«Agli uomini di scienza, che hanno sempre salvato l’Umanità dalle tenebre, spesso osteggiati, tanto da divenire “Martiri della Verità”, come il dottor Giuseppe De Donno» Al mondo Da un altro mondo 19 novembre 2023 Storia di una musica Che la Rivoluzione possa cominciare Questa è la dedica nel frontespizio della partitura del 1° Movimento di questo poema sinfonico, «Heal me from the darkness of the world’s mind». Non avrebbe dovuto essere necessario il sacrificio della propria vita per affermare che la neve sia bianca e l’erba verde, ma, in un mondo assurdo e tremendo, i migliori sono stati vilipesi, oltraggiati, annichiliti da un sistema di informazione, vero e proprio braccio armato di una politica dissociata e assassina, che si è occupata, in modo vile, dello sterminio del pensiero altro. Il Dottor De Donno, che ha combattuto per il bene del popolo e dei suoi pazienti, ne è la prova. Voleva solo salvare vite. Fu attaccato. Non gli diedero scampo. Lo ridussero in cenere. Si tolse la vita, disperato. Forse non vedremo mai i responsabili in galera, ma la Storia li ha già condannati e in futuro, quando si studierà il triennio 2020 / 2023, si renderà giustizia a chi volle le cose ben fatte, stigmatizzando chi invece era pagato dal sistema per rendere una situazione già grave di suo una operazione di assassinio delle migliori menti in circolazione, non omologate con il pensiero dominante. Oggi sono grato alla vita per ciò che mi ha donato. Sono lieto per la possibilità di vedere il verde del mio giardino crescere timidamente ma in maniera incessante. Sono grato, sì, perché posso ancora scrivere quello che voglio, nonostante un mondo dove il pensiero altro viene sottoposto a censura, irrisione e mistificazione. Io so quanto il Genere umano possa fare cose straordinarie e confido nel fatto che esso possa esprimersi al suo meglio, perché ci meritiamo la chance di vivere in armonia tutti insieme, percependoci come fratelli. Per far questo, per superare il dolore collettivo che attanaglia il Genere umano, è necessaria la Cura. Dobbiamo guarire. Dobbiamo accettarci, individuarci e dedicarci all’amore. Questa musica, “Heal me from the darkness of the world’s mind”, “Guariscimi dall’oscurità della mente del mondo”, verte intorno al concetto di «Individuazione» di Jung, realtà psichica sulla quale rifletto da almeno 4 mesi, da quando ho cominciato ad analizzare la capacità della mia Compagna di scacciare il passato, separandosene con grazia, per non tornare più indietro. Leggevo in rete di come il concetto di «Individuazione» possa esplicarsi come l’avvicinamento dell’Io verso il Sé, ma secondo me c’è una dimensione ulteriore, quella della fusione dell’Io con il Sé, in un connubio compito, attraverso una unione matematica di due insiemi, che sia in grado di generare un’armonia compiuta di questi due enti, attraverso la grazia di una danza dolce e sentita, che permetta, finalmente, all’individuo, di trasformarsi in Persona che decida, una volta per tutte, di non tornare mai indietro alla sua fase distruttiva. Sto camminando da 15 anni insieme alla mia Compagna. Si può dire che io abbia mosso i miei primi passi della vera vita con lei, grazie a lei ed oggi sono lieto di poter creare qualcosa di degno, di farla sorridere e condividere nuovi tentativi di una crescente forma di benessere, attraverso la quale poter godere della gioia collettiva di una tribù che sappia esperire il cosmo ed i suoi doni. Quando si è guariti, poi ci si può occupare della sanità degli altri, di modo che, piano piano, tutta l’Umanità stia meglio. Sono grato alla vita, sì, perché ora vedo, ho la capacità di scorgere ciò che è buono, distinguendolo da ciò che non lo è. Ora la mia esistenza ha un senso, quello che ho tracciato io lungo il sentiero, dopo molte prove e piccole, grandi vittorie. Sento di essere diventato l’uomo che sarei voluto diventare da bambino. Sento quanto io stia facendo bene. Sento di non essere più solo. Tutto ciò mi dà pura gioia. Attendo con serenità che le Persone smettano di farsi la guerra, perché un altro modo di stare insieme è ancora possibile, basta svegliarsi e guardarsi attorno con benevolenza, pronti ad abbracciare chi davvero voglia sentirsi a noi prossimo, in visione e progettualità esistenziale. Veniamo alla composizione: tutto è nato da 32 battute per pianoforte solo, che avevo intitolato «Lettera», scritte alla fine di Luglio 2023, con le quali sognavo di poter comporre una musica con orchestra, uno strumento solista e una voce narrante, che raccontasse le gesta di una bambina capace di crescere, scacciare il passato e diventare una Donna meravigliosa, proprio come la mia Compagna. Tutto quello che scrivo da 15 anni è incentrato sulla sua immagine di Persona capace di operare prodigi. Questa musica è articolata in 4 parti, veri e propri Movimenti:
È un concept album, che verte intorno al concetto di «Individuazione», che ne è il vero motore, l’asse e il collante. Il primo Movimento, “Heal me from the darkness of the world’s mind”, è stato scritto in pochi giorni, poi è stato sottoposto ad un accurato labor limae, che gli ha permesso di essere lucente come volevo io. Nel Movimento ci sono due temi, uno bellico e uno amoroso, che si alternano con l’intenzione di ricomporre un’unità auspicabile, fra la nostra parte guerriera e l’altra che desidera lasciarsi tutto alle spalle per abbracciare quell’amore che riesce a risignificare ogni cosa. I 4 Movimenti della musica costituiscono un vero e proprio “Poema sinfonico”, che prende il nome dal primo Movimento: “Heal me from the darkness of the world’s mind”. In questo Poema sinfonico c’è l’orchestra sinfonica, un coro e vari strumenti elettronici, per l’intenzione di voler fondere insieme timbri di natura assai diversa. Io sono dietro queste note, nei silenzi delle pause. Ora, riascoltando tutto da capo, provo un grande benessere: la musica, sia nella sua componente formale che contenutistica è esattamente come io la sognavo e desideravo. Provo gioia, dunque. La composizione è varia, quando ci sono delle ripetizioni è per sottolineare un costrutto che il musicista ha voluto ribadire, il ritmo, a tratti, è incalzante. Questa è una mia lettera al mondo, in suoni. Un’opera con la quale bramo comunicare quanto il meglio sia possibile, auspicabile, realizzabile. Siamo qui per fare grandi cose, l’ho sempre saputo io ed insieme possiamo erigere costruzioni monumentali, dalla bellezza maestosa. Ho pensato questa musica per un organico assai vasto. Era la mia prima volta in questa fattispecie. Ora posso dire quanto l’esperimento lo trovi completamente riuscito, in grado di generare attimi di struggente pulcritudine. In questo Poema sinfonico, si trovano dei temi belligeranti che si oppongono al panorama umano che è sotto gli occhi di chi intende vedere con precisione ciò che potenti e media stanno preparando per il futuro dell’Umanità. Viviamo in un’epoca distopica in cui tutto quello che viene deciso dai governi è un atto negativo, contro i desideri e i bisogni della gente, fra cui molti sono, ahimè, andati, non saranno più recuperabili, dacché si sono lasciati avvelenare dalle menzogne della televisione. Un popolo di vergini che si offrono al Drago, per un posto nelle emittenti televisive, di nani che giocano a fare gli intellettuali, di pensatori senza pensiero che inneggiano alla violenza contro il diverso di turno, con la conseguente morte dell’alterità, in un processo di nullificazione dell’essere umano che apre le porte all’uomo-macchina della fantascienza, un individuo che non elaborerà più costrutti in modo autonomo, ma sarà lieto di pensare ciò che gli verrà sussurrato di giudicare buono o cattivo. La mia musica si oppone apertamente a questo scenario vuoto e venefico, in cui il Genere umano perderà di sicuro la propria Bellezza. La mia, da sempre, è una musica militante, dacché combatte per un futuro radioso in cui le Persone potrebbero vivere felicemente. So che quel giorno potrebbe giungere, lo attendo e se non lo vedrò, avrò comunque vissuto una vita alla ricerca di una cosa buona. Questa è un’epoca storica che andrà dettagliatamente studiata dagli storici e soprattutto da antropologi e psichiatri, perché la nostra società ha smarrito tutto il bene e si sta lasciando guidare da soggetti dalla perfidia inenarrabile… Io sono convinto che qualcosa di buono potrebbe avvenire, per tutti, ma è conditio sine qua non liberarci da tutto quel male che ci soffoca ogni giorno. Urge la Cura… Questo poema sinfonico, “Heal me from the darkness of the world’s mind” è una denuncia contro quei signori che, in totale cecità e perfidia, governano il mondo decidendo le sorti dei popoli, con dolo. Questi individui, da sempre, intendono minare le basi della vita umana e questo processo non si può più tollerare. È ora di unirsi e dire: “Basta!”. La musica di questo poema sinfonico è ricca. Ho lavorato sulle armonie, sui ritmi, sulle scelte degli strumenti. Ho operato, nell’ambito delle 4 partiture, in modo tale che vi fosse sempre un respiro universalistico, tendente alla piena realizzazione di una società nella quale ogni bambino che nasce sia un dono, un prodigio, l’occasione da parte degli adulti di far bene per i figli di una Umanità che è stata troppo a lungo imprigionata. Ci hanno torturato e chi dice il contrario mente in primis a se stesso, per poi diffondere il veleno presso tutti quelli che incontra lungo la propria strada. Sono stufo delle menzogne, durante la Pandemia, che è stata una Schizodemia, hanno instillato il peggior veleno nelle bocche dei più, che si sono genuflessi ad un male troppo forte, in grado di devastare tutto il tessuto sociale creato dall’uomo in secoli di lavoro. Ci hanno fatto del male. Troppo. Non si può più tollerare che vadano avanti col loro progetto mortifero, che arricchisce un manipolo di individui per distruggere ed impoverire la quasi totalità del popolo. Questo poema sinfonico ha delle parti che si ripropongono nell’ambito dei 4 Movimenti, a voler sottolineare una continuità e un Fil Rouge che lega inesorabilmente varie strutture musicali. Sono soddisfatto dell’impasto timbrico. Ho sempre desiderato scrivere per orchestra. I potenti non vogliono che tu ti sappia individuare: scardinate le sovrastrutture menzognere che ci sovrastano, la vita sa essere davvero bella e noi possiamo creare una esistenza meravigliosa, in compagnia di Persone capaci di rispettarci ed amarci. Questa musica è un inno alla Rivoluzione delle coscienze, che sono in noi ed intendono mostrarci la via, fatta di bontà e giustizia, verità e Bellezza. Un giorno, tutto questo disordine mentale e caos delle società occidentali sarà un brutto ricordo lontano e monito per tutte le generazioni future a non ripetere gli stessi errori. A non lasciarsi incupire dai media, che non dovranno più essere il braccio armato delle élite. A non farsi destabilizzare mai da nessuno, dacché il proprio equilibrio e centro sarà giudicato sacro. A non perire dietro le menzogne di chi vuole il tuo male. C’è ancora speranza, non dimentichiamocelo. C’è tanto amore nel mondo, una risposta inequivocabile a tutto il marciume dei potenti. C’è chi vuole proteggersi dagli attacchi, e, resistendo, sogna di stare in pace con l’altro al fine di aiutarsi mutuamente come fratelli. Questo poema sinfonico ribadisce con forza e determinazione il diritto di un essere umano di crescere in un ambiente che non gli sia ostile, per poter affermare la propria identità autentica senza per questo venire attaccato e considerato un pericolo per la società. Quando tutti ci saremo individuati, il mondo sarà un luogo pacifico. C’è una profondissima esigenza psichiatrica, di cui tener conto, che generi la possibilità di prevenzione e cura per tutti. Il dolore non si prende in giro. Il dolore si supera, con l’adeguato aiuto, per poi essere in grado di rialzare i fratelli che incontriamo lungo la via. Nella mia musica, esiste una voce che grida giustizia. È la mia, quella di quando ero bambino e desideravo un mondo bello. Oggi i bambini sono stati trattati male, durante la Pandemia, e questo non sarebbe mai dovuto accadere. Scrivo per tutti i bambini. Un mondo giusto lo si dovrebbe costruire soprattutto per loro. C’è una grande speranza, in questo poema sinfonico, inarrestabile, in quanto io credo che il Genere umano non si debba mai inginocchiare a nessun potente. Canto la dolcezza di un abbraccio. Il sorriso della Persona amata. Il ricordo di un Padre capace di vedere oltre. Compongo con regolarità da 15 anni, da quando la mia Compagna mi ha risignificato e devo dire che questo per me sia un punto di massimo relativo, nella mia produzione artistica. Innanzitutto per l’organico: orchestra, coro, strumenti elettronici, poi per l’ampio respiro cui tende questa creatura artistica. Infine, il pathos, quello struggimento estatico con cui la musica tende ad inneggiare ad un domani migliore per tutti. Io ci credo. Devo crederci. Non voglio rassegnarmi. Con il tempo, con la perseveranza, con l’impegno e l’attenzione, io sono più vicino al mio Sé, e sento che, per me, questa sia l’unica via percorribile, la migliore. C’è una forza oscura, che gira per il mondo da secoli ed è il frutto della vita di persone instabili, dedite alla devastazione delle esistenze altrui, che ha acuito la sofferenza di milioni di persone, rendendole quasi insopportabili. Il loro potere deve finire, subito. Recentemente, in una ottica che perdura da secoli, dal 1989, anno della caduta del Muro di Berlino, fino ad ora, la loro morsa si è fatta asfissiante. I loro media venefici. Le loro leggi inique. L’uomo deve dire: “Basta”. Non è più tollerabile un disegno di potere così violento e menzognero. Un giorno, qualcuno dirà parole così belle e profonde da lasciarsi seguire da tante Persone che lo troveranno giusto. Sarà l’inizio della Nuova Era di Luce, nella quale si difenderà la cura e la libertà come pilastri inamovibili dello stare insieme. Ci si doterà allora di tutti gli strumenti necessari per proteggere la vita e non sarà permesso più a nessuno offenderla, in alcun modo. Questi pensieri mi hanno animato, durante la stesura di questo poema sinfonico, “Heal me from the darkness of the world’s mind”. Sono atti rivoluzionari questi costrutti mentali con cui sento di far bene. Rifletto su queste realtà da anni, negli ultimi 4 mesi ancor di più, dacché ho sentito forte scrivere di una “Lettera” di una bambina al mondo, una lettera con la quale lei scacciasse il passato, dopo essere diventata ragazza, in un moto ribelle capace di donarle la serenità di essere autenticamente se stessa. Il mio intento era davvero prodigioso, dacché io, in questa “Lettera” vedevo le parole della mia Compagna, che da tanto tempo si è individuata e mostra con orgoglio il proprio sorriso a chi incontra per strada. Nel titolo, c’è quel verbo “Heal me”, “Guariscimi”, perché tutti noi dobbiamo essere guariti dal male di un mondo psicotico che ci vuole schiavi. La musica è potente. Ora che la riascolto, posso dirlo con certezza. C’è bisogno di arte, in questo scampolo di secolo, non di quella merce spacciata per creatività su cui i potenti fanno i soldi per annullare la psiche di molti, ma di qualcosa che sia capace di parlare ai cuori e lasciare pensare le menti. Qualcosa che ci emozioni nel profondo del cuore. Qualcosa che si libri in volo con noi, perché siamo tutti chiamati a vivere bene. Ecco, io, con la mia musica militante, ho questa missione. Cerco di risvegliarmi ed attendo il risveglio degli altri miei simili. Nell’ultimo anno, ho spedito un brano musicale ad un Concorso di Composizione e ora ho scritto questo poema sinfonico e sento di essere lungo il mio sentiero, la migliore via che l’esistenza potesse pormi davanti. Questa musica è quanto di più bello potessi comporre, lo voglio dire con molta franchezza. I 4 Movimenti si concludono con il medesimo finale: è una operazione nata dalla riflessione, come a voler dire che tutti quei suoni terminino con la stessa soluzione. Oggi io mi sveglio con la mia Compagna. Scherziamo. Ci abbracciamo. Gustiamo una buona colazione e questo è tutto merito dell’impegno che abbiamo profuso nell’affermazione della nostra diversità. Non avrei mai potuto vivere nella norma, che è assassina. Non avrei mai potuto muovermi in una società profondamente malata, che è derisione di colui che reca una differenza di vedute, di intenti, di sentimenti. Un giorno i diversi di tutto il mondo si uniranno. Saranno il più nobile popolo mai visto sulla faccia della Terra. Fino ad allora, sarà bene occuparsi del proprio giardino, nel quale, magari, cresce un’erba bellissima, con un verde capace di scaldare il cuore. Sono soddisfatto del livello raggiunto dalla mia musica. Compongo sempre, quando ho idee, che, spesso, nascono da sole, in perfetta autonomia, magari mentre ripongo i piatti nel lavandino. Per me, ormai, comporre musica è diventato la missione della mia esistenza, ne avverto la grandezza e sono davvero lieto nel potermi rapportare col mondo in questa modalità. Con questo poema sinfonico, intendo trasmettere un segnale di pace, che si otterrà solo attraverso la lotta senza armi, fra noi e le nostre parti immature, la profondità di un pensiero costruttivo contro le nostre più innate paure, il desiderio di essere una Persona sana e la distruttività del bambino che magari si è sentito frustrato e abbandonato. “Heal me from the darkness of the world’s mind” è un atto con cui costruisco un ponte fra me e le Persone che sono alla ricerca del proprio Sé buono. Potremmo vivere tanto bene, insieme. Io lo credo dal profondo del mio essere. Invece ci facciamo dirigere da individui putrescenti che vogliono il male dei popoli. In Occidente, questa dinamica è ormai chiara. Sono una classe dirigente di assassini, criminali incalliti, dediti alla guerra, che lasciano sempre in trincea poveri uomini giovani che combattono in nome di una patria che ha tolto loro tutto. Ribelliamoci, come fece il Dottor De Donno, il cui insegnamento non cadrà nell’oblio, per quelli come me. C’è molto da fare. C’è un mondo da rifondare dalle fondamenta. C’è da isolare, porre nelle condizioni di non nuocere più a nessuno, tutta una pletora di potenti che sarebbero pronti a mettere a ferro e fuoco tutto il mondo, per la propria bramosia di potere. “Heal me from the darkness of the world’s mind” vuole rappresentare la lotta intrapsichica fra il bene, l’amore, e il male, la devastazione. Nessuno è escluso da questa dinamica di lotta, ci passiamo tutti, chi prima e chi dopo e dobbiamo fare i conti con tutto ciò, per individuarci e scoprirci finalmente in grado di amare, lavorare, occuparci della nostra Bellezza e della sanità di chi amiamo. In questo Poema sinfonico, che consta di 4 Movimenti, ci sono continui cambi di ritmo. Le dimensioni dei Movimenti sono notevoli. L’organico è vasto: c’è l’unione dell’Orchestra sinfonica col Coro e strumenti elettronici, per creare un crogiolo dove si possano fondere timbri di natura eterogenea. In generale, la scrittura di questo Poema sinfonico in 4 Movimenti si è rivelata complessa, a tratti difficile, ma credo di aver generato qualcosa di buono. Mi sono impegnato con costanza all’interno dei segni di queste 4 Partiture, sono convinto di essere stato ispirato ed ora, che ho quasi terminato il lavoro, sono contento. Nella vita, conta sapersi prendere cura delle persone che si amano. È questo il messaggio che questa Composizione reca. Alle volte, l’esistenza è davvero difficile, ma c’è un grande premio per chi resiste, intraprende il viaggio verso la fonte del proprio Sé e si costruisce un presente fatto di piccole gioie, rimanendo lontano dalle malie del mondo e dei suoi assordanti richiami violenti, che minano l’oggi degli uomini per ridurli in catene. Questa Composizione è per la Vita. Amiamoci, non ci resta altro da fare, e, se saremo riusciti a volerci bene, la nostra esistenza non sarà stata vana. I nostri giorni terrestri vibrano di una innata fragilità. È bene accettarlo, vivendo con i nostri cari momenti di puro bene, perché la lotta, fuori, impazza. “Heal me from the darkness of the world’s mind” è un inno alla Bellezza dell’essere umano. È una danza, attorno ad un centro, che è il proprio Sè individuato attraverso una lunga e coraggiosa ricerca. C’è un dono, per chi si mette in cammino, che si svela ad ogni passo con la gioia di potersi sentire vivi lungo il sentiero. Questa Composizione verte intorno al concetto di esistenza degna, che non è affatto qualcosa di scontato. La diversità sconvolge. Pensare che siamo tutti differenti e non dovrebbe spaventarci il rapporto con qualcuno che non siamo noi. Il Sè ci chiama. Vuole fondersi con noi. Sta a noi accettarlo. Non c’è missione più nobile dell’Individuazione. Individuarsi è anche salvarsi e poter aiutare le Persone che amiamo a individuarsi… Questa Composizione è il canto alla vita di un cinquantenne che un giorno, stanco del dolore, si è posto lungo un sentiero che non aveva mai visto, per iniziare a camminare. Da quel giorno la sua vita migliorò… “Heal me from the darkness of the world’s mind” è il frutto delle riflessioni di 4 mesi in cui ho lavorato con costanza, fra le cime della Val d’Aosta, l’Alpe di Siusi e casa mia. Ricorderò sempre il prato verde davanti al Monte Rosa. Questa composizione è dedicata agli uomini di scienza e a mia madre, che ricerca in continuazione la luce. Da un mondo Al mondo 3 dicembre 2023 Heal me from the darkness of the world’s mind - Appunti Siamo tutti in cammino 1° Tempo Questo Tempo, che si intitola “Heal me from the darkness of the world’s mind” e dà il nome a tutto il poema sinfonico, inizia con un Tutti orchestrale, esponendo il Tema A. È un canto che si diffonde. È il risveglio dopo un lungo inverno. Entra il Tema B, sorretto dagli archi, con un Corno solista. È la vita che si riprende il proprio posto. Il Coro canta. C’è la parte degli strumenti elettronici, contrappuntata dagli archi. Esiste un movimento all’interno del brano, che è ritmico ed armonico. I Temi si susseguono, in una continuità che intende rappresentare il moto dell’esistenza di ogni Persona. C’è la luce dell’amore e le tonalità fredde di una lotta per la propria affermazione che ha sempre accompagnato l’esistenza degli individui. Il Coro afferma. Gli archi consolano. Il Pianoforte declama. È una eterna danza: gli ottoni cantano una melodia e il Tema B si ripete, con assoluta nitidezza. Il Tema A, di lotta, e il Tema B, d’amore, sono intimamente collegati dal medesimo slancio vitale, dacché, nella vita, per affermare il proprio Sé è necessaria una lotta in noi stessi, contro alcune parti di noi, che non vogliono evolvere. Il Tema B, carico di pathos, è la rappresentazione di ciò che sente un uomo per la propria Compagna, che egli ama sopra ogni cosa. Il Pianoforte riprende una piccola armonia. Il Tema A si riafferma. È intimamente poderoso, nella sua dinamica “fortissimo”. La parte rock è sorprendente. Gli archi splendidi nelle loro armonie. Il Coro pronuncia parole di speranza. Non si può mollare. Ci si può concedere un momento per sé, ma poi bisogna riprendere il cammino, sempre. Il sentiero degli uomini è bello. Occorre amarlo. Amarsi. Amare le persone, starle vicino e seguirle nel loro processo di Individuazione e Guarigione. Non c’è destino più nobile, in assoluto. Il Tema A di lotta si ripropone nella sua maestà cristallina. Non esiste sentiero più bello di quello che si conduce ad abbracciare il nostro Sé più intimo per non lasciarlo più e modularci in base ad esso per affrontare una esistenza piena di significato. Al Pianoforte la coda finale. 2° Tempo Il 2° Tempo si apre con un Tutti orchestrale e si intitola “Letter from the little girl who chased away the past”, “Lettera della bambina che scacciò il passato” è dedicato a due donne che mi amano tanto: la mia Compagna e mia madre, due ricercatrici del Sole. Entra il Coro, che cede il passo ad una piccola parte per Pianoforte, al quale subentra il ritorno del Tema A iniziale. In questo Movimento è confluita una parte per Pianoforte che avevo scritto in Val d’Aosta, quando, nei ritagli di tempo, mentre la mia Compagna si riposava dopo lunghe passeggiate in altura, io componevo con il mio piccolo computer. Il Tema A iniziale torna in modo poderoso. È allegro. Comunica gioia e il Pianoforte riprende la propria parte. C’è un breve intervento di percussioni e ottoni, ma possiamo ben dire che il Pianoforte gioca il ruolo dello strumento solista. Giunge la parte rock. Al Pianoforte risponde il modo massiccio l’Orchestra con i suoi Tutti. È sempre tutto intorno alla capacità dell’uomo di individuarsi e gli archi commentano con varie armonie. Il Pianoforte riprende la sua danza, che a tratti diventa davvero sentita in un ritmo ternario. Gli archi, di tanto in tanto, intervengono, e il pianoforte ricomincia a tessere la sua trama. Per l’Individuazione dei nostri Sè buoni combattiamo una battaglia incredibile. Questa musica ne è la prova. Il Pianoforte ribadisce alcune armonie. È il senso della lotta intrapsichica fra noi e parti di noi e la guerra là fuori contro un mondo assassino, che vuole renderci schiavi di una forma di esistenza che non ci può dare gioia. La Persona, inevitabilmente, è in lotta all’interno di se stessa, ha una parte che vuole individuarsi e un’altra che desidera rimanere come è, infantile e rabbiosa, indeterminata e sterile ed inoltre vive in dissidio con un sistema di regole che la vogliono schiava, senza alte aspirazioni e legittimi diritti. 3° Tempo “Vision”. Inizia con una successione di Pianoforte, poi riprende il Tema del 2° Movimento. Esiste un Tema iniziale di questo 3° Tempo che comunica indeterminatezza., cui segue una parte rapida dei fiati. Gli archi rasserenano l’atmosfera. Il Pianoforte si produce in note acute rapide. La lotta continua. È un dissidio interiore fra la parte che vuole crescere e quella che vuole regredire. È una battaglia col mondo. Il primo Flauto espone una idea. Giunge il Tema B e dopo esso il Coro, con suoni soavi. Torna in modo perentorio il Tema A. Archi in tensione verso la meta. Fiati. Gli Ottoni si muovono in un tessuto armonico. C’è il Tema degli Archi e la ripresa del Tema dei Legni, conta subitanea ripresa del tema iniziale con il Tutti orchestrale. Emerge il Tema d’amore. L’amore tutto sana. Tutto risignifica. Tutto spera e tutto rende possibile, anche quando l’evento pare improbabile. La Persona vuole stare bene. Tutti abbiamo fatto esperienza del benessere e lo sappiamo riconoscere. Giunge la parte Rock, cui rispondono gli archi, per poi riprodurre il Tema d’amore. Gli ottoni creano una atmosfera placida, cui danno rilievo i Legni. La Persona combatte contro i propri limiti e contro un mondo che non la vuole realizzata, ma succube delle angherie dei potenti. È una realtà che sperimentiamo tutti, prima o poi, dalla quale deve emergere il nostro Sé più autentico che ci vuole realizzati, sereni, in pace con noi stessi e il mondo. Archi in note lunghe. Torna il Tema d’amore, che è caldo ed avvolgente ed interessa gran parte dell’orchestra. Momento Rock. Il Pianoforte e il Flauto primo si alternano. È una visione che si esplica in un pianoforte vivace in tempo ternario. Occorre una visione, nella vita. Io ho la mia, che prevede che un giorno non troppo lontano le persone possano rispettarsi senza più dissidi. Altro momento Rock. Una Visione è quanto mai necessaria. È conditio sine qua non. È il motore della nostra esistenza. Gli Archi tessono la trama. In questi brani tutti i timbri si fondono. Al Pianoforte il compito di condurre alla fine, in una cosa fatta di accordi, il pezzo. La battaglia è cominciata. Urge essere valorosi. 4° Tempo Il 4° Tempo si apre con un Tema militante. La battaglia è ormai iniziata e la Persona intende star bene. Un Flauto intona la sua melodia. Ottoni rispondono. Gli archi creano movimento ritmico. Tornano gli archi con una melodia incessante di Corno. Il Tema A si ripropone. È guerra. Un conflitto bellico dentro di noi. L’Individuazione ci aspetta. Il nostro Sé è pronto per abbracciarci per non lasciarci più. I nostri Sè buoni li abbiamo sempre avuti. Erano lì da sempre in attesa che li svelassimo a noi stessi, per creare una nuova Persona, in grado di vivere, amare e lavorare. Il nostro sentiero è disvelamento. È rivelazione. Epifania. È tendere sempre di più all’amore sacro per noi stessi e chi ci circonda. Subentra il Tema B d’amore, con Archi, ottoni e legni. L’Amore può sanare. La speranza cambia il cervello. Ogni persona nasce con il destino di poter realizzare appieno se stessa. Questo è il nostro compito primario. La lotta intestina in noi è fra la luce e l’oscurità. Fra il creare e la distruzione, la violenza cieca e il dominio. Io ho cambiato me stesso in quanto stanco di soffrire, come molte Persone che ho incontrato lungo il mio sentiero. La lunga ricerca è iniziata. L’umanità è in cammino. C’è chi brama vederla sconfitta. C’è chi, ogni giorno, combatte, in trincea, per salvare una vita. Il momento è fatidico. Nessuno deve rimanere indietro. Ognuno si individuerà e salverà una porzione di mondo. Bagliori. Si vedranno bagliori, in un mosaico caleidoscopico. Si celebrerà la Salvezza, per tutti coloro che avranno voluto prendere parte alla gioia della tribù.
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Massimiliano Folegatti Tannhauser editions 21 novembre 2023 Heal me from the darkness of the world’s mind Andantino, sentito, intimo, grazie al processo di individuazione Salve, Marinai! Oggi condivido un mio percorso musicale, che è cominciato a fine Luglio 2023, con un piccolo brano di 32 battute ispirato al concetto di «Individuazione» concepito da Jung. Se tutti ci individuassimo, se in ognuno di noi il Centro fosse un Io fuso con il Sé, io credo che questo pianeta sarebbe di sicuro un posto pacifico. Dopo questo brano, sono partito per le vacanze con la mia Compagna e mi sono portato il lavoro dietro, con l’intenzione di scrivere nei ritagli di tempo, magari la sera, dopo un bel tramonto. Così ho fatto, continuando quel piccolo brano con il quale rendevo nota a me stesso la mia ferrea volontà di individuarmi, per essere felice, sebbene il mondo stesse andando a rotoli. Questa comunità umana necessita di cura e guarigione. Senza, non può permettersi di sognare un avvenire normale, che sia lontano dalla malattia, dal crimine e da quella innata bramosia di voler vedere il proprio fratello sottomesso alla propria volontà. Da questo pensiero è nato “Heal me”, è si è naturalmente fuso con tutta la musica dell’ultimo periodo. Ho iniziato a scrivere “Heal me” il 2 Novembre 2023 e, dopo attenta analisi, rimaneggiamenti e labor limae, è venuto alla luce un poema sinfonico dal titolo: “Heal me from the darkness of the world’s mind”. Qui ho riordinato le mie idee sui recenti accadimenti e su ciò che mi ha spinto a comporre musica negli ultimi 4 mesi, generando un Poema sinfonico cui sto ancora lavorando e che penso mi terrà compagnia per ancora diverso tempo. Potete scaricare la "Rassegna stampa Novembre 2023" e leggerla con calma. Lascio un primo frammento audio del nuovo lavoro. Un abbraccio...
Come d’incanto «Agli uomini di scienza, che hanno salvato l’Umanità dalle tenebre, spesso osteggiati, tanto da divenire “Martiri della Verità”, come il Dottor Giuseppe De Donno» Andantino, sentito, intimo, grazie al processo di individuazione Si è chiusa, alle nostre spalle, una estate che mi ha visto riflettere, scrivere e comporre relativamente alla mia capacità di comprendere la meravigliosa identità della mia Compagna, per riuscire ad amarla senza soluzione di continuità. Ho scritto di una Bambina che scacciò il passato, rendendolo innocuo. Ho scritto di una Bambina che si è individuata nel tempo, diventando Donna e alla fine sono qui a proclamare il mio Amore all’eterna Ragazza che mi ha risignificato, aiutato ad individuarmi e sorretto, nei momenti più difficili, senza mai stancarsi di me. Dopo 15 anni di rapporto, io posso dire di amare davvero la mia Compagna, dacché la vedo nella vasta complessità della sua architettura di pensiero, nel suo mondo di affetti e nei suoi sentimenti più profondi. Ora sono felice. Ora posso vivere. Ora posso danzare con la realtà. Ieri ho pensato che, sebbene il mondo sia in fiamme, e le eco di bombe mostruose siano ovunque, una Persona, se davvero lo vuole, può essere in armonia con se stessa e con gli altri. Come d’incanto, ho scoperto la mia forza. Il mio centro. Come d’incanto perché in effetti è stato un lungo percorso, devo dire alquanto bello, che mi ha condotto a risignificare me stesso, darmi un nome e celebrare la bellezza del cosmo insieme alla mia Compagna. Io non dimentico nessuno. Tutti mi hanno insegnato qualcosa che non sapevo. La mia Donna ha creduto in me quando ero invisibile. Questo è il prodigio e mi ha visto bellissimo quando ero pieno di ferite e malconcio. Oggi c’è bisogno estremo di Cura. Il mondo sta male, è da tempo in severo scompenso e morirà, se non lo guariamo. Io ritengo possibile tutto, davvero. Siccome sono passato per una strada angusta e temibile, rendendo possibile la mia crescita e la mia rivelazione, ritengo possibile che ogni essere umano possa guarire, perché se una cosa succede a una Persona, allora può accadere a tutti. Crescere. Abbandonare la propria condizione di distruttività. Per far questo, ci vuole molta dedizione. Abnegazione. I primi risultati si vedono da subito. “Heal me from the darkness of the world’s mind” è un sussurro potente in suoni. È un canto di un coro antico. È la speranza che non ci si lasci andare al peggio, che può non avere mai fine. Questa composizione è qualcosa cui sto lavorando da poco, ma si fonde con altre musiche di cui ho curato la stesura da luglio 2023, e, nella mia testa, costituiscono già un quadrittico da considerarsi come opera unica dal titolo: “Heal me from the darkness of the world’s mind”. È una opera sulla fine di un tempo e l’esigua quanto poderosa speranza che ad aprirsi possa essere un altro tempo, nuovo, lieto, giusto, per tutti. C’è una mente del mondo, alquanto pericolosa. È la mente dei padroni universali, che non si fanno alcun problema a mandare i popoli in guerra. È quella mente il nemico dell’Umanità. Sono grato dei doni preziosi che ho ricevuto dalla vita. Sono grato perché posso amare. Abbracciare. Sognare. Sono altresì curioso di vedere come possa andare a finire la storia dell’Umanità. Ci sarà la fine di un tempo e l’inizio di un altro nuovo migliore in una Nuova Era di Luce? Io me lo auguro davvero dal profondo del cuore. Siamo tutti un grande poema, che occhi attenti sapranno leggere, per sussurrarci quanto siamo belli. Il Genere umano merita davvero di poter vivere in armonia. Io lo sostengo da almeno 15 anni, da quando ho iniziato a vedere uno spiraglio anche per me, che ero un disastro. Questa composizione è un inno. C’è dentro l’Amore e la guerra, come oggi testimonia. C’è la speranza. La Bellezza di un incontro. L’incanto di un bacio rubato alla propria Donna che si gira e ti sorride, facendoti sentire a casa. La vita è troppo bella, per gettarla via, perché ogni mattina, quando ci svegliamo, abbiamo l’opportunità di esperire l’Universo nelle nostre mani… E sono grato… Il desiderio di stare bene conduce le Persone alla propria piena realizzazione. Certe volte penso che, sebbene il mondo possa essere in fiamme, con echi di guerra assordanti, una Persona può lo stesso essere in pace con se stessa e gli altri. Heal me from the darkness of the world’s mind Questa composizione è per un organico vasto e mescola suoni dell’orchestra sinfonica con quelli del Rock, insieme ad un coro di voci. È il frutto di 12 giorni di attività di composizione, labor limae e cesello, conclusasi stamani 13 Novembre con il trattamento dei dati audio. “Guariscimi dall’oscurità della mente del mondo” unisce un tema d’amore, con il quale ho inteso rappresentare la tensione del sentimento di un uomo verso la sua Compagna guaritrice, a un tema di guerra, che non è meramente la guerra nei campi di battaglia, bensì quella che va in scena ogni giorno nelle nostre teste, fra il voler distruggere tutto e l’amare, fra la devastazione e il desiderio di una vita nella luce, fra armonie e canti, atti di slancio autentici verso l’Alterità e voglia di fare bene. Ogni essere umano è chiamato ad intraprendere il proprio processo di Individuazione, come abilmente teorizzò Jung. Siamo tutti in cammino verso il nostro Sé più autentico e, se riuscissimo ad abbracciarlo e fonderci con esso, questo mondo sarebbe di sicuro un posto più pacifico. Oggi inauguro una sequenza di brevi racconti su ciò che sto componendo dall'inizio della scorsa estate ad oggi. Il mondo necessita di cura e di una auspicabile guarigione, perché è malato e così la sua vita non funziona. La colonna portante di queste composizioni, che, insieme, creano un quadrittico, è il concetto di "Individuazione" di Jung. Se tutti fossimo intenti nel nostro processo di individuazione, il mondo sarebbe di sicuro più sano. Pacifico. Un posto meraviglioso. Qui in alto il primo frammento orchestrale del primo brano musicale, una composizione con la quale mi auguro che le persone trovino il proprio sentiero, si individuino e non si facciano più la guerra. Oggi ho concluso un brano sulla guarigione, intitolato "Heal me", "Guariscimi", dacché non si guarisce dal male da soli, bensì all'interno della dinamica del rapporto umano, con un Tu capace di interpretarci e viverci in modo sano. Leggendoci, l'altro pone davanti a noi l'immagine di un essere umano che siamo noi, in continua ricerca del benessere, in grado di star bene e di sostenere la realizzazione di potersi dire finalmente in asse, dopo quella tempesta che, chi più chi meno, ci ha squassati tutti, determinando uno stato di caos il cui fine ultimo è sempre stato farci perdere il controllo e gettarci nelle braccia di un dolore senza fine. "Heal me" è, invece, un inno a ciò che sana. Ciò che vivifica. Ciò che rende lieto il procedere lungo il proprio sentiero. La bambina camminava per le strade della sua città, mano nella mano col suo papà. Era felice. Crebbe sana. Era attenta e curiosa. Interpretava ciò che le accadeva. Creava relazioni fra le dinamiche. Divenne una ragazza meravigliosa e conobbe il male che gli uomini fanno a se stessi e ad altri uomini, per un gusto sadico di ferire ed acclamarsi vincitori. Fuggì inorridita. Non voleva assistere a quello spettacolo scabroso ed indecente. Si aprì al mondo, nonostante quella consapevolezza amara di una Umanità allo sbando, che bramava uccidere il pensiero dei diversi e dei creativi, si diffondesse nella sua anima. Si trasformò in Donna. Apprese l’arte di guarire le ferite dell’altro. Divenne una Donna, ed attese che il proprio destino si compisse. I suoi occhi avevano visto il male, la devastazione, l’orrido scenario di esseri umani che, incapaci di prendersi cura di qualcuno, preferiscono distruggerlo, per proporre al mondo l’immagine sempre uguale di un genere umano che falcia il pensiero, uccide le ragioni inconsce del sofferente, umilia la diversità, per proclamarsi Re di non si sa bene quale regno, sopra un deserto senza fine, che narra di morte e sopraffazione. La Donna scoprì di essere una guaritrice. Prima guarì se stessa dal veleno di una società malata. Si isolò. Riscoprì la soddisfazione di far crescere una pianta in giardino, con quell’amore che lei avrebbe voluto donare ad un uomo capace di leggerla ed amarla. Un giorno conobbe un guerriero, che, come lei, era fuggito dalla sua stessa guerra e i due si amarono. Lei lo guarì, sanando le sue ferite. Lui la vide nella sua bellezza sconfinata di Principessa e decise che non l’avrebbe mai abbandonata. I due si mossero verso il proprio sentiero, osservando, da lontano, il caos generato dal male, che ammorbava tanti uomini e donne in tutto il mondo. Questa è la storia di una Guaritrice, che salvò un guerriero, per vivere con lui per sempre, in armonia. Alcuni si stavano risvegliando. Certe persone iniziavano a non credere più vera la narrazione del male, che si diffondeva a tutte le ore del giorno e della notte in tutte le città della Terra. La Guaritrice e il suo Guerriero attendevano, pieni di fiducia, che tutto il genere umano potesse svegliarsi e rifiutare il male, per non fare più entrare nelle proprie case. Era una guerra. Un conflitto intrapsichico, che si celebrava all’interno della propria mente, fra una forza che bramava la distruzione del genere umano e un’altra che invece desiderava amare e vivere in pace con tutti. La Guaritrice viveva la propria armonia. Lui la guardava pieno di ammirazione. Non avrebbe potuto amare nessun’altra. Lei lo aveva reso felice. Libero. Gli aveva donato la sua dimensione di sanità dopo la guerra, e, da quel giorno, il guerriero osò sfiorare la felicità con un dito, nonostante fuori dalla loro casa, ci fosse il caos ad attenderli. La Guaritrice sapeva amare. Era un bagliore nella notte illune. Lui l’avrebbe seguita fin in capo al mondo, dacché si fidava ciecamente di lei. Lei non lo avrebbe mai esposto ad un pericolo. Lui non l’avrebbe mai tradita, rimanendone fedele per sempre, in una forma di lealtà totalizzante. Ecco il silenzio della montagna, l'introspezione, nel suono del vento incessante. La tempesta è passata e non può raggiungerci. Siamo finalmente in grado di amare. Siamo liberi. Siamo quello che eravamo chiamati ad essere da bambini e ci meritiamo il meglio. Ora, possiamo essere davvero felici. Ho spedito l’altro giorno il mio brano, “My lady’s breast - Portrait of an invisible”, ad un concorso di Composizione che inizierà ad Agosto 2023. Sono molto soddisfatto. Stamani sfogliavo la partitura trovandola espressiva, complessa, in una architettura di pensiero musicale che ho impiegato quindici anni a raggiungere, con l’esercizio quotidiano e la volontà di voler comunicare il mio mondo interno a chiunque volesse riceverlo. Si scrive per non morire. Si scrive per non dimenticarsi. Si scrive per raggiungere qualcuno che sappia custodire i nostri segreti. “My lady’s breast - Portrait of an invisible” ha un tono aulico ed elegiaco, è la celebrazione dell’amore di un uomo verso la propria Musa, fonte inestinguibile di sapienza. Ci sono tanti colori, al suo interno. Ho impiegato due anni a comporlo, dal primo lockdown ad oggi. L’ho rimaneggiato più e più volte, sempre con l’intenzione di rendere chiaro il mio mondo musicale. Al suo interno, ci sono note d’amore, per chi è sempre presente nella mia vita, una Donna che ha visto me prima che io vedessi la mia identità poter brillare fulgida nello spazio innanzi a noi. Questa composizione è puro sentimento, unito al calcolo del raziocinio che si deve ad una struttura matematica e geometrica come la musica. Questo pezzo è la dimensione conclusiva, quella struggente nostalgia che avverte un uomo lontano dalla propria Compagna, in una dimensione che la abbraccia e la adora, in quanto lui sa che non esiste al mondo una Persona migliore di lei. Mi sono interrogato, in questi anni, dall’avvento della Pandemia. Credo di poter dire di aver aperto gli occhi. Non sono in vendita. Non lo sono mai stato. Ho sempre cercato la bontà. Rapporti costruttivi. Sanità, ed ora contemplo la mia Musa, che tutto ha risignificato e tutto ha sanato, scacciando la tempesta del passato, che intendeva uccidermi. Questo brano è il climax della mia produzione artistica. Ne rappresenta, a pieno titolo, la vetta incontrastata. Ed in fondo, per me, non avrebbe potuto esserci cosa migliore del descrivere, con un codice musicale, ciò che io abbia provato in quel momento difficile che fu il lockdown. Siamo tutti in ricerca. Molti vivono già nella Nuova Era di Luce. Altri, invece, sono dormienti. “My lady’s breast - Portrait of an invisible” è per tutti. Spero di aver fatto bene, nel mio slancio di rappresentazione. Ho piena fiducia nella capacità d’analisi delle persone. Noi sappiamo di cosa necessitiamo. Noi siamo una splendida tribù. Noi siamo dei ricercatori. Io ho visto le cose in modo più nitido. Ho tradotto in suoni la mia meraviglia innanzi alla pulcritudine della mia Compagna. Ho codificato in vibrazioni acustiche un mio sentimento d’amore e riconoscenza. Mi sono anche commosso a tratti, durante questa gestazione. Ora mi trovo qui, dove il mio mondo è stato reso possibile dalla grazia infinita di una Persona che ha desiderato amarmi fin dal primo giorno, più di quindici anni fa. “My lady’s breast - Portrait of an invisible” è un canto, affidato, in certi momenti alla tromba solista. So di avercela messa tutta. Più di questo non avrei saputo fare. Ho sempre ricercato me stesso. Mi sono individuato. Ho creduto in quella percezione. L’ho coltivata e seguita. Sono diventato un uomo ed ora so. Conosco quello che non mi piace. Aborro la violenza di certi rapporti umani. Sto lontano dalle bugie. Non credo ad una sola parola dei potenti. Sogno una nuova epoca, fatta di equità e luce. Amore e slanci. Riconoscenza e sentimenti sani. Con questa musica, intendo trasmettere un segnale, che forse qualcuno riceverà, in qualche parte del mondo. Dopo la tempesta, io sono stato salvato da un profondo silenzio, nel quale potermi ricostruire e da una introspezione sincera, con cui non intendevo raccontarmi bugie. Il mio libro interno è stato letto da occhi intelligenti ed il mio giardino interno, finalmente, è potuto fiorire. Viviamo tutti un’epoca difficile, con tante incognite, ma non dobbiamo disperare, perché il lavoro su noi stessi ci condurrà a nuove rappresentazioni del nostro mondo, delle nostre istanze, di ciò di cui abbiamo davvero bisogno. Sono accadute tante cose, nel mio piccolo cosmo e nel mondo, a tutte la latitudini, ma una cosa io la so: insieme possiamo farcela. Non dobbiamo farci ingannare dalla disperazione, che non ha mai nulla di buono da dire. Non dobbiamo credere alle malie di un sistema che ci vuole affranti e rassegnati. Non dobbiamo arrenderci, mai. “My lady’s breast - Portrait of an invisible” è un inno alla vita. A quella vita che tutti noi meritiamo. Una esistenza fatta di Bellezza. Sanità. Giustizia. Io non voglio accettare che l’uomo venga sconfitto, perché se perdesse se stesso, non rimarrebbe nulla. Il vuoto totale. La disfatta conclusiva. Questa composizione vuole descrivere lo slancio di un uomo verso quella Donna che lo ha salvato… |
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