema di cose, generato dai potenti, che mira allo sfruttamento ed al controllo dell’intera Umanità. Tutto è nato da “My lady’s breast - Portrait of an invisible”, un lontano giorno del 2020, in pieno lockdown, a causa delle restrizioni anti Covid. Ero solo, a casa mia, in pieno silenzio, mentre canticchiavo l’inizio di una Ballata di Chopin. Decisi di suonarla alla tastiera e mi soffermai sulla prima successione con un accordo di Sesta Napoletana, molto bella e carica di pathos. Mi punse vaghezza di scrivere anche io una Sesta Napoletana e, prima la provai, poi la immortalai in una partitura vergine. Avevo davanti a me l’Incipit di un brano musicale nuovo, che non tardai a intitolare come “My lady’s breast - Portrait of an invisible”. Io ho trovato il mio seno amorevole 16 anni fa, nel 2008, dopo una vita di tempeste capaci di uccidermi nel profondo. È lei la risposta a tutti i miei interrogativi. L’amore. Lo slancio vitale. L’intelligenza totalizzante che sa amare. La mia Persona. “My lady’s breast” fu concepito a più riprese, a tratti è stato considerato ultimato, ma poi, nel corso del tempo, l’ho ripreso più volte, cesellato e rimodellato, con varie aggiunte e modifiche, fino alle sue sembianze definitive, che gli hanno permesso di volare fino in Giappone ad un Concorso internazionale di Composizione. “My lady’s breast - Portrait of an invisible” reca un pensiero ed una dedica. Il pensiero nel frontespizio è: “Non porteranno alla menzogna per sempre. La verità è amore…”, dacché in un mondo di menzogne propagate 24 ore al giorno, giungerà il momento in cui la Verità dell’amore trionferà e non sarà più permesso a nessuno di ledere il retto sentire dell’altro, obnubilandolo con l’ipocrisia delle bugie atte al controllo delle vite umane. La dedica è: “Alla mia partner, che ha reso possibile l’improbabile”, in quanto nessuno ci avrebbe scommesso un penny sulla realizzazione della mia Nuova Era di Luce, che, unitasi con il suo desiderio di verità e giustizia, ha generato una storia d’amore senza fine, costituendo una casa della Psiche. “My lady’s breast - Portrait of an invisible” ha una indicazione di metronomo: “Andantino, con vera passione. L'attimo della rivelazione del proprio vero Sé, in rapporto con l’altro”, in quanto ciò è stato: una rivelazione. La scoperta del proprio Sé integro, in relazione con la bontà di un seno da non abbandonare mai più. Ecco "Heal me from the darkness of the world's mind": Da “My lady’s breast - Portrait of an invisible” è nata “Heal me from the darkness of the world’s mind”, la quale ha un sottotitolo: “Salviamoci”. La composizione, inoltre, ha una dedica: “Agli uomini di scienza, che hanno sempre salvato l’Umanità dalle tenebre, spesso osteggiati, tanto da divenire “Martiri della Verità”, come il Dottor Giuseppe De Donno”, che è stato un medico impavido durante la pandemia Covid, brutalmente ghettizzato perché, invece di seguire gli sterili protocolli del Ministero della Salute, che si stavano rivelando fallimentari, aveva trovato una nuova cura in grado di curare davvero i pazienti. Onoro quindi la memoria del Dottor Giuseppe De Donno. “Heal me” è un invito a tutti, a salvarsi da una marea nera che uccide, fatta di ricatti e violenza, coercizione e sopraffazione, nella cui dinamica i deboli, gli uomini e le donne del popolo, possono solo soccombere e morire lentamente in una schiavitù senza confini. Ecco "Lux aeterna": Successivamente ho vissuto un’esperienza molto forte. Ho dovuto tenere dritta la barra del timone, per non perire, in un mondo che macina ogni esperienza e trita gli avvenimenti in una logica perversa di annichilimento ed uccisione del retto sentire. È nata così “Lux aeterna”, una composizione per chi non c’è più, avendo ultimato il proprio viaggio terreno. Il brano reca un sottotitolo: “Questo inesorabile amore struggente”, il mio per le persone della mia famiglia che hanno lasciato la Terra. L’indicazione del metronomo è: “Adagietto maestoso, intimo, come abbraccio all’Infinito”, come è infinito lo slancio di chi resta verso chi se ne è andato. Ecco "Libertas, filia veritatis": È nata quindi “Libertas, filia veritatis”, la cui indicazione di metronomo è: “Adagietto, solenne, carico di pathos”. Ecco "Marvel": Infine, è sgorgata dal mio mondo interno “Marvel”, ultimo parto, che recita “Adagietto, sentito, con intimo slancio”, come indicazione di metronomo. Tutte queste Composizioni vertono intorno al concetto di “Nascita psichica”, che è una realtà fattuale imprescindibile per ogni essere umano. Un giorno si viene al mondo, mentre un altro giorno, fondamentale per la vita di ognuno, si nasce a livello psichico, si abbracciano i propri Sé buoni, si fa pace con la propria storia e si diventa uomini e donne in grado di lavorare ed amare, essendosi conosciuti ed avendo seguito la propria voce interna che indicava la via per la realizzazione dei propri talenti. È una sorta di prodigio, ma sta succedendo dalla notte dei tempi e sta continuando ad accadere a un certo numero di Persone, che, dopo essersi conosciute, non tornano più indietro. Non sono più ricattabili. Non sono più omologabili, ma fiere della propria diversità, in attesa del meraviglioso giorno di luce in cui si manifesterà la nascita di tutti, una Nascita universale dell’Umanità, in un abbraccio che farà il giro del mondo. Roytan Al mondo 10 marzo 2024 “Ci vuole sempre qualcuno da odiare per sentirsi giustificati nella propria miseria” - Umberto Eco L’odio avanza L’odio avanza. Molti sono degenerati in una sorta violenta di aggressione verbale, nei ragionamenti, nei discorsi. Il male avanza. C’è chi ha fatto dell’inquinamento informativo la propria ragione di vita, e, con l’aiuto del sistema, semina pulsioni negative in tutti coloro che credono, in modo fideistico, a ciò che gli viene propinato dai media. Sempre più persone conducono una vita grama. Poche soddisfazioni, molte preoccupazioni e allora perché non dare a colpa di tutto a qualcuno lontano che, non si sa bene come, possa interferire con la propria esistenza causando il male? Questo è un iter che sfugge alla logica. Alla ragione. È un percorso irrazionale, ancorato alla paura, destinato a seminare zizzania. Il sistema considera questi fomentatori di odio suoi fedeli servitori, e vive sereno, quando questi operatori del male agiscono indisturbati. C’è sempre qualcuno cui dare la colpa, che non sia realmente il sistema che ci governa. Un giorno è colpa di quel tizio giallo là in quella terra lontana, che quindi merita odio e parole venefiche, un giorno di un altro di là, che deve morire, un altro giorno di chi ha operato una scelta diversa dalla tua, che quindi deve andare in un campo di concentramento. Tutti possono avere la colpa di come tu ti ritrovi. Tutti, tranne il sistema, che, puntuale, ti indica contro chi scagliarti con veemenza, di volta in volta. Siamo molto lontani dalla Verità, che viene costantemente insabbiata. C’è sempre un responsabile per la propria miseria verso cui tendono tutti i miei impulsi violenti, ma non il sistema. Sistema che si è prodotto in un crimine contro l’Umanità diverse volte negli ultimi anni. Sistema che ha ucciso, nelle guerre dell’ex ricco Occidente capace di esportare la democrazia a suon di bombe e bambini sterminati come in Iraq, a centinaia di migliaia. Sistema ormai smascherato da chi abbia voluto davvero vedere il suo volto, quello di una casta ristretta di adepti, che operano scientemente il male, per la bramosia di controllo totale delle vite di tutti. Chi odia non è in asse. Chi odia, avvelena i pozzi. Chi odia, non starà mai bene. Chi invece ha visto il volto reale del sistema e lo ha chiamato con il suo nome, vive sereno e produce una energia buona che gli altri, vicini a lui, possono sentire per ritrovarsi a casa, felici. Le cose vanno male, quindi è colpa di qualcuno (ragionamento infantile). Mai di se stessi, mai del sistema. È sempre colpa di qualche regnante di un qualche atollo lontano del Pacifico. O del vicino di casa che ascolta quella musica. In generale, la colpa della propria condizione è dell’alterità. Può essere un cugino con il quale non parli serenamente di politica. O il governante di un remoto regno asiatico. Tuttavia, la colpa della tua condizione infelice di vita non è mai del tuo sistema di riferimento, che è l’Occidente, già… esso, quello che uccide davvero e semina morte e distruzione ogni qual volta, per impossessarsi di qualche risorsa di cui non dispone, fa una guerra a un popolo senza troppo preoccuparsi delle vittime collaterali, che possono benissimo essere anche centinaia di migliaia di persone inermi. Il sistema si regge sulla incontrovertibile verità secondo cui gli odiatori non rivolgeranno mai il proprio malessere violento contro di esso. Giornalisti ben pagati continueranno a forgiare masse di haters, in un circolo senza fine, che va smascherato e inchiodato alle proprie responsabilità, che sono lo sterminio, l’uccisione del pensiero altro, l’abominio di bambini uccisi, che grida vendetta al tribunale della Storia. Questo Occidente ha fallito. Gli odiatori sono il suo ultimo rifugio prima di rimanere nudo innanzi al giudizio del Tempo, che lo condannerà… Gli odiatori sono inconsapevolmente al servizio del sistema. Grandi masse vengono nutrite dall’odio, che, abilmente, i media creano dal nulla, dirigendo l’opinione pubblica verso il nuovo mostro da sbattere in prima pagina, in un’ottica di scontro storico fra noi, che siamo tanto bravi, e gli altri notoriamente cattivi a prescindere perché magari lo ha dichiarato il comandante supremo delle forze del bene, che, quasi sempre difende, in prima persona, chi ha interessi nel volersi impossessare delle risorse dell’altro campo. Viviamo un’epoca balorda. Siamo i nuovi nazisti, non per volere delle Persone, ma per l’interesse di chi ci comanda. Gli odiatori, senza un obiettivo preciso da sterminare verbalmente, si sentirebbero smarriti in due secondi. È un’era davvero molto brutta. Scissione e annullamento della realtà la fanno da padrone. I continui lavaggi del cervello… Gli elettroshock informativi… I procurati allarmi… Difficile mantenersi vigili e con la stazione eretta! Siamo dalla parte sbagliata della Storia. Chi ci governa ha fondato un sistema marcio. Psicotico. Violento, che si nutre della rabbia autorizzata dallo Stato di media e haters. Abbiamo fallito. Noi, ex ricco Occidente, abbiamo fallito su tutta la linea. È ancora corretto stabilire quali siano le responsabilità. Molta gente è ormai traviata, irreversibilmente. Essa è tragicamente le proprie parole di violenza, si incarna in quei morfemi dediti alla devastazione. Con loro c’è ben poco da fare. Poi c’è una minoranza che non ha mai odiato nessuno e vuole vivere. Ci siamo noi che attendiamo una Nuova Era di Luce. C’è chi vuole la Pace, per sempre… L’Occidente vuole le guerre. Guerre di tutti i tipi: militari, finanziarie ed informative. Gli haters ne sono il lampante risultato. Senza odio, questo sistema collasserebbe. A chi dare la colpa poi, se non a se stessi ed al sistema occidentale? Meglio odiare qualcuno dall’altra parte del mondo che di sicuro trama contro di me ordendo chissà quali malefici! Grande responsabilità in tutto questo gioco perverso l’hanno i media, asserviti al potere egemone. Sono loro i primi artefici del fenomeno dell’odio. Ci hanno divisi in buoni e cattivi, con una mostruosa macchinazione. Ci hanno detto che chi avrebbe compiuto determinate scelte sarebbe stato da considerare “nemico della patria” e, alla fine, hanno vinto a mani basse, solo che ora c’è un’altra metà di mondo che non gli crede più, dopo anni di devastazione e sterminio. Ci attendevamo una società più bella e retta, abbiamo assistito all’implosione di una civiltà. Sarebbe dovuto andare tutto bene, abbiamo gli haters, una società psicotica e capi di governo genocidi. Giustificare la propria miseria incolpando qualcun altro, che connotiamo di bruttezza, di spirito malevolo, di potenti strumenti, il cui ritratto è delineato da un pensiero magico, ultimo accesso a quella sorta di scissione che tutti gli haters hanno, è stato un gioco da ragazzi. Il sistema, nel frattempo, mentre la gente attua questi meccanismi, ride quanto mai contento. Giubila, dacché sente vicina la vittoria. Qui, nell’ex ricco Occidente, in Cina o in India un po’ meno… Questo in atto è un progetto di Nazismo 2.0 su larga scala, che vuole inglobare tutto il mondo, con l’altra metà del mondo che lo ha smascherato e non ne vuole sapere. Io voglio affermare che l’Occidente fallirà. La Verità verrà a galla. I loro giochi di potere verranno esposti e descritti con chiarezza. L’Umanità si riapproprierà della propria Libertà. Gli haters dovranno evolversi, per non perire. Il mondo sarà un posto sicuro, dove i bambini torneranno a giocare nelle strade. Questa storia è la storia di un manipolo di individui innamorati del potere che giocano a fare Dio, ma non vinceranno. Già c’è chi non gli crede. Già c’è chi è a lavoro per un mondo possibile e giusto. Già esistono i resistenti, minoranza, certo, ma con gli occhi aperti. Molte persone si sono disorientate. Molte si sono drammaticamente perse. Molte, purtroppo, non si riprenderanno più… Il sistema contempla un certo numero di vittime sacrificabili, per mantenere intatte le risorse di cui ha bisogno per continuare il proprio cammino. È proprio un sistema nazista aberrante… La colpa di tutto questo, però, è della maggioranza delle persone, che, silente, ha partecipato alla costituzione di un sistema di potere che uccidesse l’alterità, umiliandola, deridendola e mortificandola. Gli italiani, poi, non vedevano l’ora di odiare il diverso, lo facevano nel segreto delle loro case, quando il sistema di potere li ha autorizzati a farlo, hanno proprio goduto ad emarginare chi non la pensasse come loro. È un fatto, oramai, appartiene già alla Storia… Chi ha venduto se stesso, per rimanere intatto nei vari passaggi di potere, permettendo che i dissidenti venissero estromessi dalla società, andrebbe mandato in Psichiatria, costretto ad una terapia efficace. Poi la gente si è ritrovata con sempre di meno ed ha iniziato ad odiare l’altro, il diverso, colui che vedesse le cose da un’altra prospettiva. Vogliono un mondo psicotico, fatto di Persone dissociate, ma c’è una parte sana, oggi, che rifiuta il male dell’anima e la complicità con un sistema di cose che è nato per la sottomissione della gente, in una notte illune senza soluzione di continuità… Dovremo lottare per la nostra Libertà. Nella pace, nello sdegno totalizzante da riservare a lor signori. Possiamo farcela! |
AutoreSono un ricercatore del Sole. Mi impegno affinché i miei pensieri siano vibrazioni di guarigione per tutti. Il Mondo merita un canto sublime. Archivi
Giugno 2024
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