Questo brano musicale si intitola “Ocean”. Reca il sottotitolo “Non potranno ingannare tutti per sempre”. L’indicazione metronomica è “Andantino, in movimento, quieto ma intenso”. Questa musica è nata come risposta ad una mia riflessione sui tempi moderni. In questo frangente, drammatico, abbiamo davanti a noi un oceano. Una marea di possibilità, che ci possono condurre ad una Nuova Era di Luce. Io confido nell’intelligenza del genere umano. “Ocean” è la terza parte di un progetto più ampio, che annovera, al suo interno, “My lady’s breast - Portrait of an invisible” e “My lady’s breast - Second chance”. Il pezzo ha una varietà ritmica considerevole e tante diverse armonie. È concepito per orchestra ed ha un ampio respiro. È legato agli altri due brani da una particolare costruzione che prevede, in un determinato passaggio, una nota fissa alla melodia e sotto accordi che cambiano, per creare un particolare effetto sonoro. In questo brano ho usato anche il Tristan Akkord e la sesta francese, due accordi molto belli, dal mio punto di vista. Questa composizione inizia con i legni che cedono il passo al tema fondamentale, che crea tensione, una forza con la quale intendo rappresentare il flusso dell’oceano. Questa musica è belligerante, vuole combattere, per la libertà delle Persone, troppe volte calpestata, negli ultimi 3 anni. È un’arte militante, che ha come scopo il risveglio degli individui. Siamo in tanti a non aver accettato i diktat del sistema e vogliamo poter esprimere, con la nostra voce, il nostro dissenso, per tutto quello che riguarda il vivere comune. Ogni tanto la musica si distende, pare riflettere, prima di tornare ad essere tumultuosa, come l’oceano. C’è una ricchezza di timbri ed il tema principale sembra essere grottesco, a tratti, come una risata, la risata sotto cui tutti i governanti rimarranno imprigionati, dovendo ammettere i propri crimini davanti al popolo. Io ci conto. Me lo aspetto. Sono fiducioso. Non possono nascondere la verità per sempre e a tutti. C’è un moto, quello delle onde, che si infrangono sulle rocce. Le sfumature sono molteplici, tanti diversi colori, in una gamma policromatica davvero stupefacente. Non possono mentire a tutti. Non per sempre. È questa la loro condanna. “Ocean” intende comunicare questo: la speranza che un giorno si possa tutti vivere bene insieme, senza più dissidi, inutili protagonismi e reazioni violente. Lavoro per una società che non sia più malata. Scissa. Psicotica. C’è una coda finale con gli archi che si muovono lentamente. In quella coda ho usato il Tristan Akkord e la sesta francese, che hanno dato al tessuto un vigore davvero struggente. Ci hanno narrato, con supponenza intollerabile, una marea putrida di menzogne: ora è tempo che un oceano di ragionamenti sani sulle reali possibilità e necessità dell’uomo la possa spazzare via. È tempo di combattere, con la dimensione irremovibile della pace interna e il piglio di chi non ci sta. Io non ci sto. Hanno violato e profanato il tempio del corpo umano. Lo hanno fatto anche con i bambini. Stanno costruendo una società di automi. Stanno distruggendo la vita. “Ocean” è una composizione musicale che intende combattere. Mobilitare. Suscitare emozioni, per risvegliarsi dall’ipnosi collettiva che hanno messo in piedi per renderci ciò che non siamo. È in atto una guerra. Il 25 Settembre 2022 possiamo dire la nostra sul nostro esercito. Politici che non vogliano la sottomissione del popolo e che desiderino che la gente sia finalmente serena, dacché ciò è mancato enormemente nel cuore delle persone. È un preciso progetto di scissione globale. Ci vogliono rendere psicotici e facilmente controllabili. Spesso mi chiedo come sia potuto succedere. Come siamo arrivati fin qui? Di errori madornali ne sono stati compiuti molti, ma non mi sarei mai immaginato che, alla fine, saremmo giunti fin qui, alla demolizione della Persona, alla sua scissione organizzata da menti sadiche, soggetti che, ormai, non sono più umani. “Ocean” è la mia risposta. Una risposta che crede nell’Umanità e nelle sue legittime aspirazioni. I suoi sogni sono i miei desideri. Ci hanno fatto vivere nel terrore, che era finalizzato alla realizzazione della loro società di abnormi. In parte ci sono riusciti, sebbene vi sia una minoranza silenziosa che a questo gioco non si è prestata. Hanno capovolto la verità. Ciò che era vero è divenuto menzogna. La bugia si è trasformata in aulica verità e così andranno avanti, perché in questo gioco al massacro hanno investito tutta la loro carriera politica. Tuttavia, in vita, nulla è irreversibile. Possiamo dire la nostra. Possiamo fermare la giostra e scendere. Non è troppo tardi. “Ocean” è tutte queste considerazioni, divenute pensiero e suono, cuore e materia, psiche e segno. Occorre creare un #frontecomunedeldissenso Il 25 Settembre io voto: Italia sovrana e popolare
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Dopo più di due anni di trauma perenne, la gente, in tutto il mondo, è disorientata, avvilita e stanca, ed in Italia, dove la mannaia del sistema ha colpito in modo disumano la società, la situazione è drammatica. La luce è stata annichilita dalle tenebre, generate da un sistema di potere iniquo. Oggi è un bel giorno, per l’Italia: Mario Draghi si è dimesso dal suo ruolo di Presidente del Consiglio e presto andremo alle elezioni, il 25 Settembre. Ieri ho seguito, passo dopo passo, l’evolversi della situazione in Senato. Vorrei sperare che questa sia la fine di un incubo. Che torni la luce. Che si possa tutti vivere in armonia con l’altro e con se stessi. Dobbiamo votare bene, contro il sistema. Dobbiamo creare un Fronte comune del Dissenso. Dobbiamo metterli alla porta. Hanno fallito, perché non hanno mai tenuto in considerazione il benessere delle persone, che è una questione che non li ha mai toccati, non li ha mai preoccupati, non era nella lista delle cose di cui occuparsi, nelle pieghe delle loro agende tanto importanti. Cosa c’è di più essenziale del benessere delle persone? La gente ha conosciuto la disperazione e l’angoscia: molti non si sono ripresi, qualcuno è morto per aver perso, in modo definitivo, quel piano di serenità sul quale poggiare la propria intera vita. I governanti lasciano, dietro di sé, una scia di precarietà e insopportabile percezione di pericolo imminente, che ammorba la prospettiva di poter avere un futuro degno. Le loro dinamiche si sono mosse all’insegna della spietatezza; come fossero automi a servizio di un disegno criminale. Hanno giocato con la salute di milioni di persone. Hanno emarginato i dissidenti, che si sono ritrovati in un angolo, senza più voce. Quelli come me hanno continuato a riflettere per rendersi conto dell’abnormità della situazione. Eravamo pochi, ora ci auguriamo di essere la maggioranza silenziosa che condurrà il paese verso una Nuova Era di Luce, perché l’Italia, per la sua storia e la sua cultura, merita di essere faro della Rivoluzione mondiale. Le persone che governano l’Occidente attuano politiche che si rivelano nemiche dei popoli. Non hanno alcun interesse acciocché gli individui prosperino, nella vita materiale ed in quella psichica. In poche parole: non ci hanno mai voluto bene. Siamo solo produttori di ricchezza altrui da quando nasciamo a quando moriamo. Aveva ragione Marx. Questo sistema è alienante. Genera automi, non uomini, con un retto sentire, e non può essere riformato, come ebbe a dire Guevara. Il Capitale esige il tuo sacrificio: è un padrone sadico. Non ha alcun problema a vederti morto, sul lastrico, disperato e malato. Non lo tocca. Non è un suo cruccio. Ci saranno sempre nuovi schiavi, per esso. Tu sei solo una delle tante pedine. Lo siamo tutti. Dobbiamo accorgercene prima possibile. Molti si sono risvegliati. Molti hanno smesso di guardare la Tv, organo di propaganda del sistema, che uccide le sinapsi. Molti si sono messi in marcia, verso un nuovo orizzonte. Molti hanno detto: “Basta! Io non ci sto più, questo è un gioco al massacro!”. Hanno ucciso le più alte e nobili aspirazioni degli individui, che, da quel momento, non si sono sentite più persone. Si può uccidere in tanti modi. Hanno castrato la gente, mutilando il mondo interno della Persona, rendendolo un deserto. Grandi preoccupazioni materiali hanno preso il posto delle legittime istanze del cuore e della Psiche e di una intelligenza che sappia vedere le soluzioni oltre i problemi. Hanno tolto loro i diritti sacrosanti, inviolabili. Ci hanno recluso in casa, come fossimo ergastolani ed hanno creato una dittatura economica e sanitaria. Io non dimenticherò il male subito. Lo stato perenne di polizia, che schedava, controllava, irrideva i dissidenti, rei solo di saper ancora pensare. È stato tutto ingiusto, Signor Draghi. È stato tutto mostruoso, aberrante. Ora voi, che propagate le tenebre, dovete dissolvervi per far posto ad una meravigliosa luce, quella di un nuovo giorno, alba di una nuova Era, la Nuova Era di Luce. Non si deve dimenticare il male subito. Occorre tornare a vivere veramente, non sequestrati da un sistema di potere agghiacciante. Urge prendere una posizione. È doveroso stare dalla parte del Bene. Questi nemici della Luce devono essere condotti alla condizione di non ledere più a nessuno ed assicurati alla giustizia che li valuti per i feroci crimini commessi. Oggi è un bel giorno, per l’Italia: il signor Mario Draghi non è più Presidente del Consiglio e il popolo dovrà decidere il nuovo governo, fra non molto. Io spero che potremo farcela ad avere giustizia e rispetto, perché gli Italiani sono stati davvero calpestati ed umiliati, nella loro intelligenza, capacità critica, senso della Bellezza. Hanno instillato una malattia mortale: la paura, sì. È vero, lo posso affermare con certezza. Chissà quante persone, perso il lavoro, hanno sperimentato il buio della mente, l’angoscia più profonda, avendo pensieri suicidari. Quante madri non hanno saputo più cosa dare da mangiare ai propri figli, perché estromesse dal proprio posto di lavoro, ree di non essersi fatte inoculare il sacro siero. Chissà quanti giovani hanno avuto problemi mentali dopo la quarantena e l’esclusione da qualsiasi forma di vita sociale. Io ho detto già “No!”. Ho detto “No” da subito, da quando quello che ci raccontavano in Televisione mi sembrava senza logica, menzognero, ipnotico. Hanno provato a fare il lavaggio del cervello a tutti. Non gli è venuto bene. Qualche anomalia non ha creduto alla narrazione ufficiale ed eccoci qui, alle soglie di un nuovo giorno di Luce. Io ho bisogno di credere che qualcosa di meraviglioso possa accadere. Ne ho bisogno come dell’acqua. Non posso rassegnarmi all’idea che questa nazione e questo mondo crollino nella tenebra per non potersi mai più risollevare. Ci deve essere una speranza. Una possibilità. Un viaggio che ci porti fuori da qui e ci lasci approdare ad un mondo diverso, sano e giusto. L’addio di Mario Draghi è una prima risposta che crea le condizioni per cui la questione “Psiche” torni ad essere centrale ed essenziale nel dibattito pubblico, perché non si può morire di spread e di sieri magici che sono pericolosi per la salute. Loro hanno cercato di svuotare le nostre menti e le nostre vite, ma non avrebbero potuto ingannare tutti per sempre. Questo è un inizio. Mettiamoci in cammino, su un sentiero vergine, che l’Umanità non ha mai conosciuto… Uniamoci in un Fronte comune del Dissenso, andremo avanti, ricordando queste esperienze come qualcosa da non ripetere mai più!
Stamani ho corretto il brano "My lady's breast - Second chance - Orchestra" e l'ho trovato molto buono, ci sono dentro tutte le mie intuizioni e quel modo di comporre che si sta evolvendo con me da più di 14 anni, da quando ho conosciuto la mia Musa. Il pezzo è bello, a parer mio, e contiene un mondo al suo interno. Non lo avrei potuto scrivere in un altro modo. Sono davvero soddisfatto, perché sto esplorando il mio mondo e trovo, in esso, oggetti di valore, vecchie memorie riaffiorano, tutto è in progressione. Attendo la Nuova Era di Luce...
Ho sempre pensato, durante la tempesta, che un giorno avrei incontrato la mia Musa, una donna meravigliosa con poteri taumaturgici, capace di lasciar crescere il ragazzo ribelle che era in me per trasformarlo in un uomo in grado di amare. Questa era l’evoluzione che sognavo per me, dacché nel momento della Rivelazione, avrei riconosciuto me stesso, la mia abilità, i miei oggetti buoni interni, ed il mio Sé più profondo avrebbe brillato per la gioia di chi mi ama. Ora tutto questo è avvenuto, in più di 14 anni e posso vivere, amare, dedicarmi ai miei progetti senza più avere paura. Quella dannata paura del fallimento, che era il tratto distintivo della tempesta, ora, semplicemente, non c’è più. Ho molto amato, in vita mia, ma non ero ancora pronto per vivere dei rapporti sani. Conoscere la mia Musa ha cambiato tutti i riferimenti. Ci trovavamo in un altro sistema, altre coordinate, un altro modo di vivere. Allora tutto è stato facile: amare il seno della mia Donna, le sue idee, i suoi sentimenti e la direzione che lei stava cercando da molto. Ci siamo messi in viaggio insieme. Ho adorato la sua Psiche, sempre rigogliosa. Ho amato anche le sue paure, prima che esse si dileguassero nel nulla. Siamo cresciuti insieme. Ho deciso, in questi giorni, di tornare sull’oggetto “Seno”, che ha costituito la ricerca della mia vita. “Il seno della mia compagna” è una definizione che mi ha accompagnato negli ultimi anni, grazie alla quale ho avuto modo di rielaborare le mie istanze e il mio desiderio di essere un uomo bello, sano, forte e capace.
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Questo brano nasce dal medesimo accordo iniziale di “My lady’s breast - Portrait of an invisible”: una sesta napoletana ed è nello stesso impianto tonale, Re diesis minore, per comunicare un ponte fra l’origine e suo figlio. È intitolato “My lady’s breast - Second chance” perché è la seconda possibilità di sviluppare un nuovo tessuto dalla stessa idea ed inoltre intende rappresentare la circostanza di una nuova vita, dopo quella trascorsa a guardarsi l’ombelico, che genera il mostro dell’egocentrismo vuoto e pericoloso, per condurre l’individuo verso la piena consapevolezza del proprio Sé più autentico in rapporto con l’altro, che è l’oggetto che descrive tutta la Psicoanalisi. Questo pezzo è sinfonico. Reca un sottotitolo: “Nolunt scire”, in latino, “Non vogliono sapere”, dacché troppi non hanno intenzione di comprendere ed analizzare, destinati ad un futuro da zombie. Credo che la comprensione sia tutto. Una capacità di accogliere l’essenziale, l’indispensabile, lasciandosi alle spalle la bramosia di dover capire tutto, che è solo fuorviante. Le grandi dinamiche, le tematiche fondamentali, però, vanno sviscerate in modo totalizzante, altrimenti si rischia di non sapere nemmeno dove dirigere i propri passi. Questa musica è un inno a chi sa combattere per i suoi diritti. Ci sono forze enormi che non vogliono il benessere delle Persone così gli individui arrancano e tendono a non muoversi nella propria integrità di esseri umani. Adesso, però, non è più tempo di immobilismo, non ce lo possiamo più permettere. È in atto una scissione fra i governanti ed il popolo mondiale, loro sono sempre più scollati dalla realtà, noi sempre più in sofferenza materiale e psichica, come ci narrano le news dal pianeta Terra. Questa è una guerra, l’hanno dichiarata loro. Ora siamo all’ultimo round, prima della vittoria della Luce. Da più parti, diverse fonti dichiarano che questa sarà solo una fase, ma, alla fine, il popolo vincerà. Questa composizione nasce da un accordo che ha una sonorità speciale, come si può verificare in grandi della Musica dotta. Sono ripartito da lì, da quell’insieme di suoni eseguiti contemporaneamente, per poi concentrarmi sulla possibilità di sviluppare una nuova creatura e ne è nato un lavoro che vuole resistere e combattere, che non intende aver paura, che non ha la benché minima intenzione di indietreggiare. È una seconda opportunità, per me, che ho elaborato il pezzo e per tutti, se ancora qualcuno crede di poter dormire serenamente, fra una Pandemia e una guerra con la coda amorevole di una carestia che sembra essere sul punto di incombere minacciosa su tutti. Dobbiamo ribellarci. È questo ciò che dice la mia musica. È ora di una Rivoluzione mondiale che ci apra la strada ad una Nuova Era di Luce. Germogli di una novità positiva, bella e buona, ci sono. Sta a noi intercettarli e farli crescere. Questa composizione si inserisce nella colonna sonora che sto curando per un mio progetto. È forse una delle cose più belle che abbia mai scritto, dotata di maturità, intensità e un grado di complessità del pensiero musicale che mi colpisce piacevolmente. Penso molto. Rielaboro. Mi confronto con la mia Compagna. Resto in ascolto, pronto ad intervenire. Ci sarà una rivolta pacifica per il bene di tutti. Pochi sposteranno l’artificiale equilibrio statico in cui tutto ormai sembra consegnarsi alla tragedia. Nella Nuova Era di Luce, ci sarà bisogno di nuova Arte, quella dell’inizio del ventunesimo secolo non sarà più considerata, in quanto pornografia di bassa lega. È ora di una nuova Arte che sia vettore di una nuova architettura di Pensiero razionale che abbracci l’emotività sana, per un mondo migliore. Ci sarà bisogno di Persone che abbiano superato la prova dei propri demoni. Che siano cresciute. Maturate. Che non temano. Ci sarà bisogno di amore immenso per guarire tutte le ferite di un cosmo malato creato da menti perverse. Questo è un frangente dirimente del corso della Storia e non ci sarà modo di tornare indietro. Avanti, verso la Nuova Era di Luce! Urge coraggio! Tanta dedizione e ascolto della necessità dell’altro, che è come noi. Ci sarà da ricostruire le menti degli individui, specie per quello che riguarda il modo di porsi con l’alterità, che è sempre stata una risorsa ed ora appare un vero tesoro. La mia musica intende trasmettere fratellanza. Siamo tutti uguali. Gioiamo di un bacio e soffriamo per uno schiaffo, il nostro codice interno è lo stesso. Non dobbiamo mollare proprio ora. Non ce lo possiamo permettere e non sarebbe giusto per nessuno. La Nuova Era di Luce è qui, adesso, nei nostri gesti e nelle nostre mani. Amiamola…
Più di un anno fa, il 6 Maggio 2021, morta da pochi giorni la mamma della mia Compagna, ero a casa mia, una mattina, e, alle 10:51, dopo aver ascoltato una Ballata di Chopin, venni rapito, come spesso mi capita, dal desiderio di comporre musica. Il clima emotivo di quei giorni lo ricordo bene: ero in ansia per la mia Compagna, dacché non sapevo come avrebbe reagito alla morte della propria madre ed intendevo starle vicino con ogni fibra del mio corpo, dedicandole attenzioni, ascoltandola ogni qual volta avrebbe avuto la necessità di esprimere il proprio mondo interno messo a dura prova dall’evento. Accesi la tastiera. Pensai. Ragionai con i numeri della musica. Ricordai come Chopin quella ballata l’aveva iniziata con una sesta napoletana, un accordo particolare, che sa dare colore al tessuto. Riflessi: “Perché, anche io, non provo a scrivere una sesta napoletana?”. Misi le mani sulla tastiera. Eseguii. Avevo trovato la mia sesta napoletana. Ci aggiunsi un suono, perché mi sembrava più profonda se irrobustita. Ancora non lo sapevo, ma ero al cospetto di una nuova composizione, che, poco più tardi, scrissi al computer con il titolo di “My lady’s breast - Portrait of an invisible”. Il titolo mi sgorgò dal cuore. Nei giorni successivi, sviluppai il tessuto, rendendolo un pezzo orchestrale, poi decisi di considerarlo finito per lunghi mesi, fino a quando, un giorno non troppo lontano, a distanza di un anno dalla prima stesura, lo ripresi in mano e pensai: “La progressione iniziale può essere arricchita”, mi misi a riflettere, rielaborai il concetto attorno al quale era redatta la progressione, e con gli amati numeri della musica, estesi la progressione, in tutto il pezzo, ovunque essa si ripresentasse. Riascoltai il brano così concepito. Ero davvero contento. Un anno di lavoro. Quante emozioni, pensieri e sentimenti in un anno, per poter considerare finito un brano… “My lady’s breast - Portrait of an invisible” era ultimato ed io, forse, avevo scritto la cosa più bella della mia vita, incoraggiato dalla mia Compagna ed ispirato dalla bellezza della sua persona. Ho sempre scritto con immenso amore, da quando, più di 14 anni fa, la mia Compagna è entrata nella mia vita illuminandomi con la sua perenne fonte di ispirazione, ma, per questo pezzo, ho composto conscio della sua enorme forza e della sua infinita dolcezza, con cui lei è riuscita a venir fuori da un periodo davvero molto duro. Lei è il mio seno. Lei è tutte le mie vittorie. Lei è la sanità, e questo è il ritratto di un invisibile diventato una persona, per merito di una Musa con un corpo da Ninfa… Quel giorno ero preoccupato, sebbene sapessi che lei avrebbe superato anche quell’ennesima prova per consacrarsi nuova ancora una volta in più. Lei non diede segni di cedimento, starle vicino fu bello ed edificante, come veder rinascere una creatura dopo una sofferenza lancinante. Questa musica è per lei e per tutte le persone che hanno diritto di rinascere dopo un dolore. Questo pezzo è per l’Umanità, che merita ogni bene. Questo brano è per chi ha deciso di non mollare, combattendo per ciò che gli spetta di diritto. La musica mi colpì talmente tanto che decisi di approfondire la sua natura. Era, essenzialmente, una successione di accordi, con una caratteristica: alla voce di soprano, c’era sempre la stessa nota, mentre sotto, ogni volta, l’armonia cambiava. È questo ciò che mi è piaciuto davvero tanto: quell’effetto sonoro che si propaga nell’aria rimanendo sempre identico a se stesso per mutare ogni volta, non stancando mai. Oggi ho lavorato ancora e sono felice. Lieto di come è andata in questo ultimo anno. Contento per la mia vita e quella di chi amo. Con una speranza che riguarda il mondo, che, forse, imparerà a raggiungere un equilibrio che sta cercando da quando eravamo sugli alberi. “My lady’s breast - Portrait of an invisible” è un inno alla vita. Alle persone che si incontrano lungo la via. A chi non c’è più, ma è rimasto nel cuore di chi lo pensa. È un modo per dire a tutti che l’amore esiste, per sempre, eternamente e che nulla potrà scalfirlo. Un invisibile è divenuto Persona: ciò può accadere a tutti. Forse sta già succedendo anche a te che leggi. Sì, forse ho scritto la mia musica migliore e ne vado fiero. Forse era giusto quel momento nel quale dire a tutti che l’amore può ogni cosa, anche la meno probabile, quella per cui sarebbe lecito disperarsi perché davvero quasi impossibile. A chi non si è mai rassegnato all’incedere tronfio della stupidità. A chi ha sperato, sforzandosi di trovare, intorno a sé, tracce di Bellezza. A chi ha creduto sempre nell’Amore. A chi non vuole adattarsi al terrore inoculato da politici e mezzi di informazione. A chi pensa che la vita sia bella. A chi parla con dolcezza ad un bambino. A chi ascolta la voce flebile di una madre anziana. A chi ha capito che essere padre è una missione per la vita. A chi osserva le fronde di un albero dondolare ritmicamente con la forza del vento. A chi sorride. A chi non ascolta più voci venefiche. A chi ha avuto il coraggio di ribellarsi ed esige rispetto. A chi ha trovato il proprio centro. A chi non sogna altro che il viso sorridente della propria Musa o i giochi da bambino del proprio compagno. A chi non si è arreso, sebbene il mondo proceda alla rovescia. A chi si sente libero di dire la propria parola al mondo, senza temere giudizi. A chi ha scoperto di piacersi, nella sua totalità di individuo, integro, che rifugge la malattia dell’anima. A chi ha scoperto, giorno dopo giorno, di poter amare qualcuno senza la paura di venire ferito o umiliato. A chi è ancora vivo, nonostante gli allarmi quotidiani della televisione. A chi si rialza dopo ogni scoramento. A chi ascolta davvero. A chi non si sente più in gabbia. A chi ha deciso di non seguire più la follia dei governanti. A chi prepara una cena per una persona stanca, col sorriso, lieto di fare qualcosa di buono. A chi ancora sa ridere ed ammirare una montagna. A chi ha camminato tanto. A chi si scopre bello a cinquant’anni. A chi non ha mollato mai, sebbene il mondo lo pugnalasse. A chi ha avuto modo di esperire l’Universo nel miracolo dei fiori di un albero. A chi si è ribellato allo sterminio del pensiero e della complessità. A chi è rimasto retto. A chi non si stanca mai di indignarsi per le ingiustizie del mondo. A chi vuole ancora amare, in un modo intelligente e costruttivo. A chi ricorda il suo passato e lo interpreta con saggezza. A chi non si stanca di donare. A chi studia il modo più creativo di trascorrere del tempo con un amico. A chi non c’è più. A chi ha saputo rimembrare. A chi ha capito la lezione e non vuole perdere quell’insegnamento nei meandri di una quotidianità criminale. A chi vive nella leggerezza, conscio della profondità degli eventi. A chi ha avuto il coraggio di guardare il male in faccia, per poi decidere di andare oltre. A chi ancora si meraviglia della bontà delle persone e si allontana dagli irrisolti. A chi si dà da fare. A chi non si abbatte, perché sa che domani il sole sorgerà di nuovo pronto a garantire una nuova Possibilità. A chi ricomincia, nonostante la fatica del duro lavoro. A chi sorseggia una bevanda osservando una cucina pulita. A chi non vuole il male. A chi segue il bene della Psiche, abbandonato ed umiliato dai potenti. A chi tace, invece di dire qualcosa di offensivo. A chi sceglie con attenzione le proprie parole. A chi evita il conflitto, lasciando gli astanti al proprio gioco ed isolandosi da tutto, con fierezza. A chi non si è voluto piegare. A chi ha resistito alle spade. A chi si è curato le ferite, nel rapporto, con qualcuno che lo amasse sul serio. A chi vuole vivere, avendo smascherato il sistema che ci vuole tutti sudditi senza diritti. A chi può ancora cambiare, sebbene l’evidenza dica il contrario. A chi parte per una missione splendida: la conquista di se stessi. A chi non si interessa di ciò che viene detto perché guarda i fatti. A chi sa dare il giusto valore alle parole dette. A chi non vuole più perdere tempo in sterili polemiche. A chi ha un giardino segreto e lo custodisce con dedizione. A chi si è innamorato e si innamora della stessa persona ogni giorno. A chi ha deciso di non essere più distruttivo, con nessuno. A chi non farà più entrare il male. A chi è ancora convinto che un abbraccio sia una terapia. A chi non si stanca di sorridere al suono della voce di una bambina che gioca nel suo cortile. A chi ancora sa sperare in un domani migliore, senza più la cieca furia psicotica. A chi ha vissuto molte vite e ha l’innocenza in sé. A chi vivrà nei ricordi di chi lo ha amato. A chi vuole prendere parte alla Rivoluzione di una parte di Umanità che non si vuole lasciare uccidere. A chi andrà avanti. A chi non mollerà, tutelando tutti. A chi sa che a questo mondo potremmo essere tutti gioiosi. A chi vuole costruire, in un mondo di demolizioni. A chi ricorda di essere nato per essere felice. A chi non intende essere complice della distruzione. A chi ha detto no alla guerra da molto tempo e non la vuole nella propria vita e nel mondo. A chi, nonostante tutto vada nella direzione della disfatta, si muove con Bellezza e rettitudine. A chi ha sempre ricercato risposte intelligenti. A chi non ha avuto paura di scavare e sporcarsi le mani. A chi, ancora oggi, sa vivere nell’identità con se stesso e vuole edificare un mondo più giusto e sano. A tutte queste persone, il mio grazie…
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