La bambina camminava per le strade della sua città, mano nella mano col suo papà. Era felice. Crebbe sana. Era attenta e curiosa. Interpretava ciò che le accadeva. Creava relazioni fra le dinamiche. Divenne una ragazza meravigliosa e conobbe il male che gli uomini fanno a se stessi e ad altri uomini, per un gusto sadico di ferire ed acclamarsi vincitori. Fuggì inorridita. Non voleva assistere a quello spettacolo scabroso ed indecente. Si aprì al mondo, nonostante quella consapevolezza amara di una Umanità allo sbando, che bramava uccidere il pensiero dei diversi e dei creativi, si diffondesse nella sua anima. Si trasformò in Donna. Apprese l’arte di guarire le ferite dell’altro. Divenne una Donna, ed attese che il proprio destino si compisse. I suoi occhi avevano visto il male, la devastazione, l’orrido scenario di esseri umani che, incapaci di prendersi cura di qualcuno, preferiscono distruggerlo, per proporre al mondo l’immagine sempre uguale di un genere umano che falcia il pensiero, uccide le ragioni inconsce del sofferente, umilia la diversità, per proclamarsi Re di non si sa bene quale regno, sopra un deserto senza fine, che narra di morte e sopraffazione. La Donna scoprì di essere una guaritrice. Prima guarì se stessa dal veleno di una società malata. Si isolò. Riscoprì la soddisfazione di far crescere una pianta in giardino, con quell’amore che lei avrebbe voluto donare ad un uomo capace di leggerla ed amarla. Un giorno conobbe un guerriero, che, come lei, era fuggito dalla sua stessa guerra e i due si amarono. Lei lo guarì, sanando le sue ferite. Lui la vide nella sua bellezza sconfinata di Principessa e decise che non l’avrebbe mai abbandonata. I due si mossero verso il proprio sentiero, osservando, da lontano, il caos generato dal male, che ammorbava tanti uomini e donne in tutto il mondo. Questa è la storia di una Guaritrice, che salvò un guerriero, per vivere con lui per sempre, in armonia. Alcuni si stavano risvegliando. Certe persone iniziavano a non credere più vera la narrazione del male, che si diffondeva a tutte le ore del giorno e della notte in tutte le città della Terra. La Guaritrice e il suo Guerriero attendevano, pieni di fiducia, che tutto il genere umano potesse svegliarsi e rifiutare il male, per non fare più entrare nelle proprie case. Era una guerra. Un conflitto intrapsichico, che si celebrava all’interno della propria mente, fra una forza che bramava la distruzione del genere umano e un’altra che invece desiderava amare e vivere in pace con tutti. La Guaritrice viveva la propria armonia. Lui la guardava pieno di ammirazione. Non avrebbe potuto amare nessun’altra. Lei lo aveva reso felice. Libero. Gli aveva donato la sua dimensione di sanità dopo la guerra, e, da quel giorno, il guerriero osò sfiorare la felicità con un dito, nonostante fuori dalla loro casa, ci fosse il caos ad attenderli. La Guaritrice sapeva amare. Era un bagliore nella notte illune. Lui l’avrebbe seguita fin in capo al mondo, dacché si fidava ciecamente di lei. Lei non lo avrebbe mai esposto ad un pericolo. Lui non l’avrebbe mai tradita, rimanendone fedele per sempre, in una forma di lealtà totalizzante.
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