Stigma "Ubi solitudinem faciunt, pacem appellant". P. C. Tacito "Dove fanno il deserto, lo chiamano pace" È la malvagità che genera lo stigma. Una madre assassina, che non comprende, uccide i suoi figli più luminosi, giudicandoli per sempre in modo negativo ed estromettendoli dalla comunità. Un mondo orribile, dedito al male, divora le persone. Fiori belli e fragili, che sono un prodigio del Genere umano, non vengono aiutati a brillare. Derisi ed umiliati, subiscono una condanna definitiva: la società li relega ai margini, e in alcuni momenti si dimentica di loro, mentre in altri li perseguita. Giudicati folli, sequestrati e martoriati nello spirito e nel corpo, saranno già morti per la collettività, che li penserà come anomalie da combattere, il vero nemico. Un mondo di ipocriti e indifferenti avanza minaccioso. Una perfidia invidiosa che odia la Bellezza, nelle sue infinite sfumature e combinazioni, e che si nutre del lutto e dello strazio che produce nei figli amorevoli dell’Umanità, ignari, in un primo tempo, del loro destino di diversi, ora è imperante. Come una madre crudele, la società uccide i suoi membri più belli, condannandoli alla morte ontica, dacché esige che essi soffrano, per non farli affermare, in quanto essi possono rappresentare un modo diverso di vivere, che non è concesso, nell’era della menzogna globale. Coloro, che hanno subito lo stigma, sanno di poter vivere al di fuori delle coordinate del sistema, lieti e giocosi, fattivi e creativi, in una dimensione di Bellezza ed armonia. Se non impazzisce di dolore, chi subisce lo stigma, presa coscienza del proprio status, sa di poter vivere da dissidente, proiettato in una armonia rivoluzionaria, contro cui il potere ha deciso di confliggere, dacché non ci deve essere musica nell’esistenza di chi ha subito il giudizio infernale di essere considerato un diverso. Lo Stato non ti vuole felice. Ha bisogno di un esercito di sudditi tristi, isolati, sperduti, che non comunichino fra loro, ma sopravvivano quel tanto che basti per produrre ricchezza per chi comanda e poi muoiano. Lo stigma può essere fatale e chi sopravvive è assai pericoloso per il sistema, perché può rappresentare un modo diverso di vivere lontano dai lustrini del successo di cartapesta, dal dominio dei politici e dalle visioni religiose di chi spera in Dio, generando una maniera di stare al mondo atea, bella, creativa di chi non ha intenzione di disturbare il sonno dei dormienti. I diversi conducono una esistenza segreta, clandestina, e non intendono vendere nulla a nessuno. Questa Umanità è molto indietro, come i meloni dell’anno prossimo. Forse non si sveglierà mai, oppure si sveglierà quando arriveranno le bombe atomiche. Forse moriremo tutti stupidi, come siamo ora. Chi ha subito lo stigma, e non è morto, sa di poter vivere in armonia col mondo, quel mondo che non lo vuole, ma che lui non odia, perché un Lucente è chiamato a non odiare nessuno. Sono passati anni e ancora penso le stesse cose. Di nuovo mi trovo a vergare queste lettere, ma con maggior vigore, dacché siamo sotto attacco, ora, perché ci troviamo in un regime dove lo stigma è uno strumento nelle mani del potere, usato abitualmente: “No mask”, “No Green pass”, “No vax”, “Pro Putin” sono tutti esempi di stigma, per connotare il diverso che non si è piegato ai dettami del potere e che quindi va eliminato. Il caso più lampante si verifica quando danno del folle a qualcuno. A quel punto, quel qualcuno, da un punto di vista sociale, è morto. Chi subisce lo stigma è chiamato ad essere un dissidente che viva nella Nuova Era di Luce, per diventare faro dell’Umanità. Sarà deriso. Accerchiato. Annullato dal potere, ma non da se stesso. Per la sua identità di uomo, egli si ama ed ama. Chi ha subito lo stigma, è diverso e non può più comportarsi come la massa. Non è invidioso, aiuta gli altri, tiene in considerazione l’alterità in tutte le sue sfaccettature e non giudica nessuno. Egli è davvero un Risvegliato. Questo secolo è iniziato con una durezza senza confini. Non è facile vivere. Non è facile mantenere dritto il timone. Molti si sono già persi, altri si perderanno. Lo stigma può colpire chiunque: se non fai quello che ti è richiesto dal sistema, esso ti punirà. Sono trascorsi tanti anni, ero ragazzo e vivevo come potevo. Non mi sarei mai immaginato che i miei peggiori incubi divenissero realtà, come dall’inizio di questo terzo Millennio. Voglio ricordare a tutti che prima della Pandemia ci trovavamo quasi nella totalità a riconoscere quanto questo sistema di cose fosse marcio. Ora solo fedeli soldati del regime. Tutti ubbidienti, tutti rassegnati, tutti conformi. Due anni di schizodemia hanno forgiato un popolo di servi, ossequiosi burattini che seguono le regole ed i comportamenti propinati in Tv, il vero strumento del male. Ora è proibito dissentire. C’è lo stigma in agguato, ed anche in seno alle famiglie, chi non si allinea col governo, viene tacciato di dissidenza, venendo escluso. Io sono sempre stato escluso, in tempi, dove tutto ciò non era presente neanche lontanamente, sebbene la vena autoritaria e punitiva dello Stato fosse quanto mai rilevante. Lo stigma ha colpito me, la mia compagna, ma siamo ancora vivi, in una condizione che ci permette di apprezzare le gemme nuove di un albero. Possono colpirci ancora. In ogni istante, nel frangente nel quale meno ce lo aspettiamo. Resistenza. Occorre avere ben chiara quale sia la propria immagine di esseri umani dotati di senso critico ed empatia. Chi è colpito dallo stigma può vacillare, ma non è giusto perisca. Tutto quello che dice il sistema, tramite i suoi aulici megafoni, è immondizia. Non starebbe bene neanche a fare il letame per i campi, perché è sterile e velenoso. Cosa fare? Il contrario di quello che dice il Tg. Sempre. Boicottarli. Non farli entrare nel tuo mondo, dacché, con le sinuose armi di distrazione di massa, possono farti credere qualsiasi cosa, anche che sia necessario vendere tua madre. Chi ha subito lo stigma, ed è sopravvissuto, sa di poter condurre una vita lieta, con i suoi simili, pronto a partecipare ad ogni manifestazione di intelligenza umana, che non voglia distruggere, ma edificare. Un mondo assassino uccide. Sta a noi fuggire e costruire un microcosmo fatto di Bellezza e noi possiamo farlo, in cucina, stasera, preparando da mangiare mentre ascoltiamo una Radio amica.
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AutoreIn questa era di menzogne, proiettate su scala mondiale, sono necessarie parole autentiche. Questo è il mo messaggio al mondo per una rivoluzione pacifica che ci conduca ad una Nuova Era di Luce. Archivi
Luglio 2023
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