TANNHAUSER - I PIONIERI DELLA NUOVA ERA DI LUCE
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                          • Pulcritudine
                          • Della Sinfonia n. 3
                          • I suoni insieme
                          • Intorno all'opera "Symphony n. 3. Ocean"
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My lady's breast - L'Isola di Bellezza

9/28/2022

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Identità

Ti ho cercata ovunque,
negli anfratti di ciò che fu,
fra le macerie dei traumi,
in mezzo alle folgorazioni di stelle cadenti.
Non c’eri.
Ho conosciuto la disperazione,
e non ti ho trovato,
temendo il peggio.
Quasi rassegnato,
mi sono messo in cammino e,
con mio grande stupore,
eri lì, 
a fianco a me,
che mi sorridevi,
lungo il tratturo che porta al nuovo giorno.
Ammirammo l’aurora.
Il mio cuore sperava.
Le mie membra,
prima esauste,
per la fatica,
ora si muovevano agili.
Ti ho trovata nell’amore,
mia identità,
nello slancio da infante che abbraccia l’altro,
puro,
autentico,
silenzioso.
Non sono mai stato me,
prima di conoscere i baci di colei che mi ha scelto,
e,
alla fine,
sono diventato ciò che avrei voluto essere da bambino:
un uomo.
Allora la mia Psiche si è affacciata su un mondo nuovo:
idee,
parole,
suoni.
La sconfitta è stata tramutata in vittoria.
Le ferite hanno cessato di far male, 
e sono state cicatrizzate.
Il sorriso della Compagna è divenuto ragion di vita,
pietra miliare,
arco a tutto tondo,
come le forme del corpo che mi incanta.
Ti ho trovata, Identità:
eri nella grazia di una canzone antica,
nei versi dei poeti,
nei dipinti di chi ha descritto l’amore con i segni,
per non perderlo più.
La costruzione lenta e paziente.
Il progredire ogni giorno di un centimetro.
L’accettarsi, senza violenze.
Il sole brilla, ora.
Gli astri indicano la via.
Sono e non ho intenzione di abbandonarti.

​Ho giurato a me stesso di saper affrontare le tragedie, oggi, ovunque si manifestino nella mia vita. 
Non voglio più permettere al dolore di annichilirmi.
Desidero solo la Pace.
Voglio vivere con la mia Compagna, che è la fonte di ogni mia beatitudine.
Questa composizione è un inno all’Isola di Bellezza che ognuno ha dentro di sé.
Non facciamola scomparire sotto i dardi di un mondo osceno, dedito alla distruzione di ogni forma di intelligenza e Pulcritudine.

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identità

9/24/2022

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Identità


​Ti ho cercata ovunque,
negli anfratti di ciò che fu,
fra le macerie dei traumi,
in mezzo alle folgorazioni di stelle cadenti.
Non c’eri.
Ho conosciuto la disperazione,
e non ti ho trovato.
Quasi rassegnato,
mi sono messo in cammino e,
con mio grande stupore,
eri lì, 
a fianco a me,
che mi sorridevi,
lungo il tratturo che porta al nuovo giorno.
Ammirammo l’aurora.
Il mio cuore sperava.
Le mie membra,
prima esauste,
per la fatica,
ora si muovevano agili.
Ti ho trovata nell’amore,
mia identità,
nello slancio da infante che abbraccia l’altro,
puro,
autentico,
silenzioso.
Non sono mai stato me,
prima di conoscere i baci di colei che mi ha scelto,
e,
alla fine,
sono diventato ciò che avrei voluto essere da bambino:
un uomo.
Allora la mia Psiche si è affacciata su un mondo nuovo:
idee,
parole,
suoni.
La sconfitta è stata tramutata in vittoria.
Le ferite hanno cessato di far male, 
e sono state cicatrizzate.
Il sorriso della Compagna è divenuto ragion di vita,
pietra miliare,
arco a tutto tondo,
come le forme del corpo che mi incanta.
Ti ho trovata, Identità:
eri nella grazia di una canzone antica,
nei versi dei poeti,
nei dipinti di chi ha descritto l’amore con i segni,
per non perderlo più.
La costruzione lenta e paziente.
Il progredire ogni giorno di un centimetro.
L’accettarsi, senza violenze.
Il sole brilla, ora.
Gli astri indicano la via.
Sono e non ho intenzione di abbandonarti.
​
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L'Isola di bellezza

9/22/2022

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L’isola di Bellezza

Vivo la mia storia d’amore con la mia Compagna da 15 anni ed insieme abbiamo fondato un regno, che io chiamo “L’Isola di Bellezza”, che potrebbe essere un ente universale, per tutte le persone che volessero aderire. Nell’Isola di Bellezza non sono ammessi coloro che operano il male per il gusto sadico di procurare sofferenza agli altri. Per tutti coloro che, invece, desiderano il Bene, quest’isola sarà un approdo certo e non deluderà le aspettative. L’egoismo impera. Questa è un’epoca di Io ululanti, che sbranano altri Io. Per chi rifiuti questa tendenza, c’è spazio e tempo per una novità, fatta di interesse autentico verso l’altro, attenzione ed affetto sincero. Ci vogliono schiavi di altri schiavi, e tutti servi dello stesso padrone, che, dall’alto, detti le leggi per una sopravvivenza del gregge sempre più precaria. L’Isola di Bellezza è la risposta di tutti coloro che non si possono rassegnare a questo stato di cose. Quelli che hanno visto il disegno criminale e lo hanno disdegnato. Troppi dolori ha cagionato la società dell’Ego, quell’ente mostruoso e polimorfo che uccide l’alterità, per soggiogarla ai propri scopi, che non sono mai buoni, mai retti, nella tensione che procede verso l’annichilimento della diversità e l’uccisione delle legittime aspirazioni dell’altro. Nell’Isola di Bellezza le persone, semplicemente, si incontrano. Sono sopravvissute agli attacchi di un mondo sordido, e sanno di desiderare la sanità. Le loro identità in costruzione si toccano, si scambiano contenuti buoni, si rispettano, perché amarsi non è un’utopia, ma la missione fondamentale alla quale siamo tutti chiamati. Non c’è competizione, ma cooperazione. Tutti si aiutano. Tutti crescono. Tutti hanno deciso di non essere distruttivi. Nessuno si sogna di sottomettere l’altro, che è una grande risorsa, rappresentata dalla possibilità di vivere in armonia. Ognuno giunge all’Isola di Bellezza segnato da un certo numero di ferite aperte, che la Bellezza e l’intelligenza interpretativa saneranno. Ognuno ha il diritto, in quella terra, di esperire la gioia, la Pulcritudine di rapporti sani, nei quali non ci sia più l’aguzzino. Il mondo infligge castighi, imponendo pene, ed è a questa realtà che ci dobbiamo opporre. Siamo uomini, dobbiamo star bene. Nell’Isola di Bellezza, tutto questo prende corpo. Allora è possibile l’amicizia autentica, l’amore vero, il rispetto e la crescita individuale e collettiva. Non tutti, però, vogliono queste cose ed è per questo che la terra dell’evoluzione è un’isola. Tanti anni fa, ero provato dalle insidie costanti che trovavo lungo il mio cammino. Poi è arrivata la mia Compagna, che, con atti di bontà, mi ha trasformato. Non si può vivere un’esistenza di sofferenza. Non ce lo meritiamo. Non è giusto. Occorre riscoprire la bontà di una carezza, di un sorriso, di un abbraccio, che siano gratuità e benevolenza. Tutto ciò che facciamo ha, inevitabilmente, ripercussioni nella vita dell’altro. Occorre intelligenza, per non scalfirlo. Urge bontà, per procurare benessere. Ci vuole amore, per abbracciarsi davvero. Nell’Isola di Bellezza, tutto può accadere, nella sfera del Bene. Il mondo è ormai lontano, prova a cantare la sua litania penosa, ma non può più attecchire nella mente di coloro i quali hanno scelto la vita. Tutto si allontana. Tutto va scemando, come le sirene allarmanti di un’ambulanza che abbandona la nostra via. Le grida non ci sono più. Il male è sconfitto. La gente, che ha il dovere di stare bene, ha ormai stabilito una determinazione: mai più con chi esige il sacrificio umano. Spero di rileggere un giorno questo scritto nella speranza di vivere in un mondo migliore, sebbene io sia saldamente ancorato alla mia Isola di Bellezza. Tutto il male proviene dall’Ego. Il mito del capitale. La competizione. La sopraffazione. Muoversi lungo lo spazio dell’opposto a questa visione è quanto mai salutare e salvifico. Ci hanno proposto il loro modello. È stato un fallimento sotto tutti i punti di vista, e ha seminato morte e devastazione. Abbracciamo l’altro. Ascoltiamolo. Prepariamogli una buona bevanda, mentre ci illustra le tappe del suo sentiero. Ne saremo fieri. Non c’è altra scelta. O stare sull’Isola di Bellezza, o perire nel mondo, schiacciati dalla violenza. Loro proveranno ad ammaliarci con le illusioni del successo, la ricchezza, la fama, che toccano solo ad una sparuta percentuale di popolazione. Noi risponderemo con la Bellezza di avere un amico, una casa, un nuovo amore. Non c’è progressione sana nell’Ego. Non ha mai nulla di nuovo da raccontare se non la storiella di presunto successo che illustra dalla notte dei tempi. L’amore, invece, è nuovo ed è capace di taumaturgia. Tutto può succedere, allora. I fiori sbocciano. Le ferite guariscono. Il cuore batte vigoroso per tutta l’Umanità.
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You are the key

9/15/2022

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Roytan · You Are The Key
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Erano i primi giorni di Gennaio 2021, vivevo il lockdown con la nostalgia della mia Musa. Una mattina, iniziai a scrivere un brano, cui diedi il titolo provvisorio di “Nebbia”, perché nella mia città c’era quella particolare condizione atmosferica. Scrissi dopo aver provato alcune armonie alla tastiera, che mi piacquero molto e il mio pensiero volò a colei che mi ama e che io trovo meravigliosa. Il titolo divenne quindi “You are the key”, “Tu sei la chiave”, dacché con lei non mi sento preclusa nessuna porta. Fu un periodo molto difficile, intenso dal punto di vista della composizione musicale, che mi riempiva le giornate, sebbene il motto “Andrà tutto bene”, diffuso dalla televisione si sia rivelato poi un completo fallimento, perché non è andato bene niente, la gente ne è uscita confusa ed impaurita e questo ha inficiato il tenore di vita generale, le aspettative, i desideri, in un trauma costante che ha ucciso la psiche di molti. Io, invece, provavo a vivere bene e pensavo che quell’esperienza avrebbe fatto maturare molti, cosa che non è successa. “You are the key” è la mia risposta all’orrore. Una risposta d’amore, per me, per la mia Musa e per la gente, che meritava di essere considerata preziosa dal sistema, il quale, purtroppo, non ha avuto pietà. La sociopatia ha dilagato. Ci ritroviamo in guerra. Le speranze sono ridotte al lumicino. Se i nostri governanti avessero avuto a cuore il nostro destino di persone, non avrebbero deciso di condurci in questa situazione. Invece tutto è stato determinato. Tutto, scrupolosamente e razionalmente, con una ragione che non ha tenuto conto dei sentimenti e delle aspettative dei popoli, che, ignari, si sono lasciati guidare da una banda di putrescenti figuri. La mia posizione, innanzi a tutto ciò, non poteva che essere l’arte. Un’arte amica, leale, sincera, con la quale comunicare il mio mondo di Bellezza, affetti autentici, speranza per un domani migliore. E così fu. Composi “You are the key”, in pochi giorni, la condivisi sui social network e riscossi un certo successo da parte degli amici, che furono molto gentili nei miei confronti. Poi il brano divenne parte della colonna sonora che sto sviluppando, con mia grande soddisfazione, dacché io ritengo che questa musica sia davvero significativa, un inno d’amore, un cantico, una carezza. L’amore è una architettura che va costruita pazientemente, con la lentezza dei giorni che trascorrono, e deve essere inesorabile, nel suo incedere. Il brano vuole comunicare queste emozioni, questo costrutto di pensiero che intende essere la base per affermare che si può amare, si può star bene e si può essere felici, dacché questo aggettivo non sia più un’eresia, un’utopia, ma prassi quotidiana, esercizio che tende alla Bellezza di vedere la tua compagna sorridere mentre sorseggia il caffè che le hai preparato tu. Ci sono tanti surrogati dell’amore, tutti infelici e disastrosi. L’amore è il contrario dell’egocentrismo, in qualsiasi forma esso si presenti. L’amore è slancio. Generosità. Rifiuto del calcolo egoista del proprio tornaconto. Questa musica è un atto d’amore. Nei miei confronti, come uomo senziente. Verso la mia Musa, che è di una purezza disarmante e l’Umanità, che si trova ad un crocevia fondamentale della propria Storia. “Andrà tutto bene” dicevano le Tv nazionali, non è andato bene nulla, dacché le persone avrebbero dovuto essere messe nella condizione di vivere serenamente e lavorare silenziosamente per il bene di tutti, che invece si è allontanato, come obiettivo, lasciando spazio ad una depressione senza fine, in un trauma senza soluzione di continuità che ha ceduto il passo ad una rassegnazione con la quale non si potrà andare molto lontano. Ci hanno mentito su tutto, non possiamo attenderci nulla di buono da quelle persone che governano le nostre vite come se giocassero ad un videogame. Per questo è necessario andare a votare. Io voterò Italia Sovrana e Popolare, perché sono convinto che per scardinare questo sistema di cose sia necessaria l’azione di una reale forza antisistema. Solo l’amore ci salverà. L’amore e la descrizione di una Bellezza che tornerà forte nei gesti delle persone, troppo a lungo abbandonate a se stesse, con pensieri di morte. “You are the key” è una dimensione di beatitudine, che si prova nell’amore vero, quello che non antepone l’Io al Tu, ma si dona, tenendo presente il bene di entrambi gli attori del rapporto. “You are the key” vuole essere Bellezza. I suoni si susseguono in una sequenza che conduce ad un trionfo. Non è andato tutto bene, neanche un po’. Ci dobbiamo liberare di questi governanti, per vivere finalmente nel rispetto di tutti. Io, il 25 Settembre, voterò Italia Sovrana e Popolare perché credo che ci sia bisogno di normalità e non più di una situazione alienante che getta le persone nello sconforto, annichilendone le capacità creative e la sanità mentale.
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My lady's breast - Il quadrittico

9/13/2022

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1. My lady's breast - Portrait of an invisible"
2. My lady's breast - Second chance"
3. "My lady's breast - Ocean"
4. "My lady's breast - Althea, il centro"


​“My lady’s breast”


"My lady's breast" è un poema sinfonico in 4 movimenti:


  1. "My lady's breast - Portrait of an invisible"
  2. "My lady's breast - Second chance"
  3. "My lady's breast - Ocean"
  4. "My lady's breast - Althea, il centro"


Tutto nasce nel periodo del lockdown, quando non potevo vedere la mia fidanzata e, un giorno, dopo aver pensato a Chopin, ho scritto un accordo, ispirato dal genio polacco. Lo riascoltai, chiusi gli occhi, per vedere dove mi potessero portare quelle note e realizzai subito che quello avrebbe potuto essere l'inizio di qualcosa di nuovo, in una terra vergine ed inesplorata, con colori nuovi e ritmi, in una tavolozza armonica tutta da scoprire. Quell’accordo, per me, rappresentava un mondo. Ci sentivo dentro già un brano e mi misi subito a comporre. Ne nacque una successione di quattro accordi, che mi convinse subito. Riascoltai più e più volte la successione, che mi parve bella. Avevo davanti a me l’incipit di “My lady’s breast – Portrait of an invisible”. Una nota tenuta, con le armonie che cambiano sotto: questa la ragione geometrica dell’incipit di “My lady’s breast – Portrait of an invisible”. “My lady’s breast – Second chance”, riprende l’accordo iniziale di “My lady’s breast – Portrait of an invisible”, con uno sviluppo armonico del tutto diverso. È la seconda opportunità, quella che viene concessa a tutti, dopo aver dimenticato l’Ego per attingere alla fonte dell’amore vero per l’altro. “My lady’s breast – Ocean” è un inno alla vita del mare, quella grande realtà nella quale tutti siamo immersi, fra affetti, amori, amicizie, nel tentativo di eliminare tutte le relazioni tossiche. “My lady’s breast – Althea, il centro” ha una storia particolare ed è l’ultimo del quadrittico, in ordine cronologico e concettuale. “Althea”, difatti, è un nome latino, che significa “Colei che cura”, “Colei che guarisce” ed è dedicato all’amore che tutto sana. Io sono l’esito di quell’amore totalizzante che la mia Musa mi ha donato incondizionatamente da quindici anni. Se non cantassi questo Amore sarei un egoista. Invece io desidero che dove è passato un uomo, possano transitare tutti. “My lady’s breast – Portrait of an invisible” è stata composta nel Maggio 2021 e l’ho considerata finita fino ad un po’ di tempo fa, quando, improvvisamente, pensai di aggiungere una nuova successione agli accordi iniziali, per prolungare la tensione emotiva degli agglomerati sonori. Il quadrittico si inserisce perfettamente nella colonna sonora che sto componendo e direi che ne è l’asse portante. “My lady’s breast – Second chance” è sostenuto da un tessuto ricco, che la caratterizza e rende originale. Il tema portante è fortemente idilliaco, come l’amore fra due persone che si sono scelte e rispettate, fin dal primo momento. L’orchestrazione è atta al dispiegarsi degli stati emotivi, che, via via, si presentano nella partitura. “My lady’s breast – Ocean” inizia con un tema che potrebbe apparire burlesco, ma, nella mia intenzione, vuole rappresentare il moto delle onde. Tanti anni fa, scrissi un brano intitolato “Ocean” e pochi giorni fa, mi ha colpito vaghezza di comporne uno nuovo dal medesimo titolo. Questi brani rappresentano il climax della mia ricerca musicale, fino ad ora. Li considero molto belli, perché dentro c’è tutto il mio sforzo di trovare dei segni che possano esprimere lo stato armonico del mio mondo interno. “My lady’s breast – Althea, il centro” vuole significare la centralità della Cura, che è una dimensione della Psiche che tutti, proprio tutti, dovrebbero sperimentare, dacché è grazie alla Cura che si può sperare in una Umanità migliore. Sono ancora troppi gli individui che rifiutano la Cura e nel loro equilibrio instabile seminano dissonanze, amarezze, distonie che creano sofferenza negli altri. Questo mondo è malato e deve essere curato. La possibilità esiste sempre ed è ora di mettere mano alla più grande operazione di sanità della Storia. Io penso sia davvero necessario. Imprescindibile. L’unica vera missione del Genere umano: guarire. Tutta la mia opera verte intorno al concetto di ricerca della Sanità, Cura, Guarigione. Non esiste sentiero più bello di quello che ci conduce a non essere distruttivi, a saper amare incondizionatamente, a donarci agli altri senza aspettarci nulla in cambio, a scegliere di essere belli e sani. Il cammino dell’Umanità è stato molto lungo, finora. Abbiamo goduto di immense vittorie, sebbene siamo caduti tante volte. Questo è un tempo nuovo, attraverso il quale potrebbe essere possibile una evoluzione verso la Pulcritudine. Sta a noi. Non esiste destino più bello del guarire da tutto il dolore che ci impedisce di essere delle Persone meravigliose, serene e pacifiche. I nostri governanti non vogliono aiutarci, in questo percorso verso la Luce. Dovremo fare da soli. La mia opera è militante: si sforza di lottare per un domani migliore. 

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1. “My lady’s breast - Portrait of an invisible”. Ero solo, durante il lockdown e pensavo alla mia Musa, che non era troppo lontana da me, ma non mi poteva raggiungere per delle stupide imposizioni dello Stato. Questo pezzo è il mio Amore per lei. È tutto quello che io sento quando la guardo negli occhi, quando le accarezzo il viso bello, quando ridiamo insieme. È il canto di un invisibile che, grazie al rapporto umano con la sua Compagna, diviene una Persona e cessa di essere un diverso. È il riscatto. Il dono, la ricompensa finale. È tutto quello che un uomo può desiderare dalla compenetrazione con il proprio partner, che legge, sana, interpreta e rende possibile l’improbabile. Lei è il mio Seno. La Pulcritudine che adoro e che non mi stanca mai, rinvigorendosi ogni giorno, in una spirale di Bellezza che è continua scoperta. Un continente inesplorato si apre davanti a me e questo vuole indicare la composizione musicale: l’infinità delle opportunità. Ogni persona che incontriamo è una sinfonia, occorre avere il tempo e l’energia per ascoltarla ed è un vero peccato non farlo. Ci perderemmo molto se non lo facessimo. Sarebbe quasi un delitto. Lei ha dipinto il mio ritratto, poi me lo ha mostrato con tutta la grazie del mondo ed io, finalmente, mi sono visto, per la prima volta, quella della rivelazione. La possibilità di incontrare l’altro, capace di leggerti, mostrarti quel poema che sei, brindare con te alla tua nascente identità. Questo è il senso profondo di queste 4 composizioni. 


2. “My lady’s breast - Second chance”. C’è un mondo di emozioni e pensieri, in questa musica. C’è l’alambicco con cui ho distillato le mie riflessioni, in un turbine di sentimenti e associazioni. È la seconda opportunità, quella che si manifesta dopo aver abbandonato gli schemi rigidi ed asfittici dell’egoismo, il nuovo destino con cui un uomo può diventare una Persona che ama incondizionatamente l’altro. È un grido. Un canto verso il cosmo. Un’esortazione a fare bene, nella propria vita, conoscendo l’alterità per sentirsi ricchi, nella diversità. La seconda possibilità, il riconoscersi, l’abbandono nelle braccia dell’amata e la beatitudine di sentirsi finalmente felici, nel poco, nell’indispensabile e nella Bellezza di sapersi amati da una Musa così bella da togliere il fiato, che indica la via e dispensa atti di generosità illimitati. Questa seconda composizione del Quadrittico è militante, ha un carattere indomito e intende comunicare la Bellezza dell’approccio con la Verità, con la profondità dell’essere e la grazia di una carezza. Le ferite non bruciano più. Il male è stato estinto, nella mente dell’individuo. C’è solo la sua identità di essere umano sano, che non vuole più distruggere ed ha imparato ad amare e, donandosi alla sua Musa, è in armonia con tutto il mondo. 


3. “My lady’s breast - Ocean”. Inizia con un tema che pare burlesco, ma, nella mia intenzione, vuole essere un ritratto delle onde del mare. Tanti anni fa, scrissi un brano musicale, intitolato “Ocean” e pochi giorni fa, nel pensare al grande padre delle acque, ho riflettuto sul fatto che l’amore vero è un oceano, che ci permette di imparare a nuotare, a tenere dritto il timone della nostra imbarcazione, a conquistare isole sperdute nel mare. Non potranno ingannare tutti per sempre, ho concluso un giorno, mentre scrivevo questa musica. L’amore per la Verità vincerà e con esso l’Umanità tutta. Il tema principale ritorna, con il suo carico di onde frastagliate che si infrangono sulle rocce e sulla spiaggia. Quest’opera, il Quadrittico di “My lady’s breast” è in assoluto la composizione più audace della mia esistenza di artista. È quello che intendevo dire sul mondo, sulle cose, sugli affetti e sulla Possibilità di divenire se stessi nella forma di una splendida Persona. Questi 4 pezzi sono il frutto di una ricerca sulla tavolozza armonica, sul ritmo, sui timbri, che dura da 15 anni, e sono fiero del livello raggiunto. 


4. “My lady’s breast - Althea, il centro”. Althea è colei che cura, colei che guarisce e io credo che questo mondo abbia bisogno fortemente di Cura, dacché è da troppo tempo che è in severo scompenso e la malattia da cui è affetto si sta progressivamente sviluppando contro la Bellezza della natura umana, minandone le radici, uccidendone lo spirito, e annichilendone i sogni belli di poter vivere bene, gli uni accanto agli altri, percependosi come fratelli e annullando qualsiasi forma di pensiero distruttivo, che induce alla competizione, alla guerra e all’uccisione della nostra identità di portatori di Luce. La Cura è conditio sine qua non. Non esiste reale evoluzione senza. Non andremo da nessuna parte gli uni contro gli altri armati. Questa musica è un inno. Intende essere parte della Nuova Era di Luce, di là da venire, per un futuro prospero e magnifico. Questo quadrittico si inserisce nella colonna sonora che sto componendo e ne è asse portante, per la significazione della musica e per le idee che essa contiene. 


Conclusioni: Questo Quadrittico, queste 4 composizioni narrano l’esperienza di una Possibilità, quella che ogni uomo merita, dopo aver attraversato il deserto della distruttività di un mondo assassino, che lo vuole triste e svuotato. Questo Quadrittico racconta la storia di un essere umano che, scoprendo l’Amore vero, si è potuto finalmente riconoscere come foriero di Luce, per non tornare mai più indietro.




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Althea

9/8/2022

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​“Althea”, in latino, è “Colei che cura”, “Colei che guarisce”. Io l’ho incontrata la mia Althea e la amo da quindici anni. La cura è dimensione quanto mai essenziale, per la vita di una persona. Curare i mali del corpo, quelli della Psiche, guadagnarsi la condizione di essere finalmente in salute, dopo aver attraversato il deserto della desolazione, della solitudine e della sofferenza, che tutti conosciamo, seppur in maniera diseguale. Ho iniziato a comporre questo brano quando, l’altro giorno, in un post di Facebook, veniva spiegata l’etimologia del nome Althea, che mi ha subito colpito, per la sua intrinseca bellezza. Non esiste fenomeno più bello della Cura, che è lì per tutti coloro vogliano accettarla. Questo brano lo considero il quarto movimento di una sinfonia dal titolo “My lady’s breast”, “Il seno della mia Compagna”, alla cui stesura lavoro da più di un anno. Via via, col tempo, si sono aggiunti tessuti, note e costrutti. La vacanza in SüdTirol mi ha aiutato a schiarirmi le idee, grazie alla profondità della Bellezza dei luoghi che visitavo, insieme alla mia Donna. Ho composto, per qualche sera, anche lì e sono tornato a casa con delle intuizioni, che, tuttavia, hanno tardato a tradursi in segni, fino a “My lady’s breast - Althea, il centro”, perché di questo si tratta, della centralità, nella vita di ognuno, della Cura e della Guarigione. Sono due termini splendidi, che hanno un significato enorme, che, forse, non sempre apprezziamo. Nella profondità, c’è sempre spazio per la Cura. Chi la rifiuta, o pensa di poterne fare a meno, non fa un grosso affare. “Althea” è colei che guarisce. Questo mondo ha bisogno della Guarigione, essendo così malato, in severo scompenso. Sono malati i nostri governanti, ciechi ed abietti, che intendono diffondere la malattia della disperazione in ogni casa, per dominare un mondo senza più speranza. Per questo voterò Italia Sovrana e Popolare, affinché le cose possano cambiare, per chi sarà grande fra cinquant’anni. La Cura è l’antidoto alla psicosi collettiva che serpeggia venefica fra la gente. Quel disordine che fa essere cattive le persone, alimentato dalle televisioni e dai media. Quella tensione dell’animo umano a non sentire più prossimo l’altro, ma un avversario che gli ruberà il pane e una mela, se lui non si muove e lo scavalca. “Althea” vuole essere un inno alla Guarigione, che è possibile, sempre, operate le giuste scelte. Un canto alla diversità, che tanto spaventa, ma che è l’origine di ogni effettiva crescita individuale e collettiva. Auguro al mondo la Cura, sopra ad ogni tipo di risultato bello per tutti. Senza la Cura questo cosmo umano è destinato al buio…

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Concentration 0.9 - High hopes

9/5/2022

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52 e 0.9

Attendeva di sapere quale fosse il suo stato di salute da tre mesi, e aveva un fondamentale appuntamento con le analisi del sangue il primo Settembre 2022. All’inizio, non ci pensava poi troppo, preso dalla sua creatività e dal meraviglioso rapporto con la sua Compagna, che lo amava da quattordici anni. Poi, però, la data del prelievo si avvicinò e lui cominciò a immaginare scenari in base alle sensazioni che riceveva dal suo corpo. Giunse il grande giorno, si recò in ospedale e fece il prelievo del sangue, in un trambusto generale, dopo aver atteso per un’ora il suo turno. Tornò a casa, e dopo aver composto una melodia si preparò il pranzo. Il giorno dopo, lui era certo sarebbe arrivata la risposta delle analisi sul suo fascicolo sanitario, aprì la mail del suo Mac e si mise in attesa. Ogni volta che giungeva una mail, controllava che non fosse quella desiderata, mentre la suspence aumentava. Era in uno stato febbrile di controllo, quella mail sarebbe dovuta arrivare e lui l’avrebbe aperta con trepidazione. Nel tardo pomeriggio la mail giunse, lui lesse l’oggetto e andò a sciacquarsi il viso in bagno. Aveva le pulsazioni del cuore in gola e gli tremavano le mani. Si disse: “Calmati!”, ma quello stato di tensione adrenalinica si sarebbe potuto risolvere solo leggendo il referto medico allegato alla mail, in un frangente solenne di rivelazione, grazie al quale avrebbe affrontato la verità, senza infingimenti. La sua concentrazione si sarebbe diretta quasi esclusivamente, in una fase iniziale, verso due valori del sangue, quelli centrali per la sua vita. Aprì l’allegato. Lo scorse velocemente. Trovò il primo dei due valori: 52, che andava bene. Poi il secondo: 0.9, che era ottimo, e, a quel punto, poté tornare a respirare, dacché egli aveva vinto. Le pulsazioni scesero, il tremore alle mani passò e lui cominciò a elaborare pensieri gradevoli, sorridendosi. La scarica di adrenalina cedette il posto a più rassicuranti neurotrasmettitori. “52 e 0.9” si ripeté mentalmente mentre sorseggiava un bicchiere d’acqua per ristabilire il corretto funzionamento del suo corpo in fiamme dopo la tremenda attesa e quei due numeri gli cominciarono a piacere davvero molto, perché comunicavano che lui era stato bravo, coscienzioso e attento, capace di dedicarsi a se stesso con intelligenza ed amore. Era stata una battaglia, fra sé e la sua volontà, aveva fatto delle rinunce e si era ascoltato molto. Aveva ancora un approccio muscolare alla realtà, sul quale avrebbe dovuto lavorare, se voleva essere più pacifico, ma la prova era stata ampiamente superata… Aprendo quella mail aveva deciso di affrontare il proprio destino. Era stato sempre un guerriero, aveva sanguinato molto, con ferite quasi mortali. Era quella la sua forma mentis: lottare e non avrebbe mai rinunciato a quella tensione dell’anima, ma era giunto il momento di solcare i mari con più leggerezza e in superficie, senza sprofondare negli abissi. Voleva vivere. Era sulla soglia dei cinquant’anni e bramava una esistenza fatta di Bellezza, calma e piacevoli sorprese. Aveva accanto a sé una Donna sublime, dal fascino lirico e disarmante. Avrebbe combattuto per i suoi cari, evitando di perire. Non avrebbe permesso più a nessuno di alterare il suo stato di benessere. Non lo poteva tollerare. “52 e 0.9” continuava a ripetersi per farlo diventare reale. Ancora non ci credeva. Corse a rileggere i valori, per avere la certezza matematica che fossero corretti. Quando realizzò che fosse tutto vero, venne rapito da una subitanea sensazione di piacere profondo che nessun favoloso conto in banca avrebbe potuto eguagliare. I soldi vanno e vengono, la salute no, se fugge, poi è difficilissimo farla tornare. È proprio vero che, alle volte, quello che serve sono 30 secondi di barbaro coraggio per affrontare la Verità, che, sebbene possa essere dolorosa, è sempre meglio di una menzogna, che porta l’uomo a scindersi e a non ritrovarsi più, in casi estremi. Aveva smesso, da anni, di raccontarsi bugie, trovando il sentiero per la pace, che aveva percorso con la sua Compagna, che tutto avrebbe sopportato tranne l’ingiustizia delle falsità. Erano in viaggio verso l’integrità, il divenire se stessi, l'essere unici ed irripetibili. Li attendevano nuove prove, che non mancano mai, nel corso della Vita, ma sapevano cosa fosse buono e cosa no. 52 e 0.9 erano un traguardo, per lui, mentre tante persone, nel mondo, provavano a dire la loro per un mondo migliore. L’Umanità era in cammino, verso una meta ignota. Molti lavoravano per il Bene. Era logico mantenersi lucidi, fattivi, attenti e vigili. 52 e 0.9 erano il suo passaporto per una Nuova Era di Luce… Componeva musica da quando era tornato dal SüdTirol, ma tutte le prove che aveva sostenuto, a livello acustico, non lo soddisfacevano. Fatto il prelievo del sangue in ospedale, quella mattina a casa sua, si era messo a suonare la linea di basso di una ballata di Chopin, focalizzando un suono solo: il Do centrale del pianoforte. Da lì era partito per una sua esplorazione musicale. Ne erano scaturite poche battute per pianoforte, che aveva scritto a mano sul suo quaderno pentagrammato. Annotò i suoni in partitura con la sua matita preferita, dono della sua Donna. Si muoveva rapidamente fra lo studiolo e la cucina, dove lo attendevano sorsi di caffè che erano un appuntamento fisso nella sua fase di composizione. Scelse il tempo, con il suo metronomo. Lo scrisse nella pagina di musica che stava componendo. Si inventò un titolo provvisorio: “Test Pianoforte” e si accese una sigaretta. Tornò a casa della sua Compagna, e, dopo essersi lavato, si mise subito all’opera. Quello che aveva scritto gli piaceva molto e sentirlo al computer gli procurava benessere. Realizzò che, probabilmente, era innanzi al pezzo di musica che stava ricercando da 15 giorni, per sonorità, gusto e tavolozza armonica. Gli venne in mente un titolo: “Hope”, poi “High hopes”, come il brano dei Pink Floyd, e già questa definizione gli calzava a pennello. Questo accadeva il primo Settembre 2022. Il due ebbe la risposta delle analisi del sangue. Dunque, la musica divenne “Concentration 0.9 - High hopes”, in base ad un valore del sangue fondamentale per la sua salute. Il pezzo risente di molteplici influenze. C’è Vangelis, Bach, Debussy ed Edgar Varese, tutto in pochi minuti di musica. Lui era soddisfatto: quella forma e quel contenuto li stava esperendo da giorni, senza però essere mai contento del risultato finale. Voleva tradurre in suoni la Bellezza del SüdTirol e l’armonia che riempiva le sue giornate in compagnia di colei che, per lui, era la donna più affascinante del mondo. Fino al giorno prima, nonostante provasse e riprovasse, non ci era riuscito, poi, come per magia, giunsero le note che sentiva vere e belle, in un attimo di folgorazione. Il brano musicale era una vittoria. L’uomo che si muove bene conquista la propria salute. La propria anima. La dignità di essere una Persona, una creatura di Luce. Trascorsero cinque giorni di intensa attività compositiva e lui giunse al risultato finale, un pezzo ben bilanciato, ricco e buono, con il quale dipingere il SüdTirol e l’amore, la montagna di Fluelapass e i ghiacciai. Era davvero soddisfatto. Era innamorato. Vivo. Col tempo aveva imparato a non giudicare, tendendo piuttosto a comprendere in profondità gli stati d’animo che possono condurre una persona a muoversi in un determinato modo. Tuttavia, lui vedeva una Umanità non ancora pronta per la Nuova Era di Luce, perché la gente non sa e non vuole sapere cosa accade nel mondo, quindi è in balia dei tiranni, che, abilmente, celano loro tutti i misfatti che compiono, allontanando le persone dalla comprensione profonda delle dinamiche dominanti, che non sono lontane, ma interferiscono nella loro vita quotidiana in modo pesante. “Concentration 0.9 - High hopes” è un brano musicale sulla speranza. La speranza di stare bene. La speranza di un mondo migliore. La speranza di farsi trovare pronti quando sarà necessario lottare davvero per la propria esistenza e quella delle persone amate… La vita sa presentare agli uomini prove che sembrano insuperabili, non dovrebbero esserci uomini di potere che complicano l’esistenza dei popoli, ma questo sta accadendo. Per questo il suo brano che inneggia alla speranza vuole raggiungere le persone stanche di dover soccombere sotto la scure di un sistema di potere sadico. Le elezioni politiche, in Italia, si stavano avvicinando e lui avrebbe votato “Italia Sovrana e Popolare”, per un mondo più giusto, più equo, più sano. Nella Nuova Era di Luce ci sarà bisogno di Arte nuova, nuovi canti, nuovi poemi, nuova creatività. Egli era un artista militante, che combatteva per una società che dimenticasse l’egoismo e potesse vivere tutta come una grande famiglia, nell’amore. Per questo, c’era bisogno delle forze antisistema capaci di indicare una strada nuova, mai esplorata, verso la Nuova Era di Luce. Il cammino era lungo. La gente, presa com’era dalle necessità contingenti, non poteva di certo comprendere la posta in palio, che era la totale sottomissione dei popoli ad un disegno criminale. Un giorno, questo mondo psicopatico sarà soltanto un ricordo, i nonni racconteranno ai nipoti come fu possibile che l’Umanità si fosse liberata e la speranza non sarà più solo una parola nel dizionario.
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    In questa era di menzogne, proiettate su scala mondiale, sono necessarie parole autentiche. Questo è il mo messaggio al mondo per una rivoluzione pacifica che ci conduca ad una Nuova Era di Luce.

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                          • Copertina Sinfonia n. 3
                          • Pulcritudine
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