Vetusta Nursia L’aria fresca del mattino lo avvolgeva, di ritorno da un meraviglioso viaggio, nel quale si era riallineato con l’Universo. Osservò i fiori dell’iris, sorridendo per la loro Bellezza. Chiuse gli occhi e immaginò la sua compagna nuda, sul letto di una camera d’albergo nella sua terra, l’Umbria. Lei aveva fatto la doccia mentre lui l’aveva aspettata nudo sul letto, dopo essersi lavato. Lei lo raggiunse con la sua maglia bianca, e si mise sopra di lui, a cavalcioni. Lui le sorrise sussurrandole quanto lei fosse bella e lei gli sorrise. Fecero l’amore e fu tutto bellissimo, ogni singolo gesto dettato da passione struggente, come lui aveva desiderato. Dopo 15 anni, il loro amore era cresciuto, la reciproca compenetrazione era totalizzante, i loro due respiri vivevano all’unisono. Due cuori che battono come uno solo. Erano tornati da un soggiorno splendido, alla riscoperta degli altopiani umbri, nei quali avevano toccato con mano la gioia. La felicità di sentirsi parte di un tutto. Il giubilo con cui sperare di far parte di una Umanità finalmente lieta dopo tante prove. Lei era stata contenta con tutte le fibre del suo corpo. Lui aveva osservato la Bellezza della Natura immortalando qualche scorcio con diverse fotografie. Avevano mangiato un panino davanti alla maestà di Castelluccio di Norcia, dopo aver parlato a lungo con una ragazza del posto che gli aveva spiegato accuratamente il fenomeno della fioritura dell’altopiano. Non gli mancava nulla. Al sole e al vento, belli, puliti, fra le mani amorevoli di Madre Natura che li aveva accolti con letizia. Il cielo era mutevole. Sembrava di stare in una Highland scozzese. Le ombre si allungavano a dismisura sopra le colline e la montagna, creando sfumature cromatiche davvero maestose. Tutto era verde, intorno a loro e la montagna, solenne e silenziosa, aveva ancora tracce di neve, che si protraevano candide verso la valle. L’uomo era lieto. Ancora non sapeva che quella sarebbe stata l’ennesima conferma del suo rapporto con lei, che viveva di Bellezza, come una vera e propria Musa. Tutto era euritmia in lei, ogni cosa stava diventando eutimia in lui. Stavano vivendo un’altra delle loro consacrazioni, in un prodigio che si stava sviluppando da 15 anni, senza soluzione di continuità. Nel vento il messaggio che si diffondeva in tutto l’altopiano, con cui Madre Natura sussurrava speranza, contro gli abomini degli alienati disumani. Tutto in lei era armonia, lui la sentiva cantare e sorrideva di quel suo timbro caldo e rotondo da contralto. Il Sole li baciava, recando quel calore disarmante che tanto era mancato in due anni di Schizodemia, con cui i governanti avevano scisso le menti dei più. Forse c’era una Possibilità. Forse non tutto era andato perso. Forse l’Umanità avrebbe innalzato al cosmo il suo canto più sentito e sublime, rivendicando la propria innata Bellezza, nel desiderio ancestrale di Libertà, che non si può comprare al mercato. C’era un’aria che leniva le sofferenze di un popolo che aveva patito le restrizioni insane di due anni di governi assurdi. Lui aveva preso il sole ed in quel momento il suo incarnato era rosso. Lei aveva mangiato un dolcetto della zona. Vetusta Nursia, l’antica Norcia, era incantevole, nel suo verde bottiglia delle colline intorno. Avevano comprato del buon pane umbro e prodotti tipici locali. Non si stancavano mai di prendersi per mano e scherzare. Lui amava prendersi in giro e lei rideva con gusto. Lui l’ascoltava nelle sue disamine, sempre analitiche e profonde, improntate allo spirito della Verità e giustizia per tutti. Era per questi motivi che lui l’amava sconfinatamente e intendeva non deluderla mai. Lui immaginava già come sarebbero stati da anziani, con la loro casa, il giardino e tante opere dell’ingegno da leggere ed ascoltare, nelle ore liete della sera. I due comunicavano tanto, con le parole, gli atti, i sorrisi, i giochi che facevano per sentirsi ancora bambini spensierati. Erano stati due anni duri, per ogni persona che avesse un retto sentire. Due anni in cui si era rischiato di perdere tutto, compreso l’equilibrio psichico. Lui aveva sempre in mente lei, anche quando erano distanti fisicamente. Lei era il suo faro nella tempesta. Il suo approdo felice, la sua oasi. Lei era forte come una quercia, mentre lui aveva imparato ad essere tetragono, grazie a ciò che lei gli comunicava. Lei si sentiva diversa e lo erano entrambi. Non asserviti ad un progetto criminale di dominio delle persone. Lontano dalle mode. Refrattari ad ogni richiamo maliardo del sistema. Lei gli mise una mano sulla gamba, mentre guidava e fischiettava un motivo alla radio. Lui comprese che quello fosse il momento più bello della sua vita. Lei non lo deludeva mai. Si può essere felici con una pandemia e una guerra? Sì. Lo si può essere se nel proprio giardino interno non si lasciano entrare messaggi di morte. Si rimisero in viaggio, alla ricerca di un buon olio d’oliva umbro e lui giurò a se stesso di rimembrare come era stato travolgente fare l’amore con lei e sentirla sussurrare parole di puro desiderio…
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AutoreIn questa era di menzogne, proiettate su scala mondiale, sono necessarie parole autentiche. Questo è il mo messaggio al mondo per una rivoluzione pacifica che ci conduca ad una Nuova Era di Luce. Archivi
Aprile 2023
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